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Se vuoi diventare uno sveglio, cerca di dormire.

Chi dorme non piglia pesci? Col cavolo. Dormire è la migliore ginnastica per la memoria, infatti una buona notte di sonno è indispensabile per predisporre il cervello a memorizzare quel che si apprenderà nei giorni seguenti. Lo dimostra uno studio di Matthew Walker della Harvard Medical School di Boston pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience che […]

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Chi dorme non piglia pesci? Col cavolo. Dormire è la migliore ginnastica per la memoria, infatti una buona notte di sonno è indispensabile per predisporre il cervello a memorizzare quel che si apprenderà nei giorni seguenti.

Lo dimostra uno studio di Matthew Walker della Harvard Medical School di Boston pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience che aggiunge un peso ancora maggiore al sonno, finora considerato importante per mettere ordine tra le cose già apprese. E invece dormire fa molto di più: gli esperti Usa hanno visto per la prima volta che la deprivazione di sonno per una notte mina le performance mnemoniche i giorni successivi, riducendo l’attivazione del centro della memoria, l’ippocampo.

Dormiamo sempre meno, sottolinea Walker con preoccupazione, eppure l’importanza del sonno per il viver sano è stata più volte evidenziata. Di recente, poi, una serie di studi ha messo chiaramente in luce che il sonno è importante per la costruzione dei ricordi a lungo termine delle informazioni assimilate durante il giorno.

In pratica nella veglia, durante le attività quotidiane, il cervello ingloba informazioni e forma nuove connessioni neurali (sinapsi). Di notte queste informazioni sono scremate e il cervello conserva solo quelle veramente utili, riorganizzando le sinapsi grazie alla plasticità neurale. Quindi il sonno può essere visto come un momento in cui il cervello fa ordine su cose apprese. Adesso per la prima volta, coinvolgendo 14 individui, i ricercatori Usa dimostrano che il sonno serve anche per predisporre il cervello alla formazione di nuovi ricordi nei giorni successivi.

Infatti gli esperti hanno chiesto ai volontari di non dormire per una notte e il giorno seguente gli hanno mostrato 150 immagini dicendogli di ricordarle. Due giorni dopo li hanno richiamati e hanno chiesto loro di ritrovare, tra oltre 250 immagini, le 150 viste due giorni prima. Durante questo test gli esperti hanno osservato l’attività dell’ippocampo con la risonanza magnetica e misurato le loro performance confrontandole con quelle di persone senza la notte insonne alle spalle.

E’ emerso che gli individui che non avevano dormito hanno molta più difficoltà a ritrovare le foto e il loro ippocampo é anche meno attivo. Questo studio conferma che la carenza di sonno ha un effetto dirompente sulla memoria e dimostra che impedisce anche la formazione di nuovi ricordi nei giorni seguenti oltre che il riordino di quelli già formati.

Adesso che siete svegli, leggete attentamente queste parole: se perdi il sonno per vedere “Sottovoce” diventi come Marzullo. Beh buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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