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I casi di Grecia e Italia hanno fatto scuola: la Ue è autorizzata a scavalcare le sovranità nazionali.

Arriva la tutela dell’Eurozona. Ispettori Ue per Paesi in difficoltà
Il ‘six pack’ approvato dall’Unione prevede la nascita a livello nazionale di un ‘Consiglio indipendente di bilancio’ autonomo e con il compito di monitorare l’applicazione delle regole di bilancio. La Commissione europea deciderà se inviare ispettori che raccomanderanno gli aiuti finanziari

Un Paese dell’Eurozona con problemi di stabilità potrà essere sottoposto alla “vigilanza rafforzata” della Commissione Ue che poi invierà regolarmente ispettori che verificheranno l’operato e proporranno al Consiglio di ‘raccomandare’ aiuti finanziari. Secondo due regolamenti che saranno varati mercoledì, rappresentanti dei Paesi sotto tutela potranno essere invitati a riferire al Parlamento Ue, così come esponenti della Commissione potranno andare a spiegare la situazione ai Parlamenti nazionali.

Il nuovo giro di vite sul controllo dei conti pubblici nazionali e sui piani destinati ad assicurare la loro sostenibilità, si spiega nei due provvedimenti, deriva dalla necessità di applicare in concreto e in dettaglio la riforma della governance economica sancita nel cosiddetto ‘six pack’ da poco approvato dall’Ue. Oltre a prevedere la nascita a livello nazionale di un ‘Consiglio indipendente di bilancio’ – totalmente autonomo dalle autorità preposte e con il compito di monitorare l’applicazione delle regole di bilancio – i provvedimenti in arrivo fissano il calendario delle politiche fiscali.

Entro il 15 aprile dovrà essere presentato il programma di bilancio a medio termine, per il 15 ottobre dovrà arrivare la bozza della legge finanziaria, la Commissione potrà presentare le sue osservazioni entro il 30 novembre e per il 31 dicembre la legge di bilancio dovrà essere approvata. Se un Paese soggetto a un programma di aggiustamento dei sui conti dimostrerà un’insufficiente capacità amministrativa e altri problemi nell’applicazione del programma stesso – si legge ancora nei testi dei provvedimenti – “dovrà chiedere” assistenza tecnica alla Commissione.

La Commissione potrà anche proporre al Consiglio che deciderà a maggioranza qualificata di dichiarare “inadempiente” un Paese che non ha saputo mantenere gli impegni presi. Esponendolo così, si ricorda nella proposta di regolamento, al rischio di sospensione del versamento dei fondi strutturali, sociali, di coesione, per lo sviluppo rurale e per le politiche marittime.
(Beh, buona giornata).

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Attualità Finanza - Economia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Pubblicità italiana: quelli che non arrossiscono mai.

di Marco Ferri-advexpress.it

Secondo uno studio di Corine Dijk dell’Università di Groningen in Olanda, quando uno diventa rosso in viso cerca inconsciamente un vantaggio emotivo: quello di essere perdonati. Insomma, dimostrando imbarazzo si cerca di non far scattare reazioni violente da parte degli altri. In termini scientifici, si tratterebbe di un segnale prettamente umano, che esprime un significato adattativo, darwiniano: diventare rossi può essere un bene per la sopravvivenza.

Temo che Corine Dijk non abbia tenuto conto del fatto che ci sono categorie antropologiche che fanno arrossire i bilanci senza il minimo di emozione. Prendiamo quella specie umana che si è formata nella gestione delle agenzie di pubblicità in Italia: quelli mica arrossicono di imbarazzo di fronte a quello che hanno combinato in questi anni. Scuriscono in volto se qualcuno contraddice i loro bilanci, sbiancano se qualcuno vuole capire meglio i loro piani di sviluppo. Arrossire? Non se ne parla: come bambini viziati, pensano ‘il pallone è mio e il rigore lo tiro io’. E quando regolarmente tirano fuori pensano che è una congiura, un complotto: e invece che diventare rossi di vergogna, diventano neri di rancore.

Insomma, se il mercato della comunicazione evolve, loro si sono autosclusi dall’evoluzione della specie. Ogni giorno che passa camminano spediti, frettolosi e convinti sulla via dell’estinzione. Beh, buona giornata.

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