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Attualità

L’Inail ha messo da parte tre miliardi di euro per farli fruttare, invece che investirli nella sicurezza sul lavoro.

E così Inail ha un tesoro inutilizzato di 3,1 miliardi di euro (seimila miliardi di vecchie lire).

Sono soldi che dovrebbero servire ad aumentare la sicurezza dei lavoratori assumendo ispettori e finanziando le imprese con incentivi a fondo perduto per migliorare le condizioni di lavoro e per la formazione, nonché ad erogare indennizzi e rendite decenti.

Invece finiscono nei capienti forzieri della Tesoreria dello Stato per tenere sotto controllo il debito pubblico.

Uno scandalo vero, quello denunciato da Valentina Conte su Repubblica, sul quale il governo non ha emesso un fiato.

D’altro canto alla presidenza dell’Inail c’è un uomo di Fratelli d’Italia, Fabrizio D’Ascenzo, e finché l’ente incassa tanto, investe in Btp e spende una miseria per i compiti d’istituto, siamo certi che nessuno interverrà. In fondo siamo in presenza di un Esecutivo la cui ministra del Lavoro assicura che gli infortuni mortali sono in calo.

Lunedì 8 maggio, intanto, sono morti altri tre lavoratori, il più giovane dei quali aveva 75 anni.

Non ne conosciamo ancora il nome: è uscito di casa a Monchio delle Corti, sull’Appenino parmense, per andare a lavorare nei campi.

Lo hanno trovato senza vita accanto al suo trattore, probabilmente vittima di un malore.

Pasquale Diodato di anni ne aveva 80, risiedeva a Casavatore (Napoli) e aiutava il figlio nella conduzione del negozio di fiori di famiglia a Secondigliano.

Si occupava delle consegne con lo scooter e lunedì 8 luglio, ad Arzano, ha trovato sulla sua strada un furgone che lo ha travolto e ucciso.

A 83 anni Carmelo Calliari, residente a Segno (Trento), si occupava ancora dei campi. Lunedì 8 luglio alla guida di un trattore è precipitato dal ponte del Sabino a Predaia (Taio).

Un volo di una ventina di metri nel greto del torrente sottostante, che non gli ha lasciato scampo.

#inail#pasqualediodato#carmelocalliari#mortidilavoro

Luglio 2024: 19 morti (sul lavoro 17; in itinere 2; media giorno 2,3)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).

Anno 2024: 588 morti (sul lavoro 452; in itinere 136; media giorno 3)

90 Lombardia (58 sul lavoro – 32 in itinere)

60 Campania (48 -12)

51 Veneto (36 -15)

49 Sicilia (35-14)

46 Lazio (30-16)

45 Emilia Romagna (33-12)

40 Toscana (34-6)

29 Piemonte (25-4), Puglia (22-7)

21 Abruzzo (17-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

11 Trentino (9-2)

10 Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

9 Umbria (9-0)

8 Friuli V.G. (7-1)

5 Valle d’Aosta (5-0), Basilicata (5-0)

4 Molise (4-0).

Giugno 2024: 104 morti (sul lavoro 71; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

Chi ha ucciso quei bambini?

NASAMS, acronimo di National Advanced Surface-to- Air Missile System è un sistema d’arma antiaereo a corto raggio.

I russi dicono che il missile che ha colpito l’ospedale pediatrico a Kiev sia stato sparato da una postazione del sistema Nasams, in dotazione alla contraerea ucraina. Zelensky dice che il missile è russo, gli USA appoggiano questa tesi, cui si sono subito accodati i paesi della Nato.

L’ ONU sostiene la tesi dell’ “alta probabilità” che il missile sia russo.

L’insistenza con cui viene ripetuta la tesi, senza che nessuno metta in atto un minimo di indagine su cosa sia realmente accaduto, fa sorgere il dubbio che si tratti di una straordinaria occasione propagandistica in occasione del vertice NATO di Washington, nel quel si stanno prendendo misure, costose e pericolose, che tendono inesorabilmente a far salire il livello dello scontro in Ucraina.

Da quando la guerra è uno strumento per imporre scelte politiche, cioè da sempre, la menzogna, la manipolazione, la propaganda sono state le vere armi di distruzione di massa, hanno ferito a morte la verità, intossicato intere opinioni pubbliche, avvelenato la politica, la diplomazia, la storia.

Il fatto stesso che ci troviamo di nuovo in una situazione del genere non solo è un sintomo della gravità del pericoli che stiamo attraversando, ma dice con chiarezza che lo scontro Occidente contro Oriente è vissuto come inevitabile strategia, per la quale ogni mezzo è buono per imporre quell’egemonia mercantile, finanziaria, energetica, manifatturiera che gli USA credevano di poter detenere per sempre.

Su questa scelta strategica, che si trascina dietro l’Europa, sta andando in pezzi la stessa democrazia di cui l’occidente si sentiva l’unico, vero, irriducibile detentore.

Contro quell’ospedale pediatrico di Kiev non è caduto un missile ucraino sparato da un sistema di difesa aerea manovrato in modo maldestro; forse neanche un missile da crociera russo che ha mancato il bersaglio.

Su quei bambini si è schiantato un pezzo di storia contemporanea, della nostra storia, essi sono vittime di scelte politiche, diplomatiche e strategiche che sono sfuggite di mano al controllo democratico.

Se non ci decidiamo a riprenderci la storia, la politica, la cultura democratica finirà presto che non decideremo più nulla.

Saremo inebetiti spettatori di scelte che ogni giorno che passa stanno diventando una vera e propria concezione autoritaria e bellicista dell’esercizio del potere, in una spirale che cerca di accelerare l’avvicinarsi di scontri sempre più violenti e sanguinari. E da spettatori saremo vittime della nostra inerzia.

Meloni firma l’accordo con gli USA per spendere 10 miliardi l’anno a partire dalla prossima legge di Bilancio per almeno 10 anni e portare la spesa militare al 2% del PIL (courtesy by @buonweekend)
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Domenica di sangue: due morti di lavoro, due vite spezzate in modo atroce.

Gianni Zanetti, allevatore 52enne di San Martino di Lupari (Padova), è morto domenica 7 luglio cadendo nel carro miscelatore con il quale stava preparando il mix di foraggi e concentrati da distribuire ai bovini dell’azienda di famiglia.

Al momento dell’incidente Zanetti era solo e l’allarme è stato dato dai familiari che non l’hanno visto rientrare per pranzo.

Per recuperare il corpo dagli ingranaggi i vigili del fuoco sono stati costretti a smontare il macchinario.

Domenica 7 l’Adda ha restituito il corpo di Claudio Togni, il tecnico 58enne di Italgen che venerdì 28 giugno era caduto nel fiume con tutte le pesanti imbracature mentre lavorava alla chiusura della diga di sbarramento di Trezzo.

Il corpo è riemerso una decina di chilometri più a valle, all’altezza della diga tra Fara e Cassano d’Adda.

#giannizanetti#claudiotogni#mortidilavoro

Luglio 2024: 16 morti (sul lavoro 14; in itinere 2; media giorno 2,2)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)

Anno 2024: 585 morti (sul lavoro 449; in itinere 136; media giorno 3)

90 Lombardia (58 sul lavoro – 32 in itinere)

59 Campania (47-12)

51 Veneto (36 -15)

49 Sicilia (35-14)

46 Lazio (30-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

40 Toscana (34-6)

29 Piemonte (25-4), Puglia (22-7)

21 Abruzzo (17-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

9 Umbria (9-0)

8 Friuli V.G. (7-1)

5 Valle d’Aosta (5-0), Basilicata (5-0)

4 Molise (4-0).

Giugno 2024: 104 (sul lavoro 71; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

Con 90 vittime, la Lombardia guida la tragica classifica italiana dei morti di lavoro.

La Lombardia registra oggi la novantesima vittima del lavoro nel 2024, +12,5% rispetto al 5 luglio 2023 (erano state 80).

Si tratta del 22enne Luca Quatraro, morto in un incidente stradale alle 7,30, mentre in moto da Vidigulfo (Pavia), raggiungeva un’azienda della logistica in zona Rubattino a Milano.

A San Giuliano Milanese si è schiantato contro un Doblò che nel senso di marcia opposto svoltava a sinistra.

A Montecarlo (Lucca), è morto il 63enne Alessandro Franceschini, titolare di un’azienda florovivaistica a conduzione familiare.

Poco dopo le 20 rientrava a casa con il suo trattore quando il mezzo agricolo si è ribaltato, uccidendolo sul colpo.

A San Salvo (Chieti), Graziano Ganau, 61 anni, titolare di una borsa lavoro, si è sentito male mentre si occupava della manutenzione del verde nei parcheggi della Marina.

È accaduto poco dopo le 6 del mattino e a nulla sono valsi i soccorsi.

#lucaquatraro#alessandrofranceschini#grazianoganau#mortidilavoro

Luglio 2024: 15 morti (sul lavoro 13; in itinere 2; media giorno 3)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)

Anno 2024: 584 morti (sul lavoro 448; in itinere 136; media giorno 3,1)

90 Lombardia (58 sul lavoro – 32 in itinere)

59 Campania (47-12)

50 Veneto (35-15)

49 Sicilia (35-14)

46 Lazio (30-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

40 Toscana (34-6)

29 Piemonte (25-4), Puglia (22-7)

21 Abruzzo (17-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

9 Umbria (9-0)

8 Friuli V.G. (7-1)

5 Valle d’Aosta (5-0), Basilicata (5-0)

4 Molise (4-0).

Giugno 2024: 104 (sul lavoro 71; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

In una giornata di controlli su 310 aziende agricole sono emerse irregolarità anche gravi nel 66,45% dei casi. Alla faccia del ministro Lollobrigida che dopo la morte di Satnam Singh aveva parlato di “una pecora nera all’interno di un sistema agricolo virtuoso”.

In una delle rare giornate in cui non si registrano vittime del lavoro (almeno per il momento: le notizie in materia circolano molto lentamente), il governo Meloni ha inscenato uno spottone per tentare di smentire il proprio disinteresse per la sicurezza dei lavoratori.

Naturalmente non lo ha fatto presentando interventi legislativi urgenti, ma con un convegnuccio senza contraddittorio nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, presenti i ministri Calderone, Nordio, Lollobrigida e Ciriani.

Gonfiando il petto e senza arrossire, la ministra del Lavoro Calderone, ex capo dei consulenti delle aziende (ora ha ceduto il posto al marito), ci ha fatto sapere che i morti sul lavoro sono in diminuzione.

Poi ha presentato i dati di una giornata di controlli su 310 aziende agricole, dai quali sono emerse irregolarità anche gravi nel 66,45% dei casi, sputtanando così il collega Lollobrigida che dopo la morte di Satnam Singh aveva parlato di “una pecora nera all’interno di un sistema agricolo virtuoso”.

Il ministro della Giustizia Nordio si è invece chiesto con aria afflitta se è sufficiente la normativa penale per ridurre i reati in materia, ma non è dato sapere cosa si sia risposto perché è partito per la tangente verso altri argomenti.

Meloni è intervenuta con un telegramma che annuncia la specialità della casa: “Controlli molto più stringenti e pene più severe”. Naturalmente si riferiva ai lavoratori e non alle aziende.

#mortidilavoro#calderone#Nordio#Meloni#Lollobrigida

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).

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Attualità

In Italia la legge è uguale per molti, ma non per tutti.

Al ministro Nordio viene più facile salvare i ricchi e potenti dagli strali della Legge di cui si fanno beffa, che occuparsi di un fondamentale del suo ruolo istituzionale: la corretta applicazione del principio costituzionale per cui “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Nelle carceri italiane si muore. 85 suicidi dall’inizio dell’anno. 61 mila detenuti, diecimila in più rispetto la capienza. In Italia la legge è uguale per molti, ma non per tutti. Ci sono tutte le motivazioni valide per chiedere le dimissioni del ministro che vanta la riforma del sistema penale.

Tanto per cominciare la battaglia contro un governo che fa il valletto coi potenti e lo sbirro coi più deboli.

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Attualità

Altri cinque morti di lavoro, a luglio continua la strage.

Si parlerà molto della morte di Maurizio Di Pasquale, 53enne residente a Guidonia Montecelio, addetto alla preparazione del servizio nel deposito Atac di Tor Vergata, a Roma.

Mercoledì 3 luglio è caduto in un ponte a fossa profondo 160 cm nell’officina per la manutenzione dei bus. Ha battuto la testa, perdendo subito conoscenza.

Poche ore dopo i medici del Policlinico Tor Vergata ne hanno dichiarato la morte cerebrale.

Mistero sul perché fosse in un’area del deposito in cui non era autorizzato a trovarsi. USB e Orsa hanno proclamato 8 ore di sciopero per giovedì 4 luglio, dalle 8,30 alle 16,30, seguite poco dopo da Cgil, Cisl e Uil.

Si parlerà pochissimo, invece, della morte di altri quattro lavoratori.

Nell’Ospedale Civico di Palermo è spirato dopo 11 giorni di agonia il 66enne Giuseppe Aliseo, che il 22 giugno alla guida di un Apecar carico di angurie si era scontrato con un camion a Campobello di Mazara (Trapani).

Nell’incidente aveva perso la vita sul colpo la moglie, Francesca Zaccaria.

A Negrar di Valpolicella (Verona), è morto il 74enne Sergio Vinco, titolare dell’omonima azienda edile.

Era impegnato nello spostamento di alcuni carichi nel deposito della ditta quando ha perso l’equilibrio ed è caduto al suolo. I soccorritori hanno potuto solo constatarne il decesso.

Martedì 2 luglio è morta nell’Ospedale Maggiore di Novara la 25enne Irene Pizzo, laureata in scienze dell’educazione che da alcune settimane prestava servizio civile nell’assessorato all’Istruzione del Comune di Novara.

Il 24 giugno aveva accusato un malore in ufficio dal quale non si è più ripresa.

A esequie avvenute è stata diffusa la notizia della morte a Busto Garolfo (Milano), dell’avvocato Bruno Rondanini, civilista di 54 anni. Venerdì 28 giugno un’assistente lo ha trovato senza vita nel suo studio, dove stava lavorando su alcuni fascicoli.

#mauriziodipasquale#giuseppealiseo#sergiovinco#irenepizzo#brunorondanini#mortidilavoro

Luglio 2024: 12 morti (sul lavoro 11; in itinere 1; media giorno 4)

(Courtesy by Piero Santonastas0/Morti di lavoro)

Anno 2024: 581 morti (sul lavoro 446; in itinere 135; media giorno 3,1)

89 Lombardia (58 sul lavoro – 31 in itinere)

59 Campania (47-12)

50 Veneto (35-15)

49 Sicilia (35-14)

46 Lazio (30-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

39 Toscana (33-6)

29 Piemonte (25-4), Puglia (22-7)

20 Abruzzo (16-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

9 Umbria (9-0)

8 Friuli V.G. (7-1)

5 Valle d’Aosta (5-0), Basilicata (5-0)

4 Molise (4-0).

Giugno 2024: 104 (sul lavoro 71; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

Il consumo dimostrativo.

“In economia si parla di ‘consumo dimostrativo’, concetto coniato da Thorstein Veblen nel suo ‘Teoria della classe agiata’.

La definizione indica il fenomeno per cui destiniamo risorse economiche spesso ingenti all’acquisto di status symbol, cioè di oggetti che non procurano alcuna soddisfazione intrinseca, ma hanno un’efficacia ‘posizionale’, hanno valore solo (e perché) non sono posseduti da altri.

Ma appena i concorrenti si mettono al passo, il vantaggio viene meno: tutti sono più poveri, ma nessuno è più felice.” (“L’invenzione del bene e del male”, Hanno Sauer, Editori Laterza.)

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Attualità

Gli appalti pubblici continuano a produrre morti di lavoro.

Dopo la strage di Brandizzo del 30 agosto 2023, quando morirono sui binari 5 lavoratori, si levarono alti lai contro il perverso sistema di appalti e subappalti che RFI usa sistematicamente nel campo delle opere ferroviarie.

Quando le acque si sono calmate, tutto è ripreso come se nulla fosse accaduto.

E martedì 2 luglio 2024 sui binari ha perso la vita un altro lavoratore in subappalto: si chiamava Carlo Maletta, ragioniere valtellinese di 56 anni, dipendente del raggruppamento di imprese guidato dalla Quadrio Gaetano Costruzioni spa di Morbegno (Sondrio). Quest’ultimo si era aggiudicato il subappalto dei lavori sulla linea Milano-Domodossola, appaltati da RFI alla Luigi Notari spa di Milano.

Maletta è stato investito da un carro gru che usciva da una galleria a Meina (Novara), ed è morto sul colpo.

Annotazione supplementare: la Luigi Notari fu coinvolta nel 2020 nell’inchiesta della Procura di Messina sugli appalti truccati nelle autostrade siciliane.

Ai domiciliari finì Fabrizio Notari, legale rappresentante dell’azienda, alla quale fu inflitto il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.

A Challand Saint Victor, in Valle d’Aosta, è morto un lavoratore marocchino di 36 anni, Mohammed Badi.

Con due compagni era al lavoro con un trattore in un alpeggio a 1800 metri di quota quando è stato sbalzato dal mezzo agricolo ed è precipitato in un burrone.

Impossibile l’intervento dell’elisoccorso per via dell’oscurità: per recuperare il corpo si sono mosse le squadre di terra da Verrès.

A Terni il cardiologo 66enne Giovanni Giannini, già attivo all’ospedale Santa Maria, è stato ucciso da un malore mentre visitava nel suo studio. Lasciata la sanità pubblica, Giannini esercitava privatamente in collegamento con il Cidat.

Una buona notizia: su ordine del gip di Latina Giuseppe Molfese, i carabinieri di Latina hanno arrestato Antonello Lovato, il titolare dell’azienda in cui lavorava in nero Satnam Singh, morto il 19 giugno dopo aver avuto amputato un braccio ed essere stato abbandonato senza assistenza.

Nella sua ordinanza il gip scrive di “condotta disumana” del datore di lavoro, ora accusato di omicidio doloso. Citando i periti, il gip scrive che “ove l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato”.

#carlomaletta#mohamedbadi#giovanigiannini#satnamsingh#antonellolovato#mortidilavoro

Luglio 2024: 8 morti (sul lavoro 7; in itinere 1; media giorno 4)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti li lavoro).

Anno 2024: 576 morti (sul lavoro 441; in itinere 135; media giorno 3,1)

88 Lombardia (57 sul lavoro – 31 in itinere)

59 Campania (47-12)

49 Veneto (34-15)

48 Sicilia (34-14)

45 Lazio (29-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

39 Toscana (33-6)

29 Puglia (22-7)

28 Piemonte (24-4)

20 Abruzzo (16-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

9 Umbria (9-0)

8 Friuli V.G. (7-1)

5 Valle d’Aosta (5-0), Basilicata (5-0)

4 Molise (4-0).

Giugno 2024: 103 (sul lavoro 70; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

“Dannazione donna” torna in scena a Pordenone.

Dannazione donna, atto unico in tre quadri per una sola protagonista, che interpreta otto personaggi, è una pièce di Marco Ferri. Andrà in scena il 4 Luglio 2024 alle 21.00 a Roveredo in Piano (PN) nel giardino dell’Oratorio San Pancrazio.

“Dannazione donna”, ragiona, denuncia riflette sulla condizione delle donne sui luoghi di lavoro. Lo spettacolo è ormai diventato un “cavallo di battaglia” della compagnia GRUPPO TEATRO PORDENONE Luciano Rocco, con la regia di Francesco Bressan, e l’interpretazione di Stefania Moras.

Si replica martedì 23 luglio a Pordenone al Quartiere San Gregorio – Madonna delle Grazie.

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Attualità

Luglio è cominciato con cinque morti di lavoro.

Il mese di giugno 2024 si è concluso con due giorni senza vittime del lavoro e un bilancio – ancora provvisorio – di 103 morti, di poco inferiore ai 105 di aprile, che rimane il mese con il maggior numero di lavoratori uccisi.

Negli ultimi tre mesi abbiamo sempre dovuto usare numeri a tre cifre per contare i morti di lavoro, vale a dire che la media giornaliera è ormai stabilmente al di sopra delle tre vittime.

Se giugno chiude con due giorni senza morti, luglio si inaugura con il sacrificio di ben cinque lavoratori, nonostante per qualche misterioso motivo le notizie in circolazione parlino di due morti soltanto.

A ottobre nascerà a Pietrasanta (Lucca), un bimbo già orfano. L’uomo che insieme alla compagna gli avrà dato la vita è morto oggi, lavorando alla manutenzione del verde comunale intorno alla Rocca di Sala.

Si chiamava Federico Nappi e aveva 32 anni: il mezzo che stava usando per lo sfalcio si è ribaltato in un fossato, schiacciandolo. Lascia, appunto, una compagna al quinto mese di gravidanza.

Il ribaltamento di un trattore è costato la vita a Lavagno (Verona) a un agricoltore di 77 anni di cui non è stato comunicato il nome, come ormai accade sempre più spesso per via della discrezionalità con la quale vengono diffuse le notizie.

Apparteneva al mondo agricolo anche Antonino Giompiccolo (per tutti Salvatore), 53 anni, sposato, dipendente dell’azienda vitivinicola Avide di Comiso (Ragusa).

Mentre aiutava un tir a fare manovra nel cortile dell’azienda è stato investito ed è morto sul colpo.

Massimo Cosimo Argese, 69 anni, moglie e due figli, è morto nello scontro tra l’autocarro che guidava e un furgone sulla statale 7 ter nel territorio di Erchie (Brindisi), mentre raggiungeva i campi per il lavoro di giornata.

Un operaio di 49 anni dipendente di una ditta napoletana (anche qui silenzio sui nomi), è morto alla Reggia di Caserta mentre smontava l’allestimento per un evento collegato al Campania Beer Expo.

Si è sentito male sullo scalone della Reggia ed è morto nonostante i soccorsi. La kermesse è andata avanti regolarmente.

#federiconappi#antoninogiompiccolo#cosimoargese#mortidilavoro

Luglio 2024: 5 morti (sul lavoro 4; in itinere 1)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro.)

Anno 2024: 573 morti (sul lavoro 438; in itinere 135; media giorno 3,1)

88 Lombardia (57 sul lavoro – 31 in itinere)

59 Campania (47-12)

49 Veneto (34-15)

48 Sicilia (34-14)

45 Lazio (29-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

39 Toscana (33-6)

29 Puglia (22-7)

27 Piemonte (23-4)

20 Abruzzo (16-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

8 Friuli V.G. (7-1), Umbria (8-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Giugno 2024: 103 (sul lavoro 70; in itinere 33; media giorno 3,4)

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

La nuova campagna di Fausto Lupetti Editore in difesa della libertà di stampa.

Creatività di Nitro&Glicerina.

Una posizione forte e chiara, quella assunta dalla Fausto Lupetti Editore: la libertà di informazione fondamentale per il giornalismo, è imprescindibile per l’editoria.

Raccontare che succede è il compito di un giornale libero, capire perché succede è la missione di un editore indipendente.

Ecco perché è stato giusto stare dalla parte di Julian Assange, fino alla sua scarcerazione.

Se il suo corpo prigioniero è stato finalmente liberato, adesso tocca alla nostra mente, alla nostra visione della realtà, alle nostre energie culturali uscire dalla gabbia della propaganda, liberarci dalle catene del pensiero unico, affrontare a viso aperto le angherie del main stream.

Chiunque condivida la campagna di Fausto Lupetti Editore, la diffonda su tutti i mezzi cui può arrivare.

Perché, come è scritto nell’annuncio, contro la manipolazione, le menzogne e la propaganda “avremmo bisogno di dieci, cento, mille Julian Assange”.

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Attualità

Sulla morale Nietzsche ha sbagliato tutto.

“Nietzsche ci presenta la nostra coscienza morale come il risultato dell’interiorizzazione di impulsi di crudeltà, piuttosto che come una voce imparziale che ci richiama a presunti doveri morali; e scredita ogni forma di ascetica negazione di sé come sintomo di decadenza e negazione della vita.

Ma ecco il principale problema della ricostruzione nietzschiana dell’origine della morale: non corrisponde alla verità.

L’affermazione secondo cui il canone un tempo vigente dei valori cristiani di umiltà e uguaglianza, modestia e compassione sia scaturito dall’impotenza e dall’odio per sé stessi di uomini deboli, spinti alla creazione di valori ostili alla vita dall’invidia e dal livore per lo sfarzo dei potenti, non regge all’esame degli storici.

[…] Dobbiamo piuttosto affrontante un problema molto più basilare chiedendoci come sia possibile la nascita stessa della morale umana.

[…] Dobbiamo affidarci alla migliore triangolazione possibile tra diverse discipline.

Genetica, paleontologia, psicologia, scienza cognitive, primatologia e antropologia, filosofia e teoria dell’evoluzione offrono ognuna una serie di prospettive che possono essere collegate per formare un’immagine unitaria.” (“L’invenzione del bene e del male”, Hanno Sauer, Editori Laterza.)

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Attualità

L’ineffabile ministra del Lavoro Marina Calderone dice che i morti di lavoro sono in calo.

A fine mese si danno solitamente numeri a casaccio. Lo fa l’Inail, che fornisce i dati aggiornati al mese precedente e che, agendo da ente burocratico, si limita a certificare le denunce ricevute.

Così, secondo Inail, a tutto maggio 2024 in Italia ci sono stati 369 morti di lavoro, quasi 100 in meno rispetto ai nostri conteggi.

A noi al 31 maggio 2024 risultano 465 vittime (+96), con una differenza del 26%, il che significa che l’Inail non intercetta un morto di lavoro ogni quattro.

Non importa più di tanto, dal momento che il governo minimizza ogni dato negativo, come fa l’ineffabile ministra del Lavoro Marina Calderone (già a capo dei consulenti del Lavoro, posto affidato ora al marito, cioè come mettere la volpe a guardia del pollaio), secondo la quale le vittime sono in calo.

I media non si comportano diversamente: prendono le notizie a casaccio e a seconda degli umori di giornata.

Così, venerdì 28 giugno per tutto il giorno si è parlato di 3 vittime, quando in realtà sono state 4, tranne una tutte appena ventenni.

Marco Salvagno, ventunenne di Sottomarina di Chioggia, è morto a Venezia in un magazzino della Boscolo Bielo, che gestisce materiali per costruzioni e rifiuti.

È stato trovato in un lago di sangue dopo che un vetro rotto gli aveva reciso un’arteria femorale, in circostanze non ancora chiare.

Non è sopravvissuto allo shock emorragico, nonostante il ricovero al Civile di Venezia.

Angelo Giardina, 21 anni, è morto a Canicattì (Agrigento), per il ribaltamento di un muletto in un deposito di materiali edili.

Non è chiaro se il ragazzo stesse manovrando direttamente il muletto o se fosse nelle vicinanze quando questo si è ribaltato.

Francesco Mazzucco, 22 anni, è morto a Minturno (Latina), quando il trattore con il quale stava lavorando in un terreno della sua famiglia si è ribaltato durante una manovra in pendenza. Il ragazzo è morto sotto gli occhi del padre.

Claudio Togni di anni ne aveva 59 e tecnicamente risulta “scomparso”, ma le possibilità di trovarlo vivo sono praticamente nulle.

Dipendente Italgen, è caduto nel fiume Adda nei pressi di Trezzo sul Naviglio durante le operazioni di pulizia di uno scolmatore.

Appesantito dalle dotazioni tecniche, è subito scomparso nel fiume in piena. Le ricerche continuano.

#marcosalvagno#angelogiardina#francescomazzucco#claudiotogni#mortidilavoro

Giugno 2024: 103 (sul lavoro 70; in itinere 33; media giorno 3,6)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti dei lavoro).

Anno 2024: 568 morti (sul lavoro 434; in itinere 134; media giorno 3,1)

88 Lombardia (57 sul lavoro – 31 in itinere)

58 Campania (46-12)

48 Veneto (33-15)

47 Sicilia (33-14)

45 Lazio (29-16)

44 Emilia Romagna (32-12)

38 Toscana (32-6)

28 Puglia (22-6)

27 Piemonte (23-4)

20 Abruzzo (16-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

8 Friuli V.G. (7-1), Umbria (8-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

Perché Julian Assange ha fatto tanta paura all’establishment degli USA.

Nel 2010, le rivelazioni sulla guerra in Afghanistan e inIraq (insieme a selezioni di cabogrammi confidenziali diplomatici americani) furono pubblicate in cinque quotidiani: il New York Times, il Guardian, Der Spiegel, El Pais e Le Monde.

I cablogrammi offrivano prove succose dei legami fra il governo e il crimine organizzato nella Russia di Putin.

Questa miniera di informazioni confidenziali fu fornita da WikiLeaks, il sito web fondato da Julian Assange nel 2006 in Islanda.

Le rivelazioni resero Assange famoso ma allo stesso tempo lo. misero in pericolo, costringendolo a spostarsi continuamente da un posto all’altro e in una circostanza a travestirsi da donna.

Assange, che ha costruito la sua carriera fra il mondo della segretezza e quello del giornalismo, non si fermò nel 2010.

Un anno dopo, pubblicò 779 documenti segreti sui prigionieri detenuti a Guantánamo Bay.

Nel 2012, ricevette asilo politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per proteggerlo da una possibile estradizione negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio.

Spionaggio per conto di chi?

L’ovvia risposta è una risposta inconsueta: ‘spionaggio per il pubblico’, per sostenere le trasparenza e minare la pubblica fiducia nei governi nella misura in cui si basava sull’ignoranza.

Assange rimase in asilo politico , continuando a pubblicare documenti segreti (alcuni dei quali dai file della CIA) fino al 2019, quando l’ambasciata permise alla polizia britannica di arrestarlo. In ogni caso il sito WikiLeaks è ancora online.

Lo storico britannico Timoty Garton Ash, che descrisse i cablogrammi pubblicati nel 2010 come “un banchetto di segreti“, “il sogno di uno storico” e “l’incubo di un diplomatico“, ha offerto un commento equilibrato delle questioni generali sollevate da queste rivelazioni.

Da un lato, “c’è un interesse pubblico a comprendere come funziona il mondo e che cosa venga fatto in suo nome“. Dall’altro, “c’è un un interesse pubblico al comportamento confidenziale della politica estera“, poiché è impossibile negoziare e fare compromessi con i media che sbirciano il tuo lavoro. “I due pubblici interessi configgono.”

Garton Ash affermò anche che “il Guardian, al pari del New York Times e altri media responsabili, cerca sempre di assicurarsi che niente di quel che viene pubblicato possa mettere qualcuno a rischio. Dovremmo chiedere a WikiLeaks di fare lo stesso”. (“Ignoranza, una storia globale”, Peter Burke, Raffaello Cortina Editore.)

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Attualità

Ci mancava solo il Decreto Cartabia per ostacolare ulteriormente la corretta informazione sulle cause delle morti di lavoro in Italia.

Abbiamo segnalato più volte come le notizie sulle vittime del lavoro circolino tra mille difficoltà e con gravi ritardi.

Oggi, giovedì 27 giugno 2024, i paletti introdotti dal Decreto Cartabia hanno prodotto i loro effetti più perversi rendendo impossibile rispondere a una sola delle celebrate 5 W della stampa anglosassone (chi, come, dove, quando, perché), a proposito della morte di un lavoratore sardo.

Sappiamo soltanto che nelle scorse settimane, da qualche parte in Gallura, un autista di 55 anni ha subito un gravissimo infortunio che di recente ne ha causato la morte.

Ripubblichiamo l’articolo uscito oggi su L’Unione Sarda a firma di Andrea Busia, di cui condividiamo la denuncia.

OLBIA: MUORE IN OSPEDALE DOPO L’INCIDENTE SUL LAVORO, SI INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO

Un’altra morte bianca in Gallura, un autista di 55 anni è deceduto in ospedale a seguito delle gravi ferite riportate dopo un infortunio sul lavoro. L’incidente è avvenuto a Olbia qualche settimana fa e il decesso è invece recentissimo.

La Procura di Tempio ha aperto una indagine sull’episodio per l’ipotesi di presunta mancanza osservanza delle misure antinfortunistiche (come causa della morte della vittima). La ricostruzione dei fatti è ancora in corso. L’autista, stando ai rilievi della polizia giudiziaria, stava operando su un mezzo in movimento, un carro attrezzi o un furgone, ed è caduto dal pianale finendo rovinosamente a terra. Le ferite riportate sono state letali.

I pm stanno ancora acquisendo tutti gli elementi sulla tragedia, non è escluso che la vittima non avesse alcun rapporto di lavoro con i proprietari del mezzo. Le indagini sono condotte dal pm Alessandro Bosco e sono state affidate ai Carabinieri del Reparto territoriale di Olbia e agli ispettori dello Spresal (Asl di Olbia). Ancora una volta, seppure si tratta di un fatto di interesse sociale, dalle fonti qualificate non arriva alcuna informazione sull’accaduto, in ossequio al Decreto Cartabia. Morte sul lavoro e senza dati di cronaca.

Andrea Busia

Mercoledì 26 giugno a Santa Marina (Salerno) è morto Nicola Giudice, un pastore di 93 anni: è stato trovato senza vita, con una ferita alla testa, su una stradina scoscesa che era solito percorrere con le sue capre.

A trovarlo è stata la sorella, che è andata a cercarlo perché non l’aveva visto rientrare a casa.

#nicolagiudice#mortidilavoro

Giugno 2024: 99 (sul lavoro 66; in itinere 33; media giorno 3,6)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).

Anno 2024: 564 morti (sul lavoro 430; in itinere 134; media giorno 3,1)

87 Lombardia (56 sul lavoro – 31 in itinere)

58 Campania (46-12)

47 Veneto (32-15)

46 Sicilia (32-14)

44 Emilia Romagna (32-12), Lazio (28-16)

38 Toscana (32-6)

28 Puglia (22-6)

27 Piemonte (23-4)

20 Abruzzo (16-4)

19 Sardegna (16-3)

18 Calabria (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

8 Friuli V.G. (7-1), Umbria (8-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

L’ignoranza attiva del governo Meloni.

Abbiamo già affrontato il concetto in un post precedente. Fatto sta che il disastro europeo del governo richiama il principio sostenuto da Popper che Burke ha sviluppato in senso storico.

Meloni va in Europa a dire che ha vinto le elezioni europee. Ignora di aver perso molti voti rispetto alle politiche di due anni or sono, fa anche finta di non essere responsabile politicamente dell’enorme astensione al voto, che porta un dei paesi fondatori a andare sotto il cinquanta per cento degli aventi diritto. Un segno di debolezza incontrovertibile.

D’altro canto, la tanto vituperata sinistra in Italia, riconquista voti, rispetto alle scorse elezioni, una riconquista confermata dalle comunali. Ignorare i dati numerici a favore delle percentuali è un errore esiziale, dà la netta sensazione di presentarsi a Bruxelles con un carico di fuffa propagandistica.

Se a questo si aggiunge il maldestro tentativo di giocare su due tavoli, quello di von der Leyen e quello di Orbán si raggiunge il massimo dell’ignoranza delle abitudini del fair play che regolano le relazioni tra stati membri e tra i rispettivi rappresentanti politici.

Fare una campagna elettorale all’insegna dello slogan secondo cui “Giorgia cambia l’Europa”, ma anche “mai con la sinistra in Europa”, e poi star lì a contrattare “un posto di peso”, significa non essere all’altezza della situazione politica che si presenta davanti alla Ue.

E infatti, non le è rimasto che piagnucolare più o meno rabbiosamente a proposito dell’esclusione dell’Italia, nel tipico italico schema mentale del “chiagni e fotti”, per far poi la fine dei pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati.

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Attualità

Il mese di giugno raggiunge la media record di 3,7 morti di lavoro al giorno.

Con i 6 morti di lavoro registrati nella giornata odierna – che portano il totale a 97 – il mese di giugno raggiunge la media record di 3,7 vittime al giorno e supera aprile, quando la media si fermò a 3,5.

C’è una settima vittima e riguarda un giallo risalente a maggio.

Il 22 di quel mese svanì nel nulla il 40enne argentino Nicolas Matias Del Rio, che lavorava come corriere per un’azienda toscana della moda.

Quel giorno doveva consegnare borse Gucci del valore di 500mila euro, ma non arrivò mai a destinazione.

Il furgone bruciato fu ritrovato dopo 48 ore sull’Amiata. Il suo corpo è stato invece localizzato in un dirupo martedì 25 giugno, nel territorio di Arcidosso (Grosseto).

Era caduto nella trappola tesa da una banda di albanesi e turchi (arrestati), che si erano finti corrieri con il mezzo in panne, si erano fatti dare un passaggio per poi uccidere Del Rio e rubare il carico. Lascia la moglie e una figlia piccola.

Un corriere, questa volta autentico, ha causato mercoledì 26 giugno la morte del 59enne Ennio Verducci, operatore del soccorso stradale residente ad Assisi.

Verducci era intervenuto per soccorrere un’auto in panne sulla E45 nella zona di Sant’Egidio (Perugia) e aveva quasi completato il caricamento della vettura quando è stato travolto e ucciso dal furgone di un corriere.

Un corriere 42enne di San Mauro Torinese – di cui ancora non conosciamo il nome – ha perso la vita sulla tangenziale di Torino nei pressi dell’Interporto.

Dopo il tamponamento con un camion, il furgone della vittima si è schiantato contro un terrapieno e ha preso fuoco.

Gli automobilisti di passaggio sono intervenuti subito e sono riusciti a sottrarre l’uomo alle fiamme, ma i traumi riportati erano gravissimi e a nulla sono serviti il ricovero e un intervento al CTO.

È una vittima della strada anche il poliziotto 27enne Marco Torre, che alle 7 di martedì 25 maggio – mentre andava a prendere servizio nella Questura di Roma – ha tamponato con la sua moto un’auto ferma in corsia di emergenza sul Grande Raccordo Anulare all’altezza di Selva Candida, ed è morto sul colpo.

Lascia la moglie e un figlio piccolo.

P.G., 49enne di Casavatore (Napoli), martedì 25 maggio è stato trovato senza vita e con una ferita alla testa nel magazzino resi di un’azienda farmaceutica di Carinaro (Caserta).

Il lavoratore era solo nel reparto, resta quindi da capire se è stato vittima di una caduta o di un malore.

Fabio Tassoni, falegname ascolano di 64 anni, è stato ucciso da un malore mentre rientrava da una trasferta per lavoro a Tolentino (Macerata).

Senza esito i tentativi di soccorrerlo in un’area di servizio a Corridonia.

A Foggia l’avvocato Margherita Vittoria Di Marco ha dato notizia della morte a San Severo (Foggia) di un immigrato gambiano che il 9 giugno tornava dal lavoro nei campi, vittima di un probabile investimento lungo la strada.

Di lui è stata diffusa una foto ma ignoriamo ogni altro elemento.

#nicolasmatiasdelrio#ennioverducci#marcotorre#fabiotassoni#mortidilavoro

Giugno 2024: 97 (sul lavoro 64; in itinere 33; media giorno 3,7)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)

Anno 2024: 562 morti (sul lavoro 428; in itinere 134; media giorno 3,1)

87 Lombardia (56 sul lavoro – 31 in itinere)

57 Campania (45-12)

47 Veneto (32-15)

46 Sicilia (32-14)

44 Emilia Romagna (32-12), Lazio (28-16)

38 Toscana (32-6)

28 Puglia (22-6)

27 Piemonte (23-4)

20 Abruzzo (16-4)

18 Calabria (15-3), Sardegna (15-3)

17 Marche (13-4)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

8 Friuli V.G. (7-1), Umbria (8-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Maggio 2024: 100 morti (sul lavoro 77; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Attualità

L’ignoranza attiva.

Il termine “ignoranza attiva”, nel senso di resistenza a nuova conoscenza o nuove idee, fu coniato dal filosofo austriaco Karl Popper e impiegato per indicare l’opposizione di alcuni fisici alle “sconvolgenti” opinioni di Albert Einstein.

Può essere esteso alla consuetudine di “ignorare” qualunque cosa non vogliamo sapere, spesso con serie conseguenza.

Pensate, ad esempio, alla storia dei coloni britannici nel Nord America, in Australia e in Nuova Zelanda, i quali cercarono di ignorare l’esistenza dei popoli che già vivevano in quelle terre, perlomeno le rivendicazioni che questi gruppi sollevavano per quel territorio.

I coloni trattarono la terra come se fosse deserta o posseduta da nessuno .

In modo analogo la Balfour Declaration del 1917, che rese la Palestina “la casa nazionale” del popolo ebraico, ignorò che gli arabi che già si trovarono lì creando, in questo modo, problemi che rimangono irrisolti più di un secolo dopo.

La domanda di lord Curzon “Cosa ne sarà della gente di questo Paese? rimane senza risposta.

L’espressione “ignoranza attiva” può anche riferirsi a quel che pensiamo di sapere.

Come soleva dire Will Rogers, con il suo umorismo alla Mark Twain, “l’ignoranza non sta nelle cose che non sapete, ma nelle cose che sapete che non sono come pensate che siano”, (frase che talvolta viene attribuita al Mark Twain stesso). (“Ignoranza, una storia globale,” Peter Burke, Raffaello Cortina Editore).

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Attualità

Altri tre morti di lavoro, la strage continua.

Islam Miah, 35 anni, era venuto in Italia per lavorare, lasciando nel Bangladesh la moglie e i due figli.

Aveva trovato casa a Mestre, con altri connazionali, e lavoro alla Sait, azienda che si occupa di impermeabilizzazioni alla Fincantieri di Marghera.

Lunedì 24 giugno era su un trabattello alto un metro quando ha accusato un malore ed è caduto, battendo la testa.

I soccorsi sono scattati immediati e Islam è stato portato in ospedale a Mestre, dove però è spirato nelle prime ore di martedì 25 giugno.

Giovanni Terrana, 64 anni, martedì 25 giugno era al lavoro con due dei tre figli sulle impalcature di un cantiere edile a Campofelice di Roccella (Palermo).

Ha perso l’equilibrio ed è caduto in strada, dove i soccorritori hanno provato per un’ora a tenerlo in vita, senza esito.

Paola Santini, 58 anni, era un’operatrice della cooperativa Cipss, che gestisce i servizi sociali a Narni (Terni).

Lunedì 24 giugno tornava da un intervento domiciliare, quando la minicar che guidava è stata investita e scaraventata contro un muro da un camion. La lavoratrice è morta sul colpo.

#islammiah#giovanniterrana#paolasantini#mortidilavoro

Giugno 2024: 91 (sul lavoro 60; in itinere 31; media giorno 3,6)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)

Anno 2024: 555 morti (sul lavoro 423; in itinere 132; media giorno 3,1)

87 Lombardia (56 sul lavoro – 31 in itinere)

56 Campania (44-12)

47 Veneto (32-15)

46 Sicilia (32-14)

44 Emilia Romagna (32-12)

43 Lazio (27-16)

37 Toscana (31-6)

27 Puglia (22-5)

26 Piemonte (22-4)

20 Abruzzo (16-4)

18 Calabria (15-3), Sardegna (15-3)

16 Marche (13-3)

12 Liguria (10-2)

10 Trentino (8-2), Alto Adige (9-1), Estero (8-2)

8 Friuli V.G. (7-1)

7 Umbria (7-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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