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Alti e bassi.

Secondo uno studio recente non è vero che le persone più basse tendono ad essere più aggressive: la teoria del cosiddetto “Complesso di Napoleone” è stata smentita scientificamente. In effetti sono i più alti ad avere un’attitudine più violenta in situazioni di conflitto. La ricerca, pubblicata dai quotidiani londinesi, ha così sfatato un mito che, […]

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Secondo uno studio recente non è vero che le persone più basse tendono ad essere più aggressive: la teoria del cosiddetto “Complesso di Napoleone” è stata smentita scientificamente. In effetti sono i più alti ad avere un’attitudine più violenta in situazioni di conflitto. La ricerca, pubblicata dai quotidiani londinesi, ha così sfatato un mito che, secondo un sondaggio, era diffusa tra circa l’80% della popolazione.

Lo studio è stato commissionato dal programma del canale televisivo Bbc3 “Fuck Off, I’m Small” (Fottiti, sono basso) alla University of Central Lancashire. I ricercatori hanno selezionato dieci uomini più bassi di 1 metro e 50 e altrettanti di statura media, e hanno creato della squadre, una dei basso e l’atra degli alti, coinvolgendole in un gioco, il ‘Chopstick Game’ (il gioco delle bacchette cinesi): in pratica ad ogni coppia veniva dato un bastoncino col quale dovevano duellare con gli altri. I dati raccolti grazie ad alcuni rilevatori del battito cardiaco hanno mostrato che i partecipanti più alti tendevano a reagire in modo più aggressivo. “I risultati hanno confermato che la ‘Sindrome del nano ‘ è solo un mito. Quando la gente vede una persona bassa che si comporta in modo violento pensa che ciò sia dovuto all’altezza. Ma in realtà è solo per attirare maggiormente l’attenzione”, ha commentato il dottor Mike Eslea, lo psicologo che ha guidato la ricerca.

Che un canale televisivo commissioni una ricerca “scientifica”, che si è svolta facendo fare a due squadre di pirla una battaglia a colpi di bacchette cinesi è quanto di più comico si possa avere, per confutare, l’altrettanto squinternata teoria del Complesso di Napoleone, teorizzata per la prima volta dallo storico Alfred Adler, secondo il quale i 158 centimetri del generale Bonaparte avrebbero giocato un ruolo essenziale nella formazione del suo carattere.

Diciamocelo: più che una bufala, sembra un’anticipazione del 1° Aprile, giorno fatidico del celeberrimo “Pesce d’Aprile”. Da noi questa tradizione si è un poco persa, forse perché viviamo in un paese che ha 365 pesci d’aprile l’anno.

Come dimostrano, a proposito di stature, di ricerche, e di canali televisivi, le ultime dichiarazioni del capo della minoranza: “”Se questo governo andrà a casa i più felici, dopo gli italiani, saranno proprio i nostri alleati”. Lo ha detto il presidente di Forza Italia che ha parlato a Reggio Calabria, riferendosi a Stati Uniti, Gran Bretagna e agli altri alleati dell’Italia sullo scenario internazionale.

La qual cosa è bizzarra, proprio dopo che il suo partito ha votato al Senato contro il finanziamento delle missioni militari italiane all’estero.

Come volevasi dimostrare: tra alti e bassi, noi il “pesce d’aprile” ce lo giochiamo come un jolly, ad ogni comizio elettorale. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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