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Le indagini della polizia confermano: a Rosarno la rivolta degli immigrati fu provocata dallo schiavismo dei “caporali”.

Rosarno, immigrati sfruttati: caporali arrestati, 10 milioni di beni sequestrati
Extracomunitari costretti a lavorare anche 14 ore, chi si ribellava subiva ritorsioni e minacce-ilmessaggero.it

Lo sfruttamento e le condizioni inique in cui erano costretti a lavorare fu alla base della rivolta degli immigrati avvenuta nei mesi scorsi a Rosarno. È quanto emerso dalle indagini che hanno portato stamani ad una operazione della squadra mobile, dei carabinieri e dei finanzieri contro il fenomeno del caporalato con il sequestro di venti aziende e duecento terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 31 persone.

Immigrati sfruttati. Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique. Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce. I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro al giorno.

Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce. La rivolta di Rosarno, infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d’arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero. Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.

Gli arrestati. Nove persone sono state arrestate e portate in carcere, ventuno sono detenute ai domiciliari ed una è stata sottoposta all’obbligo di dimora. Tra le persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare ci sono anche alcuni extracomunitari. Tre di questi sono stati rintracciati ed arrestati nelle province di Caserta, Catania e Siracusa dove si erano trasferiti dopo la rivolta avvenuta a Rosarno. Le indagini, coordinate dalla Procura di Palmi, hanno portato alla luce un sistema di caporalato collocamento illegale di manodopera clandestina destinata ai lavori in agricoltura. Identificate anche le aziende agricole che utilizzavano la manodopera straniera sottopagandola.

Sacconi: caporalato odioso, contrasto è priorità. contrasto Il caporalato rappresenta una odiosa forma di sfruttamento del lavoro. L’attività di contrasto, che è da realizzare in collaborazione tra le diverse forse in campo, è una delle priorità dell’azione di Governo: è la posizione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che plaude alle iniziative di contrasto al lavoro nero e del caporalato.

Epifani: rafforzata scelta 1 maggio lì. «I fatti di oggi confermano la preoccupazione che c’era e che dà forza alla scelta di festeggiare lì il primo maggio». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ricordando che «Rosarno è un luogo simbolo che dimostra come dove non c’è legalità non c’è rispetto per il lavoro. La nostra decisione è stata presa proprio per affermare il principio di rispetto per chi lavora spesso in condizioni di schiavitù». (Beh, buona giornata).

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Quando i numeri sono neri.

Siamo talmente abituati al valzer delle cifre, delle percentuali, delle ricerche e delle statistiche che non ci rendiamo conto della gravità di certe notizia. Prendiamo, come esempio una recentissima indagine sul lavoro nero nell’edilizia.

Gli immigrati impiegati nell’edilizia sono sempre di più, spesso lavorano in nero e sono retribuiti peggio dei colleghi italiani. Così li fotografa l’ultima indagine Cgil-Fillea, il sindacato dei lavoratori edili che denuncia un aumento del lavoro nero: nel 2005 le posizioni di lavoro irregolari sono state quasi sei milioni, 286 mila in più rispetto all’anno precedente, pari al 16% dei lavoratori dipendenti. Gli extracomunitari, che guadagnano il 24% in meno degli italiani, sono quadruplicati nell’ultimo periodo.

Bene, cioè molto male: sappiamo quanto guadagnano in meno rispetto agli altri (24%,) sappiamo quanto il fenomeno sia in aumento (16%). Sappiamo che sono quasi 6 milioni, cioè tanti quanto sono gli abitanti di Roma e Milano messi insieme. Adesso che sappiamo tutto questo, c’è da chiedersi: il lavoro nero è una moda o un reato? E se è un reato che va di gran moda, visto che sappiamo tutto, che si aspetta a perseguirlo?

Insomma, se ne conosciamo così bene le caratteristiche, tanto da trarne numeri e percentuali, vuol dire che sappiamo anche dove si consumano questi reati e chi li compie. Che si aspetta a perseguirli, l’aggiornamento delle prossime tabelle?

Tutta questa storia ha dell’incredibile, se si pensa che, fino a non molto tempo fa, c’era nel governo precedente chi sosteneva che il lavoro nero e il guadagno sommerso era da considerarsi come una ricchezza per il paese. Però, fa anche riflettere che, come ebbe a dire un giornalista tedesco tempo fa, in Italia gli scandali non sono fatti, sono opinioni. Tanto è vero che, invece che tenerli nascosti, censurando, come si sarebbe fatto un tempo, oggi il modo migliore per occultare la verità è fare statistiche, snocciolare cifre e percentuali.

Così, attratti dal fascino dei numeri, perdiamo di vista che a ognuna di quelle cifre corrispondono persone in carne e ossa, alle quali si negano diritti, si comminano frustrazioni, si assegnano umiliazioni.

Una volta si diceva che la matematica non è un’opinione. In realtà, nella comunicazione moderna, la matematica è diventata una pessima abitudine.
Beh, buona giornata.

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