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“Zingaropoli”, neologismo razzista.

“No alla parola Zingaropoli, è carica di disprezzo”, di ROBERTO NATALE- www.fnsi.it

Umberto Bossi“Il leader della Lega Umberto Bossi, intervenendo sul prossimo ballottaggio milanese, ha detto che Giuliano Pisapia vuole “trasformare la città in una Zingaropoli”. La polemica politica è affare dei candidati e delle coalizioni. Ma l’avvelenamento del linguaggio è un problema che riguarda tutti, compresi noi giornalisti che le parole le maneggiamo per lavoro. E allora non si può accettare che entri in circolo un nuovo termine così carico di significati spregiativi: il popolo Rom si chiama così e ha il diritto di essere chiamato così.

All’estero un uso tanto contundente del linguaggio politico verrebbe bollato come “hate speech”, incitamento all’odio. E’ bene che anche il discorso pubblico italiano recuperi il senso del limite. Ci abbiamo messo vent’anni a imparare che gli immigrati non andassero chiamati “vu’cumprà”, e abbiamo ancora difficoltà a non definirli sbrigativamente “clandestini”. Non c’è proprio bisogno di aggiungere un altro vocabolo al glossario del disprezzo”. (Beh, buona giornata)

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Per uscire dalla crisi bisogna rilanciare i consumi. Come si rilanciano i consumi? Aumenti salariali uguali per tutti.

Paolo Ferrero (prc) e le gabbie salariali: 200 euro netti di più per tutti, in busta paga, come aumenti di paga e minori tasse-blitzquotidiano.it
Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, non solo è contro il ripristino delle gabbie salariali, ma vuole un aumento per tutti. Che poi “tutti” voglia dire che ne sono esclusi i dipendenti senza contratto regolare, non tutelati dallo statuto dei lavoratori né iscritti al sindacato, conta poco. Di fronte all’estremismo della proposta della Lega, una reazione altrettanto netta e estremista ci voleva.

Se si legge la dichiarazione di Ferrero controluce, ci si trova il riferimento a uno degli ostacoli principali dello sviluppo italiano, la scarsa capacità di spesa delle classi alla base della piramide sociale.

La ricetta di Ferrero, al di là della provocazione, tocca quindi il cuore del problema: o si aumentano gli stipendi o si riducono le tasse. In ogni caso è un fatto che può riguardare solo chi è già inserito nel mondo del lavoro con un regolare contratto, che poi vuole dire la maggioranza dei dipendenti italiani. Chi lavora in “nero” non ha, se non altro, problemi di tasse.

Ha dichirato Ferrero: «La discussione sulle differenziazioni dei salari che il governo continua a alimentare, oggi con il ministro Sacconi, serve in realtà soltanto a abbassare il livello medio dei salari stessi. La vera questione non è introdurre differenziazioni, che servono solo a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri: la questione è aumentare i salari in modo generalizzato di 200 euro al mese, da introdurre in busta paga sia attraverso detrazione fiscali sia con maggiori erogazioni». (Beh, buona giornata).

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