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Crepa, operaio, crepa. Oggi tre morti sul lavoro.

A Pozzuoli è morto un operaio di 27 anni, nella piazza di via Roma, dove sono in corso lavori di ristrutturazione. Sebastiano Marruso di San Cipriano d’Aversa (Caserta) stava manovrando una gru, quando si è rotto un tubo della pressione idraulica e un pezzo gli è caduto in testa, uccidendolo sul colpo.

Questa mattina verso le 10:30, un operaio di 27 anni è morto folgorato mentre stava effettuando la manutenzione sulla linea elettrica della tratta ferroviaria Torino-Milano nella stazione Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli. Il segretario regionale dell’Ugl del Piemonte, Armando Murella, nell’esprimere cordoglio e vicinanza alla famiglia della vittima, ha denunciato come “in questo periodo siano aumentati gli incidenti che avvengono sulle linee ferroviarie”.

A Pomezia, comune alle porte di Roma, un operaio italiano di 42 anni, è morto verso le 11 precipitando da una scala. L’uomo, dipendente di uno stabilimento di serigrafia, l’Edigraf, di via Honduras, doveva riparare un palo dell’illuminazione all’interno dell’azienda. Mentre stava lavorando, la scala si è rotta facendolo precipitare da un’altezza di otto metri. E’ morto sul colpo. Oltre i carabinieri della stazione di Pomezia, sono intervenuti anche i tecnici dell’Ispesl e della Asl Rm H di Albano. Beh, buona giornata.

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Crepa, operaio crepa. Nell’Italia del 2009 morire sul lavoro è solo una semplice fatalità. Non un crimine.

Sono morti in tre nella grande raffineria Saras a Sarroch vicino a Cagliari. Il primo è caduto nel serbatoio intossicato dall’azoto; gli altri due hanno perso la vita perché volevano salvare il compagno. Dovevano pulire un serbatoio dell’impianto di desolforazione. I vapori letali non hanno lasciato scampo. Alla squadra apparteneva un quarto collega, Gianluca Fazio, intossicato anche lui, ma sopravvissuto: “Il primo ad entrare nella cisterna è stato Pierluigi Solinas, Gigi come lo chiamavamo tutti. Doveva controllare quali strumenti portare per iniziare il lavoro. Si è sentito subito male ed è cascato dentro la cisterna. Ho tirato la corda che lo legava ma non riuscivo ad estrarlo. Un operaio lì vicino ha chiamato gli altri due. Bruno – Bruno Muntoni – non ci ha pensato su ed è entrato ma i vapori hanno ucciso anche lui. Allora è toccato a Daniele Melis che ha indossato una maschera antigas e si calato nel serbatoio, ma è successo qualcosa e anche lui è morto”. Beh, buona giornata. (www.youtube.com/watch?v=e6-2ZyIiABk)

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Italia 2009: un morto sul lavoro ogni 7 ore.

http://tv.repubblica.it/copertina/morti-sul-lavoro-spot-shock/33053?video

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Primo Maggio dedicato ai morti sul lavoro: il Capo dello Stato li onora, il Governo li nega.

(fonte. unita.it)
Per la Festa del Lavoro, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è recato nel piazzale antistante l’ingresso dell’Inail, nel quartiere Eur, e ha deposto una corona d’alloro ai piedi del monumento ai caduti del lavoro.
Il monumento fu inaugurato il primo maggio dell’anno scorso dallo stesso Napolitano e riproduce in una targa le parole che egli pronunciò dopo la tragedia alle acciaierie Thyssen di Torino: «Non ci sono più parole per esprimere sdegno e commozione. È Ora di decidere e agire».

Non si vuole solo onorare i morti, spiegò Napolitano, ma far riflettere i vivi ed esaltare il ruolo degli enti come l’Inail incaricati della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Quest’anno il capo dello Stato è tornato davanti al monumento insieme a numerosi familiari delle vittime di morti bianche proprio in segno di continuità con l’impegno assunto con l’inaugurazione dell’anno scorso.

Poco prima, al Quirinale, Napolitano aveva invitato a «non abbassare la guardia», giudicando «un segnale positivo ma non sufficiente» il dato secondo il quale quest’anno ci saranno meno di 1200 morti sul lavoro. C’è anche il rischio, ha detto, che la crisi economica renda ancor più insicure le condizioni di lavoro di molti lavoratori dipendenti».

Contemporaneamente, il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, il leghista Roberto Castelli, afferma che si esagera con il conteggio dei morti sul lavoro.

Secondo l’ex ministro «serve un’operazione verità sul numero delle vittime degli incidenti sul lavoro. Bisogna depurare le cifre dei morti sul lavoro. Bisogna smettere di far credere che i morti in incidenti stradali verso e dal luogo di lavoro siano legati al problema della sicurezza sul lavoro – sostiene Castelli in una nota -. Non capisco perché le associazioni degli imprenditori accettino questa ipocrisia, che ci mette ingiustamente in fondo alle statistiche europee».

Il ministro non capisce perché chi lavora in condizioni non idonee, senza tutele, magari in nero e per orari molto superiori a quelli consentiti possa perdere il controllo dell’auto tornando a casa. Non lo capisce e ci tiene a farlo sapere proprio il Primo Maggio. Beh, buona giornata.

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Un ‘altra vittima del terremoto o l’ennesima morte sul lavoro?

Il terremoto in Abruzzo ha un’altra vittima, ma stavolta si tratta di un operaio, che è morto a Cagnano Amiterno, travolto dal crollo di un fabbricato che stava demolendo. Secondo le prime notizie dei vigili del fuoco l’uomo si trovava in un cementificio, dove stava lavorando su un escavatore per demolire un fabbricato. L’uomo è poi sceso dal mezzo ed è stato travolto dalle macerie. Non è ancora chiaro se la demolizione fosse legata a lesioni dovute al sisma. Beh, buona giornata.

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Scherzo (macabro) del destino: allarme antincendio al processo per l’incendio della Thyssen Krupp.

L’udienza odierna per il processo alla Thyssen in corso a Torino, iniziata con l’esame del teste Giuseppe Caravelli, e’ proseguita con l’audizione di un altro testimone, Roberto Chiarolla, capoturno dello stabilimento torinese. Il dibattimento e’ stato poi sospeso per una ventina di minuti perche’ e’ scattato l’allarme antincendio, a causa dell’apertura inavvertita di un’uscita di sicurezza presente nel corridoio della maxi-aula 1. Il suono troppo acuto dell’allarme impediva lo svolgimento del processo per cui la presidente della Corte d’Assise Maria Iannibelli ha deciso per una breve sospensione. L’allarme e’ stato spento dopo qualche minuto ma ha poi ripreso a suonare perche’ qualcuno ha nuovamente aperto la porta.(Beh, buona giornata).

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