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Sulla sicurezza il Sindaco di Roma ha le idee confuse.

“Mai alla violenza né alle ronde che si fanno giustizia da sole”, ha detto il Sindaco di Roma dopo i raid razzisti di ieri nella Capitale. Il fatto è che non è vero che gli squadristi che hanno aggredito alcuni cittadini stranieri si volevano fare giustizia da soli.  Essi hanno messo in atto una gesto politico, perfettamente compatibile con le dottrine xenofobe, troppo spesso tollerate, per non dire cavalcate anche all’interno della coalizione che ha vinto le scorse elezioni, compresa quello che lo ha portato al Campidoglio. Quelli sono militanti dell’ultra-destra, non cittadini che hanno cercato di farsi giustizia da soli.

Farsi giustizia da soli è il gesto disperato di chi crede di sostituirsi alla Legge per colpire i colpevoli, di chi scambia la vendetta personale con l’esercizio della giustizia. E’ un sentimento umano, ancorché aberrante, tuttavia prevedibile,  che, se spinto dall’emozione del momento può cogliere le vittime di una violenza e i loro parenti.

Però qui i colpevoli non sono ancora stati individuati, né dalla polizia né dalla magistratura. Qui i colpevoli sono indicati genericamente in tutti quelli che avrebbero il passaporto degli eventuali connazionali dei presunti colpevoli, che al momento dei raid non si erano ancora individuati. Prendere le distanze da un gesto odioso, confondendo i fatti con il significato dei fatti crea confusione: invece che una condanna, suona come una qualche attenuante.

La destra italiana ha creato un clima di tensione per giustificare una campagna elettorale all’insegna della sicurezza, con lo slogan “tolleranza zero”. Una volta andata al governo, la destra è rimasta prigioniera del clima che ha emozionato ansie e paure.  Tanto che il Sindaco s’impappina: confonde il farsi giustizia con le proprie mani con l’andare in giro in squadracce con i manganelli. Il dottor Freud avrebbe qualcosa da dire in proposito.

La quattordicenne che è stata aggredita ha di fronte a se un lungo periodo per tentare di superare un’esperienza terribile: la violenza sulle donne.  Bisognerebbe crearle attorno un clima di solidarietà e comprensione, non di odio e vendetta. Le serve giustizia, non rappresaglie.

Senza contare che qui manca anche un gesto di solidarietà nei confronti di chi è stato aggredito a freddo, colpevole di essere cittadino romeno, mentre mangiava un kebab, in un negozio andato distrutto dalla furia razzista di una squadraccia, nelle strade di Roma, capitale d’Italia e metropoli europea.

Fosse solo per l’immagine internazionale di questa città, il suo sindaco dovrebbe pesare di più le parole. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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