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3DNews/AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, ARRIVA IL MICROBO MANGIARIFIUTI.

di Andrea Dosi

Da un sacchetto di rifiuti organici si potrà ricaricare il cellulare. Già oggi, adesso. Tra qualche anno, poi, magari con le bucce di patate ci pagheremo la bolletta di casa. Il tutto grazie a quello che è stato battezzato il “ microbo mangiarifiuti ”, un organismo scoperto dal CNR di Pozzuoli.
Si chiama “ thermotoga neapolitana” e vive a temperature altissime, nelle fumarole sottomarine dove è presente un alto gradiente di temperatura. Questo batterio, in presenza di ossigeno, può produrre gas idrogeno come sottoprodotto del suo metabolismo: può metabolizzare una vasta gamma di carboidrati differenti, glucosio in particolare. Il batterio se lo mangia, lo digerisce e restituisce idrogeno, che poi attraverso un procedimento da biomasse si trasforma in energia.

Alla base del ciclo ci sono i rifiuti organici: il “thermotoga” digerisce il glucosio che ricava dagli avanzi alimentari, come bucce di pesca o di patate, o verdura, o pesce, o più in generale da qualsiasi carboidrato di scarto, producendo di seguito altre molecole utili anche per la medicina e per la chimica. «Certo c’è bisogno di avere rifiuti differenziati» precisano dal Cnr. Il thermotoga, microrganismo termofilo, ovvero un essere vivente che cresce a temperature altissime, riesce a trasformare il glucosio dei rifiuti in idrogeno, e questo attraverso un impianto biomasse diventa energia.

Per il momento esiste all’interno del Cnr un impianto da un litro capace di alimentare una batteria di cellulare, luci led, e piccole lampade. Ma in cantiere c’è qualcosa di più grande. Su quest’ultimo punto gli scienziati mantengono il riserbo e annunciano che parleranno a brevetto avvenuto. Dice la Gambacorta: < < Per adesso siamo riusciti ad alimentare Cialis Online una batteria di cellulare di qualche generazione fa, luci e lampade. Ma in proporzione si potrebbe generare energia per sostentare un edificio delle dimensioni di una piccola casa. Ma certo è in proporzione. Per adesso siamo soltanto poco dopo la ricerca di base>> .

Tra i problemi cruciali per la ricerca, c’è lo scarsissimo finanziamento da parte delle istituzioni, in particolare da parte dello Stato: < > continua la dottoressa < >.
Eppure investire nella ricerca di base dovrebbe interessare le istituzioni, soprattutto in un momento dove si tenta di trovare nuovi modelli di sviluppo.< < La ricerca di base porta spesso a percorrere strade imprevedibili. Quando Watson, Crick e Wilkins scoprirono la doppia elica del DNA, le applicazioni di oggi sembravano all'epoca impensabili>> prosegue < >.
Ma la ricerca del Cnr è ovviamente focalizzata su un punto di vista biologico < > sottolinea < < Questa è una ricerca e per ora non è certo una soluzione al problema rifiuti>>. Per adesso non è una soluzione ancora percorribile, ma è un paradigma della ricerca come innovazione.

La natura ci viene incontro, spesso ponendosi come esempio; l’idea di risolvere il problema rifiuti (organici), con l’ausilio di un batterio che se ne cibi, è ad oggi irrealistica. Ma lo smaltimento dei rifiuti è un problema ancora aperto, e ricercare nuove soluzioni o soluzioni già esistenti in natura, è una via che dovrebbe essere percorsa, ma fino a oggi è più o meno ignorata.

La ricerca di base vuol dire indagare la natura nel profondo, e forse un modello di sviluppo innovativo ed equo potrebbe nascere proprio da qui. La “thermotoga neapolitana” ci insegna ancora una volta che dal letame possono nascere fiori.(Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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