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La lista del Pdl non è stata ammessa a Roma e provincia: “I notabili del Pdl hanno fatto flop sull’abc di un professionista della politica, la presentazione delle liste alle elezioni.”

Il Parapiglia della libertà. da il blog di marco Damilano-http://damilano.blogautore.espresso.repubblica.it/

«Siamo in una situazione paradossale: nella capitale d’Italia il Pdl non esiste». Paradossale, soprattutto, che a dirlo sia il coordinatore regionale del partitone berlusconiano che-tremare-il-mondo-fa, l’ex an Vincenzo Piso. Però la notizia è vera: a un mese dal voto, il Pdl a Roma non c’è. La sua lista non è stata ammessa. Se non ci saranno novità gli elettori berlusconian-aennini dovranno trovarsi un altro partito da votare.

Disguidi burocratici, giurano, e tanta confusione. Dopo la rissa al tribunale di Roma di ieri, la conferma che per ora il Pdl è fuori. E surreale conferenza stampa al comitato di Renata Polverini all’ora di pranzo, in una Roma domenicale sonnacchiosa e deserta. Nel quartier generale della destra romana, invece, gli animi sono surriscaldati. C’è tutto lo stato maggiore schierato in prima fila: il sindaco Alemanno e la moglie Isabella Rauti, il capogruppo Fabrizio Cicchitto, il ministro Giorgia Meloni, il senatore Andrea Augello. La candidata Polverini con le Hogan ai piedi e il coordinatore laziale, il buon Piso. Nervi a fior di pelle. La deputata Saltamartini aggredisce i giornalisti: per forza, il marito Pietro Di Paolo candidato alle regionali ha già mandato in fumo svariate centinaia di migliaia di euro in manifesti. Minacce: «non indietreggeremo». Applausi della claque prontamente convocata. E ricostruzione della vicenda affidata a un comunicato ufficiale. «Alcuni soggetti, urlando in maniera scomposta, creavano un clima di forte tensione e confusione. A seguito del parapiglia…». Una prosa da un giorno in questura, che non nasconde la verità. I notabili del Pdl hanno fatto flop sull’abc di un professionista della politica: la presentazione delle liste alle elezioni.

Colpa dei poveri Milioni e Polesi, i due incaricati di presentare le liste che si sono assentati al momento sbagliato, due militi ignoti come Gassman e Sordi nella Grande Guerra, spediti sul fronte della battaglia elettorale: «due persone perbene che si sono fatti intimorire da alcuni facinorosi» per la Polverini, «due coglioni», per tutti gli altri. Colpa del «parapiglia», insomma. Ma il caos è politico, tutto interno al Pdl. È bastata una buccia di banana per scatenare la resa dei conti tra le varie anime del partito: il ministro Rotondi contro «la banda di incapaci» che guida il Pdl, Fini furibondo, Berlusconi che alcuni raccontano «fuori dalla grazia di Dio» e altri intimamente soddisfatto per una debacle che in fin dei conti riguarda il partito romano, cioè An, dunque Fini.
Solo Renata Frangetta Nera, beata lei, è contenta: «se non c’è il Pdl si potrà votare la lista Polverini». Vallo a dire ai candidati che si sono già indebitati per manifesti e cene e si ritrovano fuori dalla competizione.

Fino a ieri i radicali rompevano le scatole sugli autenticatori delle liste e tutti ad alzare le spalle, Alemanno in testa. Ora è il Pdl a radicalizzarsi: i capi del primo partito italiano annunciano gazebo, una maratona oratoria dei parlamentari fino a quando «la democrazia non sarà ripristinata», la Polverini si trasforma in Bonino, si appella a Napolitano in nome della legalità e chissà che non arrivi anche lei a digiunare.
Di certo, il Pdl per ora a Roma non c’è. Al suo posto, il Parapiglia della libertà.
(Beh, buona giornata).

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