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La Rai condanna “La guerra dei bambini” di Michele Santoro.

Per il cda della Rai, la trasmissione di Anno Zero del 15 gennaio sui bombardamenti israeliani a Gaza, che ha già scatenato una furiosa polemica, «ha peccato di intolleranza e faziosità». Come è noto, Lucia Annunziata aveva abbandonato la diretta, accusando Santoro di non fare una trasmissione “equidistante” tra le posizioni filo israeliane e quelle filo palestinesi.

 

 

In ambienti vicini la redazione di Anno Zero si fa notare che quanto è accaduto ha un paio di risvolti un poco singolari. Essi riguarderebbero: a) la volontà di chiudere per sempre il programma, manifestata già prima della messa in onda della puntata “incriminata”(Santoro avrebbe ricevuto una telefonata tre giorni prima, nella quale lo si informava di questa volontà); b) uno degli invitati alla trasmissione avrebbe declinato l’invito un paio d’ore prima della messa in onda, adducendo motivi di salute; c) pare che lo stesso abbia però lasciato la sera stessa un post it recante parole di ringraziamento, sul portone d’ingresso della giornalista che aveva abbandonato la trasmissione. C’è anche chi ha notato che mentre Lucia Annuziata si alzava e si toglieva il microfono per andarsene dallo studio, avrebbe detto:”io stavolta non farò niente”. La cosa verrebbe interpretata come se la giornalista fosse a conoscenza del proposito di chiudere il programma.

 

Più volte la giornalista aveva detto “scusate se faccio la stronza”. Anche qui si vorrebbe vedere una sorta di “ti sto aiutando a non farti chiudere e tu per tutta risposta mi tratti pure male”. Insomma, una sorta di “eccesso colposo di buona volontà” male interpetato da Santoro, che perdendo poi le staffe in diretta non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, fino al clamoroso abbandono della trasmissione. Comunque, va rilevato che, nonostante presunti bigliettini e la pubblica telefonata di “solidarietà” da parte di Fini, Lucia Annunziata ha mantenuto uno stretto riserbo sulla vicenda, sottraendosi a ogni ulteriore polemica diretta, la qual cosa è un punto a suo favore. Chi l’ha criticata per il suo comportamento in trasmissione, non ha preso in considerazione che quello che ha detto lo pensasse davvero, tanto da agire di conseguenza.

 

 

Si tratta di gossip? Di dietrologie? Di un processo alle intenzioni? Di una delle solite “teorie del complotto”? Fatto sta che la reazione politica nei confronti di Santoro è stata immediata e ben orchestrata: come ricorderete, il la è stato dato con una durissima dichiarazione del presidente della Camera, alla quale hanno fatto subito coro le dichiarazioni dell’apparatnik del centro-destra.

 

Fino alla presa di posizione del cda della Rai di oggi. Al di là di ogni ulteriore commento relativo a questa ultima polemica contro la tv pubblica, che vede ancora una volta al centro Michele Santoro, resta il fatto sconcertante che il cda della Rai abbia sostenuto la tesi per cui “il Consiglio sottolinea che nel suo complesso l’informazione della Rai sul conflitto è completa ed equilibrata”. Come sarebbe potuta esserlo se agli inviati Rai, come a tutti i corrispondenti stranieri è stato vietato l’ingresso nella Striscia di Gaza? Come potevano essere completi ed equilibrati i servizi trasmessi al di qua del confine con Gaza, costringendo gli inviati a mostrare da lontano i fumi che si alzavano nelle città bombardate? Perché la Rai non ha protestato contro il governo israeliano per l’embargo della stampa internazionale, quella italiana compresa?

 

 

Ha scritto Corrado Giustiniani, sul blog “I nuovi italiani” (ilmessaggero.it): “Giovedì 15 gennaio ero libero, e ho potuto vedere a casa mia, dall’inizio alla fine, la puntata sulla guerra di Gaza. Quasi nessuno ha colto che il vero valore aggiunto della trasmissione stava in uno straordinario reportage iniziale che mostrava i cadaveri dei bambini uccisi dalle bombe, e il trasporto in barella dei corpicini dilaniati ma rimasti ancora in vita. Filmati e interviste da lasciare senza respiro, realizzati da un giornalista arabo che, ha spiegato Santoro, collabora anche con l’agenzia Ansa. Mi è rimasto impresso il racconto di un ragazzo rimasto senza famiglia e gli occhi sbarrati di una bambina sdraiata per terra. Parlava a monosillabi, con una grande garza in testa, a coprire la ferita profonda causata da una scheggia. Sembrava il servizio di un grande network internazionale, la Bbc, o anche la Cbs, qualcosa insomma assolutamente fuori dagli schemi ai quali la Rai ci ha purtroppo abituato.”

 

 

Mi pare che questo sia il succo di tutta la vicenda. Si sono scagliati contro Santoro, perché “la guerra dei bambini”, come era intitolata la puntata di Anno Zero “incriminata” di “intolleranza e faziosità” era “assolutamente fuori dagli schemi ai quali la Rai ci ha purtroppo abituato”. Questa è la verità. Piaccia o non piaccia. Al di là delle alchimie politiche, al di fuori delle dietrologie. Alla verità importa un fico di piacere a qualcuno. Non ha bisogno di equidistanze, di moderazione, di equilibrio. E’ la verità, il suo ruolo è essere scomoda e irritante. Se no, che verità sarebbe? 

La trasmissione di chiamava “la guerra dei bambini”, non “chi ha ragione: Israele o Hamas?”. Aveva un taglio giornalistico preciso e molto chiaro. Dunque, non si trattava di spiegare il conflitto, ma di guardare dentro un conflitto che ha ammazzato centinaia e centinaia di bambini. Questa semplice, quanto terribile verità, raccontata senza troppi fronzoli è stata  però artatamente offuscata dalle polemiche, a cominciare da quella esplosa proprio in trasmissione. Sarebbe bene che sia Annunziata che Santoro, a mente fresca, passate le polemiche, riflettessero su questo. Sempre che, nel frattempo a qualcuno non venga in mente davvero di azzerare Anno Zero. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “La Rai condanna “La guerra dei bambini” di Michele Santoro.”

Ho visto la trasmissione. Se davvero l’intenzione della Annunziata era quella di aiutare Santoro mi sembra sia sfuggito ai più, compreso una persona competente quale Corrado Giustiniani, come si evince dal suo pezzo sul ilmessaggero.it. Oppure Santoro era lucidissimo ed è stato lui a voler approfittare per sferrare un affondo politico in diretta. Il “fare qualcosa” di cui Santoro avvertiva l’urgenza e si rammaricava drammaticamente che nessuno facesse, potrebbe essere stato proprio quel gesto clamoroso. Non solo un drammatico reportage televisivo, ma anche un drammatico, esplicito “gesto in diretta televisiva”. Ma anche questo sarebbe sfuggito ai più. In ogni caso, una cosa è certa: il clamore formale della polemica ha superato quello sostanziale del documento televisivo. Controbattere il contenuto di questo con contenuti altrettanto impressionanti sarebbe stato arduo. Sfregandosi le mani qualcuno – parafrasando un post di questo stesso blog – si è detto: “La cattiva notizia è che quel servizio è andato in onda, quella buona è che ora è come se non ci fosse mai andato”.
– Un’altra piccola cosa però a me ha impressionato. A un certo punto Santoro ha innocentemente pronunciato la parola “Dio”. Da Milano, un giovane ospite islamico lo ha ammonito di stare attento a pronunciare quel nome. Quasi un primordio di fatwa in diretta. Michele si è dovuto scusare, dicendo che non era contenuta una bestemmia in quel suo riferimento. Inaccettabile. Anche a questa gente dobbiamo cantargliela chiaro: neanche si azzardino a farceli di questi intolleranti e intollerabili ammonimenti.

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