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Attualità democrazia

Elezioni regionali: ha vinto l’antiberlusconismo dei berlusconisti.

Silvio Berlusconi giosce dopo il risultato elettorale che ha visto il centrodestra vincere in sei regioni. E non esita a dare la sua lettura del voto: l’attività di governo è stata premiata, ora avanti con le riforme.

Però, fa finta di non capire l’avanzata dello “tsunami Lega” in Veneto, Lombardia e Piemonte: “L’alleanza è garanzia di rinnovamento”, taglia corto il premier. Poi lo slogan degli ultimi mesi: “L’amore ha vinto sull’invidia e sull’odio, gli elettori ci hanno dato ragione”. Invidia e odio? E la finiana Polverini nel Lazio? Beh, buona giornata.

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Attualità

Quando i piazzisti scendono in piazza.

Non sono stati capaci di presentare in tempo la documentazione necessaria per presentare la lista del Pdl nel Lazio. E hanno urlato al complotto della magistratura. Non sono stati capaci di portare in piazza tanti quanti ne avrebbero voluti. E urlano al complotto della Questura di Roma. Non riescono più a piazzare i loro articoli? Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

Berlusconi sta prendendo in giro i suoi elettori: “Stanno tentando di fare una grande insopportabile porcheria”. E Bondi, uno dei suoi: “Si stanno ricreando le stesse condizioni che hanno reso possibile l’attentato (!?) avvenuto a Milano lo scorso dicembre nei confronti del Presidente del Consiglio”. Ma per favore: perché non dicono la verità?

(fonte: repubblica.it) Berlusconi infiamma la platea del Pdl.”Stanno tentando di fare una porcheria”
“Stanno tentando di fare una grande insopportabile porcheria”. Lo dice Silvio Berlusconi dal palco della riunione del Pdl Lazio, dove è presente anche Renata Polverini. Il tema, dunque, è ancora quello delle liste. a proposito del quale il capo del governo grida al complotto (“C’è dietro un disegno ben pensato”) e torna ad attaccare la magistratura: “La sinistra e la sua mano giudiziaria non hanno perso il vizio. Non ne possiamo più di certi giudici e di certa sinistra”. Addirittura, per il premier, “la magistratura di sinistra sta dettando i tempi di questa campagna elettorale, prima inventando una tangentopoli che non c’è, ora inventandosi questa situazione di rigetto delle nostre liste”.

Su Di Pietro, Bonino e Bersani il Cavaliere calca poi la mano: “E’ un amalgama terrificante”. Poi chiama alla manifestazione: “Sabato 20 saremo noi in piazza per dar una lezione alla sinistra. Se loro ritornassero al potere l’Italia sarebbe meno libera”. Poi una promessa ai candidati del Pdl che rischiano di essere esclusi: “Qualora la lista non fosse ammessa i suoi componenti saranno protagonisti della giunta regionale del Lazio”.

Intanto il coordinatore del partito Sandro Bondi parla di clima che favorisce un attentato al Cavaliere. “Il segno che in Italia è definitivamente scomparsa una vera classe dirigente è confermato dal fatto che si stanno ricreando le stesse condizioni che hanno reso possibile l’attentato avvenuto a Milano lo scorso dicembre nei confronti del Presidente del Consiglio”.

Il ministro dei Beni culturali parla di “un clima infiammato, alimentato dalle parole e dalle dichiarazioni politiche più irresponsabili e violente, soprattutto da parte di Di Pietro e di una intera generazione educata ormai da più di un decennio alla politica della demonizzazione e dell’odio nei confronti degli avversari politici, sta degenerando e non promette nulla di buono”.

“Se c’è ancora qualcuno a sinistra capace di intendere e di coltivare ancora la politica – dice l’esponente Pdl – batta un colpo e soprattutto faccia sentire la sua voce”. (Beh, buona giornata).

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democrazia Finanza - Economia Lavoro Leggi e diritto

Art. 18 e i diritti dei lavoratori: il saggio mostra la luna, lo stolto guarda il dito.

Mentre ci stiamo tutti interrogando su come finiranno le controversie legali su voto alla regionali, tra trucchi, finte firme, marchietti copiati, panini mangiati fuori orario, viene approvata una legge che va contro i diritti di chi lavora: è stata sancita una scappatoia contro l’art.18 della Statuto dei lavoratori. Alla faccia dei precari, dei licenziati, dei cassaintegrati la lotta di classe contro la la classe dei lavoratori va avanti imperterrita. Beh, buona giornata.

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democrazia

Quando la politica impazzisce come la maionese.

Il Pdl mente sulla lista “negata”, la Bonino approfitta: gli “orrori” politici nel Lazio
di Mino Fuccillo-blitzquotidiano.it

Spetta ai magistrati decidere ma, comunque decideranno, sarà sempre una decisione “sbagliata”, e non per colpa loro. La brutta, mortificante e patetica storia della lista del Pdl nella Provincia di Roma è di quelle senza apparente soluzione. Ed è subito stata avvolta dall’involucro ingannevole ed omissivo delle opposte propagande. Involucro che nasconde e offusca quel che davvero può accadere.

Prima ipotesi: i magistrati riammettono la lista del Pdl alle elezioni regionali del Lazio nonostante non sia stata presentata nei tempi e nei modi di legge. Si vota il 28 e il 29 marzo, qualcuno vince, qualcuno perde, Polverini o Bonino che sia. A quel punto chiunque può, legittimamente e fondatamente, chiedere la nullità delle elezioni appena svolte. Un’istanza che avrebbe buone possibilità di essere accolta. Ne consegue caos amministrativo e politico, con la prospettiva concreta della ripetizione delle elezioni stesse. Un caos per nulla “calmo”. Con il corollario nefasto di ricorsi ovunque una lista non sia stata ammessa, e sono più di una decina i casi in questa tornata elettorale.

Seconda ipotesi: la lista del Pdl non viene riammessa. Si vota senza i candidati del Pdl. Elezione monca del maggior partito, campagna elettorale che si trasforma e trascina come una sorta di “guerra civica”. La Polverini perde il “traino” dei voti portati dai quarantuno candidati del Pdl (corollario tragicomico: alcuni hanno già speso decine di migliaia di euro per la propaganda e sono fortemente dolenti per l’investimento andato in fumo). Traino stimabile in almeno centomila voti, quindi la Polverini perde anche le elezioni. Diventa governatore la Bonino, in piena legittimità ma in un’atmosfera in cui questa stessa legittimità non le viene riconosciuta dalla metà dell’elettorato. Un disastro. Oppure la Polverini vince lo stesso, nonostante l’assenza della lista del Pdl. Vince ma non ha “suoi” consiglieri oltre a quelli del cosiddetto “listino”. Deve governare con i consiglieri eletti nelle liste di Casini o Storace. Una follia politica e istituzionale.

Terza ipotesi: tutte le forze politiche varano un provvedimento, una difficile legge d’urgenza che consente ai magistrati di riammettere la lista Pdl senza aprire la strada all’altrimenti inevitabile contestazione di nullità del voto. In un paese civile sarebbe l’unica ipotesi praticabile. Ma in Italia è di fatto impraticabile.

Impraticabile perchè il Pdl ha reagito con la bugia e la dissimulazione. Le bugie di Alfredo Milioni che racconta di improbabili “pause panino” quando con tutta evidenza ha mancato l’appuntamento perchè stava mettendo mano alle liste fino all’ultimo minuto ed oltre. Milioni, l’inattendibile incaricato del Pdl, anzi di Forza Italia, non nuovo ad un uso disinvolto di simili incarichi: nel 2006 sparì per una notte con le liste per vendicarsi di una sua mancata candidatura, soprattutto nel 2004 inserì di sua mano un allegato alla delibera di un consiglio municipale romano con cui si dava il via libera a 350mila metri cubi di villette. Ce lo ficcò dentro di mano sua quell’allegato: Milioni uno abituato al gioco della “carta sparisce, carta compare”. Le bugie perfino politicamente più gravi del gruppo dirigente del Pdl che subito si sono aggregate nel grumo propagandistico “la burocrazia non può limitare la democrazia”. Dove la “burocrazia” sono le regole e le leggi, cioè la sostanza della democrazia. Insomma il Pdl mente raccontandosi come vittima. E questo rende difficile un provvedimento bipartisan che riammetta la lista. Altro e diverso doveva essere il primo passo del Pdl: ammettere almeno l’imperizia se non proprio il dolo che sta alla base della mancata presentazione. Poteva, doveva essere la base di “legittimità” sostanziale per chiedere una sanatoria politica.

Sanatoria politica impraticabile anche perchè lo schieramento intorno alla Bonino non disdegna di approfittare della situazione. Ingolosito dalla possibilità concreta di una “vittoria elettorale a tavolino”, con l’alibi delle bugie altrui, il centro sinistra si infila nella apparentemente comoda scorciatoia di una elezione senza la lista Pdl. comodità apparente perchè sarebbe una vittoria avvelenata alla radice e capace di secernere veleno per tutti gli anni della legislatura.

Così stanno le cose, decideranno i magistrati. Chiamati a decidere su quale di questi “orrori” e non “errori” fabbricati dalla politica sia il meno dannoso. Davvero ardua sentenza. (Beh, buona giornata).

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