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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Minoranze creative? Vedi alla voce: consorziocreativi.com

Cappuccino&Cornetto. Lunga vita alle minoranze creative-advexpress.it

Nella sua rubrica Marco Ferri riflette sull’importanza delle minoranze creative. “Ogni mio riferimento alla pubblicità italiana, nella quale i creativi sono diventati minoranza e la creatività quasi un’eresia, rispetto al “verbo” del business senza scrupoli (e proprio per questo, spesso senza costrutto per i clienti), è assolutamente voluto, cercato, tenacemente perseguito”.

Normalmente, non la penso affatto come il cardinale Bertone. Per una serie, lunga e articolata di motivi.

Stavolta, però, devo sottolineare queste sue parole: “Normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro (…)”. Lo scrive, appunto il card. Tarcisio Bertone in una Lettera indirizzata all’arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi, in occasione della Giornata per l’Università Cattolica.

“Minoranze creative – spiega citando Benedetto XVI – cioè uomini che (…) hanno trovato la perla preziosa, quella che da’ valore a tutta la vita, e, proprio per questo, riescono a dare contributi decisivi”. Senza, avverte Bertone, “non si costruisce niente”.

Ogni mio riferimento alla pubblicità italiana, nella quale i creativi sono diventati minoranza e la creatività quasi un’eresia, rispetto al “verbo” del business senza scrupoli (e proprio per questo, spesso senza costrutto per i clienti), è assolutamente voluto, cercato, tenacemente perseguito. Vedere alla voce: www.consorziocreativi.com Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia Lavoro

Telecom Italia manda via 6.800 dipendenti, mentre l’amministatore delegato si è aumentato lo stipendio del 75% (3,4 milioni di euro annui). E agli azionisti un miliardo di euro di dividendi.

Telecom, annunciati 4.500 nuovi tagli- In 5 anni 13mila lavoratori a casa
Critiche della Cgil: solo un piano finanziario e non industriale-ilmessaggero.it

Un taglio di 6.800 posti di lavoro: è questo il piano annunciato da Telecom Italia ai sindacati da realizzare entro il 2012. Erano 2.300 i tagli già previsti dall’azienda (ma non erano ancora stati realizzati) nei precedenti piani, 4.522 sono invece gli ulteriori tagli, frutto dell’aggiornamento piano industriale presentato lo scorso 13 aprile. «Si tratterebbe, se prendiamo in esame il quinquennio 2008-2012, – sottolinea Emilio Miceli, segretario dello Slc-Cgil – di 13.000 esuberi complessivi, il 20% dei lavoratori dell’azienda in Italia».

Cgil: piano finanziario e non industriale. Il piano è stato presentato oggi dal copo delle risorse umane Antonio Migliardi. Domani è attesa una nota congiunta mentre il 26 aprile è stato convocato il coordinamento nazionale unitario del gruppo, durante il quale verranno esaminate le decisioni dell’azienda e decise le eventuali forme di lotta. «La cosa più insopportabile – spiega Miceli – è che l’obiettivo è quello di poter giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito di 5 miliardi: nessun cliente in più, nessun piano di rilancio, nessun investimento per innovare». Si tratta secondo Miceli di «un piano finanziario e non industriale», senza prospettiva di rilancio, che va a colpire «solo la parte più debole dell’azienda». Piano apprezzato invece dai mercati come sostiene Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa Sanpaolo (azionista di Telecom).

Bernabé aveva annunciato snellimento. In occasione della presentazione dell’aggiornamento del piano, l’amministratore delegato Franco Bernabè, che quest’anno ha visto il suo stipendio toccare i 3,4 milioni di euro (un ritocco all’insù del 75% sul 2009), aveva preannunciato l’intenzione di “snellire” l’azienda per permettere agli investitori una progressiva diminuzione del debito e un contestuale aumento dei dividendi dopo che quest’anno i soci si sono divisi 1 miliardo di euro in cedole, su un utile di 1.581 milioni di euro (in calo di quasi 600 milioni sul 2008). Beh, buona giornata

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Finanza - Economia Lavoro

L’Italia può dare l’addio a Capitan Findus.

Unilever prepara vendita Findus Italia. In pericolo 600 posti di lavoro a Cisterna
Il 26 incontro con i sindicati. Tra le società interessate la Permira. Operazione tra i 600 e 700 milioni di euro-il messaggero.it

Il gruppo anglo-olandese Unilever sarebbe sul punto di cedere la Findus Italia. Ad affermarlo diverse agenzie straniere citando fra i principali interessati all’acquisizione i gruppi di private equity Permira e Lion Capital, e la BC Partners. L’operazione viene valutata dagli analisti tra i 600 e i 700 milioni di euro.

Trattative dalla prossima settimana. Goldman Sachs è la società incaricata di curare l’operazione e, stando ad alcune indiscrezioni, già la prossima settimana Unilever potrebbe avviare la trattativa.

L’allarme dei sindacati a Cisterna. Le voci su una possibile cessione dello stabilimento Findus di Cisterna di Latina, dove sono occupati circa 600 lavoratori e dove si producono surgelati e i famosi Quattro salti in padella da tempo allarmavano i sindacati. Il prossimo 26 aprile è previsto un incontro fra sindacati e Unilever sul futuro delle attività italiane del gruppo.

Fra i possibili pretendenti alla Findus Italia ci sarebbero, sempre secondo quanto riferisce Reuters, anche la BC Partners già proprietaria della francese Picard, distributore di cibi surgelati e la Pai Partners che ha nel suo portafoglio United Biscuits e Yoplait. La società europea di privare equity Permira, data fra le favorite, ha nel suo portafoglio il gruppo di surgelati Birds Eye Iglo, mentre Lion Capital è titolare di Findus Group quest’ultimo però non ha legami con Findus Italia. Findus Group prima di passare a Lion Capital era infatti di proprietà della Nestlè. Unilever, che fra l’altro produce il tè Lipton e lo shampoo Sunsilk, del suo business europeo dei cibi surgelati ha finora mantenuto solo Findus Italy, dopo aver ceduto nel 2006 Birds Eye e Iglo a Permira per 1,7 miliardi di euro.
(Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia

Se Berlusconi si incazza, fa fuori tutti gli uomini di Fini. Fini lo sa, ma soprattutto lo sanno i suoi.

(fonte: dagospia.com)
Se il presidente della Camera non torna sui suoi passi, Berlusconi taglierà la testa del ministro Andrea Ronchi, del vice ministro alle Attività Produttive Adolfo Urso e del sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia.

Ai loro posti resterannno rimarranno invece La Russa e Matteoli (ormai berluscones a tutti i difetti) e Giorgia Meloni, molto vicina alle posizioni di Alemanno.

Al vertice dei gruppi parlamentari tremano Italo Bocchino, presidente vicario dei deputati, e Carmelo Briguglio, vice presidente dei deputati Pdl. Discorso a parte per le due presidenze forti di commissione a Montecitorio che fanno a capo a due fedelissimi finiani, come Giulia Bongiorno (Giustizia) e Silvano Moffa (Lavoro). Per sollevarli dai loro incarichi, ci vuole un voto di sfiducia in commissione.

Linea dura anche verso il “Secolo d’Italia”, diretto dalla Fini-girl Flavia Perrina, giornale che gode dei contributi pubblici in quanto organo del Pdl. Il quotidiano tornerebbe a Fini mentre il Cavaliere potrebbe far diventare organo del partito, con relativi fondi, l'”Opinione” di Arturo Diaconale.

Nelle poltrone pubbliche gli unici finiani doc sono Luigi Scibetta, che non verrebbe più riconfermato consigliere del CdA Eni, e Ferruccio Ferranti, amministratore delegato del Poligrafico dello Stato, a cui Tremonti ha già limate le deleghe. Scibetta e Ferranti sono due persone chiave della fondazione Fare Futuro, agit-prop del pensiero finiano. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Leggi e diritto Popoli e politiche

I tre di Emergency sono liberi. Rimane il fatto che il Governo italiano si è comportato come se fossero stati sequestrati. Se fossero, invece, stati legalmente arrestati la magistratura afghana, non la diplomazia li avrebbe liberati. O l’Afghanistan non è uno stato di diritto, oppure i servizi di sicurezza afghani si sono comportati come sequestratori Talebani. Ultima domanda: è questa la democrazia che stiamo “esportando”?

(Fonte: AGI)
“Il governo ha operato con discrezione e collaborazione tra Farnesina e intelligence, con determinazione ma senza raccogliere polemiche interne”. E’ quanto ha sottolineato Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi, insieme a Franco Frattini, Ministro degli esteri per esprimere soddisfazione per la liberazione degli operatori Emergency.

(Fonte: Agenzia ANSA):
Sono stati rilasciati dopo otto giorni di detenzione i tre cooperanti di Emergency, l’infermiere Matteo Dell’Aira, il chirurgo Marco Garatti e il logista Matteo Pagani, arrestati sabato 10 aprile dalle autorità afghane a Lashkar-gah. Ecco in sintesi le tappe della vicenda:

10 APRILE – Con un blitz nell’ospedale di Emergency di Lashkar-gah nella provincia di Helmand, i servizi di sicurezza afghani (Nsd) arrestano i tre italiani, insieme ad altri sei cooperanti afghani, con l’accusa di preparare un attentato kamikaze contro il governatore della provincia, Gulab Manga. In una stanza della struttura ospedaliera vengono trovati giubbotti esplosivi, bombe a mano e armi. Il fondatore dell’Ong, Gino Strada, definisce “ridicole” le accuse e chiede al governo italiano di intervenire. In una nota la Farnesina ribadisce “la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attività di sostegno diretto o indiretto al terrorismo” e allo stesso tempo riconferma “il più alto riconoscimento al personale civile e militare impegnato in Afghanistan per le attività di pace”.

11 APRILE – L’ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer, incontra i tre fermati in una struttura dei servizi di sicurezza afghani, trovandoli “in buone condizione”. Il giornale britannico Times diffonde la notizia secondo cui i tre italiani avrebbero “confessato” il proprio ruolo nel complotto per uccidere il governatore, citando il suo portavoce, Daoud Ahmadi, mentre secondo la Cnn sarebbero accusati anche dell’uccisione dell’interprete di Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica sequestrato nel 2007. Gino Strada accusa il governo Karzai di aver “sequestrato” i tre italiani e parla di “una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un’offensiva militare in quelle regioni”.

12 APRILE – Per il ministro degli Esteri Franco Frattini parlare di sequestro è “una polemica politica che non aiuta i nostri connazionali”. I tre, aggiunge, “non sono stati abbandonati” dal governo italiano. Frattini annuncia inoltre che inizialmente erano stati “trattenuti” anche altri cinque operatori dell’Ong, tra cui quattro italiane, poi lasciati andare. Nessuna accusa ufficiale viene ancora formulata nei confronti dei cooperanti di Emergency, mentre il portavoce del governatore di Helmand smentisce di aver parlato di confessione e che i tre avessero legami con al Qaida.

13 APRILE – Frattini annuncia una lettera al presidente afghano Karzai per chiedere di accelerare le indagini, mentre la procura di Roma apre un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati.

14 APRILE – In un’audizione al Parlamento, Frattini si dice “insoddisfatto” delle risposte finora avute dal governo afghano e spiega che in una lettera a Karzai il premier Silvio Berlusconi chiederà “risposte concrete”. Il titolare della Farnesina annuncia anche che uno dei tre “potrebbe essere presto liberato”.

15 APRILE – Dell’Aira, Garatti e Pagani vengono trasferiti dall’Helmand a Kabul. Continua la polemica tra Gino Strada e la Farnesina. Emergency designa l’avvocato Afzal Nooristani, come difensore dei tre italiani, ma al legale non viene consentito di incontrarli.

16 APRILE – L’ambasciatore Glaentzer, insieme all’inviato di Frattini in Afghanistan Massimo Iannucci, ottiene il permesso di incontrare, uno alla volta, i tre cooperanti italiani detenuti in una struttura dell’Nsd nei pressi di Kabul, trovandoli in buone condizioni di salute e di detenzione. Intanto Gino Strada non esclude un ruolo dei militari britannici nell’arresto dei tre operatori, ma un portavoce del Foreing Office precisa: le truppe britanniche sono entrate nell’ospedale di Emergency solo in un secondo momento, su richiesta delle forze afghane, per renderlo sicuro. L’ospedale viene chiuso e i pazienti più gravi trasferiti in quello governativo di Bost.

17 APRILE – A Roma manifestazione di sostegno ai tre arrestati. In piazza San Giovanni sono 50mila i partecipanti secondo Emergency. Intanto a Kabul Iannucci incontra Karzai che assicura un’inchiesta “chiara e trasparente”. L’inviato di Frattini annuncia in serata di aver trasmesso alle autorità afghane una proposta del ministro che possa portare a “una rapida soluzione” della vicenda.

18 APRILE – Per tutto il giorno si rincorrono voci di un imminente rilascio dei tre. Intorno alle 16.00 la notizia della liberazione data dal ministro degli Esteri Franco Frattini. (Beh, buona giornata).

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Attualità Natura

Il rischio per gli aerei causato dalla nube emessa dal vulcano islandese è una bufala?

(AGI) – Berlino, 18 apr. – Il rischio per gli aerei causato dalla nube emessa dal vulcano islandese è solo una bufala, poiche’ i divieti si basano solo su simulazioni fatte al computer, senza il minimo riscontro con la realta’.

Lo afferma al domenicale ‘Bild am Sonntag’ Joachim Hunold, presidente di Air Berlin, la seconda compagnia aerea tedesca, secondo il quale “la chiusura dello spazio aereo e’ avvenuta unicamente sulla base di una simulazione al computer fatta dal ‘Vulcanic Ash Advisory Centre’ di Londra”.

E’ sulla base di questi dati che l’agenzia tedesca per la sicurezza dei voli ha deciso la chiusura dello spazio aereo tedesco. Ma Hunold rincara ancora la dose, quando spiega che “in Germania non e’ stato fatto salire nemmeno un pallone aerostatico per misurare la quantita’ di cenere vulcanica che si trova nell’atmosfera”. La conferma che i cieli tedeschi sono puliti arriva dal portavoce della Lufthansa, Klaus Walther, il quale ha spiegato che nei voli di test compiuti con un Boeing 747 ed un Airbus 340 da Monaco di Baviera a Francoforte non si e’ riscontrata la minima traccia di cenere vulcanica. “A Francoforte gli aerei sono stati esaminati dai nostri tecnici”, precisa Walther, “che non hanno trovato il benche’ minimo graffio sugli oblo’ del cockpit, ne’ sulla superficie della carlinga, ne’ tantomeno all’interno dei reattori”.

Il portavoce della Lufthansa sottolinea che “il divieto di volare, deciso in base a calcoli al computer, ha prodotto un danno economico di miliardi di euro. Per questo chiediamo che in futuro, prima di ogni divieto di volo vengano effettuate misurazioni affidabili”. Anche la compagnia olandese Klm ha effettuato un volo test fino ad un altezza di 13mila metri senza trovare nulla di anormale.

La compagnia ha precisato che se altri voli confermeranno questo dato, oggi verranno ripresi sette collegamenti tra Duesseldorf e Amsterdam. Un portavoce della Klm ha precisato che i voli test sono stati effettuati su richiesta dell’Unione europea . (Beh, buona giornata).

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Attualità Finanza - Economia Natura

E l’Islanda mandò tutta Europa a Eyjafjallajokull (traduzione: e iate a piallo in o cul).

L’attività eruttiva dell’Eyjafjallajokull, il vulcano sotto i ghiacci che sta facendo impazzire il mondo, non rallenta. Anzi si è intensificata. E le conseguenze sono imprevedibili e le previsioni impossibili sulle conseguenze. Secondo i vulcanologi può durare per un anno. Forse.

Anche secondo gli economisti la bolla speculativa dei subprime, che ha gettato nel lastrico l’Islanda, con il fallimento di quasi tutte le bance, si diceva potesse durare un anno. Ma non è stato e non è così. Il mondo economico è impazzito, come sta impazzendo ora il mondo del trasporto aereo. E siccome siamo stupidi, invece di preoccuparci del perché ci chiediamo: quanto durerà? E quanto potrà resistere il sistema sociale ed economico europeo (e, di rimbalzo, del mondo) senza collegamenti aerei?

La stessa stupida domanda che ci siamo fatti nei primi giorni della grande crisi economica. Tutti facevano previsioni, nessuno ci ha azzeccato. I disagi saranno temporanei o si profila una lunga emergenza? La risposta, purtroppo, non c’è. Perché detta legge la natura, mica i governi che hanno salvato le banche

E se finora la reazione è stata simile a quella di un evento straordinario ma breve, come un’ondata di maltempo, o come se si fosse trattato di una semprice crisi di assestamento dell’economia, è difficile dare assicurazione che tutto ciò finisca dopo un weekend di caos e blocchi.

Il vulcano islandese Eyjafjallajokull, infatti, continua nella sua eruzione, prorpio come la crisi economica. Anzi, purtroppo l’acqua del ghiacciaio sta intensificando l’attività eruttiva e di conseguenza continua ad alimentare la nubea di ceneri che si sta spostando verso Sud Est. Dunque, è propio vero che l’impronunciabile nome del vulcano islandese, Eyjafjallajokull, può essere tradotto così:”e iate a piallo in o cul”. Traduzione volgare? Ne riparleremo. Beh, buona giornata.

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Attualità

Botte da “orbace” tra finiani e berluscones in tv.

DAGOREPORT-dagospia.com
“Con questi mai più!” È il commento secco come una lapide che si chiude dello stato maggiore di Berlusconi commentando la trasmissione “L’ultima parola” di Gian-gigione Paragone in onda ieri notte su ‘Rai-bue’ che ha tenuto sveglio il nano di Arcore fino all’una di notte. Da un lato due finiani doc come Italo Bocchino (faresiluro) e Adolfo Urso (Farefuturo), dall’altra la nemica più intima di Fini, alias Daniela Santadeché e Maurizio Lupi, proconsole meneghino di Comunione e Fatturazione.

“Bocchino e Urso come Travaglio e Di Pietro. Nessuna argomentazione politica, solo attacchi personali sotto la cintura a Lupi e alla Santanchè”, la reazione di stamane tra i berluscones.

La prima scintilla quando Bocchino ha chiesto maggiore democrazia all’interno del Pdl. Pronta la replica della Fantanchè: “Ricordati la democrazia ai tempi di An. Veniva gestita solo dalle sopracciglie di Gianfranco…E tu lo sai meglio di me”.

Da quel momento per due ore accuse personali che hanno spinto Charlotte Rossella, presente in studio a chiedere ai finiani due o tre cose che vi vanno bene visto che sembra che siete contro tutto

Urso paonazzo, tanto da apparirere più un esagitato ultrà che un viceministro, ha detto che comunque loro votano sempre per la maggioranza. “Vorrei pure vedere che in consiglio dei ministri votare contro. Quello è un vostro dovere…”, gli ha risposto seccamente la Santanchè.

Il culmine della telerissa, che ha sancito difatto la scissione è andato in onda quando Bocchino ha dato del lottizzato di Comunione e Liberazione a Lupi che gli ha risposto chiedendogli le immediate dimissioni da presidente vicario dei deputati del Pdl. Con Bocchino che replicava “squadrista, fascista, questo è il vostro modo di governare “e, rivolto a Paragone, “tu sei un servo di Bossi”.

Come ha sibilato il Banana stappando champagne: ‘Se andasse via, sarebbe la fine di un incubo’.
(Beh, buona giornata).

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democrazia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

“Striscia la notizia”, il Comune di Latina e la Polverini (nella parte di Alice nel Paese delle faide).

‘Striscia la notizia’ programma di Canale 5 spara in onda la guerra fratricida tra ex An ed ex Fi nel feudo Pdl di Latina.

Che si vede, ma soprattutto che si sente (una vera e propria intercettazione)? La neo-governatrice del Lazio Renata Polverini, festeggiata nel capoluogo pontino dal sindaco post-missino Vincenzo Zaccheo, a sua volta legato da cordiale inimicizia al senatore Claudio Fazzone, “colonnello” locale degli ex Forza Italia.

Ecco cosa si sono detti. «Ciao Vincè, mi raccomando, hai portato 4 voti, hai portato!». Zaccheo: «Ti voglio bene, guarda ci ho creduto. Ti devo dire una cosa: complimenti! Hai dimostrato di essere come me (!?): una donna tenace. Io ho lottato, guarda, io sono andato a nuoto per te. Sono andato a Ponza, a Ventotene. (…) Poi ho fatto… non ti dimenticare delle mie figlie!». Dice Polverini: «No, ma stai scherzando? Domani mi faccio il calendario, mi faccio un giro». Ed è qui che scatta l’altolà del sindaco: «Soprattutto ti prego: non appaltare più a Fazzone». E l’ altra: «No, no. Stai tranquillo». Zaccheo: «Ha perso 15mila voti». E Renata: «Ah bello!», urla, poi si accorge delle telecamere e si accuccia sull’interlocutore: «Non è che non ho chiare le cose come stanno».

Siccome a Latina e dintorni guardano ‘Striscia la notizia’ ecco che scoppia il caso: si dimettono tutti i consiglieri della maggioranza (Pdl), e pure quelli di minoranza (Pd e lista civica). Tutti a casa, la giunta non c’è più. Risultato: il Comune di Latina è stato commissariato dal Prefetto. Verranno convocate elezioni anticipate. Insomma, il sindaco Zaccheo è stato clamorosamente sfiduciato dai suoi amici-coltelli. La Polverini, no: come Alice nel Paese delle faide, pare abbia fatto finta di niente.

Vi ricordate ‘Quarto potere’, il primo lungometraggio diretto da Orson Welles? No? Fa niente. La notizia è che la tv in Italia scala la graduatoria, e diventa il primo potere: quello politico. C’è da star contenti. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Io ti do una cosa a te, tu mi dai una cosa a me: Zaia era ministro diventa Governatore, Galan era Governatore diventa Ministro. Ogni culo ha la sua poltrona. Tutto a posto, niente in ordine nel Governo Berlusconi.

Cerimonia di giuramento questa mattina al Quirinale per il nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, che prende il posto di Luca Zaia, eletto alla presidenza della Regione Veneto. Poco prima il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha ricevuto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Napolitano ha quindi firmato il decreto con il quale sono state accettate le dimissioni di Zaia ed è stato nominato ministro dell’Agricoltura l’ex governatore della giunta regionale di Venezia. Dopo la cerimonia Berlusconi e il nuovo ministro sono andati a palazzo Chigi per la riunione del Consiglio dei ministri.
Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia Leggi e diritto

La nube dell’Islanda è niente di fronte al botto della Goldman Sachs.

La Sec accusa Goldman Sachs di frode sui mutui subprime-blitzquotidiano.it

La Sec ha accusato Goldman Sachs di frode nella strutturazione e vendita di derivati legati a mutui subprime. Secondo l’autorità del mercato azionario Usa, Goldman ha defraudato gli investitori, omettendo o rappresentando in modo non corretto alcuni fatti chiave, quando il mercato immobiliare Usa stava cominciando a perdere colpi.

L’azione legale avviata della Sec prende le mosse dalle accuse a Goldman Sachs e a uno dei suoi vice presidenti di aver frodato gli investitori attraverso dichiarazioni non esatte e omissioni in merito a prodotti finanziari legati ai subprime, quali i cdo Abacus che hanno portato gli investitori a perdere 1 miliardo di dollari.

Il vice presidente di Goldman nel mirino delle autorità è Fabrice Tourre. Lo strumento creato da Goldman nei confronti del quale la Sec punta il dito è chiamato Abacus 2007-AC1, ed è uno dei 25 creati da Goldman per consentire alla stessa banca e ad alcuni selezionati clienti di scommettere contro il mercato immobiliare. In base alla documentazione presentata dalla Sec, Goldman ha creato Abacus 2007-AC1 nel febbraio 2007 su richiesta di John A. Paulson, manager di hedge fund che nel 2007 ha guadagnato circa 3,7 miliardi di dollari.

L’iniziativa della Sec rappresenta il primo caso in cui le autorità agiscono nei confronti di un prodotto messo a punto da Wall Street e che ha aiutato alcuni investitori a capitalizzare sul colalsso del mercato immobiliare.

E come conseguenza della notizia, Goldman Sachs affonda in Borsa dove arriva a cedere il 12,40%, appesantendo l’intero settore bancario. Bank of America e Citigroup perdono intorno al 4%, Morgan Stanley il 5. (Beh, buona giornata).

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democrazia Media e tecnologia

La tv in Italia da quarto a primo potere: “Striscia la notizia” scioglie il comune di Latina (Lazio).

Dopo la messa in onda del video, trasmesso dal programma tv “Striscia la notizia” (Canale 5) nel quale si vede e si sente il dialogo tra Renata Polverini, neo presidente della Regione Lazio e il sindaco di Latina, i consiglieri di maggioranza (ex An ed ex Forza Italia) si sono dimessi. Lo stesso hanno fatto i consiglieri di minoranza. Il Comune di Latina verrà commissariato in attesa di nuove elezioni. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Fini e l’attacco “Arcore” della maggioranza.

PDL: BERLUSCONI INCONTRA COORDINATORI, NESSUNO SEGUIRA’ FINI.
(AGI) – Roma, 15 apr. – E’ gia’ partita la ‘caccia all’uomo’.
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del Pdl, Silvio Berlusconi avrebbe incaricato i vertici del partito di contattare tutti i deputati legati in qualche modo al presidente della Camera per far capire che dar vita a un gruppo autonomo “e’ un’iniziativa suicida”. Nel comunicato, redatto al termine dell’incontro a Palazzo Grazioli, si parla di stupore e di atteggiamento incomprensibile da parte della terza carica dello Stato. Espressioni e stati d’animo che il premier ha rimarcato piu’ volte durante l’incontro. “Non credo – ha osservato il premier secondo quanto viene riferito – ci sara’ qualcuno disposto a seguire Fini”. Dalle parti della presidenza della Camera si ritiene che siano piu’ di 70 tra deputati e senatori pronti a sottoscrivere un nuovo patto. Il premier con i vertici avrebbe fatto ‘la conta’. “In tutto non sono neanche venti”, questa e’ la considerazione del premier sempre secondo quanto viene riferito. (Beh, buona giornata).
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La matematica non è una scienza esatta, neanche più un’opinione. La matematica è una polemica.

di Marco Ferri-advexpress.it
La matematica non è una scienza esatta, neanche più un’opinione. La matematica è una polemica
15/4/2010
Un milione gli spettatori che avrebbero cambiato canale, giovani o anziani, laureati o diplomati. Questo il bilancio del primo anno di Augusto Minzolini alla guida del Tg1.

Lo dimostrerebbe la rielaborazione dei dati Auditel che il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo presenterà al Cda di lunedì.

“È un fazioso e non sa leggere i dati”, ha detto il direttore del Tg1 del consigliere Rai.

“Un conto è il diritto di critica, anche aspra. Altra cosa sono gli insulti. Come presidente del consiglio di amministrazione della Rai, non posso tollerare che un direttore insulti un consigliere”, ha detto il presidente della Rai Paolo Garimberti.

In attesa di sapere se i conti tornano, cioè di scoprire se chi dice di aver ragione ha torto, e se chi ha torto magari ha ragione, la domanda è una, solo una: che in Italia gli scandali siano una opinione lo sapevamo da tempo. Ma mo’ pure la matematica è diventata un’opinione?

Se così è, ditecelo chiaramente, che magari aggiorniamo i libri scolastici dei bimbi delle elementari. E anche i listini Sipra. Grazie. Beh, buona giornata.

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Attualità

Che succede nella pancia del Governo italiano?

L’uomo in grigio- di Marco Damilano-http://damilano.blogautore.espresso.repubblica.it/
Gianfranco Fini è questa sera a un passo dallo strappo finale: l’uscita dal Pdl e la costituzione di gruppi parlamentari autonomi alla Camera e al Senato. Servono almeno venti deputati e dieci senatori. I deputati ribelli lasciano Montecitorio dopo la riunione con il presidente della Camera e annunciano battaglia. «Berlusconi pretende di fare la Terza Repubblica mentre canta una canzone francese con il figlio di Bossi, la Trota. Noi con questa gente non ci stiamo!», sbotta Italo Bocchino, e pazienza se ci sono stati per sedici anni. «Quanti siamo? Molti di più di quanto immaginate», minaccia.

Sono le ore della conta. Viespoli c’è, anzi, no. Barbareschi ci sta. Il ministro Meloni non si sa. Ronchi tentenna. Granata, invece, è un uomo felice. «Il Pdl non esiste», grida a tarda sera un altro deputato finiano, il siciliano Carmelo Briguglio. Una liberazione. Il 25 aprile di Fini, con dieci giorni di anticipo.

La miccia sono state le dichiarazioni di Bossi di ieri sera: la richiesta del potere nelle banche e l’annuncio che la Lega si sente in corsa per Palazzo Chigi nel 2013 hanno spinto il presidente della Camera a rompere gli indugi. Ora o mai più: invecchiare da notabile impagliato come un gufo su una parete di Montecitorio, mentre Berlusconi e Lega si spartiscono il paese, fare la fine della sinistra democristiana, sempre sul punto di uscire dalla Dc e sempre rimasta dentro, fino al crollo del partito. Oppure rischiare il tutto per tutto, agire subito anche a costo di finire nel bel mezzo di una disputa sulle poltrone, chi comanda nel Pdl. Ma sarebbe una lettura riduttiva. Nel comunicato con cui il presidente della Camera ha dato l’ultimatum a Berlusconi si parla di «un partito nazionale, attento alla coesione sociale dell’intero Paese, capace di dare risposte ai bisogni economici del mondo del lavoro e delle famiglie, garante della legalità e dei diritti civili, motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise». Insomma, tutto quello che l’attuale Pdl berlusconiano non è.

Anni fa il filosofo Remo Bodei in “Il noi diviso” definì «passioni grigie», per distinguerle dalle passioni rosse, bianche, nere che hanno caratterizzato le grandi culture politiche, le virtù del partito d’Azione o degli eroi borghesi, inevitabilmente minoritarie: «scarsamente diffuse in Italia, respingono il fanatismo e l’estremismo, prediligono l’efficienza e la normalità. Pongono in primo piano i diritti e i doveri, la ragionevolezza, l’onestà, la serietà. Si presentano grigie e impiegatizie, modeste e di routine soltanto a coloro che considerano la democrazia un regime orientato dai gusti volgari e dalle opinioni superficiali delle folle o retto da potenti lobbies che manipolano spregiudicatamente il consenso».

Per decenni Gianfranco Fini è stato considerato un politico incolore, il leader Facis, il politico dal pensiero Lebole. Ora per salvare il suo futuro politico si trova a sfidare la montante marea berlusconian-leghista. Un fronte fragilissimo che già domani mattina potrebbe essere spazzato via dalla minaccia di elezioni anticipate, fatta recapitare dal presidente del Senato Renato Schifani. Ma questa sera Fini è al bivio della sua carriera politica. Tornare nei ranghi come un capocorrente sconfitto o portare la scommessa fino alle estreme conseguenze.
Rimanere un uomo in grigio. O restituire un leader all’Italia delle passioni grigie. Incredibile che a candidarsi a farlo sia l’ex segretario del Msi.
(Beh, buona giornata)

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: il Sole24ore fa -24,7 milioni di euro. La pubblicità a -22,5%.

L’assemblea degli azionisti de Il Sole 24 Ore ha approvato il bilancio dell’esercizio 2009 e ha nominato i nuovi organi sociali. L’anno scorso il Gruppo ha totalizzato ricavi consolidati pari a 502,7 milioni di euro, rispetto ai 573 del 2008, con un mol negativo per 24,7 milioni di euro, rispetto ai 49,3 del 2008, e un risultato netto anch’esso negativo per 52,6 milioni di euro contro i 16,1dell’esercizio precedente.

System, la concessionaria di pubblicità vede una raccolta in calo del 22,5%. Beh, buona giornata.

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Attualità Finanza - Economia Lavoro

Il Governo: “Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani”. Bankitalia: non è vero.

Bankitalia: cresce la pressione fiscale
Ripresa ancora debole, giù i redditi
Il peso del fisco nel 2009 salito dal 42,9 al 43,2%. L’indebitamento delle famiglie è al 60%, consumi ancora in calo. 700.000 disoccupati in più rispetto all’aprile dell’anno scorso, per i giovani il tasso è al 28,2%. Conti pubblici peggiorati. Lieve ripresa, ma investimenti ancora stagnanti

Bankitalia: cresce la pressione fiscale Ripresa ancora debole, giù i redditi
ROMA – Cresce il peso delle tasse sulle tasche degli italiani: nel 2009 la pressione fiscale è passata dal 42,9 al 43,2%. Lo afferma la Banca d’Italia nel Bollettino Economico. “In Italia la ripresa economica è ancora debole”, scrive via Nazionale, aggiungendo che “sulle prospettive di crescita pesano la debolezza della domanda interna e la lenta ripresa dell’export”. Il reddito disponibile delle famiglie “è calato di oltre due punti percentuali in termini reali nella media dello scorso anno”. Tuttavia “uno stimolo temporaneo ai consumi” dovrebbe arrivare, a partire da aprile, grazie agli incentivi decisi dal governo.

Indebitamento delle famiglie al 60%. L’indebitamento della famiglie italiane è salito, ma resta parecchio al di sotto di quello medio dell’area euro: se da noi il debito è quasi al 60% del reddito, nei 16 Paesi della moneta unica arriva ormai al 95%. “Nel quarto trimestre del 2009 – rileva via Nazionale nel Bollettino di aprile – il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è lievemente salito, al 60%. L’incremento ha riflesso prevalentemente l’aumento dei prestiti bancari a medio e a lungo termine e la riduzione del reddito disponibile. Il livello dell’indebitamento rimane comunque nettamente inferiore a quello medio dell’area dell’euro (prossimo al 95% a settembre del 2009)”.

Consumi ancora in calo. I consumi sono deboli e non si vede all’orizzonte un’inversione di tendenza. Dopo la contrazione dei consumi dell’1,8% registrata nel 2009, i segnali per i primi mesi del 2010 non delineano una inversione di tendenza. Il clima di fiducia dei consumatori, in progressivo miglioramento nella seconda metà del 2009, “è tornato a peggiorare quest’anno, riportandosi, in marzo, sui livelli dello scorso giugno”. Sulla fiducia delle famiglie “pesa il maggiore pessimismo circa la situazione economica generale del Paese e l’accresciuta preoccupazione sulle condizioni del mercato del lavoro: la percentuale dei consumatori intervistati che prevede un forte aumento della disoccupazione nei prossimi dodici mesi è salita oltre il 30 per cento in marzo, il doppio di quanto registrato lo scorso luglio”.

Peggiorati i conti pubblici. “La situazione delle finanze pubbliche è notevolmente peggiorata”, rileva la Banca d’Italia, ricordando che l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è salito nel 2009 al 5,3% del Pil, dal 2,7% del 2008. Il risultato è in linea con le valutazioni ufficiali dello scorso luglio, confermate nei mesi successivi. L’aumento del disavanzo, osservano gli economisti di Via Nazionale, “è riconducibile alla marcata crescita della spesa primaria e alla flessione delle entrate, anche se quest’ultima è stata meno pronunciata di quella del Pil nominale”. Il forte peggioramento dei conti è comunque “quasi interamente riconducibile alla flessione dell’attività economica”.

Modesta ripresa ma investimenti stagnanti. L’attività “è in ripresa” ma “ristagnano gli investimenti produttivi”. Nella media del primo bimestre del 2010 l’attività manifatturiera è cresciuta dell’1,4% in termini congiunturali, riguadagnando circa sette punti percentuali rispetto al punto di minimo. Trainato dalla componente estera, l’indice degli ordinativi dell’industria, deflazionato con i relativi prezzi alla produzione, è aumentato dell’1,3% nella media dei tre mesi terminanti in gennaio

In un anno 700.000 occupati in meno. “Rispetto al picco raggiunto nell’aprile del 2008, il numero delle persone occupate è diminuito di oltre 700 mila unità (-3,1%)”, precisa il Bollettino della Banca d’Italia. Il calo dell’occupazione prosegue dunque anche nei primi mesi del 2010: in gennaio e febbraio “la flessione è stata pari in media allo 0,4% sull’ultimo trimestre 2009”, afferma via Nazionale, ricordando come tra ottobre e dicembre scorso l’occupazione abbia registrato, “per il sesto trimestre consecutivo”, un ulteriore calo dello 0,2% sul trimestre precedente. A febbraio pertanto il tasso di disoccupazione “ha raggiunto l’8,5%, 1,2 punti percentuali in più” rispetto allo stesso mese del 2009. Ed è tra i giovani, nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, che si registra l’aumento più pesante: il tasso di disoccupazione infatti “è cresciuto di quattro punti, raggiungendo il 28,2%”. (beh, buona giornata).

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Finanza - Economia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Nielsen Media Research comunica che dopo l’aumento registrato a gennaio il mercato dell’advertising si conferma in crescita anche a febbraio. Abbiamo inventato la rilevazione “bimestrale”?

Nei primi due mesi dell’anno gli investimenti pubblicitari sono arrivati a sfiorare la soglia degli 1,3 miliardi di euro. La tv chiude il bimestre con una crescita del +4,9%, mentre sulla stampa l’advertising cala del -4,3%. Crescita dell’11%, invece, per la radio. Aumento rilevante anche per il cinema (+23,7%) e l’affissione (+27,0%), mentre internet registra un +3,8.

Nielsen Media Research comunica che dopo l’aumento registrato a gennaio il mercato dell’advertising si conferma in crescita anche a febbraio. Gli investimenti pubblicitari nel primo bimestre del 2010 sono cresciuti del +2,7% rispetto allo stesso periodo del 2009 arrivando a sfiorare la soglia di 1,3 miliardi di euro. Il dato è in parte dovuto al confronto con un periodo particolarmente duro come l’inizio del 2009, ma è da considerarsi comunque positivo. Il 2010 si è aperto con un buon andamento della televisione e con la tenuta dei quotidiani. Crescita a due cifre per radio, cinema e affissione. Aumenta il numero di aziende inserzioniste su tutti i mezzi ad eccezione della stampa.

La televisione, considerando sia i canali generalisti che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), chiude il primo bimestre 2010 con una crescita del +4,9%, dovuta ad un aumento degli investimenti di molti settori importanti come alimentari (+10,8%), telecomunicazioni (+16,5%), farmaceutici (+10,4%). In calo invece la spesa pubblicitaria del settore automobili (-6,6%).

Sulla stampa l’advertising cala complessivamente del -4,3%, ma i risultati dei vari mezzi sono divergenti. Mentre i quotidiani a pagamento confermano l’inversione di tendenza di gennaio (+1,0% nel bimestre), la free-press (-6,7%) e soprattutto i periodici (-14,1%) sono ancora in difficoltà. Considerando soltanto la tipologia commerciale nazionale l’andamento dell’advertising sui quotidiani a pagamento è molto positivo (+9,8%). Ancora sui quotidiani a pagamento da sottolineare aumenti rilevanti per alcuni settori come telecomunicazioni e finanza/assicurazioni.

La radio registra uno dei migliori risultati tra i media principali con una crescita del +11,0%. Anche in questo caso forte aumento degli investimenti provenienti dalle aziende di telecomunicazioni e finanza/assicurazioni.

Aumento rilevante anche per il cinema (+23,7%) e l’affissione (+27,0%) mentre internet registra un +3,8%. Il direct mail chiude il bimestre con una leggera contrazione (-1,4%) mentre cresce l’advertising su transit (+10,6%), cards (+4,8%), out of home tv (dato non comparabile per aumento copertura sul mezzo).

Considerando la pubblicità commerciale nazionale su tutti i mezzi rilevati, i settori che aumentano maggiormente la spesa sono: toiletries (+32,7%), telecomunicazioni (+21,2%), mentre tra i settori principali segnaliamo il calo delle automobili (-5,8%).

Nel periodo gennaio-febbraio 2010 il numero di aziende inserzioniste è in crescita sulla tv (+15,3%), sulla radio (+13,7%), in affissione (+10,6%), cinema (+22,5%) e su internet (+22,5%) mentre è in calo sulla stampa (-4,9%). Ferrero, Wind, Vodafone, P&G, TIM sono i primi 5 inserzionisti.

Da gennaio 2010, Nielsen ha ampliato la copertura dell’out of home tv. Agli investimenti pubblicitari sulle televisioni degli aeroporti e della metropolitana di Telesia, si sono aggiunti quelli sugli schermi presenti nelle principali catene di elettronica di consumo gestiti da Neo Advertising.

Importante novità anche per il transit. Da gennaio 2010 (con i dati storici a partire da gennaio 2009) alla pubblicità dinamica gestita da IGPDecaux su metropolitane, aeroporti, autobus e tram, si aggiungono i prodotti che si rivolgono ad un target in movimento gestiti da Clear Channel e CBS Outdoor. Segnaliamo, infine, l’entrata nella rilevazione internet di sette nuove concessionarie dichiaranti con i dati retroattivi a partire dal gennaio 2009. (beh, buona giornata).

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Attualità Popoli e politiche

Lo scandalo degli scolari a pane e acqua: “Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità…ho studiato molto, ho guadagnato soldi per vivere bene. Per questi motivi rilevo il debito dei genitori che non pagano la mensa scolastica”.

Paga di suo per la mensa dei bimbi, gli gridano “mangiapane a tradimento”-blitzquotidiano.it

Un uomo cui vorresti stringere la mano, un uomo civile costretto a nascondere la sua normale civiltà dietro l’anonimato. Non dice il suo nome perché già sa che contro di lui ci sarà “il lavorio di diffamazione attivato da chi ha la coda di paglia, quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo”. Non fa conoscere la sua identità ma conosce bene il mondo in cui vive, infatti le “code di paglia” e quelli da cui è “onore essere disprezzati” erano già ieri in piazza, in strada davanti alla scuola del paese di Adro, due passi da Brescia, innalzavano slogan e cartelli con sopra scritto: “Mangiapane a tradimento”.

I “mangiapane a tradimento” sono per le “code di paglia” i bambini della scuola che alla mensa della scuola mangiavano anche se i loro genitori non pagavano la retta. Il sindaco, Oscar Lancini, e l’amministrazione comunale avevano deciso che quei bambini non dovevano mangiare più, almeno alla mensa: così i genitori imparavano a non pagare. Decisione presa con il supporto di molti genitori “paganti”, consenso mostrato e gridato anche in qualche intervista volante ai telegiornali. Dunque i bambini “morosi” non mangiavano e nella simpatica comunità non era questo in fondo lo scandalo, lo scandalo era che fosse violato il principio secondo cui ciascuno mangia secondo i soldi che sborsa, bambino o adulto che sia. Questione di principio, questione di ordine e anche in fondo di sicurezza sociale. Fino a che il nostro normale uomo civile ha svelato quale questione fosse davvero: una questione di 9.900 euro. Ben 9.900 euro che il Comune e la brava gente di Adro non poteva evidentemente “sperperare” per elargire “pane a tradimento”. E poi dove trovarla una così enorme cifra?

L’uomo, solo, normale e civile li ha trovati: nelle sue tasche. Ha inviato un bonifico bancario di 10mila euro alle casse della mensa, ha saldato il debito, si è impegnato a pagare tutto il costo della mensa per tutto l’anno scolastico. Non ha ricevuto ringraziamenti da molti suoi concittadini. Ha ricevuto in cambio rabbia, schiumanti di rabbia erano quelli di cui era stata svelata la misura umana prima ancora che finanziaria, quelli per cui 9.900 euro valgono eccome qualche bambino allontanato dal piatto della pasta a mezzogiorno. Rabbia che il loro sindaco comprendeva: “Mi risulta ci siano cittadini inviperiti”.

Inviperiti anche perché l’uomo solo, normale e civile ha allegato al bonifico una lettera che è una esatta biografia del mondo in cui vive e nel quale viviamo. E’ una lettera scritta semplice ma ha l’efficacia e lo spessore di un testo universitario, di una accademica ricerca di sociologia, politica, economia, storia. Una ricerca sul campo, un faro acceso sul “territorio” delle nostre anime, menti e “valori”. Val la pena di leggerla, eccola la lettera.

“Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità…ho studiato molto, ho guadagnato soldi per vivere bene. Per questi motivi rilevo il debito dei genitori che non pagano la mensa scolastica”. Paga per gli altri e quindi la prima cosa che tende a precisare è: “A scanso di equivoci non sono comunista, ho votato per Formigoni”. Il concreto gesto di solidarietà, il metter mano al portafoglio per far mangiare i bambini alla mensa appare a lui stesso così alieno rispetto al mondo in cui vive da poter essere giudicato niente meno che “comunista”. Quindi apprendiamo che nel suo habitat umano e sociale “comunista” è chi dà da mangiare ai bambini, singolare capriola dai tempi in cui i bambini i comunisti “se li mangiavano”.

Prosegue la lettera: “So perfettamente che tra le 40 famiglie che non pagano ci sono dei furbetti che ne approfittano ma di furbi ne conosco molti”. E li descrive, anzi li dipinge, sono figure in carne e ossa: “Quelli che in un bel ristorante se la prendono con gli extra comunitari. Peccato che la loro Mercedes sia stata lavata da un albanese, il loro cibo cucinato da un egiziano e la loro mamma sia assistita da un’ucraina…”. Poi l’uomo, solo, normale e civile confessa il suo grande e orribile peccato: “Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazista non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo chiedere di mettere una stella gialla sui vestiti degli ebrei non era una cosa che faceva male”.

Legge, quindi è sospetto e reo confesso. Legge, guarda e fa di conto: “Prima la taglia, poi il rifiuto del sostegno regionale, quindi la mensa…”. E osa quel che non si deve osare: sbattere in faccia la realtà. “Dove sono i miei sacerdoti, sono pronti a barattare la difesa del crocefisso con qualche etto di razzismo? Se esponiamo un bel rosario nella nostra casa, poi possiamo fare quel che vogliamo? Dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare partito dell’amore? Dove sono i leader della Lega, fanno come quelli che negli anni ‘70 chiamavano i brigatisti compagni che sbagliano? Dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro e i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi della mensa?”.

Poi l’uomo solo, normale e civile fa quel che non si fa, quel che nella storia sempre si paga a farlo davvero: indicare i sepolcri imbiancati. “Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto ma anche quando chiudono un’azienda senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse…”.

Così scrive e paga, entrambe le cose anche e soprattutto per gli altri, l’uomo solo, normale e civile. Non mostra il suo nome, per pudore. Ma anche per prudenza, perchè “code di paglia”, sepolcri imbiancati e quei nuovi, giovani e promettenti mostri che si beano e gloriano della chiara infamia di sfilare il piatto al bambino “moroso” potrebbero dargli la caccia. Se già non hanno cominciato a farlo. (Beh, buona giornata).

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Attualità Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Questa è una buona notizia.

di Alessandra Baldini-ANSA
NEW YORK – Un sito online espugna il Pulitzer, il più prestigioso premio di giornalismo nato nel 1917 per la carta stampata. Propublica, un gruppo di reporter sul web nato tre anni fa nella tradizione del grande giornalismo investigativo alla Carl Bernstein e Bob Woodward, ha vinto un riconoscimento per una inchiesta sugli ospedali dopo il passaggio del’uragano Katrina. Missione dei segugi di Propublica, guidati dall’ex direttore del Wall Street Journal, Paul Steiger, e finanziati dai milioni dei filantropi californiani Herbert e Marion Sandler, è di mettere i loro scoop gratis al servizio dei giornali – nel caso specifico il servizio su Katrina fu pubblicato dal Magazine del New York Times – in grado di dar loro la massima cassa di risonanza. I temi di un’iniziativa non di parte e non ideologica sono quelli del pubblico servizio, per far luce sullo sfruttamento dei più deboli e su quanti, con le loro azioi, tradiscono la fiducia del pubblico.

Per Steiger è il 17esimo Pulitzer dopo i 16 vinti al timone del Wall Street Journal. E’ dall’anno scorso che la giuria del Pulitzer ha aperto all’online: nel 2009 però nessun sito era arrivato ad conquistare il prestigioso premio. Quest’anno i giurati avevano aperto un altro spiraglio, ammettendo in concorso il tabloid da supermercato National Enquirer: il settimanale, che aveva fatto lo scoop della figlia segreta dell’ex candidato alla Casa Bianca John Edwards, non è però riuscito a strappare l’assegno da 10 mila dollari che accompagna il riconoscimento. Hanno fatto invece manbassa di premi – annunciati alla Columbia University di New York – famosi nomi della carta stampata: il Washington Post ha vinto quattro premi, tra i quali uno per i servizi sulla guerra in Iraq, e il New York Times tre, di cui uno per un’inchiesta sulla carne contaminata e l’altro sui pericoli causati dall’uso dei cellulari mentre si guida.

Il premio per il giornalismo di servizio pubblico è andato al piccolo Bristol Herald Courier della Virginia meridionale, 29 mila copie di tiratura, per aver rivelato quante aziende del settore energetico non pagano le royalties sui diritti di trivellazione. Paul Harding ha vinto il premio per la fiction con il romanzo ‘Tinkers’, mentre il premio per il miglior dramma teatrale è andato al musical ‘Next to Normal’ di Tom Kitt, libretto di Brian Yorkey. Liqauat Ahamad ha vinto per la storia con un libro su ‘I Signori della finanza: i banchieri che hanno spezzato il mondo’, mentre il premio per la biografia è andato a una storia della vita di Cornelius Vanderbilt di T.J. Stiles. (Beh, buona giornata).

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