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Enzo Baldoni è tornato dall’Iraq.

Le spoglie di Enzo Baldoni sono finalmente a casa.

Dopo i rilievi scientifici eseguiti dai Ris e la controperizia fatta eseguire dai familiari, è certo che le spoglie di Enzo sono state restituite.

Sandro Baldoni, suo fratello, in un’intervista telefonica rilasciata a RepubblicaTv conferma che i resti di Enzo sono finalmente tornati. Ma Sandro dice anche che si è perso tanto, tanto tempo e che il ritrovamento si deve alla pervicacia di un pm, all’abnegazione di un ufficiale dei servizi e alla perseveranza di Giusy, moglie di Enzo, la mamma dei suoi due ragazzi.

Sandro dice che si è riaperta un ferita per la sua famiglia. Vorrei dirgli che quella ferita, noi amici a colleghi suoi e di Enzo la porteremo nel cuore.

Perché è il cuore di un paese che ripudiava la guerra che porta la ferita della morte violenta di un uomo pacifico come Enzo, catturato e ammazzato mentre era al seguito di un convoglio della Croce Rossa. Così pacifico da essere apostrofato da un noto direttore di giornale come ‘pirlacchione’. Quello stesso direttore che aveva come vice una ‘barba finta’.

Dico che l’Italia ripudiava, perché poi è finita che si è voluto travestire la partecipazione bellica da ‘missione umanitaria’.

L’uccisione di Enzo sta lì a dimostrare che i sofismi politico-diplomatici servono a poco: quanti morti abbiamo pianto in questi anni, per la ‘missione di pace’ in Iraq e in Afghanistan? Pare che la guerra in Afghanistan costi al nostro paese un paio di milioni di euro al giorno. Non so. So che la morte di Enzo è stata un’ingiustizia insopportabile. Ecco: Sandro Baldoni ha davvero ragione, quando dice che si è riaperta una ferita. Beh, buona giornata.

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Il suicidio di una rifugiata tunisina:”i Cie sono sempre più centri di reclusione mascherata che, con la possibilita’ di protrarre la permanenza degli immigrati fino a 180 giorni, oggi sono molto peggiori delle carceri”

Roma, 21:40-AGI

IMMIGRATI: TUNISINA SI SUICIDA NEL CIE DI PONTE GALERIA
Una cittadina tunisina di 49 anni, ospite del Cie di Ponte Galeria dallo scorso 24 aprile, si’ e’ suicidata nelle prime ore di questa mattina. “Purtroppo alle ore 06.45 il medico della Cri in servizio presso il Centro, chiamato d’urgenza dalle nostre operatrici, non ha potuto far altro che constatarne la morte”, afferma Claudio Iocchi, direttore del Comitato provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana. “Il vero problema e’ che i Cie come quello di Ponte Galeria – ha aggiunto il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – sono sempre meno centri di accoglienza e sempre piu’ centri di reclusione mascherata che, con la possibilita’ di protrarre la permanenza degli immigrati fino a 180 giorni, oggi sono molto peggiori delle carceri”.(Beh, buona giornata).

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