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Attualità Popoli e politiche

Israele duramente contestata. Non è successo a “Anno zero”, ma a Washington.

da ilmessaggero.it

WASHINGTON (17 gennaio) – Il ministro israeliano degli Esteri Tzipi Livni è stata duramente contestata da alcuni giornalisti che durante una conferenza stampa di ieri a Washington l’hanno chiamata «terrorista» e hanno paragonato il suo governo a quello dello Zimbabwe.

Lo raccontano oggi i siti dei giornali israeliani, aggiungendo che all’esterno del Washington press club dove si teneva la conferenza un gruppo di attivisti del gruppo pacifista «Code Pink» scandiva lo slogan «c’è un criminale di guerra nell’edificio». Uno dei momenti più tesi è stato quando un giornalista ha iniziato la sua domanda con una lunghissima citazione di un rapporto sulla situazione dei diritti umani a Gaza.

Quando l’uomo è stato sollecitato a dire quale era la sua domanda, questi ha replicato con veemenza: «l’avete lasciata parlare e ora non lasciate che si facciano domande. Da quand’è che qui vengono accolti i terroristi?».

Diversi giornalisti hanno dichiarato nelle loro domande che l’operazione «piombo fuso» avrebbe soltanto allontanato la pace, e una di loro ha paragonato Israele allo Zimbabwe per il divieto ai giornalisti di entrare a Gaza.

La Livni non ha mai perso la pazienza, rispondendo a tutti. All’uomo che le ha dato della terrorista ha detto che Israele «non vuole farsi coinvolgere nelle questioni interne dell’autorità palestinese e che per questo abbiamo lasciato unilateralmente la Striscia di Gaza, ma in cambio abbiamo avuto il terrorismo. Cerchiamo di far tutto per evitare di colpire i civili, ma questo accade». (Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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