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Il governo Prodi e i comportamenti stagni.

Se la percentuale di polvere di ferro utilizzata per la fabbricazione del Titanic fosse stata del 2 per cento e non del 9, come effettivamente fu, i perni avrebbero resistito e solo due compartimenti stagni si sarebbero allagati. Il Titanic sarebbe rimasto a galla per molto più tempo consentendo alla nave Carpathia, che per prima […]

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Se la percentuale di polvere di ferro utilizzata per la fabbricazione del Titanic fosse stata del 2 per cento e non del 9, come effettivamente fu, i perni avrebbero resistito e solo due compartimenti stagni si sarebbero allagati.

Il Titanic sarebbe rimasto a galla per molto più tempo consentendo alla nave Carpathia, che per prima rispose all’sos e che arrivò due ore dopo l’affondamento, di trarre in salvo una buona parte dei passeggeri, se non addirittura tutti.

Lo sostiene una ricerca di alcuni scienziati americani, docenti presso le università del Maryland e dell’Oregon, citata dal Times, che rivela nuovi particolari e affonda il mito del fato e dell’ineluttabilità del destino, costruito attorno al tragico episodio.

Vengono ora chiamati in causa l’imperizia e il materiale scadente utilizzato per la fabbricazione dei chiodi e perni metallici che assicuravano allo scafo i compartimenti stagni della nave.

La questione dei compartimenti stagni è esattamente il problema del governo Prodi, il cui programma politico, durante le elezioni sembrava inaffondabile, proprio come venne soprannominato il Titanic.

Imperizia politica e uomini scadenti nell’attuale governo rischiano di fare naufragio al primo grosso impatto: la legge di riforma del sistema delle tv e il combinato disposto della legge sul conflitto di interessi.

Di scogli finora il governo, più che superarli, ne ha presi più d’uno: la legge sull’indulto ha creato qualche brutto squarcio; la vicenda del rifinanziamento alla missone in Afghanistan ha lasciato un’ammaccatura, che il ritiro dall’Iraq e la vicenda del Libano hanno solo parzialmente riparato; si beccheggia sul calcio e su Alitalia, si sbanda su Telecom.

Ora la rotta del governo è in navigazione in acque pericolose. Ci si sta avvicinando a Scilla e Cariddi: da una lato la Finanziaria, dall’altro la legge sulle tv, appunto. Le nomine in Rai e quelle della Commissione parlamentare di vigilanza sono state solo la punta dell’icerberg: si è vista la maggioranza è imbarcare acqua poco limpida.

Terranno i compartimenti stagni o le sentine di allegaranno di inciuci, accordi sott’acqua, di mediazioni al ribasso? I convegni, le feste e i meeting estivi hanno voluto dimostrare che c’è possibilità di dialogo tra i due schieramenti. Ma questi balletti hanno dato l’impressione di un valzer sul ponte del Titanic.

E’ il momento che il timoniere dia l’ordine di pari avanti tutta sul programma del governo. C’è il rischio che neanche questa volta una qualche nave Carpathia giunga in tempo.

E per concludere con la metafora del Titanic bisognerebbe aggiungere ancora una cosa: la nave affondò perché non tennero i compartimenti stagni, Prodi è in difficoltà per via di certi comportamenti stagni. Siamo sicuri sia solo un gioco di parole? Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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