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Il Calone dello share.

“Nonostante la flessione registrata dagli ascolti, la puntata di venerdì sera di ‘Tutte donne tranne me’ è stata bella”, commenta Massimo Ranieri, dopo il flop. Secondo di dati Auditel, infatti, la puntata non ha superato i 4 milioni 619 mila ascolti. Battuta da Dr Hause e da Scherzi a Parte. Ma che cosa è successo […]

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“Nonostante la flessione registrata dagli ascolti, la puntata di venerdì sera di ‘Tutte donne tranne me’ è stata bella”, commenta Massimo Ranieri, dopo il flop.

Secondo di dati Auditel, infatti, la puntata non ha superato i 4 milioni 619 mila ascolti. Battuta da Dr Hause e da Scherzi a Parte. Ma che cosa è successo durante la puntata in questione? E’successo che Ranieri ha presentato al pubblico la sua figlia “segreta”, ignorata da anni e anni, secondo i ben informati dai rotocalchi. Una roba che ricorda altri programmi, “Carramba che sorpresa”, o “C’è posta per te”, programmi lacrimosi a comando, anzi a telecomando.

Ma, evidentemente, il pubblico non ha gradito questo outing, questo episodio di auto-violazione della privacy. E’ stata data in pasto all’Auditel la signora Cristiana Calone, figlia di Massimo Calone, in arte Ranieri. “Avevo 19 anni e ero un cantante famoso, non ho voluto sapere niente di Cristiana perché poteva essere un danno alla mia immagine. L’unico alibi che ho che ero giovanissimo e inesperto”, ha detto, con le lacrimucce di rito Ranieri alle telecamere.

Ma adesso che è un uomo navigato e consumato, eccolo utilizzare Cristiana per qualche centesimo di share in più. Che, a quanto pare, non è servito a fare alzare gli ascolti. E’ vero che si tratta di una storia tra adulti consenzienti, essendo la figliola più che maggiorenne. Ma il Calone delle share non ha premiato questo trucchetto da guitto. Che tocca fa’ pe’ campà, verrebbe da dire.

L’ostinazione all’ascolto più alto a tutti i costi, anche al costo di mettere al pubblico ludibrio vicende personali non è esattamente degna del servizio televisivo pubblico. “Sono contento – ha detto Ranieri, al quale è stata promessa una nuova puntata – perché faccio la tv che mi piace fare, uno spettacolo curato con lunghe prove, una tv elegante che richiama quella dei tempi di ‘Studio uno”. Ma per favore.

Questa è la sindrome di Tafazzi, quel personaggio che si dava felici bottigliate su i propri ammennicoli. Che non sentissimo il bisogno di scene melense e ipocritelle lo dimostrano proprio i dati di ascolto, che come la legge del Contrappasso hanno punito il programma e il suo conduttore-protagonista. Ranieri è stato un grande cantante e un famoso attore di cinema e teatro.
A volte la tv scema non fa male solo a quelli che la vedono, ma anche a chi la fa. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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