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Il Fantasma del palcoscenico.

Se la politica è un teatrino, quella che è andata in onda ieri è stata l’apparizione televisiva del Fantasma del palcoscenico. Nella conferenza stampa di fine anno, Romano Prodi si è presentato di fronte ai giornalisti e andato in diretta sul Tg Uno. Il bilancio di fine anno del premier è riconducibile a due parole […]

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Se la politica è un teatrino, quella che è andata in onda ieri è stata l’apparizione televisiva del Fantasma del palcoscenico. Nella conferenza stampa di fine anno, Romano Prodi si è presentato di fronte ai giornalisti e andato in diretta sul Tg Uno.
Il bilancio di fine anno del premier è riconducibile a due parole chiave: “Eredità pesante e stop al declino”.
Dice il presidente del Consiglio: “Abbiamo dato alle imprese degli incentivi fortissimi: 5 mld nel 2007 e 9 miliardi nel 2008. E’ uno sforzo che mai nessuna finanziaria ha fatto”. Che ha aggiunto: “Fare crescere l’Italia è progetto unificante di questo governo”.

Secondo Prodi, il governo porterà il Paese all’avanguardia di tutti i paesi europei. Obiettivi 2007: semplificazione delle procedure burocratiche per aprire azienda in un giorno. Politica ambientale, problema di sopravvivenza e qualità della vita nelle città. Battere i privilegi, dare una scossa al sistema produttivo, togliere ogni riparo e rendita di posizione a chi vuole sfuggire alla concorrenza del mercato.

Sempre secondo Prodi, il governo precedente non è stato in grado di contrastare declino, “la crescita si sta avvertendo, ma senso di fiducia del Paese non è ripreso. Da troppo tempo siamo abituati a arretrare in classifiche della politica. Però avverto con chiarezza segnali confortanti.”

La conferenza stampa è andata avanti per un oretta e mezza, un poco grigia e seriosa, a parte alcune domande infantili, forse giustificate dal luogo, il San Michele a Ripa, che una volta era il carcere minorile della Capitale.

Lo stile di Prodi è inconfutabilmente tutto il contrario della spettacolarizzazione della politica. La qual cosa disorienta i cronisti, a caccia di frasi d’effetto con cui condire i pastoni politici, come si chiamano in gergo. Forse disorienta anche i telespettatori.

Il fatto è che Prodi parla, non recita. Dice non esagera. E per questo viene spesso accusato di non saper comunicare. Rispetto al precedente governo, abbiamo un completo rovesciamento di tono di voce, di registro espressivo, di plot narrativo.

Per anni si è invocato il fantasma di un governo capace al limite dell’impopolarità. E adesso che ce l’abbiamo, almeno l’impopolarità, storciamo il naso, infastiditi e un poco delusi.

L’inversione di tendenza del declino passa attraverso una crisi d’astinenza della politica come intrattenimento, spot, reality show. Alla fine guariranno la politica, la tv e, perché no?, anche la pubblicità. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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