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È la mancanza di una visione netta da parte della sinistra, che non le dà forza dialettica.

di Alexander Stille-http://stille.blogautore.repubblica.it/2010/12/19/centrosinistra-che-non-combatte/?ref=HREC1-1

La recente vittoria dei repubblicani nell’imporre il taglio delle tasse ai ceti economici più ricchi degli Stati Uniti ha fatto scattare una riflessione più generale. Come mai la destra americana era disposta a combattere strenuamente e a rischiare parecchio per difendere gli interessi del 2% del paese, mentre i democratici non erano disposti a fare altrettanto per l’altro 98%, quando i sondaggi dimostravano che la maggioranza degli americani era favorevole alla loro posizione? In parole povere, come mai la destra combatte e la sinistra no?

In Italia si verifica un fenomeno in qualche modo analogo. Berlusconi non esita a dipingere una possibile vittoria del centrosinistra come il ritorno dei seguaci di Pol Pot e a evocare lo spettro dei comunisti cinesi che avrebbero usato i bambini come concime. Mentre il buon Walter Veltroni ha fatto un punto di orgoglio del non attaccare il suo avversario e l’insistere su un problema lampante come il conflitto di interessi viene considerato una forma di demonizzazione di Berlusconi.

Qual è quindi il problema? Facciamo qualche ipotesi.

1) È la mancanza di una visione netta da parte della sinistra, che non le dà forza dialettica?

2) È una questione della maggior frammentazione dell’elettorato del centrosinistra? Negli Stati Uniti l’elettorato del partito democratico è più eterogeno di quello del partito repubblicano. La base del partito è fermamente a sinistra, mentre la delegazione democratica al Congresso conta molti centristi, che quindi tendono a tradire il loro partito sotto la pressione di attacchi molto forti da destra. In Italia è difficile presentarsi con un fronte comune su qualsiasi iniziativa, se si pensa alla diversità tra i gruppi: cattolici da una parte, ex-comunisti dall’altra, e poi garantisti e giustizialisti dell’Italia dei Valori. La confusione dentro l’ultimo governo Prodi, composto di nuovi partiti separati, ognuno con un’agenda politica diversa, ne è un esempio.

3) Sia gli Stati Uniti sia l’Italia sono paesi sostanzialmente di centrodestra, e quindi in contese molto combattute la destra gioca con il vento in poppa mentre i suoi avversari con il vento contrario. Per esempio negli Stati Uniti, anche se il partito democratico è in genere più popolare di quello repubblicano, il 42% dell’elettorato si riconosce come conservatore mentre solo il 20% si descrive come ‘liberal’, cioè di sinistra, e il 35% si considera moderato. La maggioranza di Obama è quindi composta di questi due gruppi abbastanza diversi, il 20% dei liberal più il 35% dei moderati; invece i repubblicani quando vincono possono contare sulla stragrande maggioranza compatta dei conservatori, più una piccola fetta di moderati. In modo simile, quando in Italia ha vinto il centrosinistra, è stato con un candidato con un passato di centro come Romano Prodi che ha potuto convincere una parte rilevante dell’Italia di centro a convivere con elettori molto più a sinistra. Ci sono anche fratture nel centrodestra, soprattutto tra gli autonomisti e i federalisti della Lega, gli ex seguaci di Alleanza Nazionale, però come abbiamo visto il centrodestra può perdere qualche ruota di scorta.

4) L’incapacità della classe dirigente del centrosinistra e gli errori strategici sia dei democratici americani sia del centrosinistra italiano. Se Obama avesse cercato di cavalcare la rabbia popolare contro le elite dopo la crisi economica, quando era molto forte all’inizio della sua amministrazione, mettendo i repubblicani in un angolo sul regolamento delle banche, le tasse di successione, il taglio delle tasse per i ricchi, avrebbe potuto avere successo? Se la sinistra italiana avesse assunto una posizione coerente e decisa sul conflitto d’interessi, sullo stato di diritto e il bisogno di legalità, se avesse martellato sull’insuccesso clamoroso dell’economia sotto tutti i governi Berlusconi, se avesse articolato una visione più chiara di un’alternativa di una società più giusta ma anche più aperta, più meritocratica, avrebbe prodotto risultati migliori? (Beh, buona giornata).

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La rabbia sociale: un monito alle politiche del Governo e alle alchimie dell’opposizione.

Non si capiscono le cose se le si guardano con gli occhi del vorrei dire, ma non posso. Il 14 dicembre a Roma c’ entra niente con gli scontri di piazza del ’77. A quella stagione di furore, per esempio, il governo Andreotti, chiedendo un prestito di ventimila miliardi di vecchie lire seppe dare una risposta: nacquero le cooperative, grazie alla Legge 285. I giovani incazzati trovarono una via d’uscita, trovarono la via di un reddito.

Il 14 dicembre a Roma, ma non solo a Roma, in tutta Italia, ci sono state grandi manifestazioni: studenti, metalmeccanici, mamme di Napoli, terremotati de L’Aquila. Tutti in piazza, tutti credevano fosse giusto fare qualcosa di concreto in un Paese il cui Parlamento avrebbe sfiduciato il governo Berlusconi. Almeno questo.

Ma così non è stato. Il Parlamento, il tempio della democrazia di un Paese a democrazia parlamentare ha tradito il Paese: alcuni piatti di lenticchie hanno comprato il consenso in Aula, hanno determinato la sopravivenza , almeno per ancora qualche settimana, del governo Berlusconi. Così è, con buona pace delle opposizioni parlamentari. Il governo è riuscito a salvare se stesso. E chi ha pensato di fare che per le contraddizioni sociali del Paese? Nessuno.

Adesso, parliamoci chiaro: di fronte ai quei piatti di lenticchie, che cosa saranno mai stati petardi, tre o quattro automobili incendiate, scazzottamenti, tafferugli, vetrine imbrattate? Per favore, vogliamo fare la proporzione degli avvenimenti coi fatti politici? Che cosa sono mai due pietre scagliate contro i poliziotti, di fronte allo scempio della convivenza civile, che è andato in scena alla Camera dei Deputati, dove aleggiava la compravendita del consenso ad personam degli eletti.

Il capo della Polizia è stato più chiaro di ogni commentatore da strapazzo: Manganelli ha detto chiaro e tondo che non si può scaricare sull’ordine pubblico il peso delle ingiustizie sociali prodotte dalle politiche del governo in carica. Anche perché i poliziotti sono molto più incazzati col governo di quanto non siano apparsi i manifestanti dello scorso 14 dicembre.

Facciamola finita con la storia del black bloc. Sono palle inventate per intrattenere il pubblico televisivo. Ma le tensioni sociali non sono materia di un reality show. E il pubblico non ci sta più a fare il pubblico: mentre i ragazzi e le ragazze facevano casino, il pubblico stava dalla parte loro. Perché era la parte giusta: di quelli che non ce la fanno più.

La Politica non è riuscita a fornire nessuna via d’uscita dalla crisi. Ma una via d’uscita è necessaria. Con le buone o con le cattive. Berlusconi ricomincia da tre (voti in Parlamento). I giovani, gli studenti, i precari, i cassaintegrati, i cittadini asfissiati dalla monnezza, i ricercatori sui tetti, i migranti, gli imprenditori piccoli, da che cosa possono ricominciare? Forse la rabbia sociale è un buon inizio. Beh, buona giornata.

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Daspo alle manifestazioni politiche:” il bello delle trovate reazionarie sta proprio lì: che vengano sparate nonostante la loro enormità, anzi, grazie alla loro assurdità.”

Il permesso di manifestare, di ADRIANO SOFRI-repubblica.it

IL GOVERNO annuncia un pugno più duro con le manifestazioni politiche, a cominciare dalle prossime degli studenti e degli universitari. Il governo non si risparmia. Fa le veci del Parlamento. Fa le veci della magistratura, si impegna all’unisono, interni e giustizia, a spiegarle che i ragazzi fermati vanno tenuti in galera. Si profonde in avvertimenti sul ritorno del Sessantotto e degli anni di piombo. Dal’45 al Sessantotto erano passati 23 anni. Dal Sessantotto a oggi 42. I “ragazzi” di oggi, dai 41 anni in giù, sono nati dopo il Sessantotto, e dai 40 in giù dopo lo sbarco sulla luna.

Che studenti ricercatori operai vadano sui tetti al governo sembra seccante, ma fino a un certo punto. Da lì possono solo scendere, o buttandosi di sotto, e non c’è problema, o dalle scale, e basta aspettarli e rimetterli al loro posto. Che dai tetti scendano nelle strade e le riempiano e tornino ad avere insieme obiettivi definiti e un’ispirazione generale, che ripudino una presunta riforma e non ne possano più di un’intera idea del senso della vita, questo il governo non può sopportarlo. Il governo ha tutto il potere, e lo venera come un sacramento, il Parlamento è un incidente sempre più superfluo, giustizia e stampa (non servili) cerimonie fastidiose, le polizie – quando non manifestano a loro volta contro il governo – un privato servizio d’ordine.

La cosa è culminata – per il momento – nell’invenzione del Viminale: l’estensione del Daspo alle manifestazioni politiche – cioè alla politica. Essendo le manifestazioni politiche appunto il modo di manifestarsi della politica, la proposta vale né più né meno all’esonero di polizia di un certo numero di cittadini – “ritenuti pericolosi” – dalla politica, e dunque, per completare il giro di parole e di fatti, dalla cittadinanza. Ascoltare la trovata e sorridere – o ridere francamente – è fin troppo facile. “Li vogliamo vedere, a decidere chi può partecipare a un corteo o a un comizio, e poi a impedirglielo”. Ma il bello delle trovate reazionarie sta proprio lì: che vengano sparate nonostante la loro enormità, anzi, grazie alla loro assurdità. Gli anziani si ricorderanno le polemiche roventi sulle leggi d’eccezione e il fermo di polizia. Ma il fermo di polizia, anche il più arbitrario per durata e modalità, pretende almeno di far seguire l’arbitrio a un reato commesso. Qui il fermo ne precede la presunzione, vagheggia una legislazione dei sospetti. Alle manifestazioni politiche possono partecipare solo i buoni cittadini: i cattivi no. Chi sono i cattivi? Quelli che, se si permettesse loro di partecipare alle manifestazioni politiche, si comporterebbero male. Logico, magnifico. Vengo anch’io. No tu no. E perché? Perché no. Il Viminale non vuole. Per il nostro bene.

L’idea del Daspo politico è così genialmente ministeriale da lasciare ammirati e senza parole. All’inizio; poi le parole vengono, altro che se vengono. Una volta che vi siate informati su che cos’è (è il Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, scritto così) perché non applicare il Daspo anche agli accessi alle Autostrade Italiane? Ho appena sentito dalle autorità preposte che la colpa di ieri è degli automobilisti sventati che sfidano la sorte senza attenersi alle raccomandazioni dei cartelloni stradali (“catene a bordo” eccetera: anche in treno?). Dunque Daspo ai caselli. Manifestanti o automobilisti, basterà dotare le polizie (e le forze armate, per la sinergia) di un elenco dei facinorosi, da compulsare al momento della loro discesa in strada. Del resto, diciamocelo: elenchi così ci sono già, pubblici e privati.

Per le incombenti manifestazioni studentesche basterà disporre di un primo catalogo approssimativo: due o tre milioni di nomi e cognomi. Del resto, avvenne già. Anzi, geniale com’è, l’idea ministeriale rischia di essere troppo modesta rispetto ai precedenti classici. Fascismo o “socialismo reale” non sapevano forse assicurare l’ordine pubblico e lo svolgimento ordinato delle libere manifestazioni, piuttosto che con la bruta repressione, con una accurata azione preventiva (di igiene, vorrei dire, ora che questa sintomatica parola – “la guerra, igiene del mondo” – è stata rimessa all’onore del mondo stesso)? Andando più per le spicce, quei regimi non si limitavano ad applicare un Daspo antemarcia ai sospetti dissidenti per le eventuali loro manifestazioni pubbliche, ma per le proprie. Alla vigilia delle quali gli oppositori, meticolosamente schedati senza bisogno di computer, quando non fossero già al sicuro in galera o al confino, venivano arrestati o consegnati agli arresti a domicilio. E la piazza delle manifestazioni di regime ne risultava sgombra dal rischio di incidenti: igiene, appunto, piazza pulita di rivoltosi, violenti e altri rifiuti organici.

Si applichi dunque il Daspo alle manifestazioni politiche, ma se ne escludano le manifestazioni di opposizione al governo – non occorre vietarle, basta abolirle – e lo si applichi rigorosamente a quelle del Pdl, della Lega e delle forze loro alleate e genuinamente fasciste, dai cui paraggi saranno allontanati i membri dell’Elenco Facinorosi, e concentrati per il tempo necessario alla sicurezza collettiva e all’ordinato esercizio del diritto di manifestazione – 36 ore minimo – fra Incisa Valdarno e Firenze Sud. A bordo. In catene. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Gli scontri del 14 dicembre a Roma: “In troppi hanno visto black bloc che non c’erano”.

di CORRADO ZUNINO-repubblica.it

È il governo ad alzare le barricate, questa volta. E loro, quelli del movimento studentesco, questa volta eviteranno lo scontro: “Li sorprenderemo”. L’esecutivo si appresta a battezzare il Daspo per gli studenti che restano impigliati nei fermi della celere: universitari come gli ultras. E il ministro Roberto Maroni per martedì prossimo prospetta la fortificazione dell’area della “zona rossa” attorno ai palazzi della politica. Martedì, infatti, torna al Senato per la sua approvazione definitiva la riforma dell’Università: mercoledì dovrebbe essere licenziata grazie alla blindatura del governo sugli emendamenti e con i voti favorevoli dei finiani. Per due giorni e per la terza volta in poche settimane il centro storico di Roma sarà interdetto agli studenti in corteo con i blindati messi di traverso alle strade d’accesso.

“Ogni atto del governo, ogni successivo inasprimento dell’ordine pubblico, dimostrano che hanno paura della nostra protesta”, dice Francesco Brancaccio, dottorando in Scienze politiche alla Sapienza di Roma. “Una zona rossa sempre più blindata offende l’idea di una Roma città aperta, idea che dovrebbe essere di tutte le forze politiche. Il Daspo è una limitazione della libertà di manifestare e per noi è incostituzionale. Ridurre un fenomeno politico e sociale a un problema di ordine pubblico è la peggiore delle risposte possibili”. Quindi, manifesterete o no? “Siamo un movimento intelligente, che sa spiazzare. Da domani
torniamo a discutere nelle facoltà, ma è già chiaro a tutti: ci mobiliteremo e la polizia non ci troverà dove ci sta aspettando. Non cadremo nelle trappole che vogliono tenderci”. Gli ultimi due “mob” dell’anno saranno quindi a sorpresa e terranno conto del fatto che molti universitari stanno già lasciando le facoltà per i rientri natalizi.
All’Università orientale di Napoli domani ci sarà un incontro con gli studenti di Londra e Atene per sottolineare come l’allargamento in tutta Europa di moti violenti sia il segnale di “una crisi sociale a cui i governi voltano le spalle”.

Giovanni Pagano, Scienze politiche a Napoli: “Il diritto a manifestare non è paragonabile a una partita e gli studenti, dopo la giornata del 14 con tutti i suoi problemi, sono più motivati di prima. Piazza del Popolo ci ha cambiati, ma non ci ha frenato”. A Napoli sono ripartite le occupazioni delle scuole superiori e mercoledì è previsto un corteo cittadino. “C’è voglia di tornare in piazza, non c’è l’ansia. Lo faremo in modo ironico”. Alla Sapienza romana domani ci saranno riunioni nelle singole facoltà, e poi dell’intero ateneo, per preparare il martedì della protesta. Luca Cafagna, Scienze politiche: “Viviamo questi nuovi provvedimenti come una provocazione, una richiesta di scontro frontale, e non ci scontreremo. Continuare ad evocare lo spettro della violenza degli Anni Settanta è un ottimo modo per non capire che gli studenti hanno grossi problemi oggi. Noi non facciamo ideologia, il governo sì”.

L’opposizione alla “Gelmini” avrà tempi lunghi e il movimento si prepara a una fase di interdizione sostanziale nei confronti del decreto nel momento in cui diventerà legge. “È un provvedimento tecnicamente difficile, con una pletora di decreti attuativi che impegneranno nel tempo il governo e i tecnici del ministero. Noi daremo battaglia su ogni punto”. Dalla scuola secondaria arriva l’esempio delle difficoltà concrete che le riforme Gelmini stanno incontrando. I sindacati segnalano che a Torino ottanta scuole fin qui non hanno accettato la sperimentazione che dovrebbe portare alla scelta dei professori da premiare: il “no”, in questo caso, è stato dei docenti. “Il campo di battaglia è ampio”, assicurano gli universitari. Quelli del Mamiani, liceo di Roma, ieri hanno consegnato occhiali di cartone ai giornalisti, miopi nelle interpretazioni degli scontri di Piazza del Popolo: di CORRADO ZUNINO

ROMA – È il governo ad alzare le barricate, questa volta. E loro, quelli del movimento studentesco, questa volta eviteranno lo scontro: “Li sorprenderemo”. L’esecutivo si appresta a battezzare il Daspo per gli studenti che restano impigliati nei fermi della celere: universitari come gli ultras. E il ministro Roberto Maroni per martedì prossimo prospetta la fortificazione dell’area della “zona rossa” attorno ai palazzi della politica. Martedì, infatti, torna al Senato per la sua approvazione definitiva la riforma dell’Università: mercoledì dovrebbe essere licenziata grazie alla blindatura del governo sugli emendamenti e con i voti favorevoli dei finiani. Per due giorni e per la terza volta in poche settimane il centro storico di Roma sarà interdetto agli studenti in corteo con i blindati messi di traverso alle strade d’accesso.

“Ogni atto del governo, ogni successivo inasprimento dell’ordine pubblico, dimostrano che hanno paura della nostra protesta”, dice Francesco Brancaccio, dottorando in Scienze politiche alla Sapienza di Roma. “Una zona rossa sempre più blindata offende l’idea di una Roma città aperta, idea che dovrebbe essere di tutte le forze politiche. Il Daspo è una limitazione della libertà di manifestare e per noi è incostituzionale. Ridurre un fenomeno politico e sociale a un problema di ordine pubblico è la peggiore delle risposte possibili”. Quindi, manifesterete o no? “Siamo un movimento intelligente, che sa spiazzare. Da domani
torniamo a discutere nelle facoltà, ma è già chiaro a tutti: ci mobiliteremo e la polizia non ci troverà dove ci sta aspettando. Non cadremo nelle trappole che vogliono tenderci”. Gli ultimi due “mob” dell’anno saranno quindi a sorpresa e terranno conto del fatto che molti universitari stanno già lasciando le facoltà per i rientri natalizi.
All’Università orientale di Napoli domani ci sarà un incontro con gli studenti di Londra e Atene per sottolineare come l’allargamento in tutta Europa di moti violenti sia il segnale di “una crisi sociale a cui i governi voltano le spalle”.

Giovanni Pagano, Scienze politiche a Napoli: “Il diritto a manifestare non è paragonabile a una partita e gli studenti, dopo la giornata del 14 con tutti i suoi problemi, sono più motivati di prima. Piazza del Popolo ci ha cambiati, ma non ci ha frenato”. A Napoli sono ripartite le occupazioni delle scuole superiori e mercoledì è previsto un corteo cittadino. “C’è voglia di tornare in piazza, non c’è l’ansia. Lo faremo in modo ironico”. Alla Sapienza romana domani ci saranno riunioni nelle singole facoltà, e poi dell’intero ateneo, per preparare il martedì della protesta. Luca Cafagna, Scienze politiche: “Viviamo questi nuovi provvedimenti come una provocazione, una richiesta di scontro frontale, e non ci scontreremo. Continuare ad evocare lo spettro della violenza degli Anni Settanta è un ottimo modo per non capire che gli studenti hanno grossi problemi oggi. Noi non facciamo ideologia, il governo sì”.

L’opposizione alla “Gelmini” avrà tempi lunghi e il movimento si prepara a una fase di interdizione sostanziale nei confronti del decreto nel momento in cui diventerà legge. “È un provvedimento tecnicamente difficile, con una pletora di decreti attuativi che impegneranno nel tempo il governo e i tecnici del ministero. Noi daremo battaglia su ogni punto”. Dalla scuola secondaria arriva l’esempio delle difficoltà concrete che le riforme Gelmini stanno incontrando. I sindacati segnalano che a Torino ottanta scuole fin qui non hanno accettato la sperimentazione che dovrebbe portare alla scelta dei professori da premiare: il “no”, in questo caso, è stato dei docenti. “Il campo di battaglia è ampio”, assicurano gli universitari. Quelli del Mamiani, liceo di Roma, ieri hanno consegnato occhiali di cartone ai giornalisti, miopi nelle interpretazioni degli scontri di Piazza del Popolo: “In troppi hanno visto black bloc che non c’erano”.
(Beh, buona giornata).

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Attualità Leggi e diritto

Gli scontri del 14 dicembre la memoria sbagliata di Gasparri, capo manipolo del Pdl.

“Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara, qui ci vuole un sette aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo”. Maurizio Gasparri, dixit. Peccato che quel 7 Aprile fu nel 1979. L’ennesimo colpo di sonno della memoria del capo-manipolo. Beh, buona giornata.

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Attualità Leggi e diritto

Gli scontri del 14 dicembre e la memoria troppo corta del sindaco Alemanno.

(fonte: repubblica.it)

Non sono solo i magistrati ad essere risentiti: “Evidentemente il sindaco ignora che nel nostro paese esistono principi e garanzie costituzionali, prima fra tutte la presunzione di innocenza, irrinunciabile baluardo del cittadino”, afferma in un comunicato la Camera penale di Roma. In un documento, l’organo di rappresentanza dei penalisti capitolini esprime “sconcerto e preoccupazione” per le dichiarazioni del sindaco. “Il loro contenuto – si legge nell’atto – evidenzia una concezione della Giustizia da stato di polizia, fondata sul principio del capro espiatorio. Chi è stato arrestato deve rimanere in carcere ed essere condannato duramente e subito, anche senza processo”.

“Questa concezione della giustizia penale – prosegue la Camera Penale – non ci appartiene e non appartiene alla nostra Repubblica. La Camera Penale di Roma ha una memoria più lunga e ricorda le tante vicende di cittadini arrestati, processati ed infine assolti; vicende che anche il sindaco Alemanno dovrebbe ben rammentare, considerato che, come scrivono oggi i quotidiani, in un non troppo lontano passato lui stesso si è trovato appunto ad essere arrestato, processato ed assolto per atti di ‘violenza politica’. Sarebbe interessante sapere come la pensava in quelle occasioni…”. (Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia Lavoro

La pressione del fisco in In Italia nel 2009 è salita al 43,5% del prodotto interno lordo. Vi ricordate il piccoletto che che diceva che non metteva le mani nelle tasche degli italiani?

(fonte: repubblica.it)

Aumenta la pressione del fisco in Italia: nel 2009 è salita al 43,5% del prodotto interno lordo, dal 43,3% del 2008. E’ quanto riferisce l’Ocse nelle stime preliminari relative all’anno scorso contenute in “Revenue Statistics”. L’Italia così supera il Belgio (che nel 2009 ha visto il peso del fisco diminuire al 43,2% dal 44,2% del 2008) e sale dal quarto al terzo posto nella classifica dei Paesi dove maggiore è il peso delle entrate rispetto al prodotto interno lordo. Prima dell’Italia nel 2009 si collocano solo la Danimarca (48,2%) e la Svezia (46,4%).

L’Ocse rileva che la crisi economica e le conseguenti azioni di stimolo fiscale messe in campo da molti governi hanno inciso sulla pressione fiscale che nell’area Ocse nel 2009 “ha toccato il livello più basso dagli inizi degli anni ’90”. La pressione si colloca, nella media dei Paesi, al 33,7%, rispetto al 34,8% del 2008 e al 35,4% del 2007.

Oltre a Danimarca, Svezia e Italia, i paesi Ocse che nel 2009 hanno registrato una pressione fiscale sopra il 40% sono l’Australia, il Belgio, la Finlandia, la Francia e la Norvegia. Il Messico con il 17,4% e il Cile con il 18,2% hanno registrato nel 2009 la più bassa pressione fiscale dell’area, seguiti da Stati Uniti (24%) e Turchia (24,6%). Gli incrementi più consistenti si sono registrati in Lussemburgo (dal 35,5% del 2008 al 37,5% del 2009) e in Svizzera (dal 29,1% al 30,3%).

L’Organizzazione di Parigi ha diffuso anche i dati relativi alla disoccupazione, che
nel mese di ottobre nell’area Ocse è stata dell’8,6%, lo 0,1% in più rispetto a settembre. In un comunicato si precisa tuttavia che il numero di disoccupati resta vicino ai massimi del dopoguerra, a 45,7 milioni.

Si conferma un quadro divergente nell’andamento del mercato dei lavoro tra i Paesi dell’area. Negli Stati Uniti si viaggia al 9,8% (+0,2% su base mensile), in Canada si scende al 7,6% (-0,3%). A livello di eurozona, il tasso di disoccupazione risulta stabile in Germania (6,7%), in calo in Francia al 9,8% (-0,1%), in aumento in Italia all’8,6% (+0,3%). Il nostro Paese resta comunque al di sotto della media dell’area euro (10,1%) e di quella dell’Unione europea (9,6%), ma al di sopra di quella del G7 (8,2%). I Paesi che presentano i maggiori tassi di disoccupazione sono Spagna al 20,7%, Slovacchia al 14,7% e Irlanda al 14,1%.

Se però si considera solo la fascia di età compresa tra i 15 e i 24, l’Italia diventa penultima tra i Paesi Ocse. Con il 21,7% infatti fa meglio solo dell’Ungheria, ferma al 18,1%, ed è ben al di sotto della media dei Paesi membri, 40,2%. Tra gli occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora solo part time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% sono senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% appartiene al cosiddetto gruppo ‘neet’, che non studiano nè lavorano. (Beh, buona giornta).

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Attualità democrazia

About black bloc.

Rissa tra i senatori in commissione-repubblica.it

Enzo Bianco finisce in infermeria- Rissa agli Affari costituzionali, coinvolti Balboni (PdL) e Enzo Bianco (Pd), costretto a farsi medicare per escoriazioni al labbro e contusioni allo zigomo. Schifani condanna l’episodio, solidarietà dall’UdcROMA – Una polemica conclusa a ceffoni, con finale in infermeria. E’ quanto è accaduto oggi alla riunione congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, finita in rissa tra PdL e Pd. E con il senatore Enzo Bianco, centrosinistra, in infermeria per aver ricevuto due pugni dal senatore Balboni. Che a sua volta lamenta una gomitata al labbro ricevuta da un altro senatore.

Tutto è cominciato quando Bianco ha tolto il microfono a fine riunione al presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli che voleva dichiarare inammissibili alcuni emendamenti. Bianco ha sostenuto che non poteva farlo, essendo terminata la riunione. A questo punto, è intervenuto Franco Mugnai del Pdl, strattonando Bianco che si era impossessato del microfono. Arriva quind Balboni in aiuto di Mugnai, a sua volta spintonato da Bianco. E così si arriva al parapiglia: secondo la versione di alcuni senatori del Pd, è partita l’aggressione con due pugni in faccia da parte di Balboni ai danni di Bianco.

Due diretti che hanno spedito Enzo Bianco nell’infermeria del Senato per farsi medicare alcune escoriazioni al labbro e una contusione allo zigomo. Il senatore, in stato di agitazione, si sarebbe sottoposto anche ad un elettrocardiogramma in via precauzionale. ”E’ sotto choc” riferisce la senatrice Silvia Dalla Monica, che ha accompagnato Bianco dal medico. I tafferugli non sono comunque terminati con l’aggressione a Bianco, continuando davanti all’infermeria tra un folto gruppo di senatori.
Ma il presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli, nega ogni incidente: ”Bianco e’ un provocatore e non ha ricevuto alcun pugno”.

Schifani commenta l’accaduro: “Si tratta di un incidente di percorso, forse vogliono imitare in piccolo quello che succede fuori”. L’episodio è stato definito “gravissimo” dal senatore Giuseppe Lumia, mentre arriva solidarietà a Bianco dal presidente dei senatori Udc, Gianpiero D’Alia, che chiede l’immediato accertamento delle responsabilità di quanto accaduto al Senato. “La Commissione Giustizia – ha detto D’Alia – non può essere trasformata in un ring da picchiatori fascisti”. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Lavoro

Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre che hanno riportato l’Italia in Europa.

Nel giorno in cui la politica ha tradito il Paese, migliaia di ragazzi hanno attraversato la Capitale, si sono scontrati con la Polizia, hanno segnato la distanza con la Politica.

La Capitale, la Politica, la Polizia: gli sconfitti del 14 dicembre 2010 a Roma, ma anche a Milano, a Palermo, a Bari, ovunque in Italia.

Uomini della Guardia di Finanza che a Roma sono stati mandati allo sbaraglio contro i manifestanti, invece che contro gli evasori fiscali: una metafora dell’Italia in metastasi berlusconista. Il nemico era nei Palazzi che dovevate proteggere.

Uomini del Corpo forestale dello Stato, che invece di catturare gli inquinatori, sono stati mandati contro gli inquinati dalla crisi economica è stato un ossimoro della propaganda berlusconista. Il nemico era nelle persone che avevano appena terminato la pantomina della fiducia al governo.

Uomini delle Forze dell’Ordine, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco traditi dal loro ministro di riferimento, mandati allo sbaraglio contro ragazzi e ragazze che urlavano la verità: voi menate noi che vi diciamo che è il governo che ha menato voi. E poliziotti e carabinieri lo sanno, lo sanno chi ha tagliato i fondi alla “sicurezza”.

La Politica ha tradito i cittadini: le sue alchimie, i soldi del patron, la mediocrità umana e politica degli eletti col sistema elettorale tanto caro al CEO ( chef executive officer) del Governo hanno fatto flop. Che il CEO salvi il culo, e a culo tutto il resto.

La Capitale, teatro della protesta degli studenti, dei metalmeccanici, dei terremotati de l’Aquila, delle donne “vulcaniche” di Napoli ha vissuto il fallimento della Politica: chi credeva a una via di uscita artificiale dallo scontro sociale è stato sconfitto.

Chi ha pensato “ghe pensi mì” non ha ancora capito quello che lo aspetta. Fini e Berlusconi sono risultati meno comici dei fratelli De Rege, più grotteschi dei gemelli dei loro rispettivi polsini.
Roma è stata come Atene, come Parigi, come Londra.

Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre hanno riportato l’Italia in Europa.

Berlusconi, Fini, Casini, Bossi, Rutelli, e purtroppo Bersani e Vendola abitano in un altro secolo.

Non capiscono che se la Politica non è in grado di fornire una guarnizione alle tensione sociali, non è Politica. E solo semplicemente, tristemente rendita di posizione di potere.
Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre a Roma hanno rimesso a posto le lancette della Storia.
E’ il momento di sincronizzare gli orologi. Beh, buona giornata.

p.s.: In un bar del centro di Roma, entra verso le 19 una ragazza, che conosce la cassiera e che evidentemente è una commessa di un negozio vicino. Dice la cassiera: ammazza che casino oggi. Dice la commessa: aho, hanno fatto un casino, macchine a fuoco, hanno pure bruciato un mezzo della Guardia di Finanza. Eppoi ‘na banca, l’hanno sporcata di vernice. Pure il bancomat. Dice la cassiera: però non si fa così. Risponde la commessa: chettedevodì, aho, la ggente non ce la fa più.

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democrazia

Berlusconi e la fiducia di Pirro.

(fonte: repubblica.it)

17:04
Torna la calma nel centro della Capitale 143 –
Nel centro di Roma è tornata tranquilla la situazione dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno provocato una vera e propria guerriglia urbana tra via del Corso, piazza del Popolo e piazzale Flaminio. Le forze dell’ordine hanno disperso il blocco più violento del corteo che ormai si è allontanato sparpagliandosi dalle vie del centro storico.

16:58
Il sindaco fischiato a Piazza del Popolo 142 –
Fischi e grida “Vergogna” e “Pezzi di m…” da parte di alcuni manifestanti hanno accolto l’arrivo del sindaco Gianni Alemanno in piazza del Popolo.

16:44
Il primo bilancio dei danni 141 –
Sono sei i mezzi incendiati sui quali sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del comando provinciale di Roma: un blindato della guardia di finanza, un compattatore della nettezza urbana, quattro auto private, mentre sono oltre una quindicina i cassonetti dati alle fiamme. Per quanto riguarda le forze dell’ordine arriva un primo bilancio della guardia di finanza, che registra il blindato incendiato, altri due mezzi danneggiati, un’auto parcheggiata con le insegne della finanza incendiata in piazza della Libertà, e due feriti lievi tra i finanzieri.

16:38
Riprende lentamente la circolazione Piazzale Flaminio 140 –
Sta riprendendo lentamente la circolazione a piazzale Flaminio e lungo il Muro Torto dopo il blocco causato dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. La piazza, piena di cassonetti e cartelloni pubblicitari divelti e disseminata dei resti della guerriglia urbana, e’ ancora presidiata dalle forze dell’ordine che stanno monitorando la situazione. Nel corso del lancio di sampietrini ed oggetti contro la Porta del Popolo e’ stato anche gravemente danneggiato il famoso chiosco che vende libri e souvenir che si trova sotto la Porta del Popolo. Presidiata dalle forze dell’ordine anche piazza del Popolo dove ci sono ancora alcuni manifestanti. Gli incendi di auto e della camionetta della Guardia di finanza che sono stati appiccati durante gli scontri sono stati spenti dai vigili del fuoco che si trovano ancora sul posto.

16:34
Sassaiola contro auto con lampeggianti 139 –
Una fitta sassaiola è stata fatta da un gruppo di teppisti contro un’auto blu che transitava in via Marcantonio Colonna, nel quartiere Prati. Nessun ferito all’interno dell’auto che e’ riuscita a proseguire la marcia. I manifestanti si trovano adesso nella zona del quartiere Prati provenienti da piazzale Flaminio. Lungo il loro cammino hanno incendiato e rovesciato cassonetti dei rifiuti bloccando il traffico.

16:26
Bologna, studenti bloccano traffico sotto le Due Torri 138 –
Si è trasformato in un piccolo corteo il presidio organizzato in piazza Verdi, a Bologna, dal collettivo autonomo studentesco (Cas) in solidarietà con le proteste in corso a Roma e nel resto d’Italia contro il governo. Pochi minuti fa una cinquantina di studenti, che non sono riusciti ad andare a Roma, si sono mossi da piazza Verdi raggiungendo le Due torri e lì stanno effettuando un blocco del traffico. In testa lo striscione: “Que se vayan todos, a suon di libri vi spazzeremo via” (firmato da Cas e “38 occupato”). “Torniamo in piazza a fianco degli studenti in corteo a Roma -si legge sul volantino distribuito- e i ragazzi che hanno occupato l’aeroporto di Palermo, che hanno occupato la Borsa di Milano e i ragazzi di Napoli, Genova, Brescia e Bari…”. Mentre i manifestanti urlano “blocchiamo tutto” il traffico sotto le due Torri è bloccato dalla Polizia municipale.

16:20
Manifestanti in fuga tra i bimbi di scuola 137 –
Caricati dalla polizia in piazzale Flaminio i manifestanti sono fuggiti su di una strada in salita che porta all’interno di villa Borghese trovandosi di fronte ad una scuola elementare francese, lo Chateaubriand, dove, proprio in quel momento mamme e bambini stavano uscendo dall’istituto.

16:19
Dieci persone curate al Fatebenefratelli 136 –
Sono 40 circa i manifestanti medicati finora dagli operatori dell’Ares 118 in seguito agli scontri avvenuti su via del Corso e nelle strade limitrofe. A quanto si apprende, al momento nessuno è stato trasportato in ospedale. Numerose le ambulanze che hanno raggiunto il centro storico della città per soccorrere i feriti.

16:11
Alemanno va a Piazza del Popolo 135 –
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso di recarsi a piazza del Popolo, dove si sono svolti gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti.

16:03
Nessun ricovero, feriti medicati sul posto 134 –
Nessun ferito è stato ricoverato in seguito agli scontri fra i manifestanti in piazza a Roma e le forze dell’ordine, oggetto di un violentissimo lancio di oggetti e sanpietrini. Lo riferisce l’Ares 118 precisando che pochi contusi sono stati medicati direttamente presso le ambulanze presenti nei luoghi dei tafferugli.

16:01
Catania, studenti sciolgono corteo dopo infarto automobilista 133 –
Un automobilista è morto, per infarto al miocardio, mentre attendeva in fila il passaggio del corteo di protesta di circa tremila tra studenti che hanno sfilato per le vie di Catania in segno di protesta contro il governo e il ddl Gelmini. L’episodio è avvenuto nei pressi di piazza dei Martiri della libertà. In segno di solidarietà, sottolinea il Movimento studentesco catanese, i manifestanti hanno immediatamente sciolto il corteo. I manifestanti e i promotori della protesta hanno espresso ”condoglianze e piena vicinanza alla famiglia” della vittima della tragedia” e ”profondamente addolorati per l’immane tragedia” hanno annunciato ”la sospensione di ogni protesta studentesca per i prossimi giorni in segno di lutto”.

15:55
Scontri a Piazzale Flaminio e Muro Torto 132 –
Agenti della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza caricano i manifestanti in piazzale Flaminio, Muro Torto e Villa Borghese

15:53
Scontri, deputati ‘prigionieri’ della Camera 131 –
I deputati dopo il voto alla Camera sulla sfiducia al governo sono rimasti prigionieri nel palazzo. I diversi disordini – tutt’ora in corso – nelle vicinanze di Montecitorio hanno fatto stringere ancora di più il cordone di protezione intorno alla cittadella politica.

15:50
Black block lanciano pietre su passanti 130 –
Un pioggia di pietre dal Pincio su chiunque passi a Piazza del Popolo. Un centinaio di Black blok si sono posizionati sulla celebre terrazza di Villa Borghese, sotto un albero di Natale, e lanciano pietre sotto piazza del Popolo colpendo chiunque: passanti, giornalisti oltre che forze dell’ordine.

15:48
Vigili del fuoco in azione in Piazza del Popolo 129 –
I vigili del fuoco sono in azione con autocisterne e idranti su piazza del Popolo dove, su via del Babuino, una camionetta della Gdf e un’auto in fiamme ostruiscono l’accesso alla strada. All’ingresso della piazza, all’inizio di via del Corso, una barricata artigianale fatta dai manifestanti arde ancora, come pure, in Via Ferdinando di Savoia una vettura dell’Atac.

15:40
Cariche in via di Ripetta 128 –
La polizia sta caricando i manifestanti in via di Ripetta: alcuni rispondono lanciando sampietrini.

15:39
Bloccato Muro Torto 127 –
Muro Torto è completamente bloccato

15:38
Scontri in Piazzale Flaminio 126 –
Proseguono gli scontri tra manifestanti e polizia: i primi sono stati fatti indietreggiare fino a piazzale Flaminio, dove però sono ancora in corso delle cariche delle forze dell’ordine alla quali viene risposto con un lancio di sanpietrini. Prosegue anche il lancio di fumogeni, petardi da parte dei manifestanti e lacrimogeni da parte della polizia e una densissimo fumo avvolge la zone. La polizia ormai è riuscita a ‘riappropriarsi’ di piazza del Popolo, dove si erano asserragliati gli studenti. In via del Corso, nei pressi di piazza del Popolo, continua a bruciare la camionetta della Gdf e sono appena arrivati i vigili del fuoco.

15:37
Scontri si spostano verso il Pincio 125 –
Gli incidenti che ancora proseguono nel centro di Roma sembrano spostarsi nella zona del Pincio dove i manifestanti, caricati dalle forze dell’ordine, si sono spostati. Le forze di polizia hanno, ormai, indossato le maschere anti gas e rispondono agli attacchi con cariche e folto lancio di lacrimogeni

15:36
Barricata in Piazza del Popolo 124 –
I manifestanti hanno costituito una barricata tra piazza del Popolo e via del Corso con traverse di legno e una macchina, a cui hanno poi dato fuoco.

15:34
Ferita una ventina di persone 123 –
Al momento sono circa 20 i feriti soccorsi dal servizio di emergenza del 118 di Roma, negli scontri tra manifestanti e polizia nel centro della capitale. Tra i feriti soccorsi, ci sono sia studenti che rappresentanti delle forze dell’ordine. A riferirlo è il direttore della centrale operativa dell’Ares 118 di Roma, Livio De Angelis.

15:31
In fiamme furgone Finanza, abitanti inveiscono contro manifestanti 122 –
Le fiamme si sono propagate rapidamente a un furgone della Finanza schierato accanto ai veicoli andati in fiamme a piazza del Popolo angolo via del Babuino. Le fiamme sono alte almeno un paio di metri e un denso fumo nero si sta sollevando al centro della strada rendendo l’aria irrespirabile. Alcune persone si sono affacciate dalle finestre dei palazzi lungo la strada per guardare l’accaduto e hanno inveito contro i manifestanti che stanno ora indietreggiando lungo la via.

15:29
Trieste, studenti in corteo 121 –
Un centinaio di studenti sta sfilando per le vie del centro di Trieste, creando qualche disagio al traffico, manifestando contro il Governo. Il corteo, organizzato dall’Unione degli Studenti, punta a ”sfiduciare dalle piazze il Governo Berlusconi che ha ottenuto la fiducia alla Camera e al Senato”. I manifestanti, che intonano slogan e hanno bandiere rosse, sono guardati a vista – senza alcuna situazione di tensione – da Carabinieri e Polizia.

15:27
Torino, studenti lasciano uffici Miur 120 –
Gli studenti hanno lasciato poco fa la sede del Miur di Torino e ora sono diretti in Piazza Castello. Al Miur i giovani hanno appeso lo striscione “se non cade il governo, scateniamo l’inferno” e hanno danneggiato la bandiera tricolore, che era esposta al balcone.

15:26
Finanzieri in tenuta antisommossa verso Piazza del Popolo 119 –
Una squadra di finanzieri, in tenuta antisommossa si sta dirigendo verso Piazza del Popolo dove ci sono ancora gli scontri tra studenti e polizia. Nell’aria l’odore acre dei gas lacrimogeni.

15:25
Palermo, occupata la stazione 118 –
Un migliaio di studenti ha occupato la stazione di Palermo. I ragazzi si sono distesi sui binari e alcuni hanno bloccato la biglietteria. Già questa mattina gli studenti universitari e delle scuole superiori non avevano permesso l’arrivo e la partenza di diversi treni.

15:23
Polizia ferma studenti a Via del Corso 117 –
Quattro studenti universitari sono stati bloccati in via del Corso. Uno di questi riportava una leggera ferita alla testa. Poco dopo la polizia ha fermato altri 5 studenti, tra cui una ragazza leggermente ferita al volto.

15:22
Auto in fiamme a via del Babuino 116 –
Alcune auto in sosta lungo via del Babuino sono state distrutte dai manifestanti che, respinti in piazza del Popolo dalle forze dell’ordine, stavano cercando di passare per la strada parallela. Le forze dell’ordine stanno caricando ora lungo via del Babuino. Un’auto sta anche bruciando parzialmente.

15:21
Montecitorio e Palazzo Chigi blindate 115 –
Piazza Montecitorio e Piazza Colonna, che ospitano rispettivamente la Camera e la sede del Governo, sono blindate per timore che i cortei degli studenti possano arrivare nei pressi della sede delle istituzioni.

15:18
Sacchetti di rifiuti contro Protezione civile 114 –
Alcune decine di manifestanti hanno lanciato dei sacchetti di rifiuti contro la sede della Protezione Civile, a Roma.”I cittadini dell’Aquila e i comitati antidiscarica di Chiaiano, di Napoli, hanno sanzionato così dal basso il comportamenti della Protezione Civile”, ha detto Francesco Caruso, ex ‘disobbediente’ ed ex parlamentare del Prc

15:16
Colpito al volto giornalista Agi 113 –
Un cronista dell’Agi, Paolo Giorgi è rimasto leggermente ferito al volto da un sasso lanciato dai manifestanti. L’episodio è avvenuto poco fa in via del Corso angolo via dei Lombardi

15:15
Assaltata sede Protezione civile 112 –
Un gruppo di manifestanti staccatisi dal corteo in corso per le vie di Roma ha assaltato la sede del dipartimento della Protezione Civile, in via Ulpiano. I manifestanti hanno rotto alcune vetrate e lanciato all’interno uova, fumogeni e bombe carta. Nell’assalto, secondo quanto si apprende al Dipartimento, nessuno sarebbe rimasto ferito.

15:13
Bomba carta contro Ottaviano Del Turco 111 –
Una bomba carta è stata lanciata contro Ottaviano Del Turco, che lasciava il Senato.

15:09
Barricate in fiamme 110 –
Barricate in fiamme in piazza Augusto Imperatore, sampietrini contro la polizia e scontri sempre più violenti. Scoppiano liti anche con il personale del locale Gusto per tavolini distrutti

15:07
Scontri violenti in via del Corso. Fermata decina di studenti 109 –
Violenti scontri su via del Corso Roma tra manifestanti e forze di polizia. Almeno una decina i ragazzi fermati, mentre continua il lancio di oggetti e pietre degli studenti. Cariche anche dei finanzieri dalla vie laterali per respingere i manifestanti. Una ragazza colpita alla testa ha avuto un malore.

15:05
Ferito un manifestante in via del Corso 108 –
Un manifestantè è rimasto ferito negli scontri in via del Corso ed è stato allontanato dagli agenti

15:03
Guerriglia nel centro di Roma 107 –
Proseguono gli scontri lungo il Corso, via Tomacelli, piazza Augusto Imperatore. Molti cassonetti sono stati rovesciati

15:00
Alemanno: “Clima da Anni 70” 106 –
“Già da alcuni giorni avevamo segnali chiari che c’erano gruppi che cercavano incidenti. Abbiamo visto bombe carta ed armi improprie, un apparato che speravamo di non vedere più per le strade di roma dagli anni 70 ed 80”. Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato gli scontri di piazza di oggi tra studenti e polizia.

15:00
Polizia disperde manifestanti a Montecitorio 105 –
La polizia ha disperso i manifestanti a Montecitorio

14:58
Mezzo Ama in fiamme 104 –
Un mezzo Ama ha preso fuoco in piazza Augusto Imperatore

14:57
Fermati due manifestanti 103 –
La polizia sta caricando i manifestanti in largo Goldoni. Due i fermati tra i manifestanti.

14:54
Finanzieri picchiati da Black blok 102 –
Fumogeni, pietre, bastoni usati per assaltare tre blindati della Guardia di Finanza. Un gruppo di Black blok sta assaltando in via del Corso i blindati con dentro i finanzieri che sono accerchiati e vengono picchiati dai teppisti con mazze. Oggetto della furia dei teppisti anche un camioncino dell’Ama, azienda che si occupa della nettezza urbana. Le camionette della Guardia di finanza sono riuscite a sfuggire all’assalto e sono state oggetto del lancio di pietre e bastoni. Contro i mezzi i teppisti hanno scagliato anche cassonetti. In aiuto dei finanzieri sono arrivati polizia e carabinieri che hanno lanciato lacrimogeni. Lungo il percorso i teppisti incendiano cassonetti.

14:51
Scontri in via del Corso e via Tomacelli 101 –
Si fa sempre più pesante la situazione in via del Corso. Scontri e cariche tra manifestanti e forze dell’ordine.

14:48
Cosenza, riaperto svincolo A3 100 –
È stato riaperto lo svincolo di Cosenza nord dell’A3 che era stato chiuso a causa di una manifestazione promossa da un gruppo di studenti dell’Università della Calabria. I manifestanti hanno abbandonato l’area dello svincolo, consentendone cosi’ la riapertura dopo circa mezzora, ma la loro protesta continua. Gli studenti, infatti, stanno sfilando in corteo nel centro di Quattromila di Rende, scandendo slogan di protesta contro il governo ed il Ministro Gelmini. La manifestazione si sta svolgendo tranquillamente, con blocchi temporanei delle strade su cui si sta snodando il corteo. Nel periodo in cui lo svincolo è rimasto bloccato, circa mezz’ora, l’Anas, il cui personale e’ stato presente sul posto, ha disposto un percorso alternativo lungo la strada statale 19.

14:45
Nuovi scontri in via del Corso 99 –
Altri momenti di tensione si stanno vivendo in via del Corso all’altezza di Largo dei Lombardi dove una parte degli studenti si sono staccati dal corteo ed hanno assalito uno schieramento della Guardia di Finanza in questo momento fatto oggetto di lanci di ogni genere. Le camionette, prese letteralmente d’assalto, stanno indietreggiando.

14:43
Corteo in Piazza del Popolo. ‘Di corsa’ verso Montecitorio 98 –
Il corteo è arrivato in Piazza del Popolo.Un gruppetto di manifestanti ha ‘preso la rincorsa’ e, armato di sedie, transenne, pietre e bottiglie, sta correndo verso via del Corso, evidentemente con l’intenzione di raggiungere Montecitorio.

14:41
Passa corteo, bimbi scuola elementare gridano: “Abbasso la Gelmini” 97 –
”Abbasso la Gelmini”. Così un gruppo di alunni della scuola elementare Alberto Cadlolo ha urlato dalle finestre al passaggio dei manifestanti sul Lungotevere. I bambini, circa trenta, si sono affacciati dalle finestre salutando i manifestanti. Qualcuno ha commentato: ”sembra la scena di ‘The Wall’ dei Pink Floyd”.

14:37
Roma, auto in fiamme sul Lungotevere 96 –
Una Mercedes S3 nera è stata data alle fiamme Lungotevere, all’altezza di via Tomacelli

14:32
Torino, studenti occupano sede Miur 95 –
Gli studenti torinesi che, da questa mattina stanno percorrendo in corteo il centro cittadino ed hanno occupato anche per più di mezz’ora i binari della stazione di Torino Porta Nuova, sono entrati poco fa nella sede del Miur. I giovani hanno, quindi, esposto lo striscione, che questa mattina apriva il corteo: ”Se non cade il governo scateniamo l’inferno”.

14:28
Corteo all’Ara Pacis 94 –
Il lungo corteo di manifestanti che circa un’ora fa si è fronteggiato con le forze dell’ordine ha percorso tutto il Lungotevere di Tor di Nona, fino ad arrivare davanti al monumento dell’Ara Pacis. Durante il tragitto da corso Vittorio Emanuele gli studenti, ancora armati di scudi e caschi, hanno fatto ‘rifornimento’ di materiale da battaglia. Dunque sono stati svuotati dei cassonetti, dei camion con materiale da costruzione parcheggiati lungo la strada. I manifestanti hanno poi gettato numerosi petardi al di là del parapetto del fiume.

14:25
Manifestanti con mazze di ferro sul Lungotevere 93 –
Alcuni manifestanti, apparentemente Black-block vestiti tutti di nero dalla testa ai piedi, si sono armati sul Lungotevere con mazze di ferro prese da un furgoncino e altri oggetti prelevati dai cassonetti dell’immondizia. Il corteo intanto sta sfilando sul Lungotevere nei pressi dell’Ara Pacis e la strada è chiusa al traffico

14:13
Palermo, studenti occupano anche metropolitana 92 –
Gli studenti di Palermo hanno occupato anche i binari della metropolitana dell’aeroporto di Palermo per protestare contro Trenitalia che impedisce la partenza dei manifestanti protagonisti del blocco del “Falcone-Borsellino”. Per dare loro manforte, un migliaio di colleghi sta occupando i binari della stazione centrale e della biglietteria del capoluogo. Insomma, resta alto il livello della mobilitazione che ha visto pure il blocco degli accessi del porto e delle principali strade cittadine.

14:10
Roma, corteo sul Lungotevere 91 –
Il corteo di Roma è adesso a Lungotevere. Lasciato Corso Vittorio Emanuele, con negozi chiusi e distrutti, i manifestanti hanno infatti imboccato il Lungotevere, occupando tutta la strada. Si va avanti al grido di “Blocchiamo la città” e “venduti, venduti” nei confronti di coloro che hanno votato la fiducia al governo Berlusconi. Chiaramente tutti intorno è il delirio per quanto riguarda il traffico e la circolazione.

14:06
Roma, danneggiate vetrine Deutsche Bank 90 –
Le vetrine dell’istituto di credito Deutsche Bank di corso Vittorio Emanuele II, a Roma, sono state danneggiate dal lancio di sassi e sampietrini di alcuni manifestanti. Sulle vetrine della banca sono state scritte frasi con le bombolette spray con il simbolo della A di anarchia.

14:03
Cosenza, corteo blocca svincolo A3 89 –
Lo svincolo di Cosenza nord dell’ autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria è chiuso a causa di una manifestazione promossa da un gruppo di studenti dell’ Università della Calabria contro la riforma degli atenei promossa dal Ministro Gelmini. Gli studenti hanno raggiunto lo svincolo dell’autostrada, provocandone il blocco, dopo avere tenuto un’assemblea nell’Aula magna dell’Università, che è da tempo occupata.

14:01
Milano, uova contro sede Pdl 88 –
Un gruppo di studenti ha lanciato uova stamani contro le finestre della sede milanese del Pdl in viale monza. Un gesto che, secondo il coordinatore lombardo Guido Podestà, “va iscritto nel cerchio dei reiterati gesti di violenza di coloro che non vogliono percorrere la strada del dialogo civile per uscire da un clima reso artatamente avvelenato”.

14:00
Siena, striscione contro Gelmini sulla Torre del Mangia 87 –
Uno striscione con la scritta ”Sì alla scuola, no alla guerra” di protesta nei confronti della riforma Gelmini è stato esposto per circa dieci minuti questa mattina dalla sommità della Torre del Mangia, in piazza del Campo a Siena. La Torre è stata chiusa ai turisti per qualche minuto e gli autori del gesto sono stati identificati dalla Polizia Municipale: sono due ragazzi di Siena, uno studente universitario e uno delle scuole superiori. Ad attenderli sotto la Torre, in Piazza del Campo, c’era un gruppo di una cinquantina di studenti dell’universita’ e delle scuole.

13:58
Centro di Roma sotto assedio 86 –
Centro sotto assedio a Roma. Esplodono bombe carta su corso Vittorio Emanuele ma sono le frange estreme a lanciarle. Gli studenti gridano “scemi”. Intanto i negozi stanno tutti chiudendo. Alcuni con i clienti dentro. Le vetrine di diverse banche sono state prese d’assalto. “Ma facendo così è solo peggio. Basta”, gridano in moltissimi.

13:57
Scontri a Roma, fermati alcuni manifestanti 85 –
Alcuni manifestanti a Roma, a quanto si apprende, sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine a Corso Rinascimento, a un passo dal Senato, dove per lunghi minuti si è vissuta una vera e propria guerriglia urbana con lancio di oggetti e vernice contro Palazzo Madama. I giovani sarebbero stati bloccati e portati via dalla polizia all’inizio degli scontri. Nel frattempo il grande corteo si è rimesso in moto verso il Lungotevere per raggiungere piazza del Popolo

13:55
Roma, danneggiate vetrine delle banche in corso Vittorio Emanuele 84 –
Dopo avere avuto la notizia della fiducia incassata anche alla Camera dal governo Berlusconi, i manifestanti hanno iniziato a sfogare la loro rabbia contro gli istituti di credito lungo corso Vittorio Emanuele e nelle vicinanze. Bottiglie di vernice e sanpietrini sono stati lanciati contro filiali di Unicredit e Intesa Sanpaolo, ma non solo. Vetri rotti e tanta paura per chi c’era dentro.

13:52
Savona, occupata fortezza del Priamar 83 –
A Savona un corteo composto da un migliaio di studenti ha occupato pacificamente la storica fortezza del Priamar per protestare contro la riforma dell’Istruzione nel giorno della fiducia al Governo, appena incassata da Berlusconi. Gli studenti, appartenenti alle scuole medie e superiori del capoluogo e della provincia, si sono radunati intorno alle 10 in piazza Sisto IV per poi raggiungere l’antica fortezza, sulle cui mura è stato srotolato un grande striscione con scritto “Savona risponde”.

13:50
Studenti esultano a falsa notizia sfiducia 82 –
Cori di gioia, fumogeni accesi e balli. Tra i manifestanti in piazza tra corso Vittorio Emanuele e corso Rinascimento, a Roma, si era sparsa la notizia della sfiducia alla Camera al governo Berlusconi. Notizia falsa. Perché invece, con 314 voti contro 311, il premier ha ricevuto la fiducia. Incassata prima anche al Senato. Quando ai ragazzi è arrivata la ‘correzione’, i cori di gioia si sono trasformati in urla: “Vergogna, vergogna” e “Tutti a Montecitiorio”.

13:44
Scontri vicino alla Camera 81 –
Scontri vicino alla Camera dove alcuni manifestanti hanno esploso tre bombe carta in via degli Uffici del Vicario. Le forze dell’ordine hanno tentato di respingere un gruppo di manifestanti che avevano lanciato vernice ed uova

13:42
Vetrine spaccate in Corso Vittorio Emanuele 80 –
Vetrine spaccate su Corso Vittorio Emanuele a Roma da uno spezzone del corteo composto dai giovani dei Centri sociali. I più indossano caschi o cappucci e hanno il volto coperto. Alcuni di loro si sono staccati dal corteo e hanno spaccato alcune vetrine. In disaccordo gli studenti medi e universitari, tanto che alcuni di loro sono entrati a chiedere scusa ai negozianti.

13:41
Il gruppo “Uniti per la crisi” sta raggiungendo Montecitorio 79 –
Il gruppo “Uniti per la crisi” sta raggiungendo Montecitorio

13:39
Gruppo manifestanti arriva davanti alla Camera 78 –
Un gruppo di manifestanti è riuscito ad arrivare davanti alla Camera dove è in corso il voto di fiducia al governo Berlusconi. Davanti alla Camera ci sono due sbarramenti delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa e gli studenti stanno lanciando diversi forti petardi, uova e altri oggetti contro la polizia.

13:36
Fermato ragazzo con lo scudo 77 –
Il grosso del corteo si sta intanto muovendo su Corso Vittorio Emanuele e continuano a esplodere petardi. Dopo la carica a Corso Rinascimento un ragazzo con lo scudo sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine. Sulla via adesso i manifestanti sono a 100 metri di distanza dagli agenti, che con un cordone si sono schierati davanti alle camionette poste a bloccare le vie d’accesso ai palazzi del potere.

13:35
Manifestanti a volto coperto verso Montecitorio 76 –
Sono circa 70 i manifestanti che hanno abbandonato il corteo in corso Vittorio e, incappucciati e con caschi si stanno dirigendo velocemente verso il Parlamento dopo essere riusciti ad entrare in via di Torre Argentina non presidiata dalle forze dell’ordine. Al momento sono nei pressi del Pantheon. “Berlusconi pezzo di m…” urlano mentre si dirigono verso il parlamento.

13:32
Chiusi tutti ingressi a Senato 75 –
Tutti gli ingressi del Senato sono chiusi per decisione dei responsabili della sicurezza di Palazzo Madama, i funzionari impediscono a chiunque di uscire e filtrano gli ingressi nell’edificio. Questa decisione è stata presa in seguito all’inasprirsi del confronto tra i manifestanti che protestano contro il governo e contro la riforma dell’università e le forze dell’ordine, con l’esplosione di alcuni grossi petardi in corso Rinascimento.

13:31
Corteo lungo corso Vittorio verso Lungotevere 74 –
Il coreo si è ricomposto e, dopo aver lasciato corso Rinascimento, sta percorrendo corso Vittorio verso il Lungotevere.

13:30
Pale e mattonelle contro blindati 73 –
Cariche della polizia vicino al Senato quando i manifestanti hanno tentato di assaltare alcuni blindati armati di pale e mattonelle, prese da un camioncino. Il furgoncino pieno di picconi, martelli e mattoni è parcheggiato a corso Rinascimento

13:28
Studenti lanciano sedie e tavoli 72 –
In corso Rinascimento a Roma gli studenti stanno lanciando petardi, sedie e tavoli presi dai bar del posto contro le forze di polizia schierate con le camionette, che rispondono con i lacrimogeni per farli indietreggiare.

13:27
Cariche della polizia 71 –
Le forze di polizia hanno caricato gli studenti e i centri sociali a Corso Rinascimento, a un passo dal Senato. Non c’é stato scontro fisco, i giovani sono stati al momento dispersi.

13:23
Palermo, assediata la sede dell’Ars 70 –
Dopo i blocchi all’aeroporto, alla stazione centrale e al porto un corteo non autorizzato di oltre 30 mila studenti si è diretto al palazzo dell’Ars assediandolo completamente in attesa della votazione della fiducia alla

13:23
Guerriglia urbana nel centro di Roma 69 –
Scene di guerriglia urbana a Corso Rinascimento dove la strada è invasa dal fumo di bombe carta e petardi e lacrimogeni. Le forze dell’ordine hanno accennato una carica provocando il fuggi-fuggi dei manifestanti che dopo alcuni istanti si sono ricompattati.

13:21
Lancio di lacrimogeni, manifestanti arretrano 68 –
Le forze dell’ordine hanno reagito al lancio di oggetti e bombe carta, esplodendo lacrimogeni. I manifestanti arretrano

13:19
Bombe carta contro Palazzo Madama 67 –
Petardi, bombe carta, vernice colorata e fumogeni contro Palazzo Madama. Il corteo degli studenti sta avanzando gettando petardi e vernice contro la sede del Senato protetta dai blindati.

13:18
Lancio di bombe carta e bottiglie in via Rinascimento 66 –
Lancio di bombe carta e fumogeni contro le camionette della polizia schierate su corso Rinascimento. I manifestanti stanno lanciando anche oggetti come martelli e bastoni.

13:16
Milano, tensione a piazza Fontana 65 –
Tensione tra piazza Fontana e via Larga a Milano. Un gruppo di manifestanti dei centri sociali, in una cinquantina, dopo aver raggiunto la manifestazione ha lanciato uova e qualche sasso contro le forze dell’ordine. Studenti e forze dell’ordine si sono fronteggiati a distanza senza nessun contatto. I giovani hanno anche provato ad avanzare “armati” di palloncini pieni di vernice. La situazione è poi tornata tranquilla. Il grosso del corteo procede invece in via Palestro.

13:15
Lancio di letame vicino a Palazzo Grazioli 64 –
Un gruppo di manifestanti con il volto coperto da passamontagna e caschi ha lanciato alcuni sacchetti di letame e poi fumogeni e bombe carta in via degli Astalli, una strada dietro palazzo Grazioli. Il gruppo di manifestanti ha poi preso di mira alcune camionette dei carabinieri con calci e bastoni.

13:13
Corteo devia in Corso Rinascimento 63 –
Il corteo ha girato in corso Rinascimento dove si trova il Senato. Alla testa del corteo i giovani stanno avanzando velocemente e c’è una grande tensione.

13:09
Roma, lacrimogeni esplosi dai blindati 62 –
Dai due blindati dei carabinieri assaltati in via degli Astalli sono stati esplosi dei lacrimogeni per difendersi dall’assalto dei manifestanti. Mentre alcuni dei manifestanti assalivano i blindati alcuni dei ragazzi presenti al corteo urlavano “basta”.

13:07
Corteo vicino al Senato 61 –
Migliaia di manifestanti sono entrati in piazza di Sant’Andrea della Valle – vicino al Senato – con indosso i caschi

13:03
In testa al corteo manifestanti con i caschi 60 –
In testa al corteo, ora in Corso Vittorio Emanuele, ci sono manifestanti con libri-scudo e caschi.

13:02
Negozianti abbassano saracinesche 59 –
Al passaggio del corteo, i negozianti abbassano le saracinesche

13:01
Manifestanti cercano di allontanare Black blok 58 –
Tensione tra i manifestanti. Dal corteo a più riprese si sono staccati gruppetti di ragazzi col volto travisato da sciarpe nere e cappuccio nero della felpa che hanno lanciato bottiglie e petardi contro i blindati. Gli studenti hanno cercato di bloccare i Black Blok, li hanno inseguiti e allontanati.

12:57
Corteo verso Corso Vittorio Emanuele 57 –
I manifestanti proseguono la marcia verso Corso Vittorio Emanuele. Il varco di via di Torre Argentina è libero, ma il corteo non entra in centro

12:55
Studenti tentano assalto a carabiniere 56 –
Un carabiniere che tentava di coprire un varco verso Palazzo Grazioli è stato preso di mira da un gruppo di manifestanti che hanno tentato di colpirlo con delle mazze. A più riprese un gruppo di una ventina di manifestanti ha tentato di colpirlo poi gli hanno lanciato contro bottiglie di vetro e uova. Il militare si è difeso con lo scudo, ma non ha reagito.

12:53
Torino, studenti tolgo blocco a Porta Nuova 55 –
È durata una quarantina di minuti circa l’occupazione dei binari della stazione di Porta Nuova da parte degli studenti torinesi. I ragazzi stanno nuovamente formando il corteo e, uscendo dalla stazione, probabilmente proseguiranno nuovamente verso il centro della città, o in piazza Carignano, per unirsi al presidio dei ricercatori dell’università, o in piazza Castello, dove c’è la sede della Regione Piemonte.

12:51
Manifestante ferito al volto 54 –
Un manifestante, che si trovava vicino ai mezzi blindati bersaglio di lancio di oggetti è rimasto ferito al volto e perde copiosamente sangue. Il ragazzo è stato portato via a braccio da due manifestanti.

12:49
Roma, tensione in via del Plebiscito 53 –
Urla, fischi, lancio di petardi. Si stanno vivendo attimi di tensione a Roma in via delle Botteghe Oscure, parallela a via del Plebiscito, residenza del premier Silvio Berlusconi, di fatto blindata dalle forze dell’ordine. Gli studenti e i movimenti che stanno marciando non hanno, per ora, tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine, mentre le saracinesche di alcuni negozi si stanno chiudendo e, da una finestra di un ufficio di Piazza Venezia, non sono mancati applausi per i manifestanti.

12:47
Fumogeni e petardi su blindati vicino a palazzo Grazioli 52 –
Alcuni fumogeni e petardi sono stati lanciati contro alcuni blindati dei carabinieri in via Astalli, la strada che porta a palazzo Grazioli. I manifestanti, che hanno indossato caschi, stanno lanciando anche bastoni e sampietrini e bottigliette acqua

12:45
Roma, bandiera rossa su statua Giulio Cesare 51 –
La bandiera rossa con tanto di falce e martello in mano al Giulio Cesare: i manifestanti hanno voluto coinvolgere la statua del generale romano in via dei Fori Imperiali nella loro protesta e hanno poggiato sulla mano una bandiera rossa. In via Cavour, al corteo degli studenti, si sono uniti anche gli universitari di ingegneria e alcuni cittadini, solidarizzando con i manifestanti, hanno esposto alcuni cartelli improvvisati con carta e penna

12:42
Bologna, corteo dalle 15:30 50 –
“Scendiamo in piazza per un’altra giornata di mobilitazione di tutte le realtà studentesche delle scuole superiori- spiega il Cas – in solidarietà con i cortei che si stanno svolgendo a Roma e in tutta Italia”. Sono molte, spiegano gli studenti, le persone che da Bologna non sono riuscite a raggiungere Roma perché non sono riuscite a trovare un posto sugli autobus organizzati da collettivi e centri sociali.

12:41
Roma, corteo sotto scalinata Campidoglio 49 –
Il corteo degli studenti partito da Piramide è giunto a una cinquantina di metri dalla scalinata del Campidoglio presidiata da una trentina di agenti di polizia e guardia di finanza in assetto antisommossa. La manifestazione fino a questo momento si è svolta pacificamente, all’angolo tra via Mormorata e Lungotevere è stato fatto scoppiare un grosso petardo. Slogan contro Berlusconi e Gelmini ma anche Pd e Rifondazione da parte dello spezzone degli “studenti autorganizzati” che si trovano in testa al corteo. mentre il corteo degli studenti che passa davanti agli agenti schierati stanno gridando “buu” a loro indirizzo.

12:40
Milano, corteo diviso in due 48 –
Il corteo degli studenti di Milano, arrivato all’altezza di piazza Fontana, si è diviso in due tronconi: mentre una parte confluiva nella piazza come previsto all’organizzazione, un’altra parte ha deciso di proseguire la marcia per raggiungere i giardini di via Palestro. Il cambio di tragitto sarebbe stato concordato in corso d’opera con la questura. Gli studenti infatti vorrebbero proseguire con la manifestazione fino all’arrivo della notizia sull’esito del voto di fiducia del governo alla Camera

12:37
Proteste e cortei anche a Venezia, Vicenza e Padova 47 –
Ennesima protesta, con salita sul Ponte di Rialto, oggi a Venezia contro la riforma della scuola. Iniziative di protesta anche a Vicenza e Padova. Nel centro storico lagunare corteo, in corteo dalla stazione ferroviaria fino a Rialto sono sfilati, secondo fonti della Rete degli studenti, circa 1.500 giovani che hanno gridato slogan e mostrato striscioni. Oltre a protestare contro la riforma Gelmini, gli studenti hanno attaccato il Governo e nel giorno del voto in Parlamento all’esecutivo hanno chiesto la sfiducia. Su uno degli striscioni era scritto: “la nostra fiducia non l’avete”. La manifestazione – secondo fonti della Questura – si è svolta senza problemi. A Vicenza sono scesi in piazza in 3.000 con assemblea finale nel cortile di una scuola. Gli studenti hanno aperto il loro corteo con uno striscione riferito al governo Berlusconi con la scritta “Loro cadono noi ci alziamo” e “Maria Stella cadente”, quest’ultimo riferito alla Gelmini. A Padova circa 300 studenti hanno ‘occupato’ le piazze del contro città, al grido “Noi la crisi non la paghiamo”

12:34
Roma, petardi ai Fori Imperiali 46 –
Al passaggio del corteo a Roma contro il Governo, all’altezza dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti hanno lanciato dei petardi che sono finiti all’interno dei Mercati Traianei e nei Fori. I manifestanti hanno anche acceso fumogeni e intonato cori contro il Governo.

12:32
Genova, occupato varco portuale 45 –
A Genova gli studenti hanno occupato il varco portuale di Ponte Etiopia al porto di Sampierdarena e viale Canepa. Gli studenti hanno steso lo striscione ‘studenti e lavoratori uniti verso lo sciopero generale’ e hanno letto al megafono l’articolo 9 della Costituzione e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

12:30
Roma blindata attende manifestanti 44 –
Decine di camionette blindate che bloccano ogni accesso al centro storico, forze dell’ordine in assetto antisommossa con caschi e scudi protettivi, polizia municipale che fa sgombrare i passanti dalle vie principali intorno la camera e il senato. È una Roma blindata quella che si prepara ad accogliere il corteo di studenti, centri sociali, sindacati e associazioni contro la crisi che sta per arrivare a piazza venezia. Tanto blindata che un’anziana cittadina, memore di altri tempi, passeggiando in via del corso, esclama esterrefatta: “mi sembra l’occupazione nazista”.

12:25
Roma, silenzio irreale a Piazza Venezia 43 –
Ora a Roma sta sfilando un solo mega corteo. Quello partito dalla fermata metro del Colosseo (al quale partecipano, tra gli altri, Fiom Cgil, Centri sociali, aquilani, No Dal Molin…) si è unito a quello degli studenti universitari partito da piazzale Aldo Moro, all’incrocio tra via Cavour e via dei Fori Imperiali, ma anche ad altri sparsi che c’erano in città. “Siamo piu’ di 10.000 mila”, dicono. La testa del corteo è arrivata all’altezza del Campidoglio e procede verso piazza Venezia. I primi blindati della Polizia sono vicinissimi. Su tutta la piazza c’è una calma irreale. Si sente solo il rumore degli elicotteri.

12:24
Catania, in tremila in corteo 42 –
Oltre tremila tra studenti e ricercatori, secondo una stima della questura, hanno sfilato per le vie di Catania in segno di protesta contro il governo e il ddl Gelmini. Il corteo è partito da piazza Roma per dirigersi verso piazza Università, creando notevoli disagi al traffico.

12:18
Roma, gente affacciata alla finestra: “Siamo con voi” 41 –
Al passaggio del corteo in via Cavour due signore si sono affacciate alla finestra di un palazzo e hanno esposto un foglio con scritto “Siamo con voi”. Il corteo le ha accolte con un lungo applauso.

12:17
Palermo, ancora bloccati i binari della stazione 40 –
Sono ancora bloccati i treni in partenza e in arrivo a Palermo. Un gruppo di circa duecento studenti si è sdraiato sui primi quattro binari della stazione.

12:15
Bari, tre studenti portati in questura 39 –
Tre studenti che hanno tentato di occupare i binari di un passaggio a livello alla periferia di Bari sono stati bloccati dalla polizia e condotti in questura per accertamenti. Lo confermato fonti della polizia di Stato. Gli studenti bloccati sono tra i circa mille che stamani partecipano a due cortei (che si sono congiunti poco fa nel centro cittadino) a cui prendono parte iscritti all’università e alle scuole superiori di Bari.

12:13
Roma, un fiume di folla in via Cavour e via dei Fori Imperiali 38 –
Via Cavour e Via dei Fori Imperiali, a Roma, sono invase da un fiume di manifestanti in marcia verso Montecitorio

12:09
Roma, si sono riuniti i due cordoni di cortei 37 –
Si sono uniti i due cortei, quello degli studenti proveniente da via Cavour e quello partito dal Colosseo. i due cordoni della manifestazione si sono incrociati su via dei Fori Imperiali all’altezza di largo Corrado Ricci.

12:06
Trento, fontana coperta di nylon 36 –
Blitz questa mattina a Trento da parte di un gruppo di giovani che ha coperto con un telone di nylon di colore nero la fontana di piazza Venezia. L’azione non è stata rivendicata. Del fatto è stata informata la Digos. Nella piazza si trova la facoltà di Lettere e Filosofia. Alla fine di novembre era stata occupata la facoltà di Sociologia su iniziativa del movimento Trento Anomala e del Centro sociale Bruno per protestare contro la legge Gelmini.

12:05
Palermo, fermati in aeroporto due studenti 35 –
Nel corso dell’irruzione sulla pista dell’aereoporto di Palermo, due studenti sono stati fermati dalle forze dell’ordine e subito dopo rilasciati.

11:57
Napoli, ricercatori occupano rettorato 34 –
Un gruppo di ricercatori e docenti universitari ha occupato il Rettorato dell’ Università Federico II, in via Mezzocannone. Negli uffici occupati è presente il Rettore Massimo Marrelli.

11:55
Palermo, studenti accompagnati fuori aeroporto 33 –
La polizia sta accompagnando fuori dall’aeroporto gli studenti che erano riusciti a penetrare nel campo di volo dello scalo palermitano Falcone-Borsellino, portandosi – secondo quanto affermano i manifestanti – fino a una delle piste e che erano stati poi ricondotti dalle forze dell’ordine nell’area di parcheggio degli aeromobili. Gli studenti erano riusciti ad antrare attraverso una porta scorrevole posta nella zona degli arrivi, e controllata dall’interno con fotocellule, che si era aperta quando un passeggero era uscito. I ragazzi sono poi riusciti a forzare i controlli della Guardia di finanza ed arrivare fin sulla pista. In quel momento, spiega la Gesap, la società che gestisce i servizi dello scalo, non c’erano aerei né al decollo né in arrivo.

11:50
Roma, partito il corteo dal Colosseo 32 –
Dietro lo striscione rosso con la scritta gialla “Uniti contro la crisi” è partito il corteo dei manifestanti. A guidare le centinaia di persone della Fiom, Rifondazione – Comunisti Italiani e Sinistra Critica, dei centri sociali di Roma, di Action, i terremotati aquilani e gli studenti, c’e la musica diffusa dalle casse di una camionetta; tra i cartelli portati, molti contro Berlusconi ed il Governo: “Se no cadete da soli – si legge su di uno – saremo noi la vostra buccia di banana”. Alcuni dei manifestanti, alla partenza del corteo, hanno acceso dei fumogeni rossi. Il corteo si fermerà su Via dei Fori Imperiali, all’altezza di via Cavour, per aspettare gli studenti universitari partiti dalla Sapienza

11:48
Roma, traffico bloccato sul Lungotevere 31 –
Il corteo degli studenti medi e Roma 3 è arrivato sul Lungotevere. Traffico bloccato in via Marmorata e lungotevere in direzione centro da Testaccio al centro storico

11:45
Palermo, chiusi gli accessi al porto 30 –
Mentre un gruppo di studenti sta bloccando l’aeroporto di Palermo, un altro lunghissimo corteo, formato da circa diecimila ragazzi, sta bloccando il traffico nel sottopassaggio che congiunge la zona della Cala con il porto di Palermo. Gli studenti, che hanno già occupato la stazione ferroviaria, sembrano intenzionati ad entrare anche al porto, dove sono stati chiusi i cancelli d’accesso. Tantissimi gli striscioni e i cori contro il governo Berlusconi e il ministro Gelmini.

11:44
Cagliari, petardi contro sede Consiglio regionale 29 –
Petardi e fumogeni sono stati fatti esplodere di fronte al Consiglio regionale della Sardegna, in via Roma, a Cagliari, dove si è fermato il corteo degli studenti che protestano contro il ddl Gelmini. Forze dell’ordine presidiano il palazzo.

11:41
Genova, occupato rettorato 28 –
Dalle 9 di questa mattina i ricercatori e dipendenti dell’Ateneo genovese, sempre per protestare contro il disegno di legge al vaglio del parlamento, stanno dando vita ad una occupazione simbolica del rettorato di via Balbi. La manifestazione è stata indetta dai sindacati confederali e dalla Rete 29 Aprile.

11:40
Torino, uova e fumogeni contro sede Pdl 27 –
Gli studenti che da questa mattina in corteo stanno sfilando per le vie del centro di Torino per protestare contro il governo e la riforma della scuola hanno raggiunto poco fa la sede del Pdl piemontese. I manifestanti hanno lanciato uova e fumogeni contro il palazzo che è presidiato dalle forze dell’ordine.

11:38
Palermo, nessun ritardo all’aeroporto 26 –
Il gruppo di ragazzi che ha occupato l’aeroporto di Palermo in questo momento è contenuto dalle forze dell’ordine in una parte del piazzale di parcheggio degli aeromobili. Secondo la Gesap, la società che gestisce l’aeroporto, il traffico non è intaccato e l’aeroporto funziona a pieno regime. La Polaria sta effettuando accertamenti per stabilire come gli studenti abbiano potuto eludere i controlli.

11:37
Roma, gli organizzatori: “Siamo 100 mila” 25 –
“Siamo in 100mila”. A dirlo gli organizzatori del corteo degli studenti universitari partito da piazzale Aldo Moro e diretto al centro storico. La testa del corteo ha raggiunto via Cavour passando davanti alla stazione Termini dove gli studenti hanno acceso qualche fumogeno. La strada è chiusa al traffico per consentire il passaggio del corteo.

11:31
Roma, gli striscioni al Colosseo 24 –
“Uniti contro la crisi”.È questo lo striscione che apre il corteo del Colosseo. E poi “Macerie di democrazia – L’Aquila chiama Italia” e quello dei Movimenti antirazzisti (centri sociali): “Siamo tutti sulla gru”.

11:28
Roma, migliaia in corteo 23 –
Solo il corteo universitario a Roma è composto da più di 20 mila persone, Tre file di book block, tantissime le bandiere greche e di antifascisti tedeschi. C’è tutta laTor Vergata, alcune scuole superiori. E ancora studenti da Milano, Bologna, Urbino, Benevento e Lecce.

11:19
Roma, negozi vuoti in centro. Commercianti: “Non ne possiamo più” 22 –
”Questa mattina c’è il deserto. Non si vede un cliente e non ne possiamo piu”’. Ripetono tutti le stesse frasi, i commercianti del centro storico di Roma, oggi diventato ‘zona rossa’ , a causa dei diversi cortei di protesta in programma nella capitale. Da Campo de’ Fiori a piazza Navona, in ‘zona Senato’, i commercianti, pur riconoscendo il diritto di manifestare, chiedono di non essere penalizzati.

11:17
Palermo, studenti bloccano aeroporto 21 –
Oltre 500 studenti medi ed universitari stanno bloccando l’aereoporto Falcone-Borsellino di Palermo. Gli studenti, arrivati con la linea metropolitana, sono riusciti ad accedere all’aereoporto eludendone i controlli e attraverso la sala degli arrivi sono arrivati alla pista. Gli studenti espongono uno striscione con su scritto ”Blocchiamo tutto, que se vayan todos”.

11:14
Roma, intensificata sicurezza intorno a Montecitorio 20 –
Si è intensificata la sicurezza attorno all’area di Montecitorio. Alcuni vicoli che portano alla piazza sono stati sbarrati con blindati. Altri sono presidiati dalle forze dell’ordine. Le misure di sicurezza comunque seguiranno un criterio di flessibilità a seconda delle esigenze. Centinaia di agenti e carabinieri, molti in borghese, presidiano la zona. Ancora aperta via del Corso. Da pochi minuti un blindato della polizia con gli idranti sul tetto è stato schierato in piazza San Silvestro.

11:13
Bari, due cortei bloccano il traffico 19 –
Sono due i cortei studenteschi che dalle 10 di questa mattina a Bari stanno tenendo in scacco il traffico e le forze dell’ordine in una manifestazione contro il decreto Gelmini. Uno dei cortei è partito dalla facoltà di Scienze politiche occupata, con l’adesione degli studenti medi delle scuole del centro cittadino e in circa un migliaio si muove lentamente nella zona della stazione Centrale. L’altro corteo si è mosso dalla zona del Politecnico e di ingegneria occupata da diversi giorni e si dirige anch’esso verso il centro della città. Imponente dello schieramento della forze dell’ordine con l’uso di elicotteri, mentre i vigili urbani provano a gestire la difficile situazione del traffico. Ancora fino a ieri diversi licei cittadini risultavano in occupazione o assemblea permanente mentre gli universitari e i ricercatori della facoltà scientifiche a umanistiche hanno tenuto lezioni all’aperto nelle piazze del centro storico del capoluogo pugliese.

11:10
Roma, partito corteo da Piazzale dei Partigiani 18 –
È partito da Piazzale dei Partigiani il corteo degli studenti medi. Molti i ragazzi presenti. Il percorso prevede il passaggio per via Marmorata, lungotevere, piazza Bocca della Verità fino a piazza Venezia dove è prevista l confluenza con gli altri cortei in programma oggi. Tanti gli striscioni, tra i quali uno recita “Fiducia sì ma nella Costituzione”, e gli slogan come “Tutti insieme famo paura”. Discreta la sorveglianza delle forze dell’ordine.

11:06
Iniziata chiusura strade intorno a Montecitorio 17 –
Le forze dell’ordine stanno niziando le chiusure delle strade in zona Montecitorio, il passaggio è consentito a piedi. Al corteo sono attesi studenti da tutta Italia.

11:04
Napoli, corteo senza disordini 16 –
Anche a Napoli corteo degli studenti contro il ddl Gelmini. A scendere in piazza nel capoluogo partenopeo gli aderenti all’Uds, mentre gli universitari del movimento studentesco napoletano sono partiti, questa mattina presto, a bordo di 24 autobus alla volta di Roma. Gli organizzatori, proprio ieri, avevano sottolineato come avessero preferito una presenza maggiore nella Capitale, per dare peso alla protesta, e non manifestare in città. Il concentramento della manifestazione di Napoli è avvenuto alle 9.30 In piazza mancini, nei pressi della stazione Centrale. I ragazzi, dopo aver attraversato Corso Umberto e via Medina, si sono diretti in Piazza del Plebiscito dove è prevista la fine della protesta. Lungo il percorso non si sono registrati tensioni né incidenti con le forze dell’ordine.

11:02
Roma, traffico in tilt vicino a Stazione Termini 15 –
Il corteo di studenti partito intorno alle 10.40 da Piazzale Aldo Moro, a Roma, si sta dirigendo alla volta di Piazza della Repubblica, dove dovrebbe congiungersi con centinaia di studenti medi e liceali che sfileranno insieme agli universitari alla volta del centro storico della Capitale. Poco prima delle 11 il lungo serpentone di ragazzi ha completamente bloccato Viale di Castro Pretorio, mandando letteralmente in tilt la circolazione nei pressi della Stazione Termini, davanti cui fra poco transiteranno i manifestanti.

10:59
Corteo a Genova, disagi al traffico 14 –
Un corteo di centinaia di studenti delle scuole superiori e cittadini genovesi è partito da piazza Caricamento e sta dirigendosi verso la Stazione marittima al grido di “fuori la mafia dallo Stato”. Alla manifestazione partecipa anche un gruppo del Popolo viola. Molti i disagi al traffico perché il corteo occupa tutta via Gramsci. La manifestazione è aperta da tre striscioni: “Nell’ignoranza la sottomissione Nella conoscenza la ribellione”, “C’è chi è stato ammaestrato e subisce col capo chino noi no” e “Studenti e lavoratori uniti verso lo sciopero generale”.

10:57
Milano, vernice contro sede Pdl 13 –
Si sono riuniti in foro Bonaparte gli studenti partiti da piazza Cairoli e quelli che avevano fatto irruzione in Borsa. Oltre a sfilare per le vie della città, ad intonare cori e slogan, i manifestanti hanno lanciato vernice rossa questa mattina sulla facciata della Arner Bank in Corso Venezia; vernice e uova sono stati lanciati anche contro la sede del Pdl di viale Monza. Attualmente gli studenti marciano in direzione di Piazza Cadorna

10:55
Palermo, bloccata la stazione ferroviaria 12 –
Un migliaio di studenti medi e universitari di Palermo, scesi oggi in piazza, si sono riversati alla Stazione centrale e stanno bloccando i binari della ferrovia. I manifestanti, che espongono striscioni con scritto “Blocchiamo tutto, que se vayan todos”, non escludono di mantenere il blocco ad oltranza.

10:52
Roma, bloccata la zona di Piramide 11 –
Bloccata la zona di Piramide. Gli studenti hanno esposto un grande striscione con la scritta: “Fiducia in questo Stato non ne abbiamo, il futuro è nostro e ce lo prendiamo”

10:48
Studenti Roma 3 protestano davanti al Rettorato 10 –
Gli studenti di Roma 3 prima di raggiungere con un corteo la zona di Piramide, hanno protestato davanti alla sede del Rettorato. Un gruppo di ragazzi ha esposto un striscione in cui si chiedevano le dimissioni del rettore Guido Fabiani. Alcuni barattoli di vernice arancione sono stati lanciati davanti ai cancelli chiusi del rettorato.

10:46
Studenti attraversano binari stazione Milano 9 –
Un gruppo di studenti legati alla manifestazione contro il Ddl Gelmini ha improvvisamente deciso di attraversare i binari nella stazione Fs Garibaldi. Un episodio che, secondo la polizia si sarebbe risolto velocemente, in pochi minuti, con l’intervento di agenti della Digos e della Polfer che avrebbero convinto i manifestanti a lasciare liberi gli spazi ferroviari.

10:43
Al via corteo dalla Sapienza 8 –
“Voi andate alla deriva. Noi solchiamo il mare”. È questo lo striscione che apre il corteo universitario appena partito dalla Sapienza. Il riferimento è alla crisi di governo. Ma anche al movimento dell’Onda studentesca che dal 2008 continua la protesta contro le riforme di scuola e università e i tagli. In corteo ci sono migliaia di studenti. In testa i book block. Gli studenti medi sono già sotto il ministero delle Finanze

10:42
Partito il corteo di Milano 7 –
Un lungo serpentone formato da diverse centinaia di ragazzi si è incamminato da largo Cairoli a Milano per la manifestazione organizzata dal Coordinamento dei collettivi studenteschi. Il corteo sta entrando in una piazza Cadorna quasi deserta. Tutte le vie di accesso, infatti, sono state preventivamente bloccate dalle forze dell’ordine.

10:35
Corteo anche a Cagliari, traffico paralizzato 6 –
Fumogeni arancioni, palloncini colorati e un maxi-striscione: così circa 3.500 studenti universitari e delle superiori si sono messi in marcia questa mattina a Cagliari, paralizzando il traffico, contro la riforma Gelmini, nel giorno del voto di fiducia al governo. La manifestazione contro i tagli agli atenei anticipata ieri pomeriggio da un goliardico flash mob nelle strade del centro è cominciata in piazza Garibaldi, bloccando la circolazione delle auto, controllata a vista dalle forze dell’ordine. Nessun incidente, tranne lo scoppio di alcuni petardi. Alla manifestazione hanno partecipato, fra gli altri, anche i precari della scuola e una rappresentanza dei dipendenti del Teatro lirico di Cagliari, con il sostegno dei lavoratori ex Geas, che hanno protestato alla stazione ferroviaria, e il Movimento pastori sardi.

10:33
Roma, cinquemila studenti in Piazza della Repubblica 5 –
Sono più di cinquemila gli studenti riuniti in Piazza della Repubblica a Roma. Oltre ai ragazzi degli istituti romani, ci sono rappresentanze da Viterbo e Latina. Il corteo parte alle 10.40

10:31
Studenti fanno irruzione nella sede della Borsa 4 –
Un centinaio di studenti ha fatto irruzione nella sede della Borsa di Milano. I giovani, sotto l’insegna dell’ordinamento dei collettivi studenteschi di Milano e Provincia, sono in parte riusciti a introfolarsi all’interno di Palazzo Mezzanotte, mentre il servizio di sicurezza ha provveduto a sprangare le altre entrate. Gli studenti, alcuni con il volto coperto, hanno alzato uno striscione con la scritta: “Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Fund our future (Finanziate il nostro futuro). Dovete darci il denaro”. Intonando cori, il gruppo ha ricoperto la facciata di Palazzo Mezzanotte di volantini: “Join the resistance of new Europe (Unitevi alla resistenza della nuova Europa)”, “Dovete ridarci il denaro”.

09:46
Gli studenti in arrivo in piazzale Aldo Moro 3 –
Iniziano ad arrivare a centinaia gli studenti che questa mattina si sono dati appuntamento davanti all’università di Roma “La Sapienza”, da cui prenderà vita il lungo corteo che tenterà di arrivare nei pressi di Montecitorio. In questo momento in piazzale Aldo Moro i ragazzi sono oltre un migliaio.

09:45
In arrivo decine di migliaia di manifestanti 2 –
Ottanta i pullman previsti da tutta Italia. Due i luoghi principale da cui partiranno i cortei: piazzale Aldo Moro, all’ingresso principale dell’Università La Sapienza, e piazza del Colosseo. Altri due dovrebbero muoversi da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani. I manifestanti dovrebbero poi convergere in via dei Fori Imperiali per tentare di raggiungere Montecitorio. Non sono solo gli studenti a scendere in Piazza, ci saranno anche i centri sociali, i No tav, i terremotati aquilani e i campani esasperati dall’emergenza rifiuti.

09:43
Tre cortei, capitale blindata 1 –
Centro storico blindato a Roma, in attesa delle molte manifestazioni e cortei previsti in occasione del voto di fiducia per il Governo al Senato e alla Camera. L’area intorno a Palazzo Madama e a Montecitorio è off limits dalle prime ore del mattino, presidiata da un massiccio spiegamento di forze dell’ordine. Presidiato anche Palazzo Grazioli. (Beh, buona giornata).

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Attualità

Colletti neri.

Cambio di cravatta nel corso della seduta al Senato per la fiducia al governo anche per Gasparri, il capo manipolo dei senatori del partito di maggioranza, che ne indossa una identica a quella del premier.

C’è chi cambia abito, chi cambia solo la cravatta: ‘sti fascistelli attempati, però, non cambiano mai. Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia Lavoro

Lavoratori di tutta Italia scordatevi la pensione: quello che INPS tiene nascosto ai contribuenti.

(fonte: blitzquotidiano.it)

Il Corriere Della Sera aumenta il gelo che ci affligge in dicembre con una inchiesta di Enrico Marro sul futuro delle pensioni e sui loro “veri conti” e conferma quello che già sospettavamo, che “gli assegni diminuiranno”. Solo che lo fa con tanto di tabella. Il risultato è sconfortante: dipendenti e artigiani che andranno in pensione dopo il 2037, cioè tutti i giovani che abbiano la fortuna di trovare un posto di lavoro con contributi pagati oggi, prenderanno il 20 per cento di pensione in meno rispetto alla retribuzione di quanto ricevano i loro genitori.

La conclusione è che entra ora nel mondo del lavoro “avrà il 47% del reddito”. Ai precari andranno “6.351 euro l’anno”. Difficile pensare che in futuro le pensioni saranno adeguate a garantire almeno una parvenza del precedente tenore di vita, anche perché, secondo Marro, “la soluzione della previdenza integrativa appare ancora insufficiente”.

Marro si basa sulla “verifica tecnico-attuariale” con le stime fino al 2037 “contenuta in una quarantina di dossier che fotografano l’evoluzione delle pensioni di ciascuna categoria”. Sono documenti che risalgono allo scorso settembre “ma finora non divulgati dall’Inps” e confermano che “il sistema di calcolo contributivo ( pensioni commisurate ai contributi versati in tutta la vita lavorativa) […] riduce l’importo delle pensioni rispetto a quelle di una volta “effetto che proseguirà anche dopo il 2037, se si tiene conto che solo verso il 2050 l’Inps non pagherà più pensioni calcolate col più vantaggioso metodo retributivo”.

Di conseguenza. “il grado di copertura delle pensioni dei lavoratori dipendenti scenderà dall’attuale 52% della retribuzione (54% considerando anche le «gestioni separate» di elettrici, telefonici, trasporti, dirigenti d’azienda) al 46% nel 2037. In realtà, avverte Marro, il salto per i lavoratori dipendenti sarà ancora più alto, di ben 11 punti, se si considerano le sole pensioni di vecchiaia e anzianità, escludendo cioè quelle di invalidità e reversibilità che sono più povere: si passerà infatti dal 62,5% attuale al 51,5% del 2037″.

Ci sarà un piccolo e momentaneo miglioramento del rapporto, fino al 2015, ma non riguarda certo i giovani, bensì i loro genitori, ”la generazione del baby boom con una robusta vita lavorativa alle spalle e con l’assegno in buona parte ancora calcolato col retributivo”.

Stessa differenza di copertura anche per gli artigiani: “Nel 2010 un artigiano va in pensione in media con la metà di quanto guadagna lavorando: circa 10 mila euro contro 20 mila. Il grado di copertura [dopo un picco temporaneo nel 2018, in analogia con i dipendenti] scenderà fino al 43% nel 2037. Come per gli altri fondi, le medie nascondo situazioni diverse. Se si considerano per esempio le sole pensioni di anzianità, che sono le più ricche, il grado di copertura varia dal 73% attuale al 62% del 2037″.

La situazione dei commercianti è analoga a quella degli artigiani, ma calo sarà meno brusco: “Il grado di copertura delle pensioni, che attualmente è del 46% in media (cioè considerando insieme le prestazioni di vecchiaia, anzianità, invalidità e reversibilità) salirà fino al 52% nel 2017 per poi scendere fino al 44% nel 2037: 21 mila euro contro 48 mila di reddito da lavoro”.

Poi vengono i parasubordinati.Li aspettano, avverte Marro, ” pensioni da fame” ed è “uno dei dossier più delicati. Qui le stime dicono addirittura che nel 2037 la pensione media sarebbe pari al 14% della retribuzione. Ma si tratta di un dato poco significativo, perché tiene insieme tutto. Bisogna infatti considerare che nella gestione dei parasubordinati bastano 5 anni di contributi per maturare una pensione, fosse anche di pochi euro al mese. Si tratta cioè di un calcolo teorico che non distingue tra contribuenti esclusivi e chi ha un lavoro ma versa anche in questa gestione per consulenze o prestazioni accessorie alla sua occupazione principale. Insomma, per farsi un’idea di quale sarà la pensione di un precario tipo, uno che cambia più volte lavoro con numerosi intervalli di disoccupazione, meglio rifarsi ai vari centri di ricerca che stimano un grado di copertura fra il 36 e il 50-55%”. (Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia Scuola

Gelmini e Tremonti, i due veri somari.

Nella scuola pubblica si impara di più-L’Italia in basso per colpa delle private-La lettura approfondita dei dati resi noti qualche giorno fa dimostra che senza le paritarie il nostro Paese scalerebbe le tre classifiche (Lettura, Matematica e Scienze) anche di dieci posizioni
di SALVO INTRAVAIA-repubblica.it

Nella scuola pubblica si impara di più L’Italia in basso per colpa delle private
La scuola pubblica italiana sta meglio di quello che sembra, basta leggere correttamente i dati. Sono le private la vera zavorra del sistema. Almeno stando agli ultimi dati dell’indagine Ocse-Pisa 1 sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze dei quindicenni di mezzo mondo. Insomma: a fare precipitare gli studenti italiani in fondo alle classifiche internazionali sono proprio gli istituti non statali. Senza il loro “contributo”, la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni. La notizia arriva nel bel mezzo del dibattito sui tagli all’istruzione pubblica e sui finanziamenti alle paritarie, mantenuti anche dall’ultima legge di stabilità, che hanno fatto esplodere la protesta studentesca.

“Nonostante i 44 miliardi spesi ogni anno per la scuola statale i risultati sono scadenti. Meglio quindi tagliare ed eliminare gli sprechi”, è stato il leitmotiv del governo sull’istruzione negli ultimi due anni. E giù con 133 mila posti e otto miliardi di tagli in tre anni. Mentre alle paritarie i finanziamenti statali sono rimasti intonsi. Ed è proprio questo il punto: le scuole private italiane che ricevono copiosi finanziamenti da parte dello Stato fanno registrare performance addirittura da terzo mondo. I dati Ocse non lasciano spazio a dubbi. Numeri che calano come una mazzata sulle richieste avanzate negli ultimi mesi dalle associazioni di scuole non statali e da una certa parte politica. Questi ultimi rivendicano
la possibilità di una scelta realmente paritaria tra pubblico e privato nel Belpaese. In altri termini: più soldi alle paritarie.

Un mese fa, nel corso della presentazione del XII rapporto sulla scuola cattolica, la Conferenza episcopale italiana ha detto a chiare lettere che in Italia manca una “cultura della parità intesa come possibilità di offrire alla famiglia un’effettiva scelta tra scuole di diversa impostazione ideale”. Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha anche sottolineato come, da un punto di vista economico, “la presenza delle scuole paritarie faccia risparmiare allo Stato italiano ogni anno cinque miliardi e mezzo di euro, a fronte di un contributo dell’amministrazione pubblica di poco più di 500 milioni di euro” e ricorda che “in Europa la libertà effettiva di educazione costituisce sostanzialmente la regola”. Sì, ma con quali risultati?

Il quadro delineato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico attraverso l’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) è impietoso. Il punteggio medio conseguito dai quindicenni italiani delle scuole pubbliche in Lettura e comprensione dei testi scritti è pari alla media Ocse: 489 punti, che piazzano la scuola pubblica italiana al 23° posto. Con le scuole private scivoliamo al 30° posto. Discorso analogo per Matematica e Scienze, dove il gap con la media dei paesi Ocse è di appena 5 punti: 492 per le statali italiane, che ci farebbero risalire fino al 25° posto, e 497 per i paesi Ocse. Mescolando i dati con quelli degli studenti che siedono tra i banchi delle private siamo costretti ad accontentarci in Scienze di un assai meno lusinghiero 35° posto.

Ma c’è di più: la scuola pubblica italiana, rispetto al ranking 2006, recupera 20 punti in Lettura, 16 in Scienze e addirittura 24 in Matematica. Le private, nonostante i finanziamenti, invece crollano. L’Ocse, tra gli istituti privati, distingue quelli che “ricevono meno del 50 per cento del loro finanziamento di base (quelli che supportano i servizi d’istruzione di base dell’istituto) dalle agenzie governative” e quelli che ricevono più del 50 per cento. E sono proprio i quindicenni di questi ultimi istituti che fanno registrare performance imbarazzanti: 403 punti in Lettura, contro una media Ocse di 493 punti, che li colloca tra i coetanei montenegrini e quelli tunisini. (Beh, buona giornata).

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Attualità Società e costume

Che Billy Bilancia non ci sia più è uno sproposito.

“Il quartiere è malfamato, la clientela è quello che è, il locale è sporchino, il proprietario è losco, il personale lascia a desiderare, le bevande sono dozzinali, la cassiera è triste, ma la musica….!” Con questo tormentone cominciava il mio personale rito dell’aperitivo serale da Billy Bilancia. Lo inventai all’Euclide, bar di piazza Euclide a Parioli , il quartiere-bene di Roma, dove per un paio d’anni Billy aveva creato l’angolo degli aperitivi. Billy, mentre preparava il Martini, era la spalla ideale di giochi di parole, che facevano di quei momenti di guarnizione tra la fine di una giornata di lavoro e l’inizio della serata un momento di svago innocente, infantile, giocoso come sanno fare gli adulti tra loro, quando sono amici e il cazzeggio è un tramite di relazione.

Perché Billy era il bar. Non si andava all’Euclide, da Vanni, da Annibale a piazza dei Carracci, tanto per citare solo alcuni tra gli ultimi bar che Billy ha animato. Si andava semplicemente da Billy. Ci vediamo da Billy? Era l’invito per un appuntamento con un amico. I proprietari dei rispettivi locali lo sapevano: Billy, nel suo peregrinare tra i quartieri di Roma, si trainava diverse combriccole di affezionati clienti. Perché a Billy faceva piacere avere “i suoi clienti” sempre intorno. E quando non ti vedeva da un po’, allora ti chiamava. “Pronto, sono Billy.” E io: “Ciao, avanzo di balera, che mi dici?”. E lui:“Ma si può sapere dove vai a prendere l’aperitivo?”. E io, addirittura auto colpevolizzato: “Billy, sono a Milano”. E lui: “Torna presto che sta casa non è un albergo”.

Negli anni siamo stati insieme al ristorante, al cinema, a bere in altri bar, quando era di riposo. Sempre a cazzeggiare, coinvolgendo gli altri, spesso sconosciuti, nei nostri giochi con le parole. Billy mi avrà preparato un numero indefinibile di Martini cocktail. Lo scherzo era che mentre stava tagliando la striscia di limone per il classico twist, gli dicevo: “Billy, ma io volevo l’oliva”. E lui: “Me lo dovevi dire prima”. E io: ”Tu me lo fai apposta”. E lui: “ Non te lo ha mai detto nessuno che tieni la capa fresca”. E io: “In questo bar si mangia pane e veleno”. E lui: “ quale pane, solo veleno”. E allora succedeva che i clienti intorno capivano lo scherzo e si rilassavano e ridevano. Poi, il momento del finale della gag. Portavo il bicchiere alle labbra, assaggiavo un sorso di Martini, lo tenevo in bocca per assaporarlo. In quel momento Billy diceva: “Dai, dillo su!”. E io, roteando la mano destra, dicevo: “Ahhh, che schifo!”. E giù a ridere come ragazzini. Ridevano i clienti, ridevano i camerieri, rideva il proprietario. E, ovviamente, rideva anche la cassa. E la cassiera.

Altro tormentone: “Scusi, ma lei è oriundo?”. “No, io sono Billy”. “Aborigeno, nativo?”. “Noo, io sono Billy, quante volte glielo devo dire”. “Mi scusi devo averla scambiata per un altro”. Lo scherzo della sigaretta nacque per caso al Bramante, il bar che gestiva Giuseppe Pecora, in via della Pace. “Ascoltami Billy”, esordii con aria seria “quando la Nina , la Pinta e la Santa Maria salparono alla volta delle Indie e sbagliando i calcoli nautici si imbatterono nelle Americhe, Cristoforo Colombo, che tutti credevano genovese, ma che forse non è vero, riportò in patria, che infatti era la Spagna e non la Liguria, il pomodoro, la patata, il mais e il tabacco”. Billy mi guardava con gli occhi di chi dice “vabbè, ma dove vuoi arrivare”. “Ecco, Billy, a proposito di tabacco, non è che mi offriresti una sigaretta?”. Questi due sono pazzi, devono aver pensato i clienti del Bramante, che oggi non c’è più.

“E’arrivata la nave dal Brasile?” era il modo per chiedere un caffè. Oppure: “Marco, il solito?”. E io: “Un po’ meglio del solito, per favore”. Per tutti gli anni in cui ci siamo frequentati, il botta e risposta è stato il nostro modo di incontrarci, di passare qualche mezz’ora insieme, io di qua, lui di là del bancone del bar, divertendoci e coinvolgendo gli altri nei nostri scherzetti verbali.

E alla fine, l’immancabile “sigla di chiusura”. Sulla porta, accomiatandoci, la nostra ora dell’aperitivo finiva sempre così: “Billy, dire che è stato un piacere…”. E lui: “…sarebbe uno sproposito”.

Caro Billy, avanzo di balera. Non poter più venirti a trovare e vederti smanettare dietro il bancone di un bar è davvero uno “sproposito”.

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Attualità

L’improvvisa scomparsa di Billy Bilancia: “Con queste notizie che arrivano di colpo e si spargono nell’aria della città, si resta attoniti e la luce del sabato sera diventa fredda e acida.”

Billy Bilancia, di Stefano Pistolini-ilpost.it

Nell’abituale, rutilante finalone funebre dell’anno, se ne va d’improvviso un altro che sembrava parte integrante della Roma che traversiamo da sempre: è morto di colpo, dietro il suo bancone dei cocktail, Billy Bilancia, protagonista, animatore, organizzatore della Roma notturna e più genere della nightlife italiana, a partire, e soprattutto, negli anni Ottanta. Fossimo a New York, lo celebrerebbe il New York Post. Quindi, sul Post nostrano gli rendiamo omaggio.
Dopo aver gestito, aperto, inventato una miriade di posti della notte, da qualche anno Billy giocava di rimessa, limitandosi a pensare di far bere bene la colonia di amici che lo seguivano affettuosamente di locale in locale, nelle sue peregrinazioni per i posti della Capitale. Ultimamente aveva lavorato all’Euclide e poi era rispuntato, con la sua copia di “Cavalli e Corse” e le Marlboro d’ordinanza, da Vanni e puntualmente la sua cerchia s’era data convegno là, per confidenze e un Martini come si deve. Con queste notizie che arrivano di colpo e si spargono nell’aria della città, si resta attoniti e la luce del sabato sera diventa fredda e acida.
(Beh, buona giornata).

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Attualità

Billy Bilancia è morto.

Giovanni Bilancia, detto Billy è stato stroncato nel tardo pomeriggio di ieri da un infarto, mentre si trovava al suo posto di lavoro, il corner degli aperitivi del bar Vanni, in via Col di Lana a Roma.

Billy Bilancia è stato un barman molto famoso, non solo nella Capitale.

La sua improvvisa scomparsa ha suscitato grande emozione tra tutti i suoi amici e i suoi clienti. Che lo ricorderanno giovedì 9 dicembre alle 13 presso la Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo, a Roma. Ciao Billy. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Dalla Russia con odio.

“Non sono malato, non ho mai fatto affari privati con la Russia e non ho nessuna intenzione di farmi da parte”. Berlusconi dixit. Beh, buona giornata.

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Attualità Leggi e diritto

Omicidio Sandri: “Proprio la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente, applicata al caso specifico e con scelta finale per il primo (in difformità dai giudici aretini), ha catalizzato le discussioni di accusa e difesa, e probabilmente, anche la discussione della corte d’assise in camera di consiglio”. La giustizia sta facendo il suo corso. Adesso tocca alla famiglia Sandri fermare ogni altra speculazione politica nata sulla morte di Gabriele.

Perché fu omicidio volontario e non colposo
La sottile differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente-Agenzia Ansa

Si muove sul filo sottile della teoria giuridica “dell’accettazione del rischio” la sentenza con la quale la corte d’assise d’appello di Firenze ha condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione, per omicidio volontario, il poliziotto Luigi Spaccarotella, che l’ 11 novembre 2007, nell’area di servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo, uccise con un colpo di pistola il tifoso laziale Gabriele Sandri.

I giudici hanno dichiarato il poliziotto colpevole di omicidio volontario per dolo eventuale, modificando la sentenza di primo grado con la quale la corte d’assise di Arezzo aveva qualificato il fatto come omicidio colposo aggravato da colpa cosciente ed aveva inflitto al poliziotto una pena di sei anni di reclusione Proprio la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente, applicata al caso specifico e con scelta finale per il primo (in difformità dai giudici aretini), ha catalizzato le discussioni di accusa e difesa, e probabilmente, anche la discussione della corte d’assise in camera di consiglio.

I giudici sono partiti dalla considerazione che l’agente Spaccarotella, nel momento in cui ha impugnato l’arma ed ha deciso di sparare, ha messo in conto la concreta possibilità del verificarsi di un evento lesivo. Muovendo da questa premessa, comune sia al dolo eventuale sia alla colpa cosciente, i giudici hanno distinto tra le due fattispecie.

Per dichiarare il dolo eventuale, hanno dovuto ritenere che il poliziotto avesse fatto seriamente i conti con la possibilità di colpire il gruppo di tifosi laziale che era dall’altra parte dell’autostrade e, nonostante ciò, avesse deciso comunque di sparare. Per ritenere la colpa cosciente, i giudici avrebbero dovuto, invece, ritenere – come avevano fatto i giudici di primo grado – che Spaccarotella, pur avendo deciso di sparare, in realtà confidasse nel fatto che comunque non avrebbe colpito i tifosi.

Due esempi scolastici spiegano la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente: – dolo eventuale: Tizio, disturbato da ragazzi che schiamazzano in strada, lancia contro di loro dal balcone della propria abitazione una bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili ferimenti e colpendo di fatto un ragazzo; – colpa cosciente: Caio, effettuando un sorpasso automobilistico in una curva pericolosa, ha ben presente la possibilità di provocare uno scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza della strada e sulla sua abilità di guidatore, egli si convince di poter in ogni caso evitare l’incidente che, tuttavia, si verifica.

Nel caso di Spaccarotella, la scelta della corte d’assise di Arezzo era stata per la colpa cosciente, con affermazione del reato di omicidio colposo e non di omicidio volontario; quella della corte d’assise d’appello di Firenze è stata invece di dolo eventuale, con affermazione del più grave reato di omicidio volontario e conseguente pena più severe rispetto a quella di primo grado.

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Attualità democrazia Popoli e politiche

Il Parlamento italiano chiuso per crisi di governo.

È ufficiale. La prossima settimana, in attesa della fiducia al governo, prevista per il 14 dicembre, la Camera dei deputati non lavorerà. Poiché i deputati sono eletti dai cittadini della Repubblica, vorrà dire che la prossima settimana non lavoreranno i cittadini della Repubblica italiana: operai, impiegati, dirigenti, imprenditori. E che lo stipendio degli eletti verrà devoluto agli elettori. Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia Popoli e politiche

WikiLeaks: il ministro Frattini non ci ha capito niente.

Chi ha paura della glasnost, di BARBARA SPINELLI-la Repubblica

SOLO chi ha un’idea cupa dell’informazione indipendente, e paventa persecuzioni non appena se la trova davanti, e per di più nulla sa della rivoluzione in corso nell’universo dei blog, può parlare, come il ministro Frattini, di un 11 settembre della diplomazia scatenato da WikiLeaks contro il mondo bello, composto e civile nel quale siamo supposti vivere. Solo chi fantastica planetarie offensive contro le notizie che da tempo circolano senza confini può credere che al caos comunicativo si debba rispondere, come negli attentati del 2001, con una bellicosa e “compatta alleanza: senza commentare, senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di sfiducia”.

WikiLeaks non è una cellula terrorista e il suo fondatore, Julian Assange, è magari indagato per violenza privata ma comunque non è un uomo che – la fine osservazione è del ministro – “vuol distruggere il mondo”. Alla mutazione mediatica nata prima di lui non si replica con un globale schieramento, per “continuare a far vivere un metodo della diplomazia” che ha fatto disastri.

Mettere insieme in una battaglia contro Internet Roma e Mosca, Berlino e Kabul prefigura il Brave New World di Huxley, fatto di gente china e sedata dalla droga, il “soma” che rilassandoti uccide ogni critica. Più che un’utopia: una distopia.

Il mostro tanto temuto è la glasnost che d’un tratto irrompe in una zona politica non solo opaca ma sommamente inefficace: la diplomazia, il più chiuso dei recinti, dove il segreto, non sempre immotivatamente, è re. La glasnost è una corrente sotterranea potente, non un breve tumulto come fu Al Qaeda, e l’unica cosa da dire è: la politica ancora non sa fronteggiarla, organizzandosi in modo da disgiungere il segreto indispensabile dal superfluo. Se quello necessario viene alla luce è sua colpa, non di WikiLeaks. In realtà i 250.000 cabli non sono affatto top secret. Sono consultabili da ben 3 milioni di funzionari americani, e disponibili in siti interni al ministero della difesa Usa (Siprnet). Nella globale ragnatela Internet le fughe di notizie (i leaks) sono inevitabili. Scrive Simon Jenkins, sul Guardian: “Un segreto elettronico è una contraddizione in termini”.

Nei paesi democratici, dove l’informazione indipendente esiste, il diplomatico è alle prese con una trasparenza non di rado ostacolata come in Italia, ma tangibile. Non è cancellata dalle ghignanti foto di gruppo dei vertici internazionali, che s’accampano monotoni su giornali e tv. Gli ambasciatori a Roma o Parigi raccontano quel che leggono nei giornali più liberi, che apprendono dai blog, che ascoltano da chi non nasconde il vero.

Si dice: “Ce n’è per tutti”, nei dispacci. Per il Cancelliere tedesco, il regno britannico, l’Eliseo, oltre che per Roma. Nulla di più falso. Se la Merkel appare “refrattaria al rischio e poco creativa”, Berlusconi “suscita a Washington sfiducia profonda”: è “vanitoso, stanco da troppi festini, incapace come moderno leader europeo”. Inoltre “sembra il portavoce di Putin in Europa”. Un abisso separa i due leader. Resta che nelle democrazie le rivelazioni non sono fulmini che squarciano cieli tersi, neanche da noi. I diplomatici Usa comunicano quello che da 16 anni gli italiani hanno sotto gli occhi, sempre che non se li bendino per vivere in bolle illusorie e ingurgitare “soma televisivo”. Sanno dei festini in dimore private spacciate per pubbliche. Sanno che Berlusconi coltiva con Putin rapporti personali torbidi, lucrosi, di cui non rende conto né all’Europa né al popolo che pure tanto s’affanna a definire sovrano. Non c’è bisogno di WikiLeaks per conoscere la pasta di cui son fatti i governanti, per capire lo scredito internazionale che non da oggi li colpisce, per allontanarli dal potere che democraticamente hanno occupato, e poco democraticamente esercitato.

Non così lì dove non c’è democrazia e nelle aree di crisi, nonostante le verità siano in larga parte note anche qui, a chi voglia davvero sapere. Non c’è praticamente notizia che i blog non dicano da anni (Tom Dispatch, Antiwar. com, Commondreams, Counterpunch, e in Italia, nel 2005-2010, Contropagina di Franco Continolo).

L’altra cosa che va detta è che gli ambasciatori che divulgano informative non sono sempre di qualità eccellente, e forse anche questo, in America, crea imbarazzo. Nelle aree critiche – Italia compresa, dove gli equilibri democratici vacillano – non hanno idee meticolosamente maturate, né si azzardano in analitici suggerimenti e prognosi. Fotografano l’esistente, sono figli essi stessi di Internet, tagliano e incollano schegge di verità senza osare approfondimenti. Nulla hanno in comune, ad esempio, con l’immensa ricerca in cui si sobbarcò George Kennan nel ’44-46, lavorando per la missione Usa a Mosca. Il “lungo telegramma”, che inviò nel febbraio ’46 al Segretario di Stato James Bynes, descrive la natura oscura del sistema sovietico: le sue forze, le fragilità, il suo nevrotico bisogno di un mondo ostile. Ne scaturì l’articolo scritto nel luglio ’47 su Foreign Affairs, firmato X: fondamento di una politica (il containment) che per decenni pervase la guerra fredda senza infiammarla.

Nulla di analogo nei dispacci odierni, ma messaggi raccogliticci, frammentari, pericolosi infine per le fonti, nei paesi a rischio. Non la forza americana è esposta alla luce, ma la sua inconsistenza. Non un impero nudo, ma una finzione d’impero che addirittura usa i propri diplomatici – colmo di insipienza e mala educazione da parte di Hillary Clinton – come spie all’Onu. L’occhio Usa non scruta il lontano ma l’oggi, sposando non pochi luoghi comuni locali. La glasnost online sbugiarda questo modo di scrutare, e non è male che avvenga. Fa vedere l’impotenza, l’approssimazione, l’inefficacia americana. Inefficacia pur sempre limitata, perché i dispacci non paiono contaminati dai conformismi di tanti commentatori italiani: difficile trovare accenni, nei cabli, alla “rivoluzione liberale” o all’epifanico ruolo di Berlusconi nelle crisi mondiali.

Il vero scandalo è lo spavento che tutto questo suscita, lo sbigottimento davanti a notizie spesso banali, solo a tratti rivelatrici (è il caso, forse, del nesso stretto Nord Corea-Iran), l’imperizia Usa nel tutelare confidenze e confidenti. Ora si vorrebbe fare come se nulla fosse, “tener viva la diplomazia” così com’è: ottusamente arcana, lontana dallo sguardo dei cittadini. Ma quale diplomazia? Nel caso italiano una diplomazia chiamata commerciale dal governo perché essenzialmente fa affari, e all’estero riscuote in realtà “sfiducia profonda”.

Dicono che Berlusconi si sia fatto una gran risata, non appena letti i dispacci. Forse ha capito più cose di Frattini, perché lui la diplomazia classica l’ha già distrutta. E non solo la diplomazia ma l’informazione indipendente, e in Europa la solidarietà energetica. Forse ride delle banalità diffuse da WikiLeaks. Forse intuisce che se si parlerà molto di festini, poco si parlerà di conflitto d’interessi, controllo dei media, mafia. È il limite di Assange, enorme: avrà minato la fiducia nella diplomazia Usa, senza dare informazioni autenticamente nuove (la più calzante parodia del cosiddetto 11 settembre di Assange l’ho trovata su un sito di cinefili 1).

Resta la sfida alla stampa: sfida al tempo stesso ominosa e straordinariamente promettente. È vero: nel medio-lungo periodo crescerà il numero di chi si informerà su Internet, più che sui giornali cartacei. Ma da quest’avventura la stampa esce come attore principe, insostituibile: messa di fronte ai 250 milioni di parole sparse come polvere sugli schermi WikiLeaks, è lei a fare la selezione, a stabilire gerarchie, a rendere intelligibile quello che altrimenti resta inintelligibile caos, ad assumersi responsabilità civili contattando le autorità politiche e nascondendo il nome di fonti esposte dai leaks a massimi rischi. Alla rivoluzione mediatica ci si prepara combinando quel che è flusso (Internet) e quel che argina il flusso dandogli ordine (i giornali scritti). L’unica cosa che non si può fare è ignorare la sfida, negare la rivoluzione, opporle sante alleanze conservatrici del vecchio.

Immagino che non fu diversa l’alleanza anti-Gutenberg quando nel XV secolo apparve la stampa, e anche allora vi fu chi, con le parole di quei tempi, parlò di un 11 settembre contro gli establishment: politici e culturali, delle chiese e degli imperi. (Beh, buona giornata).

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