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Finanza - Economia Scuola

Torino: il G8 si scontra con gli studenti.

G8 Università, scontri e tensione al corteo degli studenti dell’Onda di di OTTAVIA GIUSTETTI-repubblica.it

TORINO – Scene di guerriglia urbana questa mattina a Torino per il corteo del contro G8 dell’Università con migliaia di ragazzi da diverse città italiane, quasi tutti dei centri sociali, che hanno “assaltato” il Castello del Valentino dove nel frattempo si stava chiudendo il summit dei rettori dei paesi del G8. Lacrimogeni, bombe carta, pietre e manganelli hanno chiuso la manifestazione che però, dalle prime informazioni, si è conclusa senza gravi feriti. Secondo i dati forniti dalla questura di Torino diciannove agenti sono rimasti contusi o lievemente feriti negli scontri, mentre sembra che non ci siano feriti tra i ragazzi che hanno partecipato agli scontri. Due invece gli anti-G8 fermati, probabilmente del gruppo dei milanesi.

Solo tanta tensione, dunque, e uno “spettacolo” che si è rivelato assolutamente fedele alle aspettative. Con centinaia di agenti a blindare la città, elicotteri, e i contestatori che per l’appuntamento con la polizia hanno coperto i volti e hanno indossato caschi e bastoni schierandosi in file compatte dietro a uno scudo lungo oltre dieci metri camuffato da striscione.

Il corteo, formato da qualche migliaia di giovani, è partito intorno alle 11 dalla palazzina Aldo Moro, a fianco dell’Università, ribattezzata palazzina Block G8 per l’occasione, al seguito del camioncino di tutti i cortei dell’Askatasuna il noto centro sociale degli autonomi torinesi. Due blocchi di agenti in tenuta antisommossa aprivano e chiudevano il corteo che a passo svelto percorreva via Po, piazza Castello, via Pietro Micca, piazza Solferino, corso Re Umberto, corso Vittorio Emanuele, via Madama Cristina e corso Marconi per chiudere davanti al Castello. Lungo il tragitto qualche isolato contestatore ha lasciato scritte lungo i muri, a gruppetti hanno acceso fumogeni davanti all’ingresso delle banche, mentre i negozianti chiudevano le saracinesche lungo il loro passaggio.

Gli uomini della Digos, guidati da Giuseppe Petronzi, hanno accompagnato il corteo, in borghese, lasciando che gli abitanti rimanessero in strada a seguire la manifestazione. Non raccogliendo né lanciando alcuna provocazione hanno lasciato che si arrivasse al Castello senza incidenti. E lì si è messa in scena la guerriglia annunciata. I ragazzi hanno indossato la loro “armatura” e gli agenti pure. I primi schierati su un fronte del corso, gli altri sull’altro. La tensione saliva mentre i ragazzi dell’Askatasuna dalla camionetta incitavano con il microfono allo scontro. Dopo una ventina di minuti gli anti-G8, caschi in testa e volti coperti, hanno serrato le fila e hanno cominciato ad avanzare verso la polizia. Dietro allo scudo avevano estintori. Hanno lanciato bottiglie, pietre e bombe carta. I poliziotti hanno indossato le maschere e sparato i lacrimogeni costringendo i manifestanti alla ritirata. La carica vera e propria è durata pochi minuti. Al termine dei quali gli anti-G8 hanno riformato il corteo e sono tornati a Palazzo Nuovo.

Dal Castello del Valentino i rettori hanno risposto: “Non ci siamo barricati, siamo sempre stati e rimaniamo aperti al dialogo con gli studenti. In quello che è successo ieri e oggi c’è stato un difetto di comunicazione”. Il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, del presidente della Crui Enrico Decleva e di Giovanni Puglisi, il rappresentante della Commissione Italiana per l’Unesco, a conclusione dei lavori del summit hanno firmato il documento che sarà inviato al vero G8 di luglio a l’Aquila. (Beh, buona giornata).

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Attualità Popoli e politiche Scuola

Tornano di moda le cariche della polizia contro gli studenti.

di Iaia Vantaggiato da Il Manifesto

Roma, Parigi, Barcellona. E’ un’Onda lunga ma per niente anomala quella che oggi torna a protestare in gran parte d’Europa. “Sciopero in Onda, libertà in movimento» recitano gli striscioni mentre gli studenti contestano ovunque i tagli all’Università, la fine dell’istruzione pubblica e la presenza incontrastata “dei fascisti all’università”. Fascisti che, quanto meno a Roma, arredano le loro sedi con spranghe e catene. Un trend scellerato che attraversa l’Unione – Spagna di Zapatero compresa – con gli studenti da una parte che manifestano
pacificamente e le forze dell’ordine dall’altra che, orfane dei fasti di Genova e del G8, decidono di caricare.

Accade a Roma dove gli universitari hanno dato vita ad un corteo interno snodatosi tra i viali della Sapienza. Qualche lezione interrotta (e che sarà), i megafoni come unica arma e il tentativo di uscire dalla città universitaria per riversarsi nelle strade vicine: “Vogliamo andare nelle nostre strade: libertà di
movimento”. Ad attenderli, un cordone di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa che caricano gli studenti respingendoli all’interno dell’ateneo
(“caricano”, “tenuta antisommossa”, ma in che anno siamo?) “secondo quanto previsto dal Protocollo di restrizione dei percorsi dei cortei a Roma”. E alla
carica, gli studenti rispondono con il lancio di oggetti e di scarpe: “Ce le eravamo portate per lanciarle davanti al ministero dell’Economia come hanno fatto in Francia”. E’ al secondo tentativo di forzare i blocchi – dopo un’assemblea autoconvocata – che gli agenti della Guardia di finanza effettuano una nuova “carica di alleggerimento”. I contusi fra gli studenti sarebbero decine. Difficile fare un bilancio, come spiegano i ragazzi, “perché se ne trovano ad ogni angolo della città universitaria”.
Accade a Parigi, la notte scorsa a Montmartre, in occasione della «notte delle università» organizzata nell’ambito della mobilitazione degli insegnanti-ricercatori contro le leggi di riforma del governo sulle università. Le agenzie parlano di atti di vandalismo, di vetrine di negozi, supermercati e banche
(banche? Che adesso le banche c’hanno pure le vetrine?) sfondate e di bottiglie lanciate contro la polizia. Non più di 150 persone, dicono i testimoni, peccato che di qualche migliaia di studenti parlino altre fonti. Le stesse migliaia di studenti che si erano riunite in serata nell’Università Paris VII nel XIII arrondissement, a est di Parigi, vicino alla Biblioteca Nazionale di
Francia Francois Mitterrand.
Accade a Barcellona dove altri incidenti fra polizia e studenti contrari alla riforma dell’università sono stati registrati in mattinata quando le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza gli edifici del rettorato – occupati da novembre – arrestando tre studenti. Centinaia di studenti hanno bloccato la Gran Via e sono stati caricati dalla polizia.
Tutto questo accade. E accade nella nostra democratica Europa. Quella che ha a cuore la pubblica e libera istruzione. (Beh, buona giornata).

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