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Tristotto alla milanese.

Pare che i chicchi di riso abbiano le orecchie. Le piante di riso sono in grado di ‘udire’ la musica: è quanto afferma una equipe di scienziati della Corea del Sud.

I ricercatori hanno suonato in una risaia 14 pezzi di musica classica e hanno così scoperto che certe frequenze tra 125 e 250 hertz rendevano più attivi determinati geni.

In futuro, sostengono, gli agricoltori potrebbero utilizzare i suoni per attivare o disattivare determinati geni, un’alternativa più economica e ecologica all’uso di sostanze chimiche. Facciamo finta che sia vero, anche perché risaie e risate potrebbero anche non andare d’accordo.

C’è, infatti, da augurarsi che non si arrivi a scoprire che oltre che le orecchie magari i chicchi di riso possano anche avere i geni della vista.

Gli potrebbe succedere la sventura di vedere gli spot di una nota casa italiana, di cui un noto testimonial è omonimo.

Smetterebbero subito di fare riso. Diventerebbero tristi, come noi ogni volta che ci tocca vederlo passare in tv.

E invece che risotto, nel menu dei ristoranti si dovrà scrivere “tristotto alla milanese”. Beh, buona giornata.

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Gli extra-italiani.

Sempre più spesso nel sud d’Italia la laurea non basta per trovare lavoro. A tre anni dal titolo di studio, un laureato su quattro trova lavoro grazie alle conoscenze, cioè la politica, vale a dire la raccomandazione presso l’amministrazione pubblica.

Di cui all’apposito filmato della qualità democratica delle amministrazioni locali nel nostro meridione. Che tanto “la mafia non esiste”.

Non solo. l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) dimostrerebbe in uno studio che la percentuale si dimezza per quei laureati meridionali che studiano al Nord e decidono di non tornare nella regione di appartenenza.

Infatti, il 40% dei laureati meridionali che a tre anni dal conseguimento del titolo di studio già ha un lavoro è stato costretto a emigrare al Nord. Esattamente come succedeva ai tempi delle grandi emigrazioni della forza lavoro verso le industrie del Nord.

Insomma, come ai tempi in cui sui portoni dei palazzi delle città del Nord c’era scritto: “non si affittano case ai meridionali.”

Sempre secondo lo Svimez, su 55 mila laureati residenti al Sud al momento dell’iscrizione all’Università trovano lavoro, dopo 3 anni, in 34.500.

Ma se in 20.700 hanno trovato impiego nelle regioni di appartenenza, sono circa 13.800 quelli che invece lavorano nelle regioni del Nord.

E, la ricerca non lo dice, ma vengono comunque trattati da “terùn”. Terroni.

A forza di avercela con gli “extra-comunitari” non ci accorgiamo che continuiamo a vivere in un paese pieno di “extra-italiani”. Cum laudem.

E’ stupefacente come le cose siano cambiate. Una volta “anche l’operaio voleva il figlio dottore”. Oggi anche un dottore ha un figlio precario. Beh, buona giornata.

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Cani e somari.

Una cane volpino ha salvato i passeggeri del volo 116Y1 della Blue Air, che da Fiumicino era in partenza per Bucarest. Liberatosi nella stiva, è uscito dal portellone rimasto aperto, mentre l’aereo stava rollando sulla pista dell’aeroporto.

Il comandane ai comandi ha visto il cane sulla pista, ha frenato e così si è accorto che stava decollando con il portellone aperto. Il che avrebbe causato la perdita della pressurizzazione, mettendo a repentaglio molto gravemente sia il velivolo che i 140 passeggeri a bordo.

Invece che nominare certi noti somari alla gestione della sicurezza dei passeggeri e dei loro bagagli negli aeroporti italiani, sarebbe meglio nominare presidente dell’Enav il volpino rumeno. Prima che il cagnetto venga accusato di sabotaggio. Beh, buona giornata.

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I pompieri non c’hanno i soldi per la benzina.

Sembra una battuta da quattro soldi. E’ invece la verità: i Vigili del Fuoco italiani non hanno i soldi per fare rifornimento di carburante per gli automezzi che accorrono in questi giorni a spegnere gli incendi che scoppiano ovunque.

Secondo la Corte dei Conti, mentre il prezzo dei carburanti è aumentato, a ciò non è corrisposto a un aumento degli stanziamenti previsti. Evidentemente i piromani, come ci ostiniamo a chiamare quelli che danno fuoco ai boschi, confondendo un’attività prettamente criminale con un disturbo mentale, la piromania, appunto, hanno più soldi.

Infatti, nonostante che un pieno di benzina in Italia costi 7 euro e mezzo in più che in tutta Europa, come ha denunciato il ministro Bersani, loro si possono permettere di comprarla per dare fuoco ai campi, alle colline, ai boschi e alle foreste italiane. Mentre i pompieri non hanno i soldi per fare il pieno alle autobotti che servirebbero a correre sul posto a spegnere gli incendi, prima che facciamo stage di verde e mietano vittime.

Neanche alla fervida fantasia di uno scrittore di fantascienza sarebbe venuta in mente un’idea così. Una volta si diceva che la realtà supera sempre la fantasia. Oggi possiamo dire che la realtà brucia la fantasia. Non solo sul tempo. Beh, buona giornata.

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