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democrazia

L’uomo politico più popolare in Italia è il Capo dello Stato.

Per 4 italiani su 10 la Carta è «data». Poco meno del 90% dà un giudizio positivo sull’operato del capo dello Stato, di Renato Mannheimer da corriere.it

Malgrado i suoi poteri siano relativamente circoscritti, il ruolo politico esercitato dal presidente della Repubblica si è andato progressivamente accrescendo negli ultimi mesi, sino a divenire in certi casi una sorta di «contraltare» istituzionale nei confronti del presidente del Consiglio.

Anche a seguito di queste iniziative, Napolitano ha riscosso una sempre maggiore approvazione da parte degli italiani. Oggi, poco meno del 90% dichiara di valutare positivamente il suo operato. Con una comprensibile maggiore enfasi tra gli elettori del centrosinistra (96% di giudizi positivi), ma coinvolgendo comunque anche l’ampia maggioranza dei votanti per il centrodestra (85% di consensi). Ciò dipende principalmente dal fatto che, per la maggioranza assoluta (70%), compreso il segmento che vota per il centrodestra (60%), l’azione di Napolitano è considerata comunque «al di sopra delle parti».

Quasi un terzo degli italiani ritiene che Napolitano «dovrebbe intervenire di più» nelle questioni politiche nazionali: la maggioranza (61%) è comunque del parere che intervenga «nella giusta misura». Ci si aspetta soprattutto che Napolitano continui — e talvolta accentui — la sua opera «in difesa della Costituzione». Ma qual è il giudizio dei cittadini sulla nostra Carta fondamentale? Poco più di metà della popolazione la considera ancora attuale nella sua interezza, mentre quasi il 40% la reputa «ormai datata».

In questo caso, acquista rilievo l’orientamento politico: la maggioranza (56%) dell’elettorato di centrodestra reputa infatti in qualche misura obsoleta la Costituzione e ne auspica una riforma. Al riguardo, una delle questioni principali concerne la capacità della Costituzione nella sua forma attuale di garantire la governabilità. Come si sa, nel suo discorso di Torino, Napolitano ha sottolineato la necessità di non sacrificare in nome di quest’ultima la divisione dei poteri e la tutela delle minoranze politiche. Due italiani su tre — con una significativa accentuazione tra i più giovani—concordano con queste sue affermazioni. E il 75% aggiunge che «la Costituzione va comunque sempre rispettata, perché altrimenti si rischia di sminuire il suo ruolo fondamentale di controllo».

Ancora una volta, questa opinione è più diffusa nell’elettorato di centrosinistra (86%), ma riscuote il consenso anche della maggioranza assoluta dei votanti per il centrodestra (66%). Insomma, al di là degli orientamenti politici di ciascuno, l’istituzione della presidenza della Repubblica rimane un fondamentale punto di riferimento. Molti sottolineano l’urgenza di riformare la Costituzione e, d’altra parte, lo stesso Napolitano ha affermato, sempre a Torino, che è del tutto legittimo modificarla, se vi sono motivazioni trasparenti e convincenti (l’86% dei cittadini concorda con questo orientamento). Ma, al tempo stesso, la grande maggioranza degli elettori sottolinea la necessità di mantenere adeguati meccanismi di pesi e contrappesi per la gestione corretta del potere politico. (Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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