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La festa degli innamorati nell’epoca dei disoccupati: “Godetevi il giorno di san Valentino ragazzi miei, amatevi di marca e sbaciucchiatevi di lusso. Domani ci ritroveremo come l’altro ieri: io e te tre metri di fila all’ufficio di collocamento”.

di GIORGIA SPINA
Mentre l’Italia cerca di divincolarsi alla meno peggio dall’abbraccio della Crisi, gli italiani oggi si concedono il lusso di abbracciarsi e sbaciucchiarsi come San Valentino comanda.
Anche quest’anno è arrivata la festa degli innamorati. Le vetrine dei negozi si riempiono di cuori rossi, i telegiornali incastrano un servizio sui buoni sentimenti dietro a quelli del Paese che va a puttane e chi ieri si mandava a fanculo oggi si ripete pateticamente “ti amo pucci pucci pu”. Tutto come da copione.
A quanto pare la crisi delle minchiate non è contemplata nella parola generica. Il giorno prima c’è chi si lamenta che il lavoro va male, che si sta con il fiato sospeso perché stanno facendo dei tagli, e il giorno dopo i tagli sono quelli di grosse banconote che entrano nelle casse di Mister Perugina, dei signori Fiorai, del completino intimo QuantoSeiZoccola da regalare alla fidanzata, moglie, amante, massaggiatrice (pare che anche loro inizino a rivendicare qualcosina…). E il giorno dopo, è chiaro, si ricomincia da capo: siamo senza futuro, non arrivo a fine mese e via dicendo.
A quanto pare Cupido colpisce al cervello: il 14 Febbraio si crea una sorta di amnesia dei giorni precedenti e un’idea vaga, vaghissima, di quelli a venire. Sono tutti pronti a spendere e spandere nel porno kitsch, per peluche di dimensioni spropositate per i quali dovresti affittare un monolocale apposito vicino casa, per gioielli che il giorno prima guardavi con il naso appiccicato alla vetrina come la Piccola Fiammiferaia. E poi cioccolatini, tubi e tubetti a profusione, rose rosa alla signora (con cui non si tromba più da un po’) e rosse all’amante (con la quale l’ultima risale a ieri sera).
Da tutto questo spettacolino aberrante non si risparmiano affatto i giovani, a furor di popolo la categoria più colpita dalla terribile Crisi. Trentenni al secondo anno di Università, disoccupati, stagisti e fancazzisti fanno una corsa agli armamenti che costa molto più di una paghetta. Alla faccia del “non ho neanche i soldi per la pizza il sabato sera”!
Ristoranti di lusso prenotati per la cena in cui sarete i più “fidanzatissssimi innamoratisssimi” di tutti, lotte per accaparrarsi la miglior lingerie di pizzo, seta o pelo rosso grazie alla quale la tua lei te la darà quella notte come mai altre, se non quella dell’anno prossimo, ovvio. E poi ancora cuori gonfiabili da far invidia alle mongolfiere, mazzi e mazzi di fiori da scatenare l’ira di Greenpeace, ciondoli, bigliettini dai profumi metifici e tante altre cazzate perché siamo giovani e spensierati… oggi. Domani si ricomincerà con il pianto e con “non trovo lavoro, non riesco a finire gli studi, mamma aiutami tu perché sono proprio sfigato”.
Godetevi il giorno di san Valentino ragazzi miei, amatevi di marca e sbaciucchiatevi di lusso. Domani è un altro giorno, avrebbe detto qualcuna. Domani ci ritroveremo come l’altro ieri: io e te tre metri di fila all’ufficio di collocamento.
E scusa Paese caro, ma ti chiamo coglione! (Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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