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Piombo Fuso: “Questa è la distorta realtà che Obama erediterà la prossima settimana, e che brutta eredità è.”

L’assedio israeliano a Washington – Obama davanti ai fatti compiuti

di Rami G. Khouri – «Daily Star», Beirut (da megachip.info)

Se l’attacco israeliano a Gaza iniziato 18 giorni fa aveva in parte lo scopo di mandare un messaggio al prossimo presidente degli USA Barack Obama, il Congresso USA nell’ultima settimana sembra essersi unito allo sforzo di mettere i cappi al nuovo presidente e ipotecare per lui la futura legislazione, ancora prima che entri in carica.

Obama ha cercato di mantenere le distanze e rimanere fuori dalla battaglia politica su Gaza astenendosi dal fare dichiarazioni impegnative. Israele e i suoi molti sostenitori a Washington hanno per lui piani diversi. Lui è rimasto fuori dalla guerra, ma loro l’hanno combattuta per lui — facendogli ingoiare come prima lezione pre-incarico come i presidenti americani si comportano quando Israele rende noti i suoi desideri, se vogliono rimanere al potere.

La Camera dei Rappresentanti ha votato lo scorso venerdì con 390 voti a favore e 5 contro una risoluzione che appoggia completamente Israele nel suo attacco a Gaza, proclamando specificamente “il diritto di Israele a difendere se stesso dagli attacchi di Gaza”. Il giorno prima, il Senato sosteneva a spada tratta Israele e il suo diritto di difendersi contro il terrorismo.

Una simile straordinaria unilateralità dell’appoggio a Israele da parte degli Stati Uniti rispecchia la stessa posizione dell’amministrazione. Sia il Presidente George W. Bush che il Segretario di Stato Condoleeza Rice hanno detto durante incontri con la stampa che Hamas era da biasimare per la guerra attuale e per le sofferenze dei palestinesi di Gaza, e che ogni cessate il fuoco doveva assicurare che Hamas non avrebbe più attaccato Israele. Sembravano incomprensibilmente ciechi alla combinazione dello strangolamento e dell’aggressione su Gaza da parte di Israele. (E per quanto ne sa la stampa, ecco la storia delle vanterie del Primo Ministro Ehud Olmert che avrebbe costretto George Bush e Condi Rice ad astenersi nel voto per una richiesta delle Nazioni Unite di un cessate il fuoco che pure la Rice aveva aiutato a scrivere).

Questo sostegno quasi irrazionale per Israele sia nel potere esecutivo che nel potere legislativo del governo USA ha luogo mentre un coro di condanna internazionale per l’uso sproporzionato della forza include inviti di alcuni funzionari delle Nazioni Unite e rispettabili organizzazioni non- governative a indagare se Israele ha commesso “crimini di guerra”.

Israele sta facendo uso dei due arsenali con cui si sente più a suo agio — la forza militare per uccidere, ferire, terrorizzare e costringere alla fuga migliaia di civili palestinesi, e l’equivalente scempio politico di manganellare l’establishment politico americano fino alla totale sottomissione.

Dopo sei decenni di tentativi, Israele non è riuscito a trasformare i palestinesi in vassalli e schiavi ossequiosi — ma ha avuto successo nel trasformare un sistema politico, altrimenti impressionante, in un gregge di bestiame castrato che si accuccia di fronte alle minaccia che i boia e i pistoleri d’Israele tengono sospesi su di esso.
Gaza avrà presto il suo cessate il fuoco, ma Washington troverà mai sollievo dall’asfissiante stretta politica dei tagliagole di Israele?

Questi voti del Congresso negli ultimi giorni non sono un evento insolito, purtroppo, ma una riaffermazione di routine della stretta asfissiante che Israele mantiene sui rappresentanti eletti di un’altrimenti sana democrazia. Ad esempio, due anni fa, quando Israele attaccò il Libano con un simile ferocia, la Camera dei Rappresentanti USA votò per 410 a 8 il suo appoggio all’aggressione israeliana, e per condannare Hamas e Hezbollah per “gli attacchi non provocati e riprovevoli contro Israele”.

Due anni prima, nel 2004, la Camera votò per 407 a 9 il suo appoggio alla posizione del Presidente Bush secondo cui era “irrealistico” che Israele tornasse completamente alle sue frontiere del giugno 1967.
Su nessun’altra questione di politica estera il Congresso USA mette collettivamente la testa sotto la sabbia, spegne la sua capacità di giudizio indipendente, e dimentica l’impatto delle sue decisioni sull’immagine degli USA nel resto del mondo. Riguardo a nessun’altra parte del mondo il Congresso USA vota secondo gli interessi di un paese straniero e non secondo l’interesse nazionale USA. Questo cieco e irriflesso tuffo nel fanatismo e nel tifo filoisraeliano riflette precisamente la forza della lobby filo-israeliana, e la debolezza delle voci ragionevoli, dell’equilibrio della giustizia come guide della politica estera americana.

Questa è la distorta realtà che Obama erediterà la prossima settimana, e che brutta eredità è. Cattura il peggio di molti mondi e lo fonde in un unico mondo — la perversione, la forza isterica della lobby pro-Israele negli Stati Uniti che compra e atterrisce politici con la stessa facilità con cui si compra un sacchetto di noccioline al circo; i governi arabi, anemici, sconsiderati, senza spina dorsale, che rimangono nudi davanti a Israele e agli USA, e svergognati davanti alla loro gente; e il sistema politico americano, che su questa questione, con l’eccezione di poche persone decenti e coraggiose, si comporta in modo assai poco americano di fronte alle onniscienti forze filoisraeliane che decidono della vita e della morte politica di ognuno.
Qui non c’è niente di nuovo. Mi stupisce solo che gli Americani si aspettino da noi che li prendiamo sul serio e che non ci mettiamo a ridere — o a vomitare — quando ci tengono lezioni sull’esportazione della democrazia. (Beh, buona giornata).

Tradotto da Gianluca Bifolchi, achtungbanditen.splinder.com: [QUI]

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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