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Secondo un sondaggio del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, sul secondo divorzio di Silvio Berlusconi, il 64% dei lettori si schiera con l’ormai ex compagna Veronica Lario, il 18% sta col premier e il restante 18% non si schiera con nessuno dei due.

Gli italiani stanno con Veronica Lario: lo rivela un sondaggio del “Sole 24 Ore”-blitzquotidiano.it

Secondo un sondaggio del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, sul secondo divorzio di Silvio Berlusconi, il 64% dei lettori si schiera con l’ormai ex compagna Veronica Lario, il 18% sta col premier ed il restante 18% non si schiera con nessuno dei due.

Alla domanda “La decisione di Veronica di chiedere il divorzio dal marito Silvio, presidente del Consiglio e capo del partito di maggioranza, è una vicenda che attiene solo alla sfera privata della vita dei due protagonisti o avrà conseguenze sulla vita politica italiana?”, c’è equilibrio tra chi sostiene che la vicenda avrà ripercussioni sulla vita politica italiana (47%) e chi invece sostiene il contrario, trattandosi di una faccenda privata (45%).

Meno unanime invece il voto dei lettori alla seguente domanda: “Il Berlusconi politico si è sempre dichiarato paladino dei valori della famiglia, definita “nucleo fondamentale della nostra società” nella Carta dei valori del Pdl. Il divorzio anche dalla seconda moglie e le cause che lo hanno determinato delegittimano queste posizioni?” Il 66% ha risposto sì.(Beh, buona giornata).

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Berlusconi al contrattacco: “A dire la verità ci sarebbero persino gli estremi di una querela per diffamazione ma è meglio lasciar stare.”

Il premier: avevo tenuto insieme una situazione difficile per amore dei miei figli, ma ora non ne vedo più le condizioni

di MARIO CALABRESI- lastampa .it
Queste sono cose private, privatissime, che non dovrebbero finire sui giornali». Silvio Berlusconi è furioso, è l’una di domenica mattina ed è appena entrato in casa a Villa San Martino ad Arcore, la televisione è accesa ad alto volume e i telegiornali parlano della richiesta di divorzio avanzata da sua moglie Veronica Lario. Risponde al telefono ma il suo umore è cupo, fatica a nascondere il fastidio verso i quotidiani: «Avete dato tanto spazio ad una vicenda privata piena di falsità. Avete preso le parole della signora, le avete amplificate senza contraddittorio e a me neppure la possibilità di spiegarmi».

Ma la storia è vera, la signora Berlusconi si prepara a chiedere questa settimana la separazione dal marito e anche il presidente del Consiglio ammette di aver già mobilitato i suoi legali, questa volta nessuno dei due sembra più intenzionato a tentare di salvare il matrimonio. «Sono preoccupato e dispiaciuto – sottolinea Berlusconi -, avevo tenuto insieme una situazione difficile per amore dei figli, ma adesso è finita, non vedo più le condizioni per andare avanti. E’ una storia che doveva rimanere in casa, non riesco a farmene una ragione che sia finita sui giornali». Soprattutto non riesce a farsi una ragione del fatto che la moglie e l’opinione pubblica abbiano potuto credere che volesse riempire le liste elettorali per le elezioni europee di «veline» e che si sia insinuato di suoi rapporti con una minorenne.

Parte a raccontare, per venti minuti parla senza quasi prendere fiato, e la sua rabbia gira tutta intorno alla vicenda di Noemi Letizia e della sua festa dei 18 anni a Casoria. La parola «minorenne», pronunciata dalla moglie, è quella che per Berlusconi rende impossibile qualunque riconciliazione: «Io frequenterei, come ha detto la signora, delle diciassettenni. E’ una cosa che non posso sopportare. Io sono amico del padre: punto e basta. Lo giuro. La cosa mi sembrava talmente chiara e limpida che pensavo fosse impossibile che ci si potesse costruire sopra un tale castello di menzogne. Suo padre, che conoscevo da tempo, mi ha telefonato per chiedermi se lasciavo fuori Martusciello dalle liste per le Europee, io gli ho spiegato che avrei cercato di mettere sia l’ex questore Malvano sia Martusciello e che stavo arrivando a Napoli per dare una spinta ai contratti per i nuovi termovalorizzatori che sono frenati dalla burocrazia.

A quel punto lui mi ha interrotto e mi ha detto: “Stai venendo a Napoli? Io stasera festeggio il diciottesimo compleanno di Noemi, perché non vieni per un brindisi, lo facciamo in un locale che è poco distante dall’aeroporto. Ti prego vieni, sarebbe il più bel regalo della mia vita”. Così ci sono andato e ho fatto foto con tutti: parenti, amici, cuochi, camerieri. Adesso ho chiesto che le si diffonda per dimostrare che non era una cosa nascosta e per intimi, ma una festa piena di gente e sotto gli occhi di tutti. C’era la polizia, il questore, se ci fosse stato sotto qualcosa di non chiaro o di poco pulito figuriamoci se ci sarei andato. Poi sono andato in albergo e ho fatto una passeggiata con il presidente del Napoli che quella sera aveva battuto l’Inter».

Al ricordo della sconfitta dell’Inter per un secondo ritrova il buon umore, ma poi ritorna al suo sfogo: «Questa storia della festa però è stata scritta in maniera distorta e allusiva e mia moglie è cascata nel tranello come un’ingenua. Ma non voglio dire nulla di male di lei, tutto quello che sta succedendo tra di noi fa parte di una vicenda privata e personale». Gli chiedo cosa prova di fronte alla fine del suo secondo matrimonio: «E’ una cosa che mi addolora molto e che deve restare privata, non voglio aggiungere altre parole, non voglio causare dolore ai nostri figli». Resta un momento in silenzio, poi torna all’attacco: «La storia delle veline è un’altra macchinazione, una polemica costruita sul nulla che ci ha costretto a tirare fuori tre donne dalle liste».

Però anche all’interno del Popolo della Libertà si erano alzate voci contrarie a questa infornata di donne con una caratteristica comune: essere giovani e particolarmente appariscenti. «Tutti dicono che vogliono rinnovare la classe politica, fare spazio ai giovani e alle donne, poi se lo faccio io allora la cosa deve essere torbida. E se guardiamo alle donne che ho portato in politica troviamo persone come la Prestigiacomo, la Bertolini, la Carfagna, la Gelmini, che sono indiscutibilmente bravissime». E le tre messe nelle liste? «Una si chiama Licia Ronzulli, fa la manager in un ospedale di Milano, si occupa della gestione delle sale operatorie e fa anche attività di volontariato: due volte l’anno va in Bangladesh dove mettono in piedi delle strutture per operare bambini che hanno malformazioni.

Poi c’è Lara Comi che è stata capo del nostro movimento giovanile in Lombardia, è una ragazza bravissima e laureatissima. Lavora da quello dei giocattoli, da Preziosi, che anzi è dispiaciuto che gliela porto via. Non mi sembra proprio che siano “veline”». E Barbara Matera? «Me l’ha presentata Gianni Letta, dandomi le migliori garanzie. E’ di una famiglia buonissima e secondo le accuse ha la colpa di aver fatto l’annunciatrice, come le “signorine buonasera di tanti anni fa”, non ha mai sgambettato mezza nuda da nessuna parte, non è una “velina”. Ma dove sono le veline? Dove le hanno viste?». Beh, quelle che avete tirato fuori dalle liste: «Sì, una ha lavorato cinque anni all’Onu e parla cinque lingue, la seconda era figlia di un tipografo di Avellino che ha sempre aiutato i nostri ed eravamo felici di darle un’occasione; la terza, Cristina Ravot, è una professoressa di musica e canta, è una che ha del talento ed era l’unica che avevamo per la Sardegna, era un candidato presentabile e mi dispiace proprio che alla fine sia rimasta fuori».

Provo a fargli un’altra domanda ma Berlusconi non riesce a smettere di parlare, la questione per un momento non è più privata ma diventa politica: «Io sono felice di candidare le donne, perché sono più serie: in Parlamento hanno il 98,8 per cento di presenze, al Parlamento europeo ci sono deputati che non vanno mai, che hanno meno del trenta per cento delle presenze. Nelle nostre liste ci sono fior di professori, manager e imprenditori, mentre nel Partito democratico il novanta per cento dei candidati sono funzionari di partito, molti ancora del vecchio Pci. La stessa cosa vale per le Europee: mettono in lista degli ottantenni, ma se li immagina che vanno avanti e indietro con Bruxelles e Strasburgo, dove non c’è neppure un volo di linea. E poi mi dicono che candido le veline e questo mi indigna».

Appena si è svegliato a Roma ha letto i giornali: «Sono andato fuori dai gangheri, indignato per la falsità delle veline e della minorenne, le insinuazioni su una mia frequentazione con una diciassettenne non si possono leggere. E poi come si può pensare che uno vada a casa di una famiglia se c’è qualcosa di sordido dietro, ma pensano che io sia pazzo?». E adesso cosa succederà? «Andrò per avvocati anch’io, ho già dato il mandato di prendere in mano la situazione. A dire la verità ci sarebbero persino gli estremi di una querela per diffamazione ma è meglio lasciar stare». E’ preoccupato per i sondaggi e per le Europee? «No, i sondaggi non sembrano interessarsi di queste questioni private, sono preoccupato per i miei figli, per Barbara che aspetta un bambino, per quello che dovranno passare e per quello che hanno dovuto leggere e sentire in questi giorni. Era meglio tenerli fuori, fare una cosa pulita e silenziosa. Non riesco a farmene una ragione».(Beh, buona giornata).

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Il contrattacco mediatico non si è fatto attendere: il premier accusa sua moglie si essere stata “sobillata” in campagna elettorale.

di f. de b.- corriere.it

Arcore, domenica sera. Una domenica molto diversa da tutte le al­tre. Silvio Berlusconi è amareggiato. «Sono indignato». Ha letto, con sorpre­sa, dell’intenzione di sua moglie di di­vorziare. Prima, afferma, non ne sapeva nulla. «Veronica è caduta in un tranello. E io so da chi è consigliata. Meglio, so­billata. La verità verrà fuori, stia tran­quillo». Presidente, e lei pensa che si possa, come in altre occasioni, riconciliare un rapporto che dura da quasi trent’anni, di cui diciannove di matrimonio? «Non credo, non so se lo vo­glio io questa volta. Veronica dovrà chiedermi scusa pubbli­camente. E non so se basterà. È la terza volta che in campagna elettorale mi gioca uno scher­zo di questo tipo. È davvero troppo».

E i figli? Non dovete pensare ai tre figli, e poi c’è un altro ni­potino in arrivo? «I figli sono solidali con me». «Sa come chiamo io tutto quello che è ac­caduto in questi giorni? Crimi­nalità mediatica». Non esageri, presidente, Repubblica e Stam­pa hanno fatto semplicemente il loro lavoro. E non le dico la mia sofferenza. No, sostiene il Cavaliere che c’è un disegno. Una manovra per metterlo in difficoltà ed esporlo persino al ridicolo, proprio nel momento in cui la sua popolarità è al massimo. E sua moglie ne sa­rebbe diventata complice in­consapevole. «Veronica è sem­plicemente caduta in un tranel­lo mediatico». Sì, ma le veline le avete messe in lista e poi, do­po la lettera di sua moglie al­l’Ansa («Ciarpame senza pudo­re, io e i miei figli siamo vitti­me… ») le avete tolte? «Guardi, direttore, voglio dirlo una vol­ta per tutte, e chiaramente: non avevamo messo in lista nessuna velina e quelle tre che sono state escluse all’ultimo minuto erano bravissime ragaz­ze, con ottimi studi. Altro che veline. Veronica ha creduto al­le tante cose inesatte scritte sul­la stampa, purtroppo».

E le tre ragazze entrate effetti­vamente nelle liste delle candi­dature per le europee? «Lara Comi ha due lauree, ha coordi­nato i giovani del Pdl in Lom­bardia, è dirigente della Giochi Preziosi. Mai andata in tv. Licia Ronzulli è una manager della sanità di altissimo livello, è re­sponsabile delle professioni sa­nitarie e delle sale operatorie del Galeazzi; l’imprenditore della sanità Giuseppe Rotelli la stima molto, va due volte l’an­no in Bangladesh. Barbara Ma­tera è laureata in scienze politi­che, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Ecco, ha fatto una parte in Carabinie­ri 7 su Canale 5, ma mai la veli­na. Insomma, mi creda, è una montatura. Parliamo di tre ra­gazze in gamba su settantadue candidati. E che male c’è se so­no anche carine? Non possia­mo candidare tutte Rosy Bin­di… ».

Presidente, e poi c’è la fe­sta napoletana della giovanis­sima Noemi Letizia, alla qua­le lei ha partecipato a sorpre­sa. «Anche qui sono state scrit­te cose inesatte. Le racconto come è andata veramente. Quel giorno mi telefona il pa­dre, un mio amico da tanti an­ni. E quando sa che in serata sarei stato a Napoli, per controllare lo stato di avan­zamento del progetto per il termovalorizzatore, insiste perché passi almeno un attimo al compleanno della figlia. So­lo due minuti, mi assicura. La casa è vicina all’aeroporto. Mi faresti un grande regalo. Non molla. Io non so dire di no. Era­vamo in anticipo di un’ora e ci sono andato. Nulla di strano, è accaduto altre volte per com­pleanni e matrimoni. Pensi che ho fatto le fotografie con tutti i partecipanti, i camerieri, persi­no i cuochi. Le pubblicherà Chi sul prossimo numero perché me le ha chieste quel diavolo di Signorini». D’accordo, pre­sidente, ma perché quella ragazza Noemi la chiama papi? «Ma è un scherzo, mi volevano dare del nonno, meglio mi chia­mino papi, non crede?».

Quell’episodio, dice Berlusconi, è stato mon­tato ad arte. E Veronica avrebbe creduto a mol­te delle versioni, false, sulla serata napoleta­na, domenica 26 aprile, conclusa con un incon­tro con Aurelio De Lauren­tiis. Quella sera il suo Napo­li aveva battuto l’Inter, fa­cendo un favore al Milan nel­l’inseguimento impossibile alla capolista. «Ho ringraziato De Laurentiis che si è fatto per­donare a metà l’eliminazione dalla Champions’ League che ci inflisse, battendoci, nello scorso campionato».

Amareggiato e deluso, Silvio Berlusconi non pensa che que­sta volta sia possibile una ri­conciliazione. Arcore e Mache­rio, dove risiede la moglie, so­no vicine. Gli amici comuni se lo augurano. Basterebbe poco. Una spiegazione franca, come succede fra coniugi. Ma nella domenica quasi estiva di Arco­re l’aria è molto diversa dalle al­tre volte. E il Cavaliere è offe­so. Chi lo conosce bene dice che questa volta, per ricon­quistare Veronica, non andrà di sorpresa al suo compleanno a Marrakesh, avvici­nandola vestito da berbero per poi sve­larsi di colpo con un bellissimo gioiello in re­galo. Ma non si sa mai. Il nostro modesto auspicio è che ciò avvenga. Magari in forma del tutto privata. (Beh, buona giornata).

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La vicenda Lario vs Berlusconi è una questione privata?

Prme mosse difensive del premier, travolto dalle dichiarazione della moglie, che ha chiesto la separazione. “E’ una vicenda personale che mi addolora. E’ doveroso non parlare di cose private”, ha detto Berlusconi. Ora che la notizia del suo divorzio da Veronica è diventata pubblica, la linea decisa da Silvio Berlusconi e dal suo staff è “silenzio”. Secondo quanto riporta la stampa, dopo un lungo consulto con i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti per decidere la strategia da seguire con i media, stamane intorno alle 11, il premier, insieme a suo fratello Paolo Berlusconi, è uscito da palazzo Grazioli in auto.

Poi in elicottero fino ad Arcore dove ai cronisti che lo attendevano davanti al cancello della villa, Berlusconi ha concesso solo una laconica dichiarazione: “Preferisco non parlare di una questione personale che mi addolora”. Stessa dichiarazione, da parte del suo avvocato, nonché deputato Niccolò Ghedini: “E’ una vicenda familiare e privata. Non ho nulla da dire”.

Per Ritanna Armeni, giornalista interpellata da corriere.it quello di Berlusconi è stato un atteggiamento di “maschilismo di ritorno”, mentre quello di adesso è l’atteggiamento di chi si prepara a rovesciare la situazione a suo vantaggio.

“Il divorzio di Berlusconi è una questione politica”, dice Mario Adinolfi, membro della direzione nazionale del Pd. “Il presidente del Consiglio è accusato dalla persona che lo conosce meglio di essere un uomo che non sta bene, che va con le minorenni, un imperatore che in realtà è un uomo di cartapesta agli occhi di chi gli è stato vicino per trent’anni”. Adinolfi quindi conclude: “Mi auguro un’offensiva del Pd che chieda al paese già in occasione di queste europee di togliere fiducia a Berlusconi. E’ un’occasione per il Pd”.

E’ molto probabile che Berlusconi e il suo staff aspettino le reazioni del mondo politico prima di reagire con una adeguata controffensiva mediatica, come per altro è nel suo stile.

Per il momento c’è da notare che se fosse vero come afferma il premier che “è una vicenda personale”, quello che non torna è il fatto che stamani egli si sia riunito d’urgenza con Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, entrambi membri autorevoli del Governo. Una riunione di gabinetto di crisi per un fatto puramente privato? Difficile che qualcuno possa crederci. Beh, buona giornata.

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Veronica Lario chiede la separazione: stavolta il terremoto Berlusconi ce l’ha in casa.

(fonti: Reuters, Ansa, La Stampa, Repubblica)

Veronica Lario si prepara a chiedere il divorzio dal marito, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Lo scrivono oggi i quotidiani La Repubblica e La Stampa, aggiungendo che la moglie del premier avrebbe già individuato un avvocato donna cui far preparare le pratiche per mettere fine al matrimonio celebrato nel 1990.

Palazzo Chigi al momento non ha voluto commentare la notizia, ma l’avvocato del premier Niccolò Ghedini ha precisato che si tratta di una “vicenda squisitamente personale che attiene ai sentimenti”.

“Tutte le vicende di questo tipo sono personali e dolorose, soprattutto quando implicano rapporti familiari”, ha spiegato a Reuters il legale, che è anche un deputato del Pdl. “Quindi ad oggi il presidente non ha nessuna dichiarazione da fare”.

Alla Stampa, la fist lady ha spiegato di essere “stata costretta a questo passo”.

“Non voglio aggiungere altro”, ha detto al quotidiano, dopo la lettera scritta all’Ansa martedì scorso in cui descriveva “ciarpame senza pudore” la possibile candidatura alle elezioni europee di cosiddette ‘veline’.

“Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione”, aveva scritto nella lettera. “Dobbiamo subirla e ci fa soffrire”.

Secondo il quotidiano torinese, non ci sono possibilità che Veronica Lario cambi idea, soprattutto dopo la partecipazione di Berlusconi alla festa per i 18 anni a Napoli di una ragazza, nonostante lui non abbia mai partecipato a quelle dei suoi figli, “pur essendo stato invitato”.

“La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni”, avrebbe detto la donna al suo entourage nei giorni scorsi, secondo Repubblica.

Il quotidiano scrive che la first lady avrebbe preso contatti il primo maggio con un avvocato donna, “una persona di cui mi posso fidare fino in fondo”, spiegandole che “finalmente posso tirare giù il sipario, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro”.

Già due anni fa Veronica Lario aveva critico l’atteggiamento del premier in fatto di donne in una lettera a Repubblica, dopo alcuni apprezzamenti rivolti da Berlusconi ad alcune signore, tra cui il futuro ministro Mara Carfagna in occasione di una cena di gala.

Secondo quanto scrive oggi Luca Ubaldeschi su La Stampa, la vicenda-elezioni, nel ragionamento della moglie del premier, è servita per la coincidenza temporale. Mentre leggere sui giornali «che frequenta una ragazza minorenne, perché la conosceva anche prima che compisse 18 anni», leggere «che lei lo chiama “papi” e racconta dei loro incontri a Roma o Milano, con i genitori che evidentemente non hanno da obiettare, ecco, quello sì che è inaccettabile. Come si può restare con un uomo così?». Con una postilla: «Che nonostante tutto questo mio marito abbia ancora un gradimenti altissimo e quindi non sia stato danneggiato dalla vicenda». Nei commenti dei giorni scorsi, per altro, sono rimbalzate ipotesi e illazioni, molte legate proprio a quell’espressione confidenziale pronunciata dalla ragazza, «papi». Chi glielo ha fatto notare ha avuto in risposta da Veronica Berlusconi poche parole: «Magari fosse sua figlia».

Dario Cresto-Dina ricostruisce su Repubblica gli avvenimenti degli ultimi giorni. Di fronte alla nuova pubblica offesa, Veronica Lario sceglie di replicare pubblicamente con una dichiarazione che manda all’agenzia Ansa soltanto dopo le dieci di sera dello scorso mercoledì. La misura è colma, il “ciarpame” non è soltanto politico.
La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le “veline” spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve l’indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e il ruolo: “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra. Mi spiace”. Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini.

La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono, per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l’ha appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state consumate.

Giovedì i giornali del Cavaliere e i blog del Pdl fanno capire all’ex first lady di Macherio che aria tira. Dietro al “come si permette?” si scatena una minacciosa muta di cani. Il quotidiano “Libero” pubblica nella testata di prima pagina tre fotografie in bianconero della giovane attrice Veronica Lario a seno nudo. Il messaggio è più che mai trasparente, sembra arrivata l’ora dell’olio di ricino. Quando vede quelle fotografie la moglie del premier capisce, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere davvero sola e di essere minacciata. In quelle foto si sente “come davanti a un plotone di esecuzione qualche secondo prima della fucilazione”.

“Mi domando in che paese viviamo – ha raccontato Veronica l’altro giorno a un’amica, secondo quanto scrive Cresto-Dina su Repubblica – , come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta”.
Intanto, l’Agenzia Ansa conferma la notizia. “La signora Veronica Lario, interpellata dall’ANSA, ha confermato la sua intenzione di divorziare dal marito, Silvio Berlusconi. E’ stato confermato, quindi, il contatto già avviato con l’avvocato per le pratiche di separazione. Il matrimonio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi era stato celebrato nel dicembre 1990. La coppia ha tre figli, Barbara, Eleonora e Luigi”. Beh, buona giornata).

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