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Alla fine, la corda si è spezzata.

Il governo viene battuto al Senato sulle linee guida di politica estera. Chi non ha sentito il discorso di D’Alema, lo può trovare su Internet. La domanda è: che ha ascoltato quelle parole, come ha potuto votare contro? Non parlo solo dei due senatori in forza all’Unione, ma anche di quei 24 astenuti, o di […]

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Il governo viene battuto al Senato sulle linee guida di politica estera. Chi non ha sentito il discorso di D’Alema, lo può trovare su Internet. La domanda è: che ha ascoltato quelle parole, come ha potuto votare contro? Non parlo solo dei due senatori in forza all’Unione, ma anche di quei 24 astenuti, o di larga parte dell’opposizione. Non c’è una ragione valida.

L’imboscata era pronta ed è scattata, a prescindere. Si potrà dire che Angela Finocchiaro, presidente dei senatori dell’Unione ha ancora una volta sbagliato i conti. Si potrebbe dire che quei due senatori della sinistra radicale hanno fatto un gesto inconsulto, quello di uscire dall’aula.

Si potrebbe far notare la pesante astensione di Andreotti. Comunque chi aveva progettato la trappola l’ha fatta scattare. Qualcuno ha pensato che poteva essere una normale giornata di trabocchetti parlamentari, tanto sulle linee guida il governo non rischiava se non un semplice incidente di percorso. E invece Prodi ha deciso di accettare la sfida: è andato a Quirinale e ha rassegnato le dimissioni del governo dell’Unione.

Il presidente Napoletano comincia subito oggi le consultazioni. Poi Prodi, che comunque ha vinto le elezioni, potrebbe essere incaricato di formare un nuovo governo. Le cose non saranno più come prima. Diliberto e Giordano hanno bruciato la loro parabola nel governo in soli 9 mesi. E’ alquanto patetico leggere le dichiarazioni, postume di fedeltà al governo da parte della segreteria del Prc e di Rossi del Pdci. La frittata è fatta, adesso mangiatevela, cari signori.

Prodi poteva far finta di niente, subire oppure, come ha fatto subito, innalzare il livello dello scontro interno alla maggioranza. Ha innalzato lo scontro, è salito al Quirinale. La sinistra radicale ha sbagliato tutto, ha tirato troppo la corda, e adesso ne pagherà le conseguenza. L’errore di Bertinotti, che affondando Prodi aprì la strada al governo Berlusconi, si è ripetuto: quando la storia si ripete è grottesca. Proprio come grottesca è stata la giornata di oggi al Senato.

Bisognerebbe congratularsi per la capacità di cogliere la palla al balzo del senatore Andreotti, che tira così la volata a ipotesi di rafforzamento della componente centrista nella prossima maggioranza. Belzebù è più arzillo che mai. Ma queste sono le tecnicalità del Palazzo.

Forte, cocente è la delusione dell’elettorato di centro-sinistra, che si sente tradito dalle congiure di cortile. Forse ha ragione Veltroni, che si è affrettato a dire che la colpa di quanto è avvenuto è il meccanismo ad orologeria innescato da quella sciagurata legge elettorale, ordita contro la governabilità da Berlusconi, prima delle scorse elezioni.

La crisi di governo sarà rapida, perché sanno tutti che la fase economica è troppo delicata per non avere subito un governo dotato di autorevolezza. Non c’è il pericolo che torni Berlusconi, ma la certezza che il programma dell’Unione verrà fortemente ridimensionato, in senso molto più moderato. E di questo sapremo chi dovremo ringraziare nei prossimi giorni. Beh. buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “Alla fine, la corda si è spezzata.”

Sono disgustata, concordo sull’imboscata ma ADESSO non voglio andare a votare ancora PER QUESTI QUI !!!! Ma che governo è stato ?? Ma è così lontana la Spagna, e Zapatero cos’è un extra terrestre? BUONA GIORNATA……

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