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La crisi economica? Prima le donne e i bambini.

Nel suo intervento al convegno celebrativo la giornata del risparmio, Giulio Tremonti ha detto: “Dobbiamo portare al primo posto l’etica e puntare sui valori e non sugli interessi”. Bello a dirsi, però in Italia sta succedendo l’esatto contrario.

 

La legge 133, “la legge Gelmini” taglia fondi e personale alla scuola primaria. Sordi a ogni istanza non solo di modifica, ma nemmeno di dibattito il governo ha deciso, il Parlamento ha ratificato. Considerando che la stragrande maggioranza delle maestre, costrette a diventare “maestro unico” sono appunto donne, ecco chi sono le prime vittime del taglio del personale docente. Contemporaneamente, altre donne, cioè le mamme lavoratrici  subiranno il taglio da 40 a 24 le ore scolastiche nelle elementari. I loro bambini, a parte la decurtazione delle ore dedicate alla loro istruzione,  dunque alla qualità della loro crescita, subiranno il prevedibile scompaginamento della loro vita: chi lo va a prendere a scuola? Chi me lo tiene nel primo pomeriggio? Quanto mi costa una baby sitter? Ecco che in un colpo solo, a maestre, mamme e ai loro bambini è stata rovinata la vita, oltre che colpita la loro economia. Dunque, si è puntato sugli interessi di bilancio, niente affatto su l’etica e sui valori.

 

Nel comparto dell’editoria e della pubblicità soffiano venti di crisi, a causa proprio della crisi, che riduce copie vendute, raccolta pubblicitaria, come conseguenza del taglio della spesa nella comunicazione commerciale. In questi settori le donne sono in maggioranza, anche se, come è noto, con ruoli quasi mai dirigenziali. Chi sta lasciando il posto di lavoro, o si appresta ad essere costretto a farlo, per via dei tagli al personale? Loro, le donne, con buona pace dell’etica e dei valori.

 

La Cai, la compagnia aerea italiana, quella cordata di industriali italiani che ha “coraggiosamente” salvato Alitalia, secondo i dettami delle promesse elettorali del governo in carica, ha in animo di non procedere all’assunzione delle donne con prole, perché, proprio per questo,  avrebbero l’esenzione dal lavoro notturno. Ancora una volta, le prime vittime degli interessi economici sono le donne e i loro bambini. Ancora una volta gli interessi prevalgono, senza curarsi degli aspetti più odiosi, quelli che contrastano palesemente con l’etica e i valori.

 

Secondo Giuliano Amato, politico italiano di lungo corso, già presidente del consiglio e più volte ministro, grazie alla recessione avremo presto un milione di disoccupati, contemporaneamente la cassa integrazione guadagni è in riserva, per non dire a secco. Quante saranno le donne coinvolte?

 

Dovrebbe potercelo dire il ministero delle pari opportunità, ma  la ministra competente non può, ha altro da fare e da pensare.  Si deve occupare della sua immagine, deve fare la portavoce di un governo di neodestra, neodecisionista e neoliberista, che aiuta banche e grandi imprese, oltre che se stesso e i propri interessi e abbandona piccole imprese, famiglie e lavoratori dipendenti al ruolo di agnelli sacrificali della recessione economica. A cominciare proprio dalla donne e dai bambini. Caro signor ministro dell’economia, invece che a un consesso di banchieri, glielo vada a dire a loro che “dobbiamo portare al primo posto l’etica e puntare sui valori e non sugli interessi”. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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