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Complimenti per la trasgressione.

Finisce un’onesta carriera di rompi palle. Paolini, quella simpatica faccia di bronzo che appariva alle spalle degli inviati ha detto che non lo farà più. Sono state mitiche le sue apparizioni. Una volta fu presa a calcioni da Frajese, perché alle sue spalle Paolini aveva mostrato un paio di profilattici. E’ stato la croce di […]

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Finisce un’onesta carriera di rompi palle. Paolini, quella simpatica faccia di bronzo che appariva alle spalle degli inviati ha detto che non lo farà più.

Sono state mitiche le sue apparizioni. Una volta fu presa a calcioni da Frajese, perché alle sue spalle Paolini aveva mostrato un paio di profilattici.

E’ stato la croce di Fede, l’unico, in verità a mettere in luce la pochezza dell’ancorman di Arcore, che sbraiatava e perdeva le staffe, perché Paolini metteva alla berlina quel modo ciarlatano di fare le dirette.

Paolini metteva a nudo la sacralità della pomposa definizione “dal nostro inviato”. Ne sbeffeggiava la retorica, ne svelava il trucco, spazientiva l’inviato col microfono, che perdeva il filo, del discorso, faceva impazzire il cameraman, alla ricerca di una ripresa che lo escludesse dal video.

Ma Paolini era imperterrito. Sembrava la rappresentazione di Up il Sovversivo di Chiappori.

Faceva le facce, dietro il cronista, davanti alla telecamera. La sua faccina , contornata dai lunghi capelli, da cui spuntavano le orecchie a sventola e incastonata dietro gli occhiali, appariva come da dietro uno specchio immaginario, in cui si poteva specchiare il telespettatore.

Come al Circo, nel famoso show del clown che fa finta di essere l’immagine riflessa di un altro clown, e cerca di imitarne i gesti, in modo maldestro, Paolini non prendeva in giro quelli che sono davanti alla telecamera, ma noi che stavamo davanti alla tv. Il che era pericoloso, troppo pericoloso per la prosopopea del “passiamo la linea al nostro inviato”.

Anche nelle sue modalità truci e svaccate, la tv ha bisogno di essere presa sul serio. E Paolini, invece, ne svelava il trucco, ci restituiva la finzione, la parodia del pathos del “siamo collegati in diretta con” . Paolini ha fatto per anni marameo al “bello della diretta”.

Denunciato, poi assolto alla fine, però Paolini si è arreso. Siccome anche noi ci siamo da tempo arresi a questa tv, Paolini non ci mancherà. Peccato. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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