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“Le leggi ad personam? Le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam vai dentro.” Il presidente di Mediaset parla del presidente del Consiglio.

Confalonieri alla Stampa: “A Berlusconi danno fastidio i freni della democrazia”-blitzquotidiano.it

Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e amico di Silvio Berlusconi dagli anni del liceo, racconta il suo rapporto con il premier in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti su La Stampa in edicola oggi lunedì 2 novembre. Ovvio – dato anche il nome che porta – che difenda il premier, cui si accontenta di passare la palla visto che uno come lui “è come Pelè”.

Fedele Confalonieri l’ha visto vincere ogni sfida, un vero fuoriclasse, ma qualche difficoltà la soffre anche lui, specie quegli ostacoli che le società democraticamente avanzate pongono all’esercizio del potere: “Gli riesce difficile prendere atto che la democrazia pone dei freni. Silvio è un uomo del fare. I freni gli danno fastidio. Ma non è un dittatore come dicono”

“Le leggi ad personam? Le fa per proteggersi – dice Confalonieri – Se non fai la legge ad personam vai dentro. Una volta dentro, poi non ti chiedono scusa. E’ il sistema della giustizia in Italia. I magistrati sono gli unici che non pagano mai: irresponsabili. L’errore di Berlusconi è pensare che tutti i magistrati siano rossi – aggiunge – Sbaglia e io glielo dico… come anche che i comunisti non ci sono più… ma bisogna ammettere che è un ottimo argomento di vendita”.

“Berlusconi parla troppo – dice poi Confalonieri – Prenda la vicenda D’Addario. Se non diceva un cavolo in tre giorni finiva”. Le dieci domande di Repubblica? “Dissi a Silvio: Fregatene, non le legge nessuno e invece lui va a parlare a Porta a Porta”.

Nell’intervista a tutto campo Confalonieri definisce poi Eugenio Scalfari “l’unico giornalista che ha il senso degli affari”, di Nanni Moretti dice che gli sta “sulle palle” e di Giulio Tremonti “che è legittimo che pensi al dopo”.

Sulla proposta di non pagare il canone Rai il presidente Mediaset osserva che “é una sciocchezza e che Berlusconi sbaglia”.

“Se Berlusconi si fosse limitato alla televisione – conclude Confalonieri – oggi avrebbe più del 90% dei consensi. Ma ha voluto giocare in prima persona. E ha spaccato in due il Paese”. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia

Il Ministero dell’Interno ammette 79 simboli per le prossime elezioni europee. In principio erano 93.

Per raggiungere la soglia del 4% con lo stesso simbolo si presenta la Lista dei comunisti, formata da Prc-Pdci-Socialismo 2000-Consumatori uniti (sarà l’unica lista delle schede elettorali a correre sotto l’insegna della falce e del martello). Il Viminale dixit. Beh, buona giornata.

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Attualità Popoli e politiche

Huston, avete un problema: sono tornati i comunisti.

da repubblica.it

Dopo oltre dieci anni di separazione, i Comunisti italiani e Rifondazione comunista ritentano un percorso comune. Oggi a Roma Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto hanno presentato la lista unitaria per le elezioni europee anche insieme a Socialismo 2000 di Cesare Salvi e ai Consumatori uniti di Bruno De Vita. Una lista “anticapitalista”, come recita il documento diffuso alla stampa, con l’auspicio di non limitarsi ad un cartello elettorale imposto dallo sbarramento del 4%: “Le forze che danno vita alla lista – recita il documento firmato dai quattro partiti – si impegnano a continuare il coordinamento della loro iniziativa politica anche dopo le elezioni europee”.

Il simbolo è composto da una bandiera rossa con la falce e martello gialla, su uno sfondo bianco. Sopra la scritta “Rifondazione”, sotto “Comunisti italiani”. Tutto intorno un anello rosso, con le scritte “Socialismo 2000” e “Consumatori uniti”.

Un momento da marcare con soddisfazione per Diliberto, un passaggi di fase: “Finalmente i comunisti tornano a presentarsi uniti alle elezioni dopo tanti anni. Torna la falce e martello sulle schede; o meglio, per la prima volta da tanto tempo ci sarà solo ‘una’ falce e martello”. L’obiettivo, spiega Ferrero, è “Costruire la sinistra in Italia e in Europa. Chi vota questa lista sa cosa vota. Noi aderiremo al gruppo unito della sinistra in Europa, che fa opposizione politica al trattato di Maastricht e al trattato di Lisbona, che sono all’origine di questa crisi economica”. Una sinistra “che unisce le forze che vogliono battersi per un’alternativa di sistema”. Non come fanno gli altri, dal Pdl al Pd passando per Idv, aggiunge Ferrero, che “si scannano in campagna elettorale per poi votare insieme l’80% delle decisioni che vengono prese al parlamento europeo. E per quanto riguarda il Pd, così come la sinistra democratica, non si sa ancora dove andranno a sedere in Europa”.

E se Diliberto parla di una sorta di “ricongiungimento familiare”, Salvi riconosce che “purtroppo non è stato possibile fare una lista unitaria di tutta la sinistra”, dal momento che Sd, Rps, verdi e socialisti hanno preso un’altra strada. Ma il progetto della lista “anticapitalista”, spiega, “mi ha convinto, perché è necessario contrastare la deriva berlusconiana”. (Beh, buona giornata).

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