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Finanza - Economia Lavoro

Telecom Italia manda via 6.800 dipendenti, mentre l’amministatore delegato si è aumentato lo stipendio del 75% (3,4 milioni di euro annui). E agli azionisti un miliardo di euro di dividendi.

Telecom, annunciati 4.500 nuovi tagli- In 5 anni 13mila lavoratori a casa
Critiche della Cgil: solo un piano finanziario e non industriale-ilmessaggero.it

Un taglio di 6.800 posti di lavoro: è questo il piano annunciato da Telecom Italia ai sindacati da realizzare entro il 2012. Erano 2.300 i tagli già previsti dall’azienda (ma non erano ancora stati realizzati) nei precedenti piani, 4.522 sono invece gli ulteriori tagli, frutto dell’aggiornamento piano industriale presentato lo scorso 13 aprile. «Si tratterebbe, se prendiamo in esame il quinquennio 2008-2012, – sottolinea Emilio Miceli, segretario dello Slc-Cgil – di 13.000 esuberi complessivi, il 20% dei lavoratori dell’azienda in Italia».

Cgil: piano finanziario e non industriale. Il piano è stato presentato oggi dal copo delle risorse umane Antonio Migliardi. Domani è attesa una nota congiunta mentre il 26 aprile è stato convocato il coordinamento nazionale unitario del gruppo, durante il quale verranno esaminate le decisioni dell’azienda e decise le eventuali forme di lotta. «La cosa più insopportabile – spiega Miceli – è che l’obiettivo è quello di poter giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito di 5 miliardi: nessun cliente in più, nessun piano di rilancio, nessun investimento per innovare». Si tratta secondo Miceli di «un piano finanziario e non industriale», senza prospettiva di rilancio, che va a colpire «solo la parte più debole dell’azienda». Piano apprezzato invece dai mercati come sostiene Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa Sanpaolo (azionista di Telecom).

Bernabé aveva annunciato snellimento. In occasione della presentazione dell’aggiornamento del piano, l’amministratore delegato Franco Bernabè, che quest’anno ha visto il suo stipendio toccare i 3,4 milioni di euro (un ritocco all’insù del 75% sul 2009), aveva preannunciato l’intenzione di “snellire” l’azienda per permettere agli investitori una progressiva diminuzione del debito e un contestuale aumento dei dividendi dopo che quest’anno i soci si sono divisi 1 miliardo di euro in cedole, su un utile di 1.581 milioni di euro (in calo di quasi 600 milioni sul 2008). Beh, buona giornata

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Attualità Finanza - Economia Media e tecnologia

Addio agli 800 milioni promessi per portare la banda larga a 20 Megabit al 96% entro il 2012. Il Governo italiano non vuole lo sviluppo di Internet.

(fonte:repubblica.it)

L’annuncio è arrivato ieri da Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “I soldi per la banda larga li daremo quando usciremo dalla crisi”. Si riferisce agli 800 milioni che il governo aveva promesso di dare da mesi nell’ambito di un progetto da 1,47 miliardi di euro: il cosiddetto “piano Romani” – da Paolo Romani, viceministro per lo Sviluppo con delega alle Comunicazioni.

Era un piano per portare la banda larga 20 Megabit al 96% della popolazione entro il 2012, e almeno i 2 Megabit alla parte restante. Attualmente il 12% degli italiani non può avere nemmeno i 2 Megabit ed è afflitta da una crescente saturazione che rallenta le connessioni degli utenti.

Negli altri Paesi europei ci sono da anni piani nazionali per portare banda larghissima a 50-100 Megabit. Al 75% delle case entro il 2014 in Germania; a 4 milioni di case nel 2012 in Francia (che investirà 10 miliardi di euro).

Ma tant’è: il Governo italiano ha deciso che il nostro Paese deve rimanere ai minimi termini per la connessione internet. A nulla sono valse le pressioni, per sbloccare quei fondi, da parte di Telecom Italia, Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), dello stesso Romani e del ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta.

L’Italia rimane al palo, mentre l’Europa ha stimato che la banda larga porterà un milione di posti di lavoro fino al 2015 e una crescita dell’economia europea di 850 miliardi di euro. Si noti che di quei 1,47 miliardi, questi 800 milioni sono gli unici fondi assegnati dall’attuale governo alla banda larga. Gli altri vengono da altre fonti, stanziati dal governo Prodi oppure della Comunità europea. E allora?

Zitti tutti. Gianni Letta ha comunicato che la banda larga può aspettare. Beh, buona giornta.

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