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I rischi del Ddt e quelli del DTT.

L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità ‘riabilita’ il Ddt come strumento efficace per contrastare, soprattutto nei Paesi africani, la dilagante piaga della malaria. Dopo 30 anni di divieto del suo uso perché ritenuto dannoso per l’ambiente e la salute dell’uomo, l’Oms ha infatti rivisto le sue strategie di lotta alla malaria, affermando che se ‘ben usato’ […]

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L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità ‘riabilita’ il Ddt come strumento efficace per contrastare, soprattutto nei Paesi africani, la dilagante piaga della malaria. Dopo 30 anni di divieto del suo uso perché ritenuto dannoso per l’ambiente e la salute dell’uomo, l’Oms ha infatti rivisto le sue strategie di lotta alla malaria, affermando che se ‘ben usato’ il Ddt non è un rischio.

Per l’organizzazione, il pesticida andrebbe usato accanto a zanzariere e medicinali ad hoc come strumento per combattere la malaria. Il Ddt – dicloro-difenil-tricloroetano- è quel famoso insetticida con il quale si è sconfitta la malaria nei paesi sviluppati.

Usato in grandi quantità, addirittura spruzzato dall’alto con l’uso degli aerei, ha provocato non solo la morte delle zanzare, ma ha anche ammazzato pesci, inquinato falde acquifere, arrecato danni alle colture, oltre che alle persone. Per questo è stato messo al bando nelle società sviluppate.

Il fatto è che la malaria persiste tutt’oggi in grandi aree geografiche dell’Africa. E gli insetticidi che hanno sostituito il Ddt non sono risultati efficaci. In Sud Africa hanno sperimentato con successo un uso moderato, ma costante di questo insetticida. La tecnica consiste nello spruzzarne piccole quantità sulle pareti delle abitazioni. La malaria è crollata. Bisogna sapere che secondo l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, la malaria è la quinta causa di mortalità nel mondo: nel 2002 sono state 1.222.000 le persone, in maggioranza bambini, che hanno perso la vita per colpa della malaria. Il problema è che essendo stato messo al bando, i governi occidentali sono restii ad autorizzare la produzione del Ddt, da esportare in Africa. Anche perché, il Ddt costa un terzo in meno degli altri, pare inefficaci, insetticidi.

A proposito epidemie, il DTT è la sigla del digitale terrestre, di cui tanto si è parlato in occasione dell’approvazione della cosiddetta legge Gasparri. In realtà bisognerebbe dire “così dettata” perché, come tutti sanno Gasparri non l’ ha mai scritta, né la conosce, ha solo messo la firma al posto di Fedele Confalonieri.

Il passaggio al DTT potrebbe essere costato alle famiglie italiane tra i 1.000 e i 1.200 milioni di euro, tanto ammontano gli “aiuti” governativi per l’acquisto del decoder, alla data del 31 dicembre 2006, data entro la quale si era previsto che il vecchio sistema sarebbe dovuto essere definitivamente abbandonato, per riconvertire al nuovo sistema circa 50 milioni di apparecchi televisivi.

La data è stata procrastinata dal nuovo governo, perché sono troppo poche le città italiane nelle quali è possibile fruire della nuova tecnologia.

La propaganda del vecchio governo sosteneva che rispetto alla “vecchia” tv analogica, con il DTT si sarebbero potuto aggiungere 12 canali in più, anche se rispetto al digitale satellitare di Sky l’offerta di programmi è stata assolutamente limitata.

Tanto più che solo Mediaset ha potuto vendere programmi pay-per-vew, cosa che alla Rai non è consentita dalla legge.

Insomma, il media televisivo classico si è corazzato per il futuro, e con lui i fatturati dei due soggetti predominanti, Rai e Mediaset. Però è apparso subito chiaro che più che di un nuovo media, si trattava di una nuova Mediaset, con tanto di aiuti statali per il passaggio al digitale terrestre, che hanno anche favorito una società che li commercializzava, di proprietà, pare, di un certo Berlusconi Paolo.

Secondo Oms, l’uso controllato del Ddt può contribuire alla sconfitta della malaria. Invece, il DTT, il digitale terrestre, usato in massicce dosi “generaliste”, è stato un focolaio di cattiva imprenditoria televisiva. Perché nessuno ha controllato un bel niente.

In attesa della riforma del sistema televisivo in Italia, che tarda per via dell’ingombrante presenza sulla scena politica del proprietario di Mediaset, c’è da chiedersi se non sia il caso di spostare le competenze in materia dal Ministero delle Comunicazioni a quello della Sanità. Se l’Oms è riuscita a prendere decisioni sul Ddt, magari riesce anche a prenderle sul DTT. Magari se ben usato, anche il DTT non è più un rischio per la salute mentale dei cittadini né per i conti pubblici. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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