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Attualità Pubblicità e mass media

Ricapitolando una bizzarra storia di censura “all’amatriciana”.

Il presidente dell’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici di Roma ha bloccato l’uscita di una campagna pubblicitaria a favore di Current Tv. Si trattava di scene di sesso? Di droga? Di rock’n roll? Macché: era una semplice campagna, composta da due soggetti, a favore di “Vanguard”, un nuovo programma televisivo del canale satellitare fondato da Al Gore. La campagna  invita semplicemente alla visione del programma. In uno  dei soggetti si vede la foto di una bibbia trapassata da tre proiettili,  con il titolo”Cosa succede quando la camorra entra in chiesa?”; nell’altro soggetto si vede un mitra kalashnikov, col manico a stelle e strisce e reca il titolo:”La guerra segreta all’Iran”.  (http://current.com/items/89835233/leimmaginidicurrentcensuratearoma.htm )

Tutto qui, direte voi? No, c’è di più. Perché il presidente dell’Atac non ha resistito a esprimere giudizi  professionali sulla comunicazione.“I manifesti non vanno bene per dei mezzi in movimento, la gente non ha  il tempo di fermarsi a leggere e comprendere il senso del messaggio”, dice il presidente.

Vale a dire: cari pubblicitari adesso vi insegno io come si fa. Si fa che mi do una bella zappa sui piedi, parlando male della pubblicità sugli autobus “che la gente non ha il tempo di fermarsi a leggere.” Scusi, signor presidente degli autobus romani: non le viene i sospetto che parlare male della pubblicità sui mezzi pubblici significa danneggiare gli introiti che Atac raccoglie attraverso la pubblicità dinamica?

Non pago, il presidente dell’Atac dispensa lezioni di grafica: “I caratteri sono troppo piccoli per poterli leggere quando l’autobus è in movimento.” Cari ragazzi di Cookies Adv, (l’agenzia che ha ideato la campagna): non vi hanno  solo censurato la campagna, ma pure il carattere tipografico che avete usato nei layout.

Se non che dall’agenzia Cookies Adv fanno sapere che “I manifesti censurati non erano pianificati sui mezzi pubblici. Ma sugli spazi  delle stazioni della metropolitana”. Insomma, la campagna non era una dinamica, ma una affissione. La domanda è: che campagna ha visto il presidente dell’Atac?

Curiosamente, nello stesso errore cade anche il Campidoglio, l’azionista di riferimento dell’Atac , che in una nota dice: “La campagna utilizzava immagini inopportune e non adatte a essere apposte sui mezzi pubblici.”  Come già detto la campagna non era affatto pianificata sugli autobus. Quanto alle “immagini inopportune” la cosa è strana, visto che la campagna sarà on air sui mezzi pubblici di Milano a partire dal prossimo 26 febbraio.

Cosa c’ha di speciale Roma che non può tollerare una campagna pubblicitaria per Current TV che invece può essere vista dai milanesi?

Presto detto: “Immagini pesanti, inopportune, possono offendere la sensibilità dei cittadini, peraltro in un momento di grave tensione sociale, e per di più in una città come Roma che è la sede  della Chiesa Cattolica”. Parola del presidente dell’Atac.

Eccola, allora, tutta intera “la scomoda verità”, tanto per parafrasare  il titolo del famoso documentario di Al Gore, vincitore di un Oscar, il film e di un Nobel, l’autore.

Succede però che il Campidoglio smentisca fattori di ordine pubblico, rendendo pubblico che “nella scelta (di bloccare la campagna, ndr) non ha avuto nessun ruolo il problema della sicurezza”.

A questo punto, delle argomentazioni a supporto della censura contro la campagna di Current Tv rimarrebbe solo il riferimento alla città di Roma ”che è sede della Chiesa cattolica”. Se non fosse che da Current arriva una precisazione illuminante: “Peccato che chi ha preventivamente censurato la nostra campagna non si sia neanche preso la briga di capire a cosa si riferisse: è il lancio del nostro  Vanguard, una puntata dedicata ad un prete ucciso dalla camorra”. Firmato Tommaso Tessarolo, general manager di Current Italia.

Si è trattato molto semplicemente di un eccesso colposo di buona volontà da parte dell’azienda dei trasporti pubblici e del Comune di Roma?  Il solito, inutile, un poco grottesco eccesso di zelo, di cui spesso la creatività è vittima in Italia? 

Una cosa è certa: la decisione di censurare la campagna pubblicitaria è stata presa con troppa superficialità.

Sarebbe meglio ripensarci e permettere la campagna. Ci guadagnerebbero tutti: chi l’ha ideata (Cookies ADV), chi l’ha commissionata (Current Italia), chi l’ha pianificata (la concessionaria di pubblicità); chi incasserebbe il budget (l’Atac).

E poi: come potrebbe la campagna turbare la Chiesa cattolica,  dal momento che il programma tv rende omaggio al sacrificio di un sacerdote, che ha perso la vita per insegnare ai suoi fedeli il rispetto della legalità?

Un ripensamento farebbe bene anche al Campidoglio, sarebbe un gesto riparatore nei confronti di Current TV, una emittente, fondata da Al Gore, premio Nobel per la Pace, che ha scelto l’Italia come uno dei paesi in cui trasmettere i suoi programmi televisivi.

Infine, ci guadagnerebbero i cittadini della Capitale, i quali forse non si meritano di essere trattati come “gente che non ha il tempo di fermarsi a leggere e comprendere il senso del messaggio”, mentre i cittadini di Milano invece sì. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “Ricapitolando una bizzarra storia di censura “all’amatriciana”.”

I caratteri saranno anche piccoli, ma quello che si nota bene in quei manifesti, oltre le immagini, è il logo azzurro di “Sky”, ovvero il sistema di tv satellitare attraverso cui il programma verrà trasmesso. D’accordo che a Roma c’è il Vaticano, ma mettiamo che Vanguard fosse andato in onda sul sistema digitale terrestre di Mediaset? Certo, questa obiezione riguarderebbe anche il Comune di Milano, ma sarà forse che le aziende comunali dei lumbard badano più al nocciolo del proprio pronto cassa, che a quello particolare, e anche ideologico, di altri. Il vero scandalo, però, è che qui da noi tutti tacciono, nessuno capisce l’importanza di questi fatti mediatici. Veltroni, in pieno crollo politico e personale, è rimasto sulla tolda della nave che affondava… a contrattare un suo uomo nel consiglio di amministrazione della Rai, invece di convocare una manifestazione sotto la direzione di questa azienda per denunciare lo scandalo mediatico delle elezioni sarde e del processo Mills. Niente come la Rai presieduta da Petruccioli poteva essere gradito a Berlusconi e favorirlo, infatti il Pd… si sta battendo come un leone per riconfermarlo. D’altronde il trionfo di Sanremo sancisce meglio di ogni altro discorso il monopolio politico e mediatico di Media-Rai-Set. Né Franceschini, Parisi, Bersani, D’Alema, Bertinotti, Ferrero, Vendola, Salvi, Francescato, ecc. hanno detto niente su questo. La partita continua a essere truccata in questo paese, esattamente come sotto la prima repubblica. Come allora, per i giovani non ci sarà altra speranza che quella di essere preventivamente mummificati o… massacrati.

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