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E’ vero: Facebook traccia tutti gli utenti.

(fonte: ilsole24ore.com)

Grazie ad altrettante interviste rilasciate da quattro manager di Facebook, gli ingegneri Arturo Bejar e Gregg Stefancik e i portavoce Andrew Noyes e Barry Schnitt, USA Today è stato in grado di ricostruire le modalità con cui in casa Zuckerberg si tracciano i Facebook-addicted negli immensi spazi della Rete. Metodi che differiscono tra loro: ce n’è uno studiato per i membri di Facebook loggati durante la navigazione, uno per quelli non loggati e uno studiato per chi non è annoverato tra gli 800 milioni di iscritti; fatto che rende ancora più inquietante il potere della piattaforma social.

Il funzionamento è tanto semplice quanto efficace: il computer o il device di un internauta, che dovesse navigare su una qualsiasi pagina offerta da Facebook, diventerebbe ospite di un apposito cookie; il quale diventa due se l’internauta è già registrato al social network, da qui parte l’attività di tracking. Ogni altra risorsa visitata che contiene plugin di Facebook (ad esempio il classico bottone “like”) viene registrata insieme alla data, l’ora e un identificativo univoco assegnato al computer. Visitando altre pagine web, quando si è eseguito il login a Facebook, vengono tracciati anche il nome utente, il proprio indirizzo email ed informazioni relative ai propri “amici”.

Ciò dà maggiore senso alla necessità di certificare il proprio pc o device quando ci si collega a Facebook da una fonte mai utilizzata in precedenza o dopo avere pulito la cache del proprio browser. I dati vengono conservati per 90 giorni e questa tecnica non è del tutto estranea a quelle adottate, ad esempio, da Google o Yahoo!, lasciando peraltro defluire tutta una serie di informazioni che possono fare gola alle agenzie di marketing o a quell’industria che basa il proprio core business sui dati personali degli internauti.

Il tema della privacy torna a bussare forte, ed è uno degli argomenti – insieme alla sicurezza – che spaccano in due il popolo del web. Le strade percorribili sono, al momento, due: o continuare ad alzare gli scudi oppure accettare questa fuga di informazioni personali come lo scotto da pagare per poter godere dei vantaggi offerti dalla Rete. Quest’ultima ipotesi è quella a più riprese sponsorizzata dalla stessa Facebook. (Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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