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Il nuovo governo deve affrontare un vecchio problema: una vera legge che contrasti il conflitto d’interessi.

di Giuseppe Giulietti-micro mega

“Non conosco i poteri forti e mi disturba il solo sospetto che io possa fermarmi davanti al conflitto di interessi. Informatevi meglio sono stato proprio io, dieci anni fa, a contrastare Bill Gates, ad oppormi agli oligopoli, nella mia qualità di commissario europeo”.

Così si è espresso Mario Monti nella sua replica alla Camera dei deputati.

Parole chiave, eppure su questo punto non mi ha convinto del tutto.

Paradossalmente, anche per Mario Monti, sarà più difficile ripetere l’impresa in Italia, perché qui non avrà di fronte Bill Gates, ma Silvio Berlusconi e cioè il capo della forza politica più rappresentata nelle aule parlamentari.

Sarà una casualità, ma nelle pagine del programma non c’è riferimento alcuno né al conflitto di interessi, né alle norme anti trust, né alla necessità di liberare le autorità di garanzia e la Rai dal controllo diretto del governo e delle forze politiche.

Il presidente Monti ha usato se stesso, la sua vita, per rispondere alle critiche di chi ha segnalato questa carenza, queste omissioni, lo ha fatto con passione civile, persino con una punta di britannica irritazione.

Per valutare la natura di questa irritazione basterà attendete qualche giorno.

Il professor Catricalà, che ha preso il posto di Gianni Letta, ha lasciato la poltrona di presidente della autorità anti trust. In questi giorni la funzione di presidente sarà svolta da Antonio Pilati che fu una delle “menti” della Legge Gasparri.

Da quella postazione Catricalà ha fatto alcune cose, ha promesso alcune liberalizzazioni, ha colpito alcuni imbroglioni nel settore della pubblicità truffaldina, ma ha alzato bandiera bianca ogni qual volta avrebbe dovuto sfiorare il santuario del conflitto di interessi.

Persino nelle relazioni annuali presentate alla Camera dei deputati, il presidente Catricalà ha lamentato l’insufficienza della legge, la carenza di strumenti per colpire i conflitti di interesse, e così ha sempre giustificato la resa.

Colmerà Monti questo vuoto? Saranno predisposte le nuove norme, magari suggerite dal professor Catricalà?

Chi sarà il nuovo presidente della autorità anti trust, un uomo o una donna di assoluta indipendenza ed autonomia o un garante della conservazione e del conflitto di interessi?

Basterà aspettare per comprendere se, in questo settore, ci sarà davvero “discontinuità” o se prevarrà, a dispetto delle irritazione di Mario Monti, la più assoluta continuità. (Beh, buona giornata).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/19/schifani-e-lantitrust-di-famiglia/171746/

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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