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L’Atac di Roma contro la tv di Al Gore: il carattere (tipografico) della censura.

Il presidente dell’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici di Roma ha bloccato l’uscita di una campagna pubblicitaria favore di Current Tv(*), pianificata sui bus della Capitale. Si tratta di scene di sesso? Di droga? Di rock’n roll? Macché: è una semplice campagna, composta da due soggetti, a favore di “Vanguard”, un nuovo programma televisivo di Current Tv, il canale satellitare fondato da Al Gore. La campagna  invita semplicemente alla visione del programma. In uno  dei soggetti si vede la foto di una bibbia trapassata da tre proiettili, e reca il titolo:” Vanguard: i martiri della camorra”; nell’altro soggetto si vede un mitra kalashnikov, col manico a stelle e strisce e reca il titolo:”la guerra segreta all’Iran”. 

Tutto qui, direte voi? No, c’è di più. Perché il presidente dell’Atac non ha resistito a esprimere giudizi  professionali sulla comunicazione.“I manifesti non vanno bene per dei mezzi in movimento, la gente non ha  il tempo di fermarsi a leggere e comprendere il senso del messaggio”, dice il presidente degli autobus romani.

Fantastico: cari pubblicitari adesso vi insegno io come si fa. Si fa che mi do una bella zappa sui piedi, parlando male della pubblicità sugli autobus “che la gente non ha il tempo di fermarsi a leggere.” Scusi, signor presidente degli autobus romani: non le viene i sospetto che parlare male della pubblicità sui mezzi pubblici significa danneggiare gli introiti che Atac raccoglie attraverso la pubblicità dinamica?

Insomma, Machiavelli diceva il che il fine giustifica i mezzi, Tafazzi sosterebbe che i mezzi (pubblicitari) non giustificano i fini (economici).

Non pago, il presidente degli autobus romani dispensa lezioni di grafica: “I caratteri sono troppo piccoli per poterli leggere quando l’autobus è in movimento.” Cari ragazzi di Cookies Adv, (l’agenzia che ha ideato la campagna): non vi hanno censurato la campagna, solo il carattere tipografico che avete usato nei layout.

In una nota il Campidoglio, l’azionista di riferimento dell’Atac dice: “La campagna utilizzava immagini inopportune e non adatte a essere apposte sui mezzi pubblici.” La qual cosa non si capisce, visto che la campagna sarà on air sui mezzi pubblici di Milano a partire dal prossimo 26 febbraio.

Cosa c’ha di speciale Roma che non può tollerare una campagna pubblicitaria per Current TV che invece può essere vista dai milanesi?

Presto detto: “Immagini pesanti, inopportune, possono offendere la sensibilità dei cittadini, peraltro in un momento di grave tensione sociale, e per di più in una città come Roma che è la sede  della Chiesa Cattolica”. Parola del presidente degli autobus romani. Eccola, allora, tutta intera “la scomoda verità”, tanto per parafrasare  il titolo del famoso documentario di Al Gore, vincitore di un Oscar, il film e di un Nobel, l’autore.

Si è trattato molto semplicemente di un eccesso colposo di buona volontà da parte dell’azienda dei trasporti pubblici e del Comune di Roma.  Il solito, inutile, grottesco eccesso di zelo, di cui spesso la creatività è vittima in Italia. “Nella scelta non ha avuto nessun ruolo il problema della sicurezza” , ha tenuto a precisare il Campidoglio. Come a dire: niente paura, è solo censura. Beh, buona giornata.

 

(*) Current è attualmente visibile negli Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda, Italia in oltre 58 milioni di case attraverso i partner di distribuzione Comcast (Canale 107), Time Warner, DirecTV (Canale 366), Dish Network (Canale 196), BSkyB (Canale 193) e Virgin Media Cable (Canale 155) e Sky Italia (canale 130). Le trasmissioni italiane sono partite l’8 maggio 2008. Nella primavera 2009 sarà on air anche il quarto paese del network: il Canada.

Secondo il co-fondatore Hyatt: “Si tratta di portare l’Internet intelligente in TV, non la TV stupida sugli schermi di Internet”.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

3 risposte su “L’Atac di Roma contro la tv di Al Gore: il carattere (tipografico) della censura.”

L’Atac ha primo comunicato di aver valutato attentamente…poi Massimo Tabaccheria in persona ci ha fatto capire con le sue dichiarazioni di non aver nemmeno accennato a valutare la situazione. I manifesti censurati non sarebbero stati apposti sui mezzi pubblici. Ma sui muri delle stazioni della metropolitana.
A Roma si muovono? 🙂

Grazie per il sostegno. Domani qualche giornale (e anche il mio blog) mostreranno le immagini che tanto hanno preoccupato Massimo Tabaccheria, l’uomo del gran rifiuto….
Ciao Marco.

Ciao Marco,

aggiungo solo che i manifesti dovevano essere affissi nelle stazioni della metro di Roma e NON – come sostiene il presidente dell’ATAC – sugli autobus. L’informazione che ha dato il presidente ATAC, quindi, non è corretta.

P.S. lavoro per Current TV.

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