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Attualità Cultura Libri

Un attacco militare annunciato da Gianni Perrelli suo ultimo libro.

di RICCARDO TAVANI

L’attacco israeliano antisiriano (avvenuto ieri 30 gennaio, ndr) è anticipato e descritto in Il Tunnel l’ultimo romanzo di Gianni Perrelli, che questo blog ha recensito solo qualche giorno fa.

Fresco di libreria, edito da Di Renzo, il libro fa proprio di quel tipo di attacco a un convoglio militare il centro di una complicata partita a scacchi di tipo politico, spionistico e militare.

Gianni Perrelli è un veterano degli inviati italiani nelle zone più calde e nevralgiche del pianeta, oltre a essere stato corrispondente da New York per l’Espresso. In particolare sono proprio le principali città nelle quali si avviluppa la ragnatela di questa political-spy-story, ovvero Teheran, Damasco, Beirut, e Bagdhad, che Perrelli ha frequentato per anni e conosce fin nelle più riservate ambientazioni.

Ci sono sulla mappa della realtà anche zone di confine e oscuri snodi territoriali di scambio, traffici, doppi giochi e felpati voltafaccia internazionali che Perrelli riproduce non solo nella topografia Buy Viagra ma soprattutto nelle insidie impalpabili che si nascondo nelle atmosfere del via vai quotidiano e che sfuggono a chi non sa leggerne i segni.

È proprio la dimestichezza sia con il quadro generale che con i dettagli che esso contiene che ha fatto intuire a Perrelli che sul quel confine oscillava, un fattore di crisi permanente, incombente e pronto a prendere la forma dell’attacco che proprio ora si è attuato.

Se ne è discusso, ieri, mercoledì 30 gennaio, al Palazzo Fandango Incontro, in via dei Prefetti a Roma, in occasione della presentazione di “Tunnel”. Forse, sempre in virtù di questa conoscenza e intuizione premonitoria, Andrea Purgatori che discuteva con Perrelli del libro, ha fatto riferimento a un bombardamento del passato a Teheran, attuato allora dagli americani, che somigliava molto all’altro obiettivo ieri colpito dagli israeliani, ovvero a un centro di ricerca militare vicino Damasco. Gianni Perrelli, Il Tunnel, Di Renzo Editore, pagine 257, 14 Euro. (Beh, buona giornata).

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Attualità Lavoro Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La tv rende stupidi. Ma non sono mica stupidi tutti quelli che quardano la tv.

Miracolo in tv: una fiction “seria e di successo”.Il falso dogma televisivo della insopportabilità da parte del pubblico dei temi sociali- Giuseppe Giulietti-blitzquotidiano.it

Per anni ci siamo sentiti ripetere che “la gente in tv” non vuole sentire o vedere rotture di scatole e tanto meno temi ansiogeni o sgraditi. Nell’ipotetico elenco venivano inseriti tutti i temi legati alle povertà, alla questione sociale, alle morti sul lavoro e da lavoro.

Lo abbiamo sentito ripetere tante volte che quasi quasi ci eravamo cascati anche noi, avevamo assunto questa tesi alla stregua del dogma trinitario per un cattolico fervente.

Per questa ragione non volevamo credere agli odierni risultati auditel che assegnano la ragguardevole cifra di 6 milioni di spettatori alla fiction “Un caso di coscienza”, prodotta dai Rai Fiction, trasmessa da Rai uno e curata da Andrea Purgatori. La puntata, infatti, era dedicata alle morti sul lavoro, alla risoluzione di alcuni misteri italiani.

Miracolo natalizio, o meglio post natalizio, ha voluto che milioni di cittadini seguissero la puntata dall’inizio alla fine, contrastando il primato niente di meno che al Grande fratello.

E’ bastata dunque una serata diversa e una fiction ben pensata, ben girata, ben interpretata a smentire qualche quintale di luoghi comuni.

Questo tipo di ricostruzioni ispirate alla realtà hanno un loro pubblico, anzi c’è una grande domanda di prodotti che raccontino l’Italia reale che non può essere esaurita da grandi fratelli e medie sorelle.

La loro progressiva cancellazione dai principali palinsesti non è stata decisa da una fantomatica pubblica opinione, ma da una sapiente regia di un ristrettissimo gruppo di proprietari e di signori degli appalti che così hanno deciso per ragioni politiche, commerciali, per opportunità e per opportunismo.

Siamo quasi certi che alcun editorialista dedicherà la sua attenzione al successo di questa fiction e agli argomenti trattati nella puntata, eppure sarebbe un bel tema per riflettere sulle tante contraddizioni che ci circondano e talvolta ci attraversano.

Forse si potrebbe scoprire che i partiti dell’amore sono tanti e distanti tra di loro, tra questi c’è anche il partito di chi ancora si appassiona ai grandi temi sociali, rimossi da tante parte della politica, ma non da milioni di italiani,sempre in attesa del partito che non c’è.

Una ultima annotazione: il regista della fiction si chiama Luigi Perelli, fu anche uno dei registi de La Piovra.

Non ditelo al capo dell’altro partito dell’amore, già voleva “strozzare” gli autori de La Piovra, non vorremmo che adesso volesse bisoffocare il bravo e appassionato Perelli. (Beh, buona giornata).

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