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La bolla speculativa del Vaticano: “Nel corso degli anni si è progressivamenbte fatta strada la consapevolezza della necessità di migliorare la redditività del patrimonio immobiliare e finanziario”

Inchiesta G8, il Vaticano su Propaganda Fide:”Sono stati fatti errori di valutazione”-repubblica.it

In una lunga nota, la Santa Sede ha difeso oggi la “buona fama” del Dicastero per l’evangelizzazione dei popoli, già Propaganda Fide, pur ammettendo che esso, nell’amministrazione del proprio patrimonio immobiliare, può “essere esposto ad errori di valutazione e alle fluttuazioni del mercato internazionale”.

Propaganda Fide è finita nell’inchiesta sulla “cricca degli appalti”, in relazione alla gestione avvenuta sotto la guida del cardinal Crescenzio Sepe, dal 2001 al 2006, attualmente indagato per “corruzione” dai magistrati di Perugia.

Nel corso ”degli ultimi anni – si legge nella nota del Vaticano – si è progressivamente fatta strada la consapevolezza della necessità di migliorare la redditività” del patrimonio ”immobiliare e finanziario” di Propaganda Fide e, a questo scopo, ”sono state istituite strutture e procedure tese a garantirne una gestione professionale e in linea con gli standard più avanzati”.

Lo spiega una nota della Sala Stampa vaticana diffusa oggi per spiegare il funzionamento e i compiti della Congregazione dopo le recenti notizia giudiziarie che hanno coinvolto anche l’ex-prefetto, l’arcivescovo di Napoli card. Crescenzio Sepe. (Beh, buona giornata).

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Attualità

Gli inconvenienti del presenzialismo: Bertolaso intrappolato a l’Aquila.

(fonte: ilmessaggero.it)
Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, è rimasto bloccato per qualche minuto in un ascensore della nuova sede della Gran Sasso Acque, società che gestisce il ciclo idrico integrato nell’Aquilano. Bertolaso era intervenuto per l’inaugurazione della sede, il primo edificio pubblico realizzato dopo il terremoto anche se l’opera era stata programmata prima del sisma. Il problema si è creato – come ha sottolineato il presidente della Gran Sasso Acque – perchè sono saliti in troppi superando il peso massimo trasportabile. Il gruppo, tra cui la scorta del capo della protezione civile, è stato «liberato» dalla polizia.
Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia Pubblicità e mass media Società e costume

Per Draquila della Guzzanti una grande campagna pubblicitaria, con Bondi, Brambilla e Bertolaso come testimonial.

Il ministro della Cultura, Sandro Bondi, ha «declinato» l’invito a partecipare al prossimo festival di Cannes, esprimendo «rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che offende la verità e l’intero popolo italiano».

Draquila è un docufilm satirico scritto e interpretato da Sabina Guzzanti, sulla vicenda della ricostruzione de L’Aquila, colpita dal terremoto.

Giorni fa il ministro del Turismo Micaela Brambilla ha detto: “Mi riservo di dare mandato all’avvocatura dello Stato per i danni che queste immagini potrebbero arrecare al nostro paese. Queste immagini mi indignano e mi offendono ancor prima come cittadino che come ministro. E’ ora di finirla di gettare discredito sul nostro paese. La sinistra da mesi critica e cerca di buttare fango sulla nostra Italia”.

Ma il primo a urlare alo scandalo è stato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso: “Portando Draquila a Cannes credo che l’Italia non farà una bella figura. Presto, prestissimo, si parlerà di noi e dell’Aquila, a un festival del cinema si presenterà una verità che non è ‘la’ verità ma, appunto ‘una parte’ di verità”.

Se queste cose avessero un senso, allora dovremmo dire che tutta la stagione del neo-realismo italiano, per esempio, ha gettato discredito alla rinascita e alla ricorstuzione dell’Italia post-bellica. Cosa, che tutti sanno è risultata essere stata proprio l’esatto contrario.

D’altro canto c’è poco da stupirsi: per quanto sia avvilente, questa è la realtà del livello politico e culturale degli uomini e delle donne del nostro attuale governo. Per far bella figura davanti al loro capo, il Cavaliere, non si rendono neppure conto che sono proprio queste insensate dichiarazioni di servilismo che gettano discredito sul nostro Paese.

Parole che fanno il verso ai quei tempi bui e feroci, quanto cialtroni e ridicoli in cui la Cultura di questo paese era diretta dal famigerto Minculpop, il ministro della propaganda durante il Fascismo.

Detto questo, c’è da notare un risvolto incredibilmente grottesco: così facendo, i membri del governo stanno interpretando, inconsapevolmente e gratuitamente, il ruolo di testimonial di una inedita campagna pubblicitaria a favore di Draquila, che a questo punto rischia seriamente di vincere un premio a Cannes. Da non credere. Beh, buona giornata.

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Il metodo Berlusconi-Bertolaso: l’assegnazione di un hotel è uguale a terremoto?

Appalti Maddalena: assegnazione diretta per ex ospedale-blitzquotidiano.it

Per una ironia della sorte, se di sorte si tratta o non di pura presa in giro, a chi affidare la gestione dell’ex ospedale militare della Maddalena, oggi riconvertito in hotel con i soldi della Regione e di proprietà della Regione, lo deciderà Guido Bertolaso.

Sì, proprio il Bertolaso dei massaggi al centro Salaria, accusato di corruzione, in compagnia di amici e colleghi alcuni dei quali in carcere.

Senza una gara, ma con «ogni iniziativa finalizzata ad assicurare il suo pieno utilizzo, anche in una prospettiva di valorizzazione economica». Il potere glielo dà Berlusconi, con un’ordinanza firmata il 5 febbraio (prima che scoppiasse l’inchiesta sul G8) e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dello scorso 18 febbraio.

Bertolaso, è scritto nell’ordinanza, «procede, laddove necessario, con i poteri, le procedure e le deroghe previste per il commissario delegato», funzione che gli venne assegnata, e che non ha mai perso, per i lavori del G8.

Il grimaldello con cui il Governo e Bertolaso sottraggono potere alla Regione è la Vuitton Cup, la regata di maggio classificata grande evento, proprio come il G8. È scritto infatti nell’ordinanza che, fallita la prima gara per l’ex ospedale militare, «rimane tuttora insoddisfatta l’esigenza di assicurare l’immediata redditività degli investimenti effettuati». E’ ancora: «Ai fini dell’ottimale svolgimento della Vuitton Cup, emerge l’esigenza di incrementare la capacità ricettiva». E dunque – «acquisita l’intesa della Regione Sardegna» scrive Berlusconi – Bertolaso, nelle «particolari condizioni di urgenza che la materia riveste», è autorizzato ad assumere ogni iniziativa finalizzata ad assicurare il pieno utilizzo» dell’ex ospedale, ribattezzato «Forte Carlo Felice».

L’ordinanza non chiarisce nulla. Né se dovrà esserci una gara, anche informale. Né per quanto tempo sarà assegnato il bene. Bertolaso può fare qualunque cosa, ancora una volta con i pieni poteri, come l’assegnazione di un hotel fosse uguale a terremoto. (Beh, buona giornata).

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Mariastella, in piedi sulla sedia recita a memoria la poesia di Carnevale.

GELMINI: BERTOLASO NON SI TOCCA, DEVE RESTARE (fonte- AGI)

‘Guido Bertolaso non si tocca. Deve restare per continuare l’ottimo lavoro fin qui svolto’. Lo afferma in una nota il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. ‘Le emergenze che questo governo ha dovuto affrontare – osserva – non sarebbero state risolte e superate senza il contributo determinante del sottosegretario Bertolaso’. Per Gelmini c’e’ ‘l’ennesimo tentativo di diffamare un simbolo del buon governo di questa maggioranza, di screditare un esponente di un esecutivo che risolve le emergenze’. (Beh, buona giornata).

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Quando è il Capo della protezione civile a provocare un terremoto.

HAITI:CLINTON,PROFONDAMENTE OFFESA DA CRITICHE STRANIERE (fonte: Agi)

Hillary Clinton si e’ detta “profondamente offesa” dalle critiche straniere al modo in cui gli Stati Uniti hanno gestito l’emergenza terremoto ad Haiti, e ha ribadito che Washington sta facendo tutto il possibile per aiutare il Paese caraibico. “Sono profondamente offesa dagli attacchi rivolti al nostro Paese, alla generosita’ della nostra gente e alla leadership del nostro presidente che sta tentando di rispondere alle condizioni disastrose dopo questo terremoto”, ha detto il capo della diplomazia americana. Clinton non ha fatto riferimenti a singole critiche ma ha spiegato che “parte della stampa internazionale ha frainteso o deliberatamente travisato” la decisione dell’amministrazione americana di inviare ad Haiti soldati oltre ai civili. Beh, buona giornata

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La protesta dei terremotati de l’Aquila al corteo per la Perdonanza: “il nuovo miracolo italiano, sei mesi nelle tende”.

(fonte:ilmessaggero.it)

“Il nuovo miracolo italiano: sei mesi nelle tende”. E’ quanto si leggeva sullo striscione esposto dai membri della conferenza dei comitati al passaggio della parte politica del corteo con in testa rappresentanti locali e a cui partecipava il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

Sono stati distribuiti volantini per contestare la carenza del piano case nei confronti dell’emergenza del sisma. «La situazione prevista – si leggeva nel volantino – per il mese di settembre è questa: 35 mila persone senza casa a fronte di 4.500 posti disponibili nel progetto case».

Lo striscione è stato abbassato solo al passaggio dei vigili del fuoco con la teca che porta il corpo di Celestino. Beh, buona giornata.

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“Magari il G8 fosse quello che i no global immaginano e paventano, magari ci fosse un governo del mondo. E’ proprio quel che manca il governo del mondo, ma questo tutti gli attori in scena non lo racconteranno, perderebbero la parte.”

G8, il fumo e l’arrosto: non fidatevi di stampa e tv, italiane e straniere. Raccontano solo la scena, ma la sostanza…di Lucio Fero-blitzquotidiano.it

Del G8 ci sarà raccontata solo e soprattutto la scena. Poco o niente ci verrà invece narrato della sostanza. Per abitudine e pigrizia, per modello culturale e metabolizzata ignoranza, per libera scelta ed imposto modello, il grande sistema di comunicazione di massa altro non vede e quindi “comunica” che la scena. Non necessariamente il fumo al posto dell’arrosto, ma sempre e comunque la scena sì e la sostanza no. Poco male, tenendo conto che il G8 è per ammissione e consapevolezza dei suoi stessi protagonisti soprattutto “parata”, sfilata di problemi, esibizione di intenti. Poco male la narrazione limitata alla scena, basta, basterebbe, saperlo. Ma stavolta c’è qualcosa di più e di diverso: stavolta nel e del racconto della scena non bisogna fidarsi, sia che venga da stampa e tv italiane, sia che arrivi da stampa e tv straniere.

Entrambe narreranno in maniera inaffidabile. Perchè il G8 si svolge in Italia. Un paese dove l’appunto alla scenografia, la non lode della messa in scena diventa un atto destabilizzante, politicamente destabilizzante. Quindi la gran parte dei media italiani si sentiranno investiti di una responsabilità e di un mandato “istituzionale” a raccontare che tutto è risultato grande utile e bello della tre giorni abruzzese. Sarà un racconto di trionfi e perfezione “a prescindere”. Come altrettanto a prescindere dalla realtà sarà il racconto di una minoranza dei media italiani, pronti a cogliere un cigolio di una porta o un mugugno di cittadino come presagio di debolezza politica. Succede nei contesti emergenziali-autoritari che l’arredo, la puntualità, la soddisfazione dei commensali a tavola siano indicati dal potere e raccolti dall’informazione come simboli e notizie di buon governo e viceversa. Succede oggi in Italia.

Simmetricamente da non fidarsi sarà la narrazione della stampa e tv straniere. Se la comunicazione italiana ha ingurgitato e assimilato il pregiudizio della lode come “mission” informativa, fuori dai confini si adotta il pregiudizio per cui un paese berlusconizzato non può che essere “unfair” qualunque cosa faccia. La stampa straniera descrive un paese politico che non c’è, racconta gli ultimi giorni di “Berluscolandia”, racconterà a prescindere i tre giorni de L’Aquila applicando lo stesso falso schema.

La scena del G8 verrà dunque narrata con enfasi e trionfi che non ci sono se non nel dettato della regia, oppure con incertezze e passi falsi costruiti a tavolino. Comunque racconti già scritti. Solo il terremoto nella sua disumana imprevedibilità potrebbe mutare i racconti che sono già nella testa degli uomini. O forse nemmeno il terremoto. In caso di una scossa che sconvolgesse il G8, probabilmente anche qui i racconti sono due e già scritti anch’essi: il racconto dell’eterno otto settembre italiano in cui tutti si squagliano, lo Stato per primo, oppure il racconto di San Bertolaso che sconfisse il Drago che scuoteva la terra portando al dito l’anello magico consegnatogli da re Silvio.

E la sostanza del G8? Hanno davanti le tre fasi della crisi economica. Quella finanziaria che è tamponata, arginata ma non finita. Devono, dovrebbero, vogliono, vorrebbero scrivere e far rispettare nuove regole restrittive all’uso finanziario del denaro su scala planetaria. Non sanno se si può fare, non sanno fino a che punto è utile farlo, non sanno se riusciranno a farlo tutti insieme.

Quella del lavoro e dell’occupazione che cala, la fase della crisi che non è tamponata e anzi si allargherà per almeno due anni. Devono decidere se fronteggiarla spendendo denaro pubblico, ma non possono indebitarsi tutti alla stessa maniera. Oppure rintanandosi e aspettando che passi. E poi ci sarà la terza fase, quella del rientro dai debiti pubblici dilatati, quella che, quando verrà, potrebbe stroncare più di una popolarità e di un governo. Quando verrà sarà l’inizio della fine della crisi ma sarà il momento delle tasse o dell’inflazione.

Devono e vogliono, ma non parlano la stessa lingua. Negli Usa la “lingua” del governo e del paese coniuga la grammatica della speranza, la retorica del nuovo inizio, la sintassi della scommessa ed è una lingua parlata con un “accento” culturale che potremmo definire emotivamente e socialmente di sinistra. In Europa si parla la lingua della paura, della difesa strenua dell’esistente, della bilancia tra le corporazioni. Alla crisi l’Europa reagisce con sentimenti e voglia di destra. Accadde già dopo la crisi del 1929, di là il New Deal, di qua la borghesia e i ceti popolari impauriti che sceglievano regimi autoritari. L’ha rilevato D’Alema, non per questo vuol dire sia sbagliato. E’, insieme, una suggestione storica e una constatazione empirica. In ogni caso non saranno i G8 a L’Aquila a decidere, saranno i G20 a Pittsburgh a settembre. E’ quella la sede dove parlano e contano le altre grandi economie mondiali, a partire dalla Cina che ha, niente meno, bisogno insieme di sviluppo del Pil, welfare interno, stabilità finanziaria degli Usa e mantenimento del livello dei consumi americani. Lettere a appelli di Ratzinger o Bono è meglio che portino anche questo secondo indirizzo.

Ci sono poi e niente meno che la pace e la guerra. Se la Cina non taglia il cordone ombelicale, la Corea del Nord non crolla e non molla. Ma, se la Corea crolla, la Cina deve accollarsela. Quindi la Cina non taglia. E non deciderà certo di farlo a L’Aquila. L’Iran: con somma leggerezza e disinvoltura Berlusconi ha annunciato giorni fa nuove sanzioni verso Teheran. Sanzioni che non ci saranno. Non funzionano e Mosca non vuole che funzionino. E poi sanzioni potrebbero rafforzare il regime ormai militare di Teheran. Con l’Iran l’Occidente non sa bene che fare. L’unica cosa che sa bene, Obama e non l’Europa, è che in Afghanistan c’è una guerra vera da non perdere. Lui infatti ha deciso di combatterla, gli altri stanno a guardare, i più amichevoli fanno il tifo ma non osano dire alle rispettive opinioni pubbliche che val la pena morire per Kabul.

Quindi il clima. Strana umanità quella rappresentata al G8. Non c’è cittadino del mondo sviluppato che non sia consapevole e preoccupato. Però quando questo cittadino diventa imprenditore, operaio, automobilista o comunque consumatore di energia, consapevolezza e preoccupazione evaporano. Obama una legge perchè gli americani consumino meno e diversa energia l’ha fatta. Negli Usa proveranno ad applicarla. In Europa una direttiva l’avevano fatta, l’abbiamo fatta. Nella certezza che nessuno l’applicherà.

Sostanza dura e scarsa dunque quella del G8. Ma non si vedrà perchè sarà tutta scena, scena per la quale lavorano anche quelli che protestano. Gridano che non vogliono che otto o ottanta potenti decidano per il mondo, per i popoli. Giurano che questo è il guaio. Al netto del fatto che i popoli, quando parlano, parlano con discreta babele tra loro e comunque con lingua non sempre diritta, il vero guaio è che gli otto o ottanta potenti sono abbondantemente impotenti. Magari il G8 fosse quello che i no global immaginano e paventano, magari ci fosse un governo del mondo. E’ proprio quel che manca il governo del mondo, ma questo tutti gli attori in scena non lo racconteranno, perderebbero la parte. (Beh, buona giornata).

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Attualità Lavoro Leggi e diritto

Niente fiori, ma dimissioni sulle tombe dei morti di Viareggio.

Questo invito è rivolto a: i ministri Sacconi (lavoro) e Matteoli (infrastrutture e trasporti); l’on Mario Valducci (commissione trasporti Camera dei Deputati); il sen. Luigi Grillo (commissione lavori pubblici e comunicazione Senato della Repubblica); il Vice presidente della Commissione europea, responsabile per la politica dei Trasporti, Tajani; il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bertolaso (capo del dipartimento della Protezione civile); l’on. Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana. Beh, buona giornata.

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