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La guerra-lampo di Berlusconi in Parlamento, con l’appoggio aereo del Vaticano: prima il caso Englaro, poi attacco all’aborto.

(fonte: ilmessaggero.it)

Giovedì 12 febbraio è una delle date possibili per l’approvazione definitiva, da parte delle Camere, del disegno di legge predisposto dal governo sul caso di Eluana Englaro, in base all’iter parlamentare che si sta prefigurando. Il ddl, ricevuta sabato sera l’autorizzazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la presentazione alle Camere, è stato immediatamente trasmesso a Palazzo Madama. Il presidente del Senato, per accorciare i tempi, lo ha subito assegnato alla commissione Sanità in sede referente, dove si voterà il testo lunedì 9 per poi essere discusso dall’Assemblea, presumibilmente, la sera stessa. Renato Schifani, infatti, ha convocato per le ore 12 di lunedì 9 febbraio la Conferenza dei capigruppo, con l’intento di proporre l’immediato esame del provvedimento da parte dell’Aula del Senato, la cui convocazione è stata anticipata alle ore 19 dello stesso giorno.

Probabilmente la maggioranza, per snellire la procedura, respingerà o accorperà gli eventuali emendamenti per procedere subito al voto, che potrebbe tenersi entro martedì 10 febbraio, senza escludere il ricorso alla fiducia.

Ottenuto il via libera da parte del Senato, il ddl passerà all’esame della Camera. Il presidente, Gianfranco Fini, convocherà la Conferenza dei capigruppo tra la sera di lunedì 9 e la mattina di martedì 10. Il testo dovrebbe quindi essere inviato alla commissione Affari sociali. Il ddl potrebbe arrivare in aula mercoledì sera o la mattina di giovedì 12 febbraio, dove l’annunciata, forte opposizione dei Radicali e di parte del Pd lascia presupporre la presentazione di un cospicuo numero di emendamenti che ne potrebbe rallentare l’approvazione finale. Ma, così come per Palazzo Madama, l’esecutivo potrebbe porre la fiducia appena il testo andrà in aula, dando una forte accelerazione all’iter fino al voto finale.

Dopo la legge su Eluana «toccherà all’aborto, con Berlusconi e Sacconi pronti a compiacere le tesi di Eugenia Roccella e delle organizzazioni cattoliche». Lo afferma Silvio Viale, il medico torinese che ha promosso la sperimentazione della pillola RU486.

«Il blocco ad oltranza all’Aifa della RU486 – sostiene Viale – è solo l’inizio di uno scontro annunciato, con prevedibili scrupoli di coscienza del premier e del neo-credente Sacconi. Gli ingredienti sono gli stessi. In primo luogo un premier distratto e strabico, con un occhio rivolto al governo ombra del Vaticano e con una coscienza usa e getta. In secondo luogo, un gruppo agguerrito di manipolatori, capitanato da Eugenia Roccella, che si occupa di diffondere false notizie scientifiche all’insegna del dubbio metafisico, ma con molta documentata convinzione, assunta dai siti pro-life. In terzo luogo un fronte “pro-choice” timido e rinunciatario, scarsamente informato, che si fa condizionare persino nel linguaggio dai pro-life e da tempo ha perso ogni spinta propulsiva in difesa della pluralità delle scelte. In quarto luogo, come per Eluana, conquistato il premier, scatta un richiamo all’appartenenza politica che tende a recuperare una parte dell’opinione pubblica contraria». Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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