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Si stanno facendo del male a Vicenza.

“Parto per il Giappone, quando torno fatemi trovare il governo”, pare abbia detto il ministro degli Esteri D’Alema, un paio di giorni fa, prima di volare a Tokio. Parole profetiche, visto come la maggioranza si è incartata ieri al Senato, a proposito della vicenda del raddoppio della base militare americana a Vicenza. Infatti, grazie all’imperizia […]

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“Parto per il Giappone, quando torno fatemi trovare il governo”, pare abbia detto il ministro degli Esteri D’Alema, un paio di giorni fa, prima di volare a Tokio. Parole profetiche, visto come la maggioranza si è incartata ieri al Senato, a proposito della vicenda del raddoppio della base militare americana a Vicenza.

Infatti, grazie all’imperizia della Finocchiaro, presidente dei senatori dell’Ulivo al Senato, è successo che l’opposizione ha votato un ordine del giorno che ricalca le dichiarazioni in aula del ministro della Difesa, Arturo Parisi, la maggioranza si impappina, e la Cdl batte il governo al Senato.

Una sconfitta inutile, dal punto della stabilità del governo, come si è affrettata a dichiarare Angela Finocchiaro, come si trattasse di una contestazione amichevole dopo un lieve tamponamento. Una figuraccia utilissima a descrivere il perimetro politico in cui muove il governo Prodi in politica estera. Tanto da andare al Senato in quell’ordine sparso, reso famoso dall’Armata Brancaleone: quando si va alla cieca, come minimo si prendono botte da orbi. E a poco serve, che dopo lo scivolone, sia stato approvato un documento che chiede al governo di riesaminare le servitù militari nel nostro Paese. Essendo il vero problema legato all’ampliamento della base di Vicenza, è chiaro che Schifani e compagnia bella della Cdl se ne siano usciti dall’aula, nel tentativo di vanificare una parziale rimonta del centro-sinistra.

Il clima è avvelenato perché ad astenersi, sta volta, non è stata la “sinistra radicale” ma quattro senatori Ds, molto poco favorevoli all’idea del Partito democratico e dunque disponibili, pur di fare un dispettuccio a Parisi, prodiano, a votare l’ordine del giorno della Cdl, il cui firmatario, tanto per aggiungere sale sulla ferita, è stato Calderoli della Lega. Tanto che, per una volta, la sinistra radicale sbeffeggia il resto della maggioranza, accusandola di “estremismo centrista”. Prodi chiama al telefono Napoletano, Parisi chiede un vertice.

Tra veti incrociati, guerriglie e ripicche, la brutta storia della promessa del fatta governo Berlusconi al suo amico Bush di raddoppiare la base militare americana a Vicenza passa straordinariamente e paradossalmente in secondo piano.

Mentre è andato in onda un bel esempio di geometria variabile, in cui la formula sembra essere Base (quella di Vicenda) per Bassezza (quella dei senatori della maggioranza). Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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