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Verso la terza manovra? Il governo in balia della crisi.

Da controlacrisi.org

L’Italia è il prossimo candidato a diventare la vittima della “tempesta perfetta”: mancano solo 0,77 punti percentuali al baratro, ovvero la differenza tra il 6,33% di rendimento toccato dai titoli italiani e la soglia del 6,5%-7% ritenuta da tutti gli analisti il punto di non ritorno in cui il nostro paese potrà solo dichiarare la bancarotta a causa dell’impotenza nel far fronte ai debiti. Silvio Berlusconi è pronto all’ennesimo inconcludente Consiglio dei ministri. E, soprattutto, ad infilare nel decreto sviluppo la terza finanziaria del 2011, che dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i dieci miliardi.

A suonare il de profundis all’esecutivo non è solo l’opposizione in Parlamento ma anche il mondo imprenditoriale e alcuni settori del sindacato, come la Cisl. E’ Pier Ferdinando Casini a voler dettare al premier l’agenda della settimana invitandolo a presentarsi alle Camere prima del vertice del G20 previsto per il week end. Abi, Alleanza delle cooperative, Ania, Confindustria e Rete imprese italia invitano Berlusconi ad “agire immediatamente al G20 di Cannes risultati concreti” e verificare se esistono le “condizioni per assumere le misure necessarie”, altrimenti “ne tragga le necessarie conseguenze”. “La situazione sui mercati finanziari – sottolineano in una nota – sta precipitando e il nostro Paese è al centro delle turbolenze internazionali. L’attuale condizione è insostenibile per l’Italia e per gli italiani. Non possiamo continuare ad assistere alla corsa degli spread e al crollo dei valori azionari. Non possiamo correre il rischio di perdere in poche settimane ciò che abbiamo costruito in decenni di lavoro”.

Anche per il centrosinistra siamo ai vertici straordinari. Pierluigi Bersani ha sentito ieri, oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Pier Ferdinando Casini e Antonio Di Pietro, in una «delle giornate più drammatiche che l’Italia abbia mai visto in questa crisi finanziaria», fa sapere il Partito democratico. Domani c’è in programma un vertice; non si è capito se per discutere del default dell’Italia o di quello suo dopo lo scontro tra Renzi e Bersani.
Da parte sua, il centro dello schieramento politico non sembra incline a concedere a nessuno la patente di difesa degli interessi nazionali. E così il bel Pier, che pretende ufficialmente da Berlusconi di comparire in Parlamento per riferire sulle decisioni concrete «prima del vertice del G20, non si lascia scappare l’occasione per menare fendenti a destra, ed anche a sinistra. «In una giornata come questa – scrive su Facebook – a sinistra c’è chi si preoccupa delle primarie e a destra chi annuncia trionfante un milione di tessere. È sbalorditivo e drammatico allo stesso tempo, molti di noi sembrano sulla luna».

Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom, sottolinea invece che il tanto vitupereato referendum della Grecia “è sacrosanto”. “Vogliamo un referendum anche in Italia”, aggiunge, “no alla dittatura della Bce”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario del Prc Paolo Ferrero. “E’ del tutto evidente che le politiche del Governo, della Ue e della Bce ci stanno portando al disastro, come in Grecia“, dice. “La Bce per bloccare la speculazione deve acquistare i titoli di stato nel mercato primario e non in quello secondario, ed il nostro Governo deve pretendere con forza che questo avvenga da subito”, aggiunge. “Inoltre bisogna fare subito un referendum così come in Grecia, sulle politiche economiche e della Bce. Le politiche di austerity vanno sconfitte con la democrazia reale, sia il popolo e non le banche a poter decidere il proprio destino”, conclude Ferrero.

Ovviamente, l’ipotesi del referendum non è nemmeno presa lontanamente in considerazione dal Pd, che invece parla di «scelte straordinarie». «Anche attraverso la costituzione di un esecutivo di emergenza nazionale che affronti pochi punti qualificanti, a partire da quelli dell’economia e dell’occupazione», dice Cesare Damiano, capogruppo Pd commissione Lavoro della Camera. Secondo Damiano servono «misure di rigore necessarie debbono avere il carattere dell’equilibrio nei sacrifici richiesti, se non si vuole commettere l’errore di pensare che colpendo esclusivamente lo stato sociale si possa uscire da questa situazione». (Beh, buona giornata),

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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