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Tromba d’aria.

E’un’ingiustizia che Lisa Robertson, hostess delle linee aeree australiane Qantas sorpresa a fare sesso in volo con l’attore britannico Ralph Fiennes, sia stata licenziata. Era stata sospesa dal lavoro senza paga dopo che era emerso che i due avevano fatto l’amore nella toilette di un Boeing 747 in volo tra l’Australia e l’India, il 24 […]

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E’un’ingiustizia che Lisa Robertson, hostess delle linee aeree australiane Qantas sorpresa a fare sesso in volo con l’attore britannico Ralph Fiennes, sia stata licenziata.

Era stata sospesa dal lavoro senza paga dopo che era emerso che i due avevano fatto l’amore nella toilette di un Boeing 747 in volo tra l’Australia e l’India, il 24 gennaio.

“La Qantas Airways ha annunciato che il contratto di impiego dell’assistente di volo Lisa Robertson per operare su aerei Qantas è stato terminato”, recita un comunicato diffuso oggi dalla compagnia.

La hostess sarebbe stata denunciata da un collega che ha sentito strani rumori provenienti dalla toilette, dalla quale ha poi visto uscire prima lui e poi lei. La Robertson aveva negato inizialmente di aver fatto sesso con il protagonista di “Schindler’s list”, dichiarando che lui l’aveva seguita nella toilette. Purtroppo la Qantas non rende noto il nome di quella carogna invidiosa che l’ha denunciata. Manco un guardone, un semplice “sentone”.

Il fatto è stato reso noto domenica scorsa un tabloid domenicale britannico. In una intervista Lisa Robertson ha ammesso di aver fatto sesso non protetto con Fiennes, e di avere in seguito trascorso la notte con lui nella sua camera di hotel in India, dove tra l’altro l’attore si trovava per un campagna di consapevolezza sull’Aids e l’importanza dell’uso del profilattico.

La donna ha dichiarato a The Mail on Sunday. “Lo so che qualcuno penserà che sia disgustoso e non sono orgogliosa di quello che ho fatto. E’ stato un comportamento sbagliato, ma non mi pento, è stato troppo bello”. La donna parla, parla. Ancora più esplicita la versione fornita dalla stessa hostess a Woman’s day. “Semplicemente mi sono alzata, gli sono andata vicino, gli ho preso la mano e gli ho detto di seguirmi, siamo andati nella toilette e abbiamo chiuso la porta e poi sono volati i vestiti”, ha affermato la Robertson.

Va bene. Tutto a posto. Facciamo un bel sufflè, ci mettiamo l’attore famoso, nel senso di affamato di fama, l’hostess in calore, il preservativo che non c’è, l’impegno sociale del pirla, che fa la campagna per Aids, ma non inguanta l’uccellino. Con un pizzico di hard, due dosi di cinismo, il calduccio dello stereotipo della hostess zoccola, la morbosità dei media della serie “niente sesso, siamo inglesi”. Aggiungere l’integerrima morale (pubblicitaria) della Qantas. Agitare, non mescolare e servire caldo caldo sui giornali inglesi della domenica, dopo la Messa, della serie “signora mia, non c’è più religione”. Che tanto fa il giro del Mondo.

Però, detto tra noi: è meglio che a bordo di un aereo si faccia sesso, piuttosto si abbia paura di attentati.

Però, detto fuori dai denti: invece che licenziare la Robertson, non sarebbe stato meglio licenziare quell’impiegato che qualche giorno fa ha impedito a un passeggero australiano di salire a bordo di un volo Qantas perché aveva una t-shirt anti-Bush?

Insomma, detto una volta per tutte: fare l’amore è meglio che fare la guerra. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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