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Scuola: il terreno è sdrucciolevole e il ministro scivola.

E’successo al Senato della Repubblica italiana. Secondo le agenzie di stampa, il ministro dell’istruzione è inciampata su una parola sdrucciola: ha detto egìda invece che ègida. Pare che in aula sia scoppiata una risata generale.

Il fatto è che al Senato era in discussione la famosa legge sulla scuola, che sta agitando studenti, famiglie e insegnanti di ogni ordine e grado, in tutta Italia. Quando si dice la parola sbagliata, nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato.

Però non ci voleva. Tanto più che abbiamo visto nei cortei di questi giorni cartelli che raffigurano un immaginetta sacra, col volto del ministro in fotomontaggio e la scritta “beata ignoranza”.  Che cattivi!

No, no, proprio non ci voleva. Per fortuna la legge in questione non è ancora passata, se no capace che anche con un solo brutto voto il ministro rischiava la bocciatura. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “Scuola: il terreno è sdrucciolevole e il ministro scivola.”

“Gel-mì-ni” dal punto di vista fonologico, sillabico è una parola piana, o parossitona, ovvero con l’accento tonico che cade sulla penultima sillaba. Gelmini, dal punto di vista ministeriale è slittata su una sdrucciola, o proparossitona, ovvero su una parola con l’accento sulla terzultima (che in “è-gi-da” è poi la prima). La ministra ha spostato l’accento della sdrucciola dalla prima alla seconda (e-gì-da), così come se uno per pronunciare Gelmini spostasse in avanti di una sillaba l’accento. Diventerebbe “Gelmin-ì”: da piana o parossitona la ministra si trasformerebbe istantaneamente in tronca o ossitona (accento sull’ultima). Madame Gelmin-ì! Vuoi mettere, è tutt’altro tono, tutt’altra cosa! Parafrasando Gustave Flaubert e il suo celebre detto “Madame Bovary, c’est moi!”, anche il capo del nostro gabinetto ministeriale potrebbe gridare in Aula, tra gli scampanellii della presidenza e le vibrate proteste dell’opposizione: “Madame Gelmin-ì, c’est moi!”. Al che la ministra potrebbe legittimamente gridare a sua volta: “Je suis Monsieur Berluscon-ì!”. A questo punto insorgerebbe il presidente Fini: “E no, signora ministro, semmai ‘Berluscon-ì c’est moi!’, lo sanno anche all’asilo che tocca prima a me!”. “E allora – domanderebbe sconcertata la ministra – a questo punto Berlusconi chi è?”. “Bien sûre, Madame la Ministre, Berlusconì voilà c’est Fin-ì!”. Ossitona o tronca, Madame Marie-Etoile, può avere conseguenze decisamente diverse che parossitona/piana, o proparossitona/sdrucciola. Il parossismo degli accenti è micidiale quando ci si mette.

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