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La Rai condanna “La guerra dei bambini” di Michele Santoro. Ecco la lettera di Santoro al cda della Rai.

* Gentile Presidente, gentili Consiglieri *

Non è mia abitudine replicare a chi commenta le nostre trasmissioni e
ritengo, anche in questa circostanza, di non rinunciare a questo mio
comportamento. Tuttavia nel florilegio di dichiarazioni che hanno fatto
seguito ad Annozero, a volte assumendo le forme del linciaggio, sono
completamente scomparsi i contenuti del nostro lavoro. Siamo stati definiti
terroristi, portavoce di Hamas, giornalisti spazzatura. Senza che questi
insulti suscitassero adeguate reazioni.

Eppure siamo il più seguito appuntamento informativo della televisione
italiana in prima serata, con introiti pubblicitari che ci consentono il
completo autofinanziamento senza far ricorso al canone, permettendo di
destinare risorse importanti alle altre attività del servizio pubblico.
Siamo anche tra le trasmissioni meglio posizionate della Rai, tra le poche
seguite in prevalenza dal nord del Paese e dalle fasce più acculturate. Vi
invito a leggere lo studio pubblicato questa settimana dalla Sipra per
vedere quanto poco felice ed approssimativa sia la descrizione di Annozero
come un programma populista e pericoloso per la democrazia, dal momento che
a guardarlo non e’ un esercito di sempliciotti ma una fetta di opinione
pubblica che ricorre a molte fonti per informarsi.

Personalmente considero l’intervento dell’Ambasciatore dello Stato
d’Israele, Gideon Meir, una grave interferenza nella libertà d’espressione
del nostro Paese. Ma non gliene faccio una colpa. La responsabilità ricade,
piuttosto che sulla politica di quel governo, sul difetto di liberalismo del
sistema politico italiano e della categoria alla quale appartengo, che non
reagisce adeguatamente a queste clamorose invasioni di campo.

Repubblica ha pubblicato un intervento di David Grossman, che si concentra
sulle caratteristiche dell’ultima rappresaglia israeliana, lasciando sullo
sfondo le ragioni storiche che hanno prodotto il conflitto. Ho realizzato
molte trasmissioni sui rapporti tra Stato d’Israele e palestinesi e posso
rassicurare il nostro Presidente – che di queste cose si è occupato
sicuramente meglio di me quando era Direttore de l’Unità: niente può
scatenare una rissa in uno studio televisivo quanto l’evocazione della
Storia. Ricorrere all’approccio storico avrebbe sicuramente consentito ai
sostenitori di Hamas (assenti nel parterre) di mettere in discussione
l’esistenza dello Stato d’Israele. Con la nostra impostazione, unica
trasmissione, abbiamo potuto affrontare l’argomento in prima serata,
decidendo (proprio come Grossman) di parlare dei bambini e della possibilità
di fermare il massacro, domandandoci se fossero necessari quei corpi
straziati per restituire sicurezza allo Stato di Israele.

Sono accusato di essere fazioso. Ma a quale fazione apparterrei? Ad una
piccolissima fazione che conta qualche centinaio di aderenti. Se qualcuno
avesse chiesto a quei bambini: “Preferireste vivere?”, cosa avrebbero
risposto? “Certo che sì”. Bene, io la penso esattamente come loro.

Su quanto è avvenuto ho trovato su Internet un’ analisi di un giornalista de
“Il Messaggero” che non conosco, Corrado Giustiniani. L’unico che ha rivisto
il documento “La guerra dei bambini” minuto per minuto. Vi allego il suo
scritto insieme alla trascrizione completa del programma. Così potrete
controllare comodamente che l’insulto più grave è quello che mi è stato
rivolto affermando: “La trasmissione, come l’hai impostata finora, scusate
ma questo è il mio lavoro farlo, non entro nel merito, è al 99,9%, eccetto
la voce della ragazza di prima, tutta mirata…”.

Un insulto gratuito, assolutamente non giustificato da quello che era stato
trasmesso fino a quel momento. Contate le parole, classificatele pure a
seconda di quello che dicono. Soffermatevi poi sulla frase pronunciata da
Lucia Annunziata quando gli animi erano calmi: “Faccio una parte
assolutamente da stronzissima”. Cosa voleva dire? Che parte voleva fare?
Fornite voi una spiegazione plausibile, visto che lei avrebbe potuto dire
tutto quello che voleva sull’argomento trattato, ragioni storiche comprese.
Purtroppo, siccome siamo scomodi per il sistema politico, è invalsa
l’abitudine di entrare nel nostro studio non per discutere o argomentare ma
per insultarci. Tanto non si rischia niente. Io questo non l’ho tollerato la
scorsa settimana e non lo tollererò nelle settimane a venire.

Tra le tante menzogne scritte su di noi ce n’e’ una insopportabile: avremmo
addebitato la morte dei bambini soltanto alla responsabilità dello Stato di
Israele. Vi prego di leggere almeno questo stralcio di dialogo tra me e la
scrittrice israeliana Manuela Dviri all’inizio della nostra trasmissione,
traendone le dovute conclusioni.

*DVIRI*
*E quando guardo queste immagini sento una grande pesantezza, mi sembra che
sia tornato il tempo della retorica, delle parole vuote, che, della
stupidità umana. Siamo tutti assassini, sono un’assassina anch’io*

*SANTORO*
*Siamo tutti responsabili e tutti impotenti, insomma*

*DVIRI*
*Tutti, siamo tutti responsabili, tutti impotenti, io sono un’assassina,
siamo tutti degli assassini, siamo degli assassini dei bambini del Darfur,
del Congo, della Palestina, anche dei bambini israeliani che sono morti in
questi anni. Siamo tutti degli assassini. Io sono un’assassina.*

*SANTORO*
*Non abbiamo fatto abbastanza per evitare tutto questo*

*DVIRI*
*Non abbiamo fatto nulla. Non facciamo nulla.*

Infine qualcuno di voi ha ritenuto di dover ricordare che siamo in onda
grazie ad una sentenza della magistratura. Ma dovrebbe dedurne che solo
grazie ad una sentenza della magistratura la Rai può oggi venderci come un
prodotto pregiato del listino della Sipra. Tuttavia, prendete pure le vostre
decisioni editoriali serenamente e a prescindere. L’importante è che siano
rispettose delle leggi e dei contratti in essere. Io credo di aver lavorato,
da 25 anni a questa parte, con coscienza, serietà e producendo grandi
profitti per l’Azienda.

Per il resto, buon lavoro

*Michele Santoro*

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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