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I veri Talebani sono loro.

I veri Talebani non sono quelli che sono usciti dalle matrasse, le scuole coraniche nate in Pakistan e poi diventate, grazie ai dollari americani la palestra del fondamentalismo islamico, da scagliare contro i sovietici in Afghanistan. I veri Talbani sono a Washington, a Londra, a alcuni di loro sono anche a Roma. Sono fedeli alla […]

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I veri Talebani non sono quelli che sono usciti dalle matrasse, le scuole coraniche nate in Pakistan e poi diventate, grazie ai dollari americani la palestra del fondamentalismo islamico, da scagliare contro i sovietici in Afghanistan.

I veri Talbani sono a Washington, a Londra, a alcuni di loro sono anche a Roma. Sono fedeli alla religione della guerra, intransigenti nella teoria dello scontro di civiltà, integralisti nello scontro di religione. Per loro è meglio un Baldoni ammazzato, un Calidari assassinato che un Mastrogiacomo vivo.

Eccola la logica perversa, vassalla, guerrafondaia, che si gioca sul terreno della politica, con la p minuscola, sempre e solo con la pelle degli altri. La vicenda di Daniele Mastrogiacomo ha dimostrato che la guerra al terrorismo è un bluff, che l’esportazione della democrazia una balla. I Talebani, quelli dell’Afghanistan hanno il controllo militare, dunque amministrativo e politico della grande maggioranza del territorio.

Karzai, che prima veniva descritto come il semplice sindaco di Kabul, ora sembra essere il semplice amministratore del condominio della truppe alleate, coinvolte in una guerra senza fondamento, senza prospettive, senza risultati. Con chi bisognava trattare la liberazione di Mastrogiacomo? Quali erano i rapporti di forza sul campo? Esattamente con i veri “padroni” di casa, quelli che hanno permesso la trattativa che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo. Per cui con i Talebani si è trattato, con successo.

Ma il punto è un altro. Se monta la rabbia nelle cancellerie occidentali, che si contrappone alla gioia per la liberazione del giornalista italiano è semplicemente perché questo episodio costringe tutti a guardare in faccia alla realtà, uscire dalla menzogna e dalle ambiguità: adesso bisogna avere il coraggio di dire la verità all’opinione pubblica. Vale a dire: cinque anni e mezzo di guerra in Afghanistan, tanto quanto durò la Seconda Guerra Mondiale sono stati un fallimento. Perché l’obiettivo non era sconfiggere il mullah Omar, ma attaccare poi l’Iraq e tentare di aggredire a breve l’Iran.

La guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi, diceva von Clausewitz: e infatti, è proprio la continuazione del piano di Bush di presenza militare in quell’area del mondo, utile anche per mantenere sotto tiro l’Europa.

L’Italia non è isolata perché sta dalla parte della stragrande maggioranza dei cittadini europei, e da qualche mese anche americani che hanno capito il trucco di chi fa le guerre per non finirle e continuarne altre, e accenderne di nuove.
Non lo scordi Prodi, non lo rinneghi D’Alema: Daniele Mastrogiacomo è tornato tra noi, e noi siamo felici di essere con lui. Con lui vivo, siamo tutti più vivi. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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