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Quei robot che sono già tra noi.

Inaugurata ieri, prende il via oggi il via la Conferenza Internazionale di Robotica e Automazione (Icra). E’ la prima volta che questo appuntamento internazionale con la robotica viene organizzato in Italia. Secondo gli organizzatori, il filo rosso della manifestazione sarà la “robotica ubiquitaria”, ossia lo sviluppo enorme che robot e automi si preparano ad avere […]

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Inaugurata ieri, prende il via oggi il via la Conferenza Internazionale di Robotica e Automazione (Icra). E’ la prima volta che questo appuntamento internazionale con la robotica viene organizzato in Italia. Secondo gli organizzatori, il filo rosso della manifestazione sarà la “robotica ubiquitaria”, ossia lo sviluppo enorme che robot e automi si preparano ad avere nel prossimo futuro e che li trasformerà in presenze costanti e irrinunciabili in ogni aspetto della vita quotidiana.

Ironia della sorte vuole che il futuro dei robot venga ospitato in un luogo teologico, l’Università Angelicum, prestigiosa istituzione universitaria dei padri domenicani. L’altro giorno padre Cantalamessa tuonava contro i computer, che non hanno anima, chissà che dirà quando i robot rischia di trovarseli in casa. Vabbè, si vede che è proprio vero che le vie del Signore sono infinite.

Non è invece fuori luogo che la conferenza si svolga in Italia. Non perché il nostro sia un paese così attento alla ricerca scientifica, come dimostrano le briciole che si destinano ogni anno allo sviluppo del pensiero e della pratica scientifica nelle nostre Finanziarie. E neppure perché si abbia un qualche riguardo per i ricercatori, che guadagnano non molto di più dei precari del call center, con rispetto parlando dei ragazzi e delle ragazze “buongiorno, in che cosa posso esserle utile?”.

Il fatto che arrivi a Roma una conferenza sulla robotica, con tanto di filmati e dimostrazioni del futuro degli automi è, forse, il riconoscimento che in Italia c’è un terreno molto favorevole al futuro inserimento dei robot nella nostra vita quotidiana. Basta accendere la tv.

I protagonisti dei reality, per esempio, non sono automi teleguidati dalle reti televisive e dalle società che producono format?

Oppure, i direttori di alcuni giornali di destra, che ci deliziano della loro presenza nei talk show, parlando di tutto, ma dicendo sempre la stessa cosa, cioè che è sempre e solo colpa della sinistra, pur se l’argomento magari è il delitto di Cogne, non sono forse eterodiretti dai proprietari delle rispettive testate, che li manovrano come i ragazzi sanno manovrare il joystik?

E vogliamo parlare, a proposito di robotica ubiquitaria, di quegli automi di ultima generazione, che sono i soliti noti che a nome dei partiti si presentano ovunque in tv, a tutte le ore, troppo spesso ubiqui, appunto, che mentre parlano in diretta in un canale, vanno contemporaneamente in onda su un altro canale, mandando in vacca la libertà di cambiare facce in politica, non dico col voto, ma almeno col telecomando?

C’è ne uno che è straordinario per la sua perfezione, così finto che sembra vero. Fu socialista e piduista, per far dispetto ai comunisti passò a Forza Italia. E oggi fa il vice di uno che in Forza Italia è arrivato dritto dritto dal Pci. Si vede che anche i robot possono essere vittime di un destino cinico e baro.
Ma questo ce lo avevano già raccontato Asimov e Clark. Per tanto, vorremmo dare il benvenuto in Italia ai robot di tutto il mondo. Beh. buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “Quei robot che sono già tra noi.”

Vero, ma la tendenza mi sembra essere piuttosto “trasversale”.

Così che i Robots potranno agevolmente soggiornare anche nell’ area di sinistra…

Bruno

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