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Berlusconi a Roma è molesto.

Palazzo Grazioli, via fermata bus. E la rivolta arriva su Facebook -roma.repubblica.it
Rimossa la paletta Atac di fronte alla residenza del premier e scoppia la rivolta popolare. Piovono critiche da cittadini, commercianti e utenti dei mezzi pubblici dirottati su altre fermate in centro. La decisione è stata presa per “fluidificare il traffico per ragioni di sicurezza, legate alla vicinanza del Presidente del Consiglio”, a pochi passi da piazza Venezia
I cittadini non ci stanno. Il plebiscito, quello vero, ha votato no. A scatenare la rabbia in strada è la soppressione della fermata dell’autobus in via del Plebiscito, voluta dall’Atac, a partire da oggi, per “fluidificare il traffico per ragioni di sicurezza, legate alla vicinanza della residenza del Presidente del Consiglio”. E, immancabilmente, su Facebook nasce un gruppo dal nome chiaro e forte: “Raccolta firme ripristino fermata bus a via del Plebiscito”.

Come era stato annunciato due giorni fa, questa mattina sono state rimosse le palette che si trovavano di fronte a Palazzo Grazioli, a un passo da piazza Venezia, e il coro degli utenti del servizio pubblico, ma soprattutto dei commercianti è stato unanime: quella fermata non andava tolta.

I primi ad accorgersene questa mattina sono stati i cittadini che da sempre aspettavano l’autobus sulla banchina. Al posto delle palette hanno trovato alcuni funzionari dell’Atac che pazientemente hanno spiegato loro la novità, indicando le fermate dove andare a prendere l’autobus.

Immediata la reazione dei romani dirottati sulle altre fermate del centro. “Per me è un guaio serio ora come faccio? – si lamenta Daniela, impiegata – mi tocca andare a largo Argentina, o di fronte ai carabinieri di piazza Venezia oppure addirittura a via del Corso”.

Imbufaliti, i cittadini non risparmiano critiche nei confronti del premier, in nome del quale è stato preso il provvedimento. “Quel signore – dice Gianfranco, perito del tribunale, riferendosi al premier – pensa solo agli affari suoi”. Un’altra cittadina chiede invece “che benefici per la sicurezza possa portare questa idea: se uno vuole fare un attentato lo fa anche senza autobus”. Si lamenta anche il portinaio dello stabile al 107, Gianluca Rossi, preoccupato “per i circa 200 anziani che abitano qui”.

Ma i più furiosi sono i commercianti di via del Plebiscito che all’apertura delle saracinesche hanno trovato la sorpresa.”Dovevano avvertirci – dice Luciano Zoppo, titolare della profumeria al 108 – ho paura per i miei affari”. Un commesso del grande negozio di casalinghi spiega perché: “la fermata era proprio davanti alle vetrine, un richiamo per questo negozio”.
Massimo Barbieri, che gestisce il negozio di calzature ‘Punto Zero’ è convinto che ci saranno molte ripercussioni: “questo è un punto di passaggio – spiega – se si toglie la fermata chi si ferma più? Magari, tra qualche mese quando registreremo un calo del fatturato, potremmo anche chiedere i danni. E poi, ci potevano avvertire, lo abbiamo letto sul giornale”.
Furibondo anche Angelo, che i giornali li vende: sua è la storica edicola all’angolo di piazza Venezia, “la prima di Roma” spiega mostrando una stampa del 1870: “già anni fa hanno tolto il doppio senso di marcia, hanno tolto la fermata sul lato di palazzo Venezia: dove arriveremo?”.

Tutti scontenti, dunque. E tutti uniti nel denunciaere il sopruso attraverso una nota dell’associazione Abitanti del Centro Storico. “La politica al servizio del
cittadino, questo lo sentiamo annunciare da tempo – si legge nel documento -, ma come pensare di togliere un servizio, come accade in via del Plebiscito dove sono soppresse le fermate del trasporto pubblico? Una fermata strategica, per lavoratori, impiegati e studenti, turisti e come non pensare a invalidi e portatori di handicap. Tutti usano il mezzo pubblico che deve essere potenziato per rendere sempre più efficiente un servizio pubblico al cittadino”.

“Non possiamo pensare che l’incolumità del Premier – prosegue la nota – dipenda essenzialmente dal non permettere ai mezzi di trasporto di fermarsi in via del Plebiscito, ma chi si è così solertemente adoperato conosce la viabilità della zona?”. E ancora: “Si sono allontanate le auto private dei residenti da piazza Grazioli, da Palazzo Grazioli dove un bel portone super protetto può essere l’esclusiva entrata della residenza. Quindi accontentarsi sarebbe il minimo, e non invadere la sfera della vita e della mobilità dei cittadini. Inoltre la sicurezza deve essere garantita per tutti e chi governa questo Paese deve aiutarci a vivere meglio, a non essere costretti a fare rinunce a favore, ma usando semmai i privilegi già a disposizione: perché non vivere a Palazzo Chigi?”.

Intanto gli autobus, il 70, il 40, il 63, il 62, il 64, il 30 e tanti altri tirano dritto senza fermarsi. Qualche autista, la forza dell’abitudine, ancora frena e apre le porte ma viene subito fatto ripartire dai funzionari Atac suscitando le ire dei passeggeri. Qualcuno a distanza accenna una corsetta per cercare di raggiungere un autobus che però non si ferma. Il commento è sempre quello: “parlano di ordine pubblico e noi non possiamo dire più niente ma vorrei sapere: cosa c’entra con la sicurezza? Perché se Berlusconi vuole stare sicuro non se ne va a vivere a palazzo Chigi?”. (beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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