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La riforma del modello contrattuale: il sindacato deve rappresentare gli interessi dei lavoratori presso le imprese o gli interessi delle imprese presso i lavoratori?

dichiarazione di Fabrizio Tomaselli

coordinatore nazionale SdL intercategoriale

 

La sottoscrizione da parte di Cisl, Uil e Ugl dell’accordo quadro che riforma il modello contrattuale invigore apre un nuovo ciclo nelle relazioni sindacali in questo Paese.

L’intesa sancisce il passaggio dalla filosofia “concertativa” che ha caratterizzato l’azione sindacale di Cgil-Cisl e Uil negli ultimi due decenni, ad una letteralmente “collaborazionista”.

Finisce in soffitta il contratto nazionale unico di categoria e l’idea stessa di rivendicare condizioni

salariali almeno in linea con l’aumento del costo della vita. Il tutto a favore di un ipotetico secondo livello di contrattazione “differenziato” per posto di lavoro.

 

L’intesa prevede tra l’altro che i contratti abbiano durata triennale sia per la parte economica che per quella normativa, ritardando di fatto il recupero salariale oggi fissato ogni 2 anni. Gli incrementi salariali saranno basati su un indice di inflazione prevista molto più bassa di quella reale e depurati dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati: la benzina potrà così schizzare alle stelle senza che il salario venga adeguato.

 

La produttività in più si trasformerà tutta in profitto per i padroni.

Siamo ben oltre la tradizionale politica della mediazione al ribasso tanto cara ai sindacati firmatari e anche alla Cgil! Il piano inclinato che tante volte abbiamo denunciato non poteva che portare a questa situazione. Le responsabilità della Cgil rispetto alla situazione con cui oggi ci troviamo a fare i conti sono enormi e sconcerta un po’ il risveglio “sorpreso” della Confederazione di Epifani se pensiamo al comportamento tenuto dalla stessa in Alitalia.

 

Il “modello CAI” – accordi separati firmati senza sentire il parere dei lavoratori e contro la volontà di organizzazioni sindacali fortemente rappresentative tra i lavoratori – viene riproposto oggi al livello di accordo quadro generale da Cisl, Uil e Ugl.

 

SdL intercategoriale non ci sta e continuerà la lotta già intrapresa con gli scioperi nazionali del 17 ottobre e del 12 dicembre 2008 per rivendicare veri aumenti salariali ed il ripristino della scala mobile. Non resta che …. rimboccarci le maniche ed opporci a quest’accordo! (Beh, buona giornata).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “La riforma del modello contrattuale: il sindacato deve rappresentare gli interessi dei lavoratori presso le imprese o gli interessi delle imprese presso i lavoratori?”

La più grossa “porcata” fatta alle e sulle spalle dei lavoratori.
Senza una discussione preventiva e un confronto democratico(referendum) con i lavoratori interessati, nella più ampia disinformazione sui contenuti, si firma un accordo che peggiora le condizione retributive e di lavoro di tutti i dipendenti sia pubblici che privati sia iscritti al sindacato che no.
Con quale diritto? con quale mandato?
VERGOGNA!

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