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democrazia Leggi e diritto Popoli e politiche

Acqua.

A partire dal 24 aprile 2010 inizierà la raccolta delle firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua pubblica. Se si raggiungeranno le 500mila, nella primavera del 2011, scatterà il referendum. Ecco i tre punti:
-abrogare l’art 23 bis che prevede che le società, per poter fornire servizi idrici, si debbano trasformare in aziende miste con capitale privato al 40%:
-abrogare l’articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che prevede, come unico modo per ottenere l’affidamento di un servizio idrico, la gara e la gestione attraverso società per azioni;
-abrogare l’articolo 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% in più.

Il referendum è promosso dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua. Il Forum rappresenta la più vasta coalizione associativa formale mai esistita. Cento comitati locali, sessanta associazioni, i cattolici, gli ambientalisti, i sindacati. E i partiti, che svolgono una funzione di supporto. Non tutti militanti di professione, però. Piuttosto, molti di loro si dichiarano parte degli “astenuti” alle regionali del 2010. I numeri.

I riscontri concreti di quanto nocivo sia privatizzare la gestione dell’acqua ci sono già. Da quando è cominciata l’escalation qualcosa è peggiorato. Ecco i numeri: il prezzo dell’acqua è salito del 68% a fronte del 22% registrato dal dato sull’inflazione. Gli investimenti privati nel settore idrico sono calati (da 2miliardi a 700mila euro l’anno) mentre l’occupazione nel settore idrico è diminuita del 30% e lo spreco annuo è aumentato di più del 20%. Beh, buona giornata.

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democrazia Finanza - Economia Lavoro

Altro che percentuali elettorali: la disoccupazione giovanile in Italia è al 28,2 per cento.

Vola a febbraio il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), attestandosi a quota 28,2%. La disoccupazione tra i giovani cresce di 0,8 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4 punti percentuali rispetto a febbraio 2009. Lo rende noto l’Istat nella stima provvisoria di febbraio relativa a occupati e disoccupati. I tecnici dell’Istituto sottolineano che il tasso italiano è superiore di 7,6 punti rispetto a quello relativo alla Ue-27 (20,6%). Resta stabile invece il tasso complessivo a 8,5%, con una variazione congiunturale nulla ma in crescita di 1,2 punti percentuali rispetto a febbraio 2009. Il mese scorso sono stati persi 395 mila posti di lavoro. A perdere il lavoro sono stati soprattutto gli uomini: 294 mila a fronte di 101mila donne. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Elezioni regionali: ha vinto l’antiberlusconismo dei berlusconisti.

Silvio Berlusconi giosce dopo il risultato elettorale che ha visto il centrodestra vincere in sei regioni. E non esita a dare la sua lettura del voto: l’attività di governo è stata premiata, ora avanti con le riforme.

Però, fa finta di non capire l’avanzata dello “tsunami Lega” in Veneto, Lombardia e Piemonte: “L’alleanza è garanzia di rinnovamento”, taglia corto il premier. Poi lo slogan degli ultimi mesi: “L’amore ha vinto sull’invidia e sull’odio, gli elettori ci hanno dato ragione”. Invidia e odio? E la finiana Polverini nel Lazio? Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Brunetta lo nomi(nano), mica lo votano.

I cittadini di Venezia, che avevano già bocciato Brunetta dieci anni fa, quando si era candidato a sindaco contro Paolo Costa, non lo hanno votato. Come non hanno digerito il doppio incarico di ministro e di sindaco che Brunetta aveva annunciato di voler mantenere in caso di vittoria. Questa la triste storia di un piccolo fannullone della politica italiana. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Media e tecnologia Popoli e politiche

Berlusconi bacia le mani a Gheddafi. Voscienza sa benedica?

Il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi si ferma per baciare la mano del dittatore libico Muammar Gheddafi. La scena, alla quale hanno assistito i partecipanti al vertice della Lega Araba a Sirte, è al centro di ironie e polemiche sulla stampa internazionale: inchinarsi a un leader controverso come Gheddafi stona con il tentativo del premier italiano di accreditarsi come il miglior amico di Israele in Europa.

Dell’episodio del baciamano ha parlato, tra gli altri, il quotidiano inglese The Guardian. La televisione iraniana Press Tv ha pubblicato il video e un fermo immagine del bacio sul suo sito internet.

Non è l’unica gaffe nella quale è incorso il premer durante il vertice libico: ieri gli obiettivi dei fotografi lo avevano colto mentre si assopiva durante i discorsi ufficiali. E il ministro degli Esteri Frattini? Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Polverini, Berlusconi e lo ius primae noctis.

«Sai che ho lo ius primae noctis sulle nostre candidate. È scritto nello statuto del Pdl». Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, scherza con Renata Polverini, candidata del centrodestra alla guida della Regione Lazio, nel comizio di chiusura della campagna elettorale del Pdl. Contenta lei ?! Beh, buona giornata.

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democrazia Media e tecnologia

E adesso vogliono licenziare Santoro.

“Alla luce delle ultime evenienze”, scrive Mauro Masi riferendosi alla serata di “Rai per una notte”. Il direttore generale ha mandato ieri mattina una lettera formale al presidente del Cda Paolo Garimberti e ai consiglieri per chiedere una riunione ad hoc e straordinaria sulla situazione complessiva “legata al signor Michele Santoro”. Viale Mazzini dovrebbe cioè valutare se i comportamenti del conduttore danneggiano o meno “la credibilità dell’azienda” e se il suo contratto “al di là di ogni giudizio di merito, travalica i limiti della gestione ordinaria e dei poteri del direttore generale”. In parole povere, significa che è partito l’attacco finale a Santoro. Obiettivo: la risoluzione del contratto. Ovvero, la cacciata dalla Rai.
(Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Raiperunanotte: “Come se tutto quello che non si è potuto mai dire avesse trovato all’improvviso una finestra, uno sfogo impensato e impensabile.”

Un’altra Italia in tivù-l’espressonline.it
Raiperunanotte è stato un grande rito di liberazione collettiva. Lontano dalle censure e dal linguaggio ovattato di Rai e Mediaset. E ha messo a nudo la claustrofobia e il torpore in cui viviamo da troppi anni E’ stato un grande rito di liberazione collettiva. E’ stata una notte in cui in televisione si è potuto dire, per una volta, tutto quello a cui di solito non si può nemmeno accennare, tutto quello che è frenato dalle mille cautele dell’autocensura o dalle censure dirette dei grandi broadcaster.

E’ stata un’anomala puntata di “Annozero” che ha visto riapparire volti scomparsi dal monoscopio da tempo, come Daniele Luttazzi, con la sua comicità estrema. Che ha visto le argomentazioni lucide e pacate, seppur amareggiate, di Giovanni Floris e di Gad Lerner. Che ha visto la comicità surreale di Cornacchione giocare al rovescio sul partito dell’amore. E che ha trasmesso, recitate da voci di attori, le spaventose pressioni del premier all’Authority per le comunicazioni perché censurasse Santoro: quelle che le televisioni di Stato o direttamente in mano al premier si sono ben guardate dal rendere note, tanto meno in campagna elettorale.

Ma Raiperunanotte, la manifestazione-trasmissione per la libertà di stampa che è arrivata attraverso Internet o altri canali in centinaia di piazze e teatri e in centinaia di migliaia di case, è stato anche il battesimo di una nuova televisione: quella che non ha paura, quella che è forse normale in tutti i paesi dell’occidente, ma che da noi è diventato impossibile fare.

Non si sa ancora se è una televisione possibile, o se rimarrà l’esperienza di una sera: ma guardando e ascoltando gli ospiti di Santoro parlare, veniva da chiedersi che cosa sarebbe oggi l’Italia se per quindici anni non fosse stata anestetizzata da una comunicazione omologata, paludata, autocensurata anche nelle trasmissioni meno controllabili dal governo, come quelle di Floris e Santoro. Veniva da chiedersi che cosa sarebbe oggi l’Italia se i telegiornali non fossero – sempre, anche nei periodi in cui Berlusconi non è stato al governo – dei grandi silenziatori e degli inesorabili frenatori.

E’ stato, appunto, un grande rito di liberazione collettiva. Come se tutto quello che non si è potuto mai dire avesse trovato all’improvviso una finestra, uno sfogo impensato e impensabile.

A chi non è più un ragazzo, Raiperunanotte ha ricordato una storica trasmissione di Dario Fo, andata in onda a metà degli anni Settanta. Quando, dopo vent’anni di lontananza dalla Rai, lo scrittore e comico milanese ebbe la possibilità di portare il suo teatro sulla neonata Raidue. Allora il futuro premio Nobel recitava nella palazzina Liberty di Milano, in zona Vittoria; questa volta l’esplosione di libertà è arrivata dal Paladozza di Bologna, attrezzato a studio televisivo. Ma uguale era l’emozione e uguale la sensazione di violare un territorio abitualmente chiuso, quello appunto della tivù di Stato.

Questa volta, però, la Rai non c’era. Mentre Marco Travaglio raccontava l’odissea fantozziana della presentazione delle liste del Pdl del Lazio, il canale in cui avrebbe dovuto stare Santoro era impegnato nella trasmissione di una gara di pattinaggio: come nella vecchia Unione Sovietica, quando si riempivano i palinsesti di sport mentre i segretari del Pcus erano agonizzanti “per un raffreddore”.

E l’impressione che è emersa dalla nottata di ieri è stata proprio quella di un regime fatiscente e moribondo, claustrofobicamente chiuso in se stesso per quanto ancora furioso e capace di lunghi colpi di coda. Fuori, però, sta crescendo un’altra Italia che ha voglia di parlare, di ascoltare, di esistere. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Raiperunanotte: è stato un successo.

(fornte: corriere.it)
Un filmato montato con un parallelo tra un comizio di Mussolini e l’intervento di Berlusconi alla manifestazione del Pdl di Piazza San Giovanni e le loro domande «retoriche» rivolte al popolo. Così al Paladozza di Bologna è iniziata «Raiperunanotte», la trasmissione nata dall’iniziativa ideata da Michele Santoro contro la decisione della Rai di sospendere tutti i talk show politici per rispettare la par condicio. Niente Rai, niente “Annozero”, ma “Raiperunanotte”. Un evento reale e visibile, al Paladozza di Bologna e sui maxischermi nella piazza fuori, per miglia di persone che hanno voluto partecipare direttamente all’insolito talk show. Un evento mediatico trasmesso da altre tv, in particolare da Sky Tg 24, ma anche da emittanti locali. E che ha soprattutto giocato la carta del web. Dirette sono state effettuate dal sito “Raiperunanotte”, creato per l’occasione, dai siti di Corriere, Repubblica, Stampa, da YouDem e altri ancora.

NAPOLITANO – Prende poi la parola Santoro che, dal palasport emiliano, si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Noi non siamo al fascismo – dice il giornalista – ma certe assonanze sono comunque preoccupanti… Noi siamo qui per il nostro lavoro di giornalisti. «Noi non solo abbiamo il diritto di parlare ma anche il diritto di farci sentire, e il dovere di parlare e farci sentire. Noi dobbiamo essere ascoltati e per questo stasera noi accendiamo le nostre luci perché ricominci Annozero». Santoro ha ricordato poi il caso delle intercettazioni di Trani: «Vorrei ricordarle signor presidente – ha aggiunto – che per una telefonata Nixon dovette dimettersi: aveva ordinato di spiare i suoi avversari del partito democratico e una commissione del Senato, quando scoprì che le telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità: interferenza politica sulla libertà di espressione». E ha ricordato che il 25 marzo di 40 anni fa «la radio libera di Danilo Dolci fu chiusa per un intervento della polizia era la prima radio libera italiana. Aveva violato al legge perché aveva violato il monopolio». «Io – ha aggiunto, rivolgendosi sempre a Napolitano – non voglio tirarla per la giacchetta, non voglio nè che firmi nè che non firmi, ma voglio ribadire che se i partiti non si allontano dalla Rai, sarà sempre prigioniera del conflitto d’interesse. Noi abbiamo il diritto, ma anche il dovere di parlare e di farci sentire, noi dobbiamo essere ascoltati. Per questo – ha concluso – noi accendiamo le nostre luci perchè ricominci Annozero». Alla fine del discorso Nicola Piovani ha eseguito in diretta la sigla di Annozero.

CORNACCHIONE – Poi irrompe un esilarante Antonio Cornacchione: «Con questa iniziativa – dice Cornacchione – si può dimostrare che in Italia non c’è la censura e quindi anche questa manifestazione andrà a favore di Berlusconi. Sento un afflato di amore che arriva dagli spalti. Quanto amore arriva da voi amici! Siamo 2, 3, 4… 6 milioni. Le cifre me le ha date Verdini”. Nel suo intervento di dieci minuti circa, il comico spiega che la “censura ha colpito due paladini della libertà, due giornalisti che non guardano in faccia a nessuno: Feltri e Minzolini». «Silvio – continua – non ha mai censurato nessuno, ci tiene a rimanere incensurato».

TRAVAGLIO – Come fa di solito durante le puntate di Annozero, Marco Travaglio a «Raiperunanotte» ha ricostruito i passaggi della vicenda delle intercettazioni della procura di Trani sul caso Rai e Agcom, che avevano al centro proprio «Annozero», definendolo uno «scandalo peggiore del Watergate», che sarebbe stato eccessivamente minimizzato. Il suo intervento è stato accolto da un applauso scrosciante, è stato forse il più applaudito fra tutti i protagonisti dell’iniziativa. «Masi – ha detto Travaglio – ha sollecitato esposti contro la propria azienda. È come se Moratti prima del derby chiamasse l’arbitro per chiedergli di inventarsi un fallo per espellere il proprio centravanti, magari su richiesta del presidente del Milan. Berlusconi dice che si è sempre espresso anche pubblicamente contro Annozero: ma è come se uno dicesse per tutta la vita che vuole ammazzare la moglie, poi assolda un killer e al processo si scusasse dicendo… “va beh, ma io l’ho sempre detto…”».
Successivamente il giornalista è intervenuto anche sul pasticcio delle liste del Pdl a Roma, ironizzando sul decreto interpretativo del governo.

FLORIS -LERNER – Poi è intervenuto il conduttore di «Ballarò», Giovanni Floris che si è detto «non d’accordo sul parallelo con il fascismo ma non è questo il punto – ha aggiunto -. Io penso che il bello di questo periodo sia che a una ingiustizia come la chiusura delle trasmissioni sia seguito un periodo in cui le persone hanno reagito. Questo ha portato a più aria. Dopo tutta l’aria che è stata sottratta in questo Paese, penso che sia il momento di ricominciare a respirare». Le intercettazioni saranno valutate dalla magistratura, ma da quelle telefonate emerge che c’è un politico che vede una cosa che non gli piace e ne chiede la chiusura. L’idea che quello che non ti soddisfa possa essere chiuso è un’idea asfittica». A seguire Gad Lerner: «Di fronte all’evidenza della Rai trattata come una tv privata di proprietà privata dei partiti, perché questo è stato il meccanismo che ha bloccato le tramissioni, forse bisogna che anche noi ripensiamo il modo di stare in tv dei politici. Questa compagnia di giro bisogna che cambi, gli ospiti sembrano sempre gli stessi di qualsiasi cosa si parli. Sembrano essere competenti di tutto».

RECORD WEB – Poi Santoro segnala che la diretta di «Rai per una notte» è il più grande evento in diretta del web italiano con 100.000 contatti unici in contemporanea. Poi diventati 120.000. Santoro successivamente ha mostrato Piazza Azzarita e ha parlato di Roma, Milano, Torino, commentando: «Dall’Italia è venuta una risposta straordinaria».

LUTTAZZI – Successivamente è cominciato lo show di Daniele Luttazzi, tutto concentrato su Silvio Berlusconi. Ma anche sul direttore del Tg1 Minzolini e il direttore generale della Rai Masi accusati insieme al premier nel monologo del comico di «fare un uso criminoso della tv». «Erano otto anni che aspettavo di dirlo…» ha detto Luttazzi facendo riferimento all’«editto bulgaro» del 2002, che sancì il suo allontanamento dalla Rai insieme a Enzo Biagi e Michele Santoro. Aprendo il suo intervento, pieno di battute al vetriolo sul premier Luttazzi spiega: «Berlusconi ogni tanto ha dei rimorsi, poi pensa a quanto è ricco e tutto passa…»). Luttazzi ha fatto un monologo di una ventina di minuti, forte, esplicito, pieno di allusioni sessuali, ma soprattutto molto critico contro il governo ed in particolare contro «Silvio Lolito Berlusconi» come lo ha definito, «lui è un fuoriclasse, la costituzione gli va stretta, sarebbe come far giocare Tiger Woods a golf in uno sgabuzzino». Quindi, Luttazzi ha dettagliatamente spiegato la sua teoria sui motivi per cui Berlusconi avrebbe il 60% del consenso, con una metafora sul sesso anale. Nel suo monologo non ha risparmiato battute nei confronti dell’ex vicepresidente della Regione Puglia Frisullo e del direttore del Tg1 Minzolini. «C’è una differenza – ha detto Luttazzi – fra una prostituta e certi giornalisti: ci sono certe cose che una prostituta non fa». Dagli spalti applausi scroscianti, anche quando Luttazzi ha criticato l’eccessiva timidezza dell’opposizione. Alla fine Luttazzi conclude contro il partito dell’amore berlusconiano, ricordando con Quintiliano che «Odiare i mascalzoni è cosa nobile».

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA ANNOZERO – Arriva anche il momento più strettamente giornalistico con una ricostruzione delle intercettazioni telefoniche sul caso Santoro, con le telefonate del premier al mebro dell’Agcom Innocenzi e di quelle tra quest’ultimo e Masi.

BENIGNI – Poi è il momento dello show di Roberto Benigni che invita tutti ad andare in «Zimbabwe il paese della libertà dove però non ci sono i masai, ma i Masi». «Siamo il paese della libertà – scherza Benigni – dove si può chiudere una trasmissione e si può fare una manifestazione contro i magistrati». Benigni poi sciorina battute sui radicali «che si sdraiano dappertutto», e sulle cifre fornite da Denis Verdini sulla manifestazione di sabato del Pdl, infine saluta Enzo Biagi («Peccato che non possa partecipare a questa iniziativa»). «Sant’Agostino diceva che anche quando se ne fa un cattivo uso, come Santoro, la libertà è un bene – conclude l’attore -. Si riferiva proprio a Santoro…».

INTERVISTA A FEDE- La trasmissione si conclude con un’intervista al direttore del Tg4 Emilio Fede, che minimizza la porta delle intercettazioni e sottolinea: «Hanno forse chiuso Annozero?». Fede poi chiede «maggiore rispetto per il capo del governo». E conclude: «Berlusconi non ha mai chiesto la chiusura di Annozero».

CROZZA E VAURO – C’è spazio per un ultimo sipario comico con Crozza che imita il ministro Brunetta e per le tradizionali vignette di Vauro.

LA DENUNCIA DELLA FNSI – Poco prima che si accendessero le telecamere di «Raiperunanotte» il presidente dell’Fnsi Roberto Natale intervenendo al microfono svela: «Abbiamo notizie di telefonate al gruppo di lavoro di Santoro da parte di dirigenti Rai che vogliono sapere cosa stanno facendo i collaboratori ricordando l’obbligo di esclusiva». «Ricordi bene la Rai, la vergognosa Rai di questi giorni che questa è un’iniziativa sindacale – prosegue Natale – e non si azzardino a pensare a provvedimenti, pensino piuttosto alle scandalose telefonate del direttore generale». Il riferimento è alle intercettazioni relative all’inchiesta sul caso Rai- Agcom.
(Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia Lavoro

L’Italia il Paese che ha meglio affrontato la crisi? Berlusconi lo dice, l’Istat lo smentisce.

Le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari sono diminuite a gennaio dell’1% rispetto a dicembre e del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo rileva l’Istat precisando che il dato congiunturale è il peggiore da aprile 2007 mentre quello tendenziale è il peggiore dal marzo 2009, quando segnò il -5,2%. Nel complesso le vendite al dettaglio a gennaio sono diminuite dello 0,5% rispetto a dicembre e del 2,6% rispetto a gennaio 2009. Lo rileva l’Istat precisando che il dato congiunturale è il peggiore da dicembre 2008 (allora segnò -0,7%).

Secondo l’istituto di statistica il calo delle vendite su dicembre (-0,5%) è la sintesi tra il -1% delle vendite alimentari (il dato peggiore da aprile 2007) e dello 0,3% dei prodotti non alimentari. Rispetto a gennaio 2009 le vendite alimentari sono diminuite del 3,3% (il calo più consistente da marzo 2009) mentre quelle dei prodotti non alimentari sono diminuite del 2,3%. Il calo tendenziale è stato forte soprattutto nelle imprese della grande distribuzione (-3,1%) mentre le imprese operanti su piccole superfici hanno segnato un -2,2% su gennaio.

Nell’alimentare le imprese della grande distribuzione hanno segnato un calo delle vendite del 3,5% mentre le imprese operanti su piccole superfici hanno registrato un calo delle vendite del 3,1%. Nel comparto non alimentare le aziende della grande distribuzione hanno segnato un calo delle vendite del 2,9% a fronte del calo del 2% dei piccoli negozi. Nell’alimentare gli ipermercati e i supermercati hanno perso il 3% del fatturato al livello tendenziale mentre i discount alimentare hanno segnato un -2,9%. Sul calo complessivo del 2,6% delle vendite a gennaio spicca quello dei prodotti farmaceutici (-4,2%) e delle dotazioni per l’informatica (-4,3%). Reggono meglio la crisi l’abbigliamento e le calzature (-1,2% per entrambi i comparti) la foto ottica (-0,6%) e il settore dei giocattoli, sport e campeggio (-0,9%). Beh, buona giornata.

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Attualità Società e costume

Se Berlusconi vince le elezioni, finalmente grandi riforme costituzionali: si comincia dall’Oroscopo.

“Sconfiggeremo il Cancro in tre anni”. Berlusconi dixit. Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Pubblicità in crisi: anche Havas di Bollorè perde.

E’ stato approvato il 23 marzo, il bilancio 2009 di Havas Group. Le revenue del Gruppo guidato da Vincent Bolloré si sono attestate a 1,441 miliardi di euro, in calo dell’8,1% sul 2008. La crescita organica annuale ha segnato un -7,9%.

Nel quarto trimestre dell’anno le revenue sono state di 415 milioni di euro, con crescita organica a -4,4%, con un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre. I ricavi netti di Gruppo ammontano a 92 milioni, la posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2009 era di 48 milioni, dopo un debito netto di 79 milioni a fine 2008. Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: Mondadori chiude il 2009 nel segno del disastro. L’Italia ha resistito alla crisi meglio degli altri?

Mondadori: la concessionaria chiude il 2009 a -24,4%, bene il web
L’andamento degli investimenti pubblicitari sui periodici (-27,1%) ha determinato per il Gruppo una significativa riduzione dei ricavi, nonostante sia in Italia che in Francia le performance di raccolta siano state superiori al mercato. Il fatturato consolidato 2009 è stato di 1.540,1 mln (-15,3%). Mondadori Pubblicità ha registrato ricavi pari a 250,4 mln. Positiva la raccolta di Radio R101 negli ultimi mesi dell’esercizio.
Il Consiglio di Amministrazione di Arnoldo Mondadori Editore, riunitosi il 23 marzo, sotto la presidenza di Marina Berlusconi ha esaminato e approvato il progetto di bilancio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2009 presentati dal vice presidente e amministratore delegato Maurizio Costa.

Nel 2009 hanno avuto piena manifestazione gli effetti della crisi finanziaria internazionale, anticipatrice della recessione che ha colpito duramente i settori dell’economia reale, con i noti impatti sulla produzione, sui consumi e sull’occupazione. Nei settori di attività di Mondadori il vero elemento di criticità è stato l’andamento degli investimenti pubblicitari sui periodici, che ha determinato per il Gruppo una significativa riduzione dei ricavi, nonostante sia in Italia che in Francia le performance di raccolta siano state superiori al mercato di riferimento.

Sempre nel settore periodici Mondadori ha ottenuto in Italia, grazie alla qualità delle proprie testate, una buona tenuta delle diffusioni, mentre il mercato dei collaterali ha proseguito nel previsto trend di forte riduzione; in Francia, dove è stata completata la rivisitazione del portafoglio prodotti, si sono confermati buoni risultati di diffusione, anche grazie al contributo degli abbonamenti; a fine agosto è stato lanciato il settimanale Grazia, con risultati superiori alle attese, sia in termini di copie vendute sia di raccolta pubblicitaria.

In un mercato dei libri che in Italia ha mostrato valori in lieve controtendenza rispetto all’andamento generale negativo dei consumi, Mondadori ha ottenuto risultati sia di fatturato che reddituali in linea con l’esercizio 2008, anno record per la presenza di bestseller, grazie alla pubblicazione di numerosi nuovi titoli di successo.

Sempre maggiore è stata l’attenzione e l’attività sugli altri business: Radio R101 ha ottenuto negli ultimi mesi dell’esercizio risultati di raccolta pubblicitaria superiori all’anno precedente, anticipando quello che si auspica essere un trend di ripresa per il 2010; particolarmente intenso è stato lo sviluppo della rete di negozi nel settore retail grazie al franchising; ulteriore impulso ha avuto l’attività digitale, sia nella commercializzazione dei libri sia nei periodici, dedicata ai siti delle maggiori testate in Italia e Francia, e alla raccolta pubblicitaria anche attraverso nuove joint venture.

La reazione di Mondadori a una situazione di mercato di straordinaria complessità e negatività è consistita, oltre che nella forte focalizzazione sulle attività di business sopra indicate, in alcune specifiche operazioni:
• la cessione dell’80% dell’attività industriale di stampa, avvenuta a fine 2008, anno in cui è stato ottenuto un significativo miglioramento della posizione finanziaria e realizzata un’importante plusvalenza; la partnership ha inoltre prodotto nel 2009 i positivi effetti attesi sia in termini di mantenimento della qualità di stampa e flessibilità della fornitura, sia di riduzione delle tariffe;
• la prosecuzione, con ulteriore impegno, del piano quadriennale di riduzione dei costi operativi iniziato nel 2008, attraverso interventi sulla struttura dei costi stessi – senza penalizzare la qualità dei prodotti – e una profonda ristrutturazione organizzativa sia in Italia che in Francia.
Il piano, che ha già consentito di ottenere nell’esercizio 2009 saving per circa 110 milioni di euro, si pone come obiettivo di raggiungere a fine 2011 un ammontare di risparmi, a perimetro costante, di 170 milioni di euro;
• la ristrutturazione del debito, iniziata e conclusa nel corso del 2009, ha consentito già negli ultimi mesi dell’esercizio di aumentare la flessibilità finanziaria a favore dei business, con l’allargamento dei covenant e l’allungamento delle scadenze delle linee di finanziamento bancario.

Il fatturato consolidato 2009 è stato di 1.540,1 milioni di euro, in diminuzione del 15,3% rispetto ai 1.819,2 milioni di euro del 2008. A perimetro costante, senza l’attività di stampa ceduta nello scorso esercizio, il fatturato (1.695,3 milioni di euro nel 2008) è risultato in calo del 9,2% (solo -2,6% nell’ultimo trimestre dell’anno).

Il margine operativo lordo consolidato del 2009 è risultato di 106,2 milioni di euro, in diminuzione del 57,4% rispetto ai 249,2 milioni di euro dell’esercizio precedente. Escludendo i risultati dell’attività di stampa (a perimetro costante), le plusvalenze e gli oneri di ristrutturazione organizzativa, il margine operativo lordo consolidato normalizzato è risultato di 133,1 milioni di euro, in diminuzione del 34,3% rispetto ai 202,7 milioni di euro del 2008; un calo riconducibile sostanzialmente alla flessione del fatturato pubblicitario e agli investimenti per il lancio di Grazia in Francia; gli impatti di questi due fattori sono stati mitigati dai crescenti risultati dell’attività di riduzione dei costi operativi.

A questo proposito è opportuno sottolineare come nell’ultimo trimestre 2009 la diminuzione sia stata dell’8,5% (-4,8 milioni di euro) rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente, il che evidenzia un significativo rallentamento del trend di flessione.

Il risultato operativo consolidato è stato pari a 71,8 milioni di euro, in diminuzione del 64,7% rispetto ai 203,5 milioni di euro del 2008, con ammortamenti e svalutazioni di attività materiali per 13,4 milioni di euro (31,1 milioni di euro nel 2008) e immateriali per 20,9 milioni di euro (14,6 milioni di euro nel 2008).

La posizione finanziaria netta consolidata è passata da -490,3 milioni di euro di fine 2008 a -372,9 milioni di euro al 31 dicembre 2009, con un miglioramento di 117,4 milioni di euro; rispetto al 30 settembre 2008 (data antecedente alla cessione dell’80% di Mondadori Printing) il miglioramento è stato di 271,6 milioni di euro.

Al 31 dicembre 2009 il personale dipendente, a tempo indeterminato e determinato, in forza alle società del Gruppo risulta composto da 3.750 unità (3.925 al 31 dicembre 2008). Il dato consolidato mostra una riduzione di 175 unità (-4,5%), ottenuta attraverso blocco del turn over e politiche di efficienza legate all’avvio del piano di ristrutturazione. Come già comunicato, il Gruppo proseguirà, sia in Italia che in Francia, il piano di riorganizzazione iniziato nel 2008, con l’obiettivo di conseguire ulteriori importanti efficienze entro il 2011.

Risultati delle Aree di Business

• Libri
La Divisione Libri Mondadori ha registrato nel 2009 ricavi complessivi per 425,7 milioni di euro rispetto ai 434,3 milioni dell’esercizio precedente (-2%); al netto delle vendite congiunte il calo è ridotto all’1%. Nel 2009 la produzione libraria è stata di 2.449 novità (rispetto alle 2.695 del 2008) e di 5.137 ristampe (5.225 nel 2008), per un totale di 51,6 milioni di copie contro i 53,4 milioni dell’anno precedente.

Edizioni Mondadori ha registrato ricavi per 142 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-1,4%). Nel periodo di riferimento i ricavi di Einaudi sono stati di 50,2 milioni di euro (-2,9%): la flessione registrata è imputabile essenzialmente alla riduzione di fatturato per cessione di diritti per vendite congiunte. I ricavi di Sperling & Kupfer sono cresciuti dell’11,5% rispetto ai 12 mesi precedenti, raggiungendo 23,2 milioni di euro. Nel 2009 Piemme ha segnato un fatturato netto di 44,4 milioni di euro (-8,8%). Mondadori Education infine ha realizzato ricavi netti di vendita di 81,7 milioni di euro (-5,1%), mantenendo una posizione di rilievo nel mercato scolastico, con una quota del 13,3%, e confermandosi leader nella scuola primaria.

• Periodici Italia
L’esercizio 2009 è stato fortemente caratterizzato dagli effetti della crisi manifestatasi nella seconda parte del 2008 e che ha influenzato anche l’anno appena concluso. Il calo dei consumi ha interessato tutti i comparti della carta stampata incidendo sia sulla propensione all’acquisto dei lettori sia, e in modo ben più evidente, sul livello degli investimenti pubblicitari destinati ai mezzi tradizionali. Per quanto riguarda l’andamento delle vendite, il calo non si è verificato tanto per una diminuzione del numero degli acquirenti, quanto per una rarefazione della frequenza di acquisto.

La flessione dei ricavi pubblicitari a sua volta è stata determinata sia dalla contrazione dei volumi sia dalla inevitabile riduzione dei prezzi di vendita praticati agli inserzionisti. Va sottolineato che le testate Mondadori hanno performato meglio del mercato, in particolare nel segmento più rilevante, quello dei settimanali. In questo difficile contesto, che ha comunque visto da parte di Mondadori una forte reazione sul piano delle iniziative e della gestione, il fatturato della Divisione realizzato in Italia si è attestato a 494,3 milioni di euro, in calo del 14,1% rispetto ai 575,7 milioni di euro dell’esercizio 2008.

Tale andamento è spiegato dai seguenti fenomeni:
• la diminuzione dei ricavi diffusionali (-3,6%) è essenzialmente determinata da una contrazione dei volumi, solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi di copertina;
• il sensibile arretramento delle vendite di prodotti collaterali (-18,4%) che, pur sorrette da un significativo aumento del numero di iniziative, ha dovuto registrare la prevista diminuzione dei volumi medi di vendita per singola operazione;
• il forte ridimensionamento dei ricavi pubblicitari (-27,1%) suddiviso, seppure con diversa intensità, su tutti i settori merceologici e su quasi tutti i giornali.
Le azioni poste in essere per reagire alla sfavorevole situazione di mercato hanno riguardato il sostegno e lo sviluppo delle testate e, in modo prioritario, interventi volti all’efficienza e alla riduzione dei costi operativi e di struttura.

Sul fronte delle diffusioni, in un contesto di mercato che ha visto un calo a copie di circa il 7%, Mondadori ha confermato la propria leadership con una quota di circa il 35%. Nel segmento dei femminili Donna Moderna ha mantenuto i propri ricavi diffusionali grazie anche all’aumento di prezzo praticato all’inizio dell’anno, mentre nell’area dell’up market Grazia ha più che confermato il livello di copie del 2008. Di assoluto rilievo i risultati di Tu Style, completamente rinnovato nella formula tanto da dover essere catalogato come un vero e proprio ‘lancio’, che ha portato la propria diffusione a 190.000 copie (+45%), incrementando i ricavi diffusionali di oltre il 30%.

Nel segmento dei newsmagazine Panorama ha ribadito la propria posizione di preminenza aumentando ulteriormente la distanza dalla concorrenza. Il comparto dei televisivi, che soffre da parecchi anni di un calo tendenziale delle diffusioni, ha visto la buona tenuta dei diversi giornali in portafoglio e in particolare di TV Sorrisi e Canzoni che, grazie all’aumento di prezzo apportato nell’anno e al costante lavoro di rinnovamento della testata, ha registrato un calo dei ricavi diffusionali molto contenuto (-3%).

Nell’ambito dei mensili più problematico è risultato l’andamento del settore delle testate di arredamento e di design (-5% i ricavi diffusionali), mentre quello dei giornali dedicati alla cucina ha evidenziato buone performance con diffusioni e ricavi in crescita. Promettenti, infine, le prospettive di Flair che, rilanciato a luglio, ha visto un buon incremento in edicola.

• Digital
Mondadori è presente nell’online con 47 siti internet che coprono tutte le attività del Gruppo, con ricavi che nel 2009 hanno registrato un incremento del 13%, a fronte di un mercato cresciuto del 5,1% (fonte Nielsen).
Particolarmente positiva la performance dei siti femminili del Gruppo, tra cui Donnamoderna.com, Starbene.it, Grazia.blog.it e Cosmopolitan.it. La leadership nel segmento si rafforzerà ulteriormente nel 2010 con il sito GraziaMagazine.it, lanciato lo scorso febbraio.

Attività internazionali
Nel 2009 le attività internazionali dei periodici Mondadori hanno generato un volume di affari complessivo di 118,5 milioni di euro. Grazie al buon andamento delle diverse testate e in particolare alle eccellenti performance di Grazia UK, i ricavi da licensing sono cresciuti del 15,4%; in forte progressione anche i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria per le testate del network (+34,4%), che compensano in parte il calo dei ricavi da syndication.

Nel 2009 è proseguita l’intensa attività di lancio di nuove edizioni internazionali: Grazia è arrivato in Cina, Francia, Thailandia e Indonesia; Flair in Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, Casaviva in India. Nonostante la crisi economico-finanziaria complessiva e le difficoltà specifiche dei media, le primissime evidenze di queste nuove iniziative sono molto positive e superiori alle attese.Nel febbraio 2010 il ‘Grazia International Network’ si è inoltre arricchito dell’edizione tedesca.

La consociata Attica ha risentito in Grecia e nei Paesi balcanici dei ridimensionamenti dei budget pubblicitari delle aziende, ma con un’attenta politica di contenimento dei costi è riuscita a contrastare la flessione dei ricavi (-16,2%). Tra le edizioni internazionali realizzate dalle joint-venture del Gruppo si sono distinte Grazia Russia e Grazia Cina, lanciata nel febbraio 2009, che ha raggiunto diffusioni superiori alle aspettative, a fronte di una raccolta pubblicitaria influenzata dalla congiuntura economica internazionale.

• Periodici Francia
La Divisione Periodici Francia ha conseguito nel 2009 un fatturato di 343,5 milioni di euro, in calo dell’8,2% rispetto ai 374,1 milioni di euro dell’esercizio precedente. A perimetro costante, ovvero al netto delle testate cedute e dei nuovi lanci, il calo è del 6,6%. I ricavi diffusionali di Mondadori France, che comprendono sia le vendite in edicola che gli abbonamenti (circa 70% del totale), sono risultati in calo del 6% (-4,9% a perimetro costante).

In Francia nel 2009, un anno particolarmente difficile per il mercato pubblicitario, gli investimenti sono calati del 13% (a volume, fonte TNS). Mondadori ha conseguito una performance migliore del mercato con un -10,3% (a volume), grazie al già citato lancio di Grazia e al buon andamento di Biba nei mensili di alta gamma, registrando un fatturato di 81,6 milioni di euro (-13,8% rispetto ai 12 mesi del 2008).

• Pubblicità
Mondadori Pubblicità ha chiuso il 2009 con ricavi di 250,4 milioni di euro rispetto ai 331 milioni di euro del 2008 (-24,4%), riuscendo a contenere, almeno parzialmente, la forte contrazione rilevata già dopo i primi mesi dell’esercizio, grazie a una seconda parte dell’anno decisamente più performante del contesto di riferimento; la quota di mercato nei periodici raggiunta dalla concessionaria nel 2009 è di circa il 26,6% (fonte Nielsen).

Il risultato 2009 è stato anche caratterizzato da due elementi di disomogeneità:
– la raccolta complessiva ha risentito della perdita, negli ultimi due mesi dell’anno, delle testate edite dalla Società Europea di Edizioni (Il Giornale e i suoi periodici);
– l’ingresso della raccolta di Radio Kiss Kiss a partire dal mese di marzo 2009.

Il portafoglio dei magazine, sostanzialmente omogeneo a quello del 2008, ha registrato una performance che, pur essendo pesantemente negativa (-27,6%), è stata migliore del mercato di riferimento nonostante il calo di alcuni settori chiave per la concessionaria, tra cui moda, arredamento, cosmesi, ma anche auto, telecomunicazioni, finanza e largo consumo. Questo risultato è stato possibile grazie alle testate settimanali, mentre i mensili sono risultati in linea con il segmento di riferimento.

Superiore al trend di mercato è risultato nel 2009 l’andamento del mezzo radiofonico, che con R101 ha chiuso l’anno in calo del 6,4%, cui va aggiunto il fatturato di Radio Kiss Kiss, in portafoglio da marzo 2009, che ha portato i ricavi della concessionaria nel comparto a complessivi 25,5 milioni di euro.

Sul fronte Internet, in forte recupero durante l’estate, il sito Donnamoderna.com ha registrato un incremento dei ricavi del 13,8%.
Mediamond, la joint-venture di Mondadori Pubblicità e Publitalia ‘80 S.p.A. nell’advertising on-line, è operativa dal gennaio 2010 e conta attualmente su un portafoglio prodotti che raggiunge ogni mese circa 8 milioni di utenti unici con 600 milioni di page views.

• Retail
Il fatturato complessivo della Divisione Retail nel 2009 è stato di 194 milioni di euro, sostanzialmente in linea (-0,3%) rispetto ai 194,5 milioni di euro del 2008, con un andamento differente nei due semestri: i primi sei mesi dell’anno hanno chiuso con un calo del 3,6%, mentre il secondo semestre ha segnato un +2,4%.

• Radio
Gli investimenti pubblicitari nel mercato radiofonico hanno registrato nel 2009 una contrazione del 7,7% rispetto allo scorso anno (fonte Nielsen). L’ottimo andamento dell’ultimo trimestre ha molto ridimensionato la forte contrazione subita nei primi mesi dell’anno e fa sperare in un positivo 2010, a conferma del valore e della credibilità del mezzo radiofonico nel sistema della comunicazione.

Nel 2009 R101 ha registrato ricavi netti di 13,8 milioni di euro (-6,8%) rispetto ai 14,8 milioni di euro del 2008, corrispondenti a una raccolta pubblicitaria di 16,9 milioni di euro (-6,4% rispetto ai 18,1 milioni di euro del 2008).

Sul fronte degli ascolti, R101 si conferma al 5° posto tra le emittenti commerciali italiane che hanno aderito alla nuova indagine panel diari Audiradio, con circa 2 milioni di ascoltatori nel giorno medio e circa 6,2 milioni nei 7 giorni, fino a raggiungere un bacino di circa 9 milioni nei 28 giorni.

Il bilancio della Capogruppo Arnoldo Mondadori Editore al 31 dicembre 2009 ha presentato un utile netto pari a 53,2 milioni di euro (66,2 milioni al 31 dicembre 2008), mentre il margine operativo lordo si è attestato a 43,6 milioni di euro (97,9 milioni nel 2008). Quest’ultimo indicatore economico ha risentito in maniera particolare dell’andamento negativo del fatturato della divisione periodici, in difficoltà sul fronte delle diffusioni, per l’ulteriore flessione del mercato delle vendite congiunte e per il forte calo della raccolta pubblicitaria.

Evoluzione prevedibile della gestione
Nel primo bimestre dell’anno in corso non si è assistito a inversioni di tendenza dei mercati rispetto all’esercizio precedente in termini di consumi e, soprattutto, di investimenti pubblicitari: si può dunque ragionevolmente ritenere che il percorso da affrontare prima di una solida ripresa passerà ancora attraverso una fase di incertezza. Per quanto sopra assume significativa importanza l’impegno del Gruppo Mondadori nel processo di riduzione dei costi operativi, con la prosecuzione con nuovo impulso nelle azioni che hanno consentito già nel quarto trimestre dell’esercizio 2009 di conseguire un livello di redditività non lontano rispetto al pari periodo dell’anno precedente.

Le priorità strategiche sulle quali si concentrerà l’impegno aziendale saranno da una parte l’ulteriore focalizzazione sulla qualità dei prodotti e sulla gestione del core business e dall’altra l’investimento nelle aree di crescita, prima tra tutte il digitale. Mentre l’evoluzione a breve dei mercati di riferimento di Mondadori resta di difficile previsione, si può stimare che, a fronte di trend non ulteriormente peggiorativi degli investimenti pubblicitari, la Società sarà in grado di migliorare il livello di redditività operativa rispetto allo scorso esercizio. (beh, buona giornata).

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Finanza - Economia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Mediaset: ricavi pubblicitari -8,6%. La crisi punisce anche la tv commerciale. No, l’Italia non è il Paese che ha resistito meglio degli altri alla crisi.

Approvato il bilancio 2009 del Gruppo di Cologno Monzese. I Ricavi netti da bilancio consolidato sono pari a 3.882,9 mln. L’Utile netto è di 272,4 mln. Sul mercato italiano i ricavi netti segnano un +0,3% e i ricavi di Mediaset Premium crescono del 56,5% arrivando a quota 560,6 mln. Ricavi pubblicitari nel 2009 pari a 2.633,7 mln, in flessione dell’8,6% .

Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, riunitosi il 23 marzo sotto la presidenza di Fedele Confalonieri, ha approvato il progetto di bilancio di esercizio di Mediaset S.p.A. e ha esaminato il bilancio consolidato del Gruppo Mediaset al 31 dicembre 2009. I risultati dell’esercizio 2009 hanno risentito, soprattutto in Spagna, della profonda fase recessiva che ha investito l’economia mondiale. Un fenomeno che ha determinato una sensibile contrazione degli investimenti pubblicitari nei due mercati geografici di riferimento.

In tale contesto, il Gruppo in Italia ha comunque contenuto la flessione della raccolta pubblicitaria rispetto ai concorrenti, aumentando le proprie quote di mercato. Quanto agli ascolti televisivi, si conferma la leadership d’ascolto delle tre reti Mediaset in tutte le fasce orarie tra il pubblico 15-64 anni. Canale 5 è prima rete italiana nel target commerciale su tutte le fasce orarie. Inoltre, il controllo dei costi tv e l’ottimo andamento di Mediaset Premium hanno consentito di migliorare, soprattutto in Italia, i margini economici ridotti a causa dei minori ricavi pubblicitari.

I ricavi netti consolidati del Gruppo Mediaset ammontano a 3.882,9 milioni di euro in flessione del 7,5% rispetto ai 4.199,5 milioni di euro del 2008. La riduzione è da attribuire alla forte contrazione dei ricavi generati in Spagna dalla controllata Telecinco, mentre quelli complessivamente generati dalle attività in Italia sono risultati lievemente superiori (+0,3%) a quelli del 2008.
• l’Ebit è pari a 601,5 milioni di euro rispetto ai 983,6 milioni di euro dell’esercizio precedente (-38,9%). Tuttavia, nel corso dell’ultimo trimestre, la flessione dell’Ebit è stata, sia in Italia che in Spagna, decisamente inferiore a quella dei nove mesi precedenti.
• la redditività operativa si attesta al 15,5% rispetto al 23,4% del 2008 ma si colloca ancora una volta tra le migliori performance nel settore dei broadcaster europei.
• l’utile netto di competenza del Gruppo, al netto delle imposte, è pari a 272,4 milioni di euro (459,0 milioni di euro del 2008). Su questo risultato ha inciso per 40,1 milioni di euro la svalutazione del goodwill operata da Edam (holding di controllo Endemol).
• la posizione finanziaria netta di Gruppo passa da -1.371,7 milioni di euro del 31 dicembre 2008 a -1.552,0 milioni di euro al 31 dicembre 2009.

Italia
• I ricavi netti consolidati hanno raggiunto nell’esercizio 2009 i 3.228,8 milioni di euro in crescita dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (3.218,8 milioni di uro). Tale risultato, in totale controtendenza rispetto al settore, è stato ottenuto grazie ll’ottimo andamento delle attività di Mediaset Premium e dall’insieme delle altre attività on televisive (tra cui Mediashopping e la distribuzione cinematografica).
• Ricavi pubblicitari televisivi lordi: raggiungono i 2.633,7 milioni di euro, con una flessione pari all’8,6% rispetto ai 2.881,1 dell’esercizio 2008. Un risultato superiore all’andamento del mercato di riferimento che nel 2009 ha registrato una flessione del 3,4% (se si esclude il contributo di Publitalia il calo del mercato pubblicitario arriva al 5,6%). Nel corso dell’ultimo trimestre, che si confrontava con il periodo di maggiore difficoltà del 2008, i ricavi hanno registrato una flessione ridotta al 3,2%.
• Ricavi Mediaset Premium: i ricavi totali Premium hanno raggiunto i 560,6 milioni di euro rispetto ai 403,7 milioni di euro del 2008 (+38,9%). I ricavi dell’attività caratteristica. (vendita di carte, ricariche ed Easy Pay) hanno registrato una crescita ancora migliore: +56,5%. Le carte attive al 31 dicembre 2009 sono pari a circa 3,7 milioni rispetto ai circa 2,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato più che brillante, tenendo conto che al 30 giugno 2009 erano scadute oltre 2 milioni di tessere Premium.
• I costi televisivi totali segnano una riduzione pari al -1,8% rispetto all’anno precedente. Questo risultato conferma la scrupolosa politica di efficienza che riduce i costi senza generare effetti negativi sulla ricchezza del palinsesto e sugli ascolti delle reti Mediaset.
• L’Ebit si è attestato a 478,7 milioni di euro rispetto ai 596,8 milioni di euro dell’esercizio precedente (-19,8%).
• L’utile netto è pari a 269,0 milioni di euro rispetto ai 378,1 milioni di euro dell’esercizio precedente (-28,9%).

Ascolti televisivi. Nel 2009 le reti Mediaset confermano la leadership nazionale in tutte le fasce orarie tra i telespettatori tra i 15 e i 64 anni (target commerciale): Mediaset registra il 41,0% in prima serata e il 41,2% nelle 24 ore. Canale 5 è la rete italiana più vista nel target commerciale sia in prima serata (23,3%) sia nelle 24 ore (22,3%).

Spagna
• Nell’esercizio 2009 i ricavi netti consolidati generati dal Gruppo Telecinco sono stati pari a 656,3 milioni di euro rispetto ai 981,9 milioni di euro del 2008 (-33,2%). Tale risultato ha ovviamente risentito della congiuntura economica e finanziaria negativa a livello internazionale, congiuntura che in Spagna ha avuto effetti particolarmente severi.
• I costi totali registrano tuttavia una riduzione del 10,3% rispetto all’anno precedente. Su tale andamento ha influito anche l’utilizzo di fondi rischi contabilizzato nel primo semestre. Al netto di tale componente la riduzione è stata del 4,3%, risultato ottenuto grazie alle rigorose azioni di efficienza sul palinsesto e sulla gestione.
• L’Ebit si è attestato a 122,8 milioni di euro rispetto ai 386,9 milioni di euro del 2008, con una riduzione del 68,3%.
• Il risultato pre-imposte si attesta a 2,8 milioni di euro rispetto ai 207,6 milioni di euro dell’esercizio precedente.
• L’utile netto è stato pari a 48,4 milioni di euro rispetto ai 211,3 milioni di euro del 2008.
• Ascolti televisivi: Telecinco consolida il proprio ruolo di prima rete assoluta spagnola sul target commerciale con il 15,5% di share nel totale giornata.

La capogruppo Mediaset S.p.A. chiude l’esercizio 2009 con un utile netto di 329,7 milioni di euro rispetto ai 342,5 milioni di euro del 2008.

Evoluzione prevedibile della gestione.
La situazione economica internazionale, in particolar modo in Spagna, appare debole e incerta, con tempi di recupero che si profilano ancora lunghi. Tuttavia in questo inizio del 2010 gli investimenti pubblicitari, in particolare quelli televisivi, mostrano segnali di maggiore dinamismo. Nei primi due mesi dell’esercizio la raccolta pubblicitaria ha infatti registrato risultati decisamente positivi sia in Italia che in Spagna.Tale andamento, che si confronta comunque con il periodo più critico dell’anno precedente, pone solide basi per il perseguimento su base annua, nelle due aree geografiche di riferimento, di obiettivi di crescita dei ricavi e di ulteriore consolidamento delle quote di mercato del Gruppo.

In particolare in Spagna, Telecinco che nel 2009 ha risentito del marcato rallentamento economico e di una dinamica competitiva estremamente impegnativa, nel corso del 2010 potrà operare in condizioni più favorevoli. Da un lato la nuova normativa di settore, varata nel corso del 2009, non consente infatti dal 2010 alla televisione pubblica RTVE di operare sul mercato della raccolta pubblicitaria. Dall’altro lo scenario competitivo si presenterà più concentrato per effetto dell’integrazione tra Telecinco e Cuatro che sarà effettiva una volta perfezionate le operazioni societarie previste nell’accordo con Prisa raggiunto nello scorso dicembre.

Prevediamo quindi una crescita dei ricavi pubblicitari di Gruppo che sarà resa ancora più efficace dal mantenimento, anche nel corso del 2010, di una rigorosa politica di controllo dei costi televisivi. Infine, il fatto che in Italia si preveda il raggiungimento del break even operativo dell’attività Mediaset Premium e ulteriori miglioramenti delle performance delle attività diversificate, dovrebbe consentire di conseguire nel 2010 un risultato netto consolidato superiore a quello del 2009. (Beh, buona giornata).

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Attualità Pubblicità e mass media

Addio a Emanuele Pirella, maestro, collega, mèntore, insostituibile amico.

Emanuele Pirella, decano dei copywriter italiani, è morto oggi. Aveva 70 anni. A suo figlio Duccio e alla sua compagna di una vita Nicoletta, dedico un abbraccio forte e affettuoso.

Caro Emanuele, sei stato un maestro, un collega, un mèntore, un buon amico. Ho avuto il privilegio di odiare i tuoi pregi, e a volte di amare i tuoi difetti. Cioè, ti ho voluto bene. Ci vediamo nei miei pensieri, ogni volta che avrò bisogno di te. Ciao, bello. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Il papi scrive al Papa. Chiede il miracolo di vincere le elezioni regionali 2010.

Una “risposta straordinariamente efficace”, davanti a “situazioni difficili” che diventano anche “motivo di attacco” verso la Chiesa. Silvio Berlusconi si rivolge così al Papa Benedetto XVI, a proposito alla “lettera pastorale ai cattolici irlandesi”, scritta dopo le denunce di pedofilia a carico di sacerdoti. Si tratta, scrive il presidente del Consiglio al Ponetfice “solo dell’ultimo esempio del suo grande carisma”.

“A nome del governo italiano – sottolinea tra l’altro Berlusconi – voglio esprimere a Benedetto XVI tutto l’affetto, la vicinanza e la solidarietà che ha verso di Lui il nostro popolo. La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena, e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana”.
Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Come nel ’48: se non è zuppa, è pan Bagnasco.

I comunisti mangiano i bambini. I preti li “amano”. “La vita umana va difesa innanzitutto dal delitto incommensurabile” dell’aborto. E questa difesa è uno dei valori “non negoziabili” in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. Comizio elettorale per le elezioni regionali a favore del centro-destra, del signor Angelo Bagnasco, professione cardinale, al secolo presidente della Cei, acronimo della Conferenza episcolape italiana. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Campagna elettorale a Roma: scherzi da prete.

Votare “l’attuale schieramento di Renata Polverini” per difendere i valori della famiglia e della vita: a chiederlo è un sacerdote romano, in un messaggio inviato a tutte le coppie che hanno seguito un corso prematrimoniale nella sua parrocchia. “In coscienza, quanti credono nell’amore, nella vita, nella famiglia non possono votare lo Schieramento avversario, che nega concretamente tali Principi”, scrive per email don Stefano Tardani, parroco di San Tommaso ai Cenci, una chiesa di Roma centro. Beh, buona giornata.

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Attualità

Quando i piazzisti scendono in piazza.

Non sono stati capaci di presentare in tempo la documentazione necessaria per presentare la lista del Pdl nel Lazio. E hanno urlato al complotto della magistratura. Non sono stati capaci di portare in piazza tanti quanti ne avrebbero voluti. E urlano al complotto della Questura di Roma. Non riescono più a piazzare i loro articoli? Beh, buona giornata.

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democrazia Leggi e diritto Natura Salute e benessere

Contro la privatizzazione dell’acqua pubblica: “La consegna definitiva del controllo delle riserve idriche a soggetti privati multinazionali, voluta dal Decreto Ronchi costituisce la più significativa resa della sovranità politica a soggetti privati multinazionali avvenuta in Italia negli ultimi vent’anni.”

Acqua, in ballo c’è il futuro di tutti noi, di UGO MATTEI*-La Stampa
Caro Direttore,
in questi giorni il dibattito sulla privatizzazione dell’acqua, successivo all’approvazione del decreto Ronchi e alla decisione di sottoporlo a referendum ex art. 75 della Costituzione si sta arricchendo di importanti contributi. Alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua, il nostro Paese ha visto, sabato scorso, sfilare a Roma migliaia di persone che hanno protestato contro la nuova norma. Se è vero che invariabilmente gli ultimi referendum non hanno raggiunto il quorum del 50% dei partecipanti dimostrando stanchezza dell’elettorato per uno strumento di democrazia diretta che dovrebbe essere usato soltanto come extrema ratio, è altrettanto vero che questa volta la posta in gioco è altissima. Un dibattito serio su questo tema è dunque essenziale perché davvero ne va di mezzo il futuro di tutti noi.

Infatti, la consegna definitiva del controllo delle riserve idriche a soggetti privati multinazionali, voluta dal Decreto Ronchi costituisce la più significativa resa della sovranità politica a soggetti privati multinazionali avvenuta in Italia negli ultimi vent’anni. Ciò è avvenuto con un semplice voto di fiducia (senza dibattito parlamentare) proprio mentre in tutto il mondo si sta cercando di ripensare il modello di sviluppo fondato sulla privatizzazione e sull’egemonia delle compagnie multinazionali per smussarne quantomeno i lati speculativi più inaccettabili.

Per esempio, il Comune di Parigi, dopo venticinque anni in cui due multinazionali si spartivano il controllo del mercato idrico, è tornato ad un modello di gestione pubblicistica con immediata riduzione delle tariffe ed aumento degli investimenti. Infatti, abbiamo visto come la gestione «for profit» dei servizi idrici, come peraltro di tutti i servizi di pubblica utilità resi in regime di monopolio o di oligopolio (per esempio le Autostrade), comporti storicamente una riduzione degli investimenti ed un aumento dei prezzi.

Per far fronte a questo problema strutturale occorre perciò escogitare buoni strumenti non profit (su cui la cultura giuridica sta lavorando), i soli che consentono il prevalere di una logica ecologica di lungo periodo piuttosto che di quella economica di brevissimo periodo dettata dai valori delle azioni sui mercati finanziari.

La progressiva scarsità dell’acqua sta creando in tutto il mondo una corsa delle multinazionali al controllo di ogni risorsa idrica, perché si tratta di controllare una potenziale fonte di profitto ingentissima creato da un bisogno ineludibile, quello di bere ed irrigare. Senza acqua la vita è semplicemente impossibile e ci sarà quindi sempre domanda di oro blu. Ma questa risorsa soddisfa un diritto fondamentale dell’uomo ed è troppo importante per essere gestita con a mente il solo profitto.

Il decreto Ronchi obbliga alla privatizzazione del servizio idrico costringendo ogni ente, (pubblico o privato che sia) che attualmente in modo diverso da territorio a territorio sta gestendo l’acqua a trasferire il controllo a società private entro fine 2011. Questa scelta politica, provocando la simultanea offerta sul mercato di tutte le quote di gestione, avrà come effetto naturale la svendita del servizio creando le condizioni per un ennesimo regalo dal pubblico al privato.

È singolare come il decreto sia stato voluto da una maggioranza in cui una componente assai forte fa del federalismo e dell’autonomia dei territori una propria bandiera. Esso concretizza in realtà una mossa di centralizzazione nella gestione dell’acqua irragionevole, autoritaria ed estremamente pericolosa per la stessa sopravvivenza. Molti amministratori locali, costretti a svendere strutture e tecnologie create negli anni sulla base della fiscalità generale, se ne stanno accorgendo. La speranza è che il dibattito referendario possa far capire questa drammatica realtà anche a quei cittadini che vogliono essere padroni a casa propria.

*Professore di Diritto civile all’Università di Torino
(Beh, buona giornata).

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