Categorie
Attualità democrazia Media e tecnologia Società e costume

Il caso delle dieci domande di Repubblica ha fatto il giro del mondo: “Mr. Berlusconi, why don’t you answer the press?”, scrive The Huffington Post.

Sui giornali esteri sempre spazio alle 10 domande poste da “Repubblica”.Così la stampa internazionale chiede al premier di rispondere. Stupore per la mancata solidarietà al nostro giornale di ALESSIA MANFREDI- repubblica.it

Così la stampa internazionale chiede al premier di rispondere
Il primo ad occuparsene è stato il Times londinese di Rupert Murdoch, poi il caso delle dieci domande poste da Repubblica a Silvio Berlusconi sul suo rapporto con la diciottenne Noemi Letizia, rimaste senza risposta, ha fatto il giro della stampa estera.

Dalla Gran Bretagna alla Spagna ad altri paesi, autorevoli quotidiani hanno mostrato il loro sostegno a Repubblica, dando ampio spazio all’inchiesta, sottolineando il silenzio e l’ira del premier. Altri hanno semplicemente riferito il caso. In un’intervista a Repubblica, il direttore di Die Zeit, Giovanni Di Lorenzo, ha detto che insultare un quotidiano “in Germania provocherebbe l’immediata solidarietà di tutti gli altri media, indipendentemente dal loro orientamento politico”. Alla questione sono stati dedicati diversi articoli e commenti. Ecco i principali.

“Public Duty and Private Vendetta”, The Times, 18 maggio 2009. Le lamentele di Silvio Berlusconi, che si ritiene vittima di diffamazione, non hanno alcun senso, si legge nell’editoriale non firmato del Times, che, secondo la tradizione anglosassone, riflette l’opinione della direzione del giornale. Le domande di Repubblica, continua il Times, non sono un’intrusione nella vita privata, ma sono legate al suo ruolo di politico e magnate dei media. E l’attacco di Berlusconi al giornale è un tentativo di intimidire il dissenso.

“Mr. Berlusconi, why don’t you answer the press?”, The Huffington Post, 20 maggio 2009. Il caso approda anche sull’influente sito di informazione online di Arianna Huffington.

“In praise of La Repubblica”, The Guardian, 23 maggio 2009. Anche il Guardian dedica un editoriale al caso, intitolato, semplicemente, “Elogio a La Repubblica”. “Nonostante rumori minacciosi da parte di Silvio Berlusconi, il principale quotidiano di centro-sinistra si è rifiutato di smettere di chiedere risposte alle 10 domande poste al premier circa la sua relazione con una adolescente napoletana, Noemi Letizia”, si legge nel testo, che insiste sul diritto della stampa in una società democratica a fare domande e conclude: “Repubblica sta facendo una battaglia solitaria e merita sostegno”.

“Papi, en la encrucijada”, El Pais, 20 maggio 2009. “Papi, al crocevia” titola il commento del quotidiano spagnolo, che ripercorre l’origine della crisi, dalle dichiarazioni di Veronica Lario, sottolineando l’anomalia di Berlusconi, capo del governo, “editore del maggior gruppo mediatico del Paese”, il suo controllo quasi totale della informazione televisiva, fino alle domande di Repubblica, seguite da ira e silenzio. Sarebbe salutare per la democrazia italiana, argomenta El Pais, “che Berlusconi prendesse carta e penna e spiegasse al mondo perché lo chiamano papi”.

“How one newspaper’s shameful questions have rattled Silvio Berlusconi”, The Observer, 24 maggio 2009. Il giornale inglese ripercorre in un lungo articolo l’intera vicenda Noemi, le domande “vergognose” di Repubblica che hanno innervosito il presidente del Consiglio, provocato una dura reazione da parte della stampa di destra, e innescato gli insulti del premier al cronista di Repubblica.

“Les questions sur les starlettes font enrager Silvio Berlusconi”, La Tribune de Geneve, 16 maggio 2009. E’ un Silvio Berlusconi “sull’orlo di una crisi di nervi” quello che se la prende con il principale quotidiano di Roma, secondo il quotidiano svizzero. Le domande di Repubblica, per far luce sulle molte zone d’ombra sono rimaste senza risposta perché il Cavaliere ha invocato il complotto, si legge sul quotidiano.

“L’origine des liens entre Berlusconi et la jeune Noémie”, Le soir, 24 maggio 2009. Il giornale belga riprende il caso usando un servizio della France Presse.

“L’affaire Noemi poursuit Berlusconi”, Le Figaro, 25 maggio 2009. Anche il quotidiano francese conservatore, che ieri sul caso titolava “La Repubblica mette in imbarazzo Berlusconi” continua a dare spazio alla vicenda Noemi, che “sta perseguitando il presidente del Consiglio”, dando conto della campagna di Repubblica, delle incongruità rivelate dall’inchiesta sul rapporto fra la ragazza ed il presidente del Consiglio e della richiesta di spiegazioni in Parlamento da parte dell’opposizione.

“L’insubmersible”, Slate.fr, 25 maggio 2009. Sul sito di informazione online diretto da Jean Marie Colombani, un lungo articolo di Marc Lazar riflette sull’enigma Berlusconi: accerchiato dai guai, dalla “strana relazione con la ragazza napoletana”, incalzato dalla stampa d’opposizione, “accusata di aver rivelato informazioni su di lui e di chiederne conto, come è normale in democrazia”, e ancora dal caso Mills e dall’economia in rosso. Eppure inaffondabile.

“Italie: la vie privée de Silvio Berlusconi continue de troubler la campagne”, Le Monde, 25 maggio 2009. Aumentano i guai per Silvio Berlusconi, si legge sul quotidiano francese. “Le spiegazioni contraddittorie date dal presidente del Consiglio” su Noemi Letizia “sono state smentite da un ex fidanzato della ragazza”.

“Sa liaison dangereuse”, La dernière heure, 25 maggio 2009. Berlusconi non ha finito di spiegare la sua relazione con un’adolescente, si legge sul quotidiano belga.

“Berlusconi e la 18enne: Cos’è successo veramente?”, Die Welt, 25 maggio 2009. Il quotidiano tedesco riprende le rivelazioni di Repubblica e rileva come la crisi “privata” in casa Berlusconi sia diventata ormai affare di stato.

Sulla stessa linea la Suddeutsche Zeitung, “Berlusconi, das model und die “lüge”, Berlusconi, la modella e la “bugia”.

E Bild:”So lernte Berlusconi die 18-Jährige wirklich kennen”, Così Berlusconi conobbe davvero la diciottenne.

“Ex Noemi klapt uit school over Berlusconi”, De Telegraaf, 25 maggio 2009. “L’ex di Noemi rivela”, si legge sul quotidiano olandese, che riprende l’intervista a Repubblica di Gino Flaminio.

Anche De Volkskrant parla delle rivelazioni dell’ex fidanzato di Noemi: “‘Berlusconi loog over relatie met minderjarige”‘, “‘Berlusconi ha mentito sulla sua relazione con la minorenne'” è il titolo del pezzo. (Beh, buona giornata).

Share
Categorie
Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: la Huffington dice che il futuro del giornalismo non dipende dal futuro dei giornali.

Editoria/ Il Senato di Washington corre in aiuto dei giornali Usa prima che diventino ”estinti”-blitzquotidiano.it

I problemi che stanno falciando l’industria dei giornali negli Stati Uniti sono arrivati al Senato di Washington, dove una sottomissione ha preso in esame la questione offrendo come prima proposta la possibilità che i quotidiani si trasformino in aziende senza scopi di lucro sulla falsariga delle stazioni radio pubbliche con in testa National Public Radio (Npr), a quanto riferisce il Wall Street Journal.

Un disegno di legge presentato dal senatore democratico del Maryland, Ben Cardin, propone che i quotidiani trasformati in aziende senza scopi di lucro sarebbero esentati dal pagare le tasse sulla pubblicità e sui redditi da abbonamenti oltrechè sui contributi dei privati.

In base al disegno di legge, però, i giornali non potrebbero più appoggiare ufficialmente – il cosiddetto ”endorsement” – candidati in competizioni elettorali, pur potendo riferire su qualsiasi argomento incluse le campagne elettorali. Cardin ha precisato che il suo obiettivo è proteggere i giornali locali e non le conglomerate.

La proposta del senatore non ha però convinto del tutto, tra gli altri, l’ex-direttore del Washington Post, Steve Coll, il quale, pur appoggiando il disegno di legge, ha dichiarato che, anche nelle migliori delle ipotesi, «un numero molto limitato di quotidiani potrebbero diventare aziende senza scopo di lucro».

Il senatore democratico del Massachusetts, John Kerry, presidente del sottocomitato senatoriale sulle comunicazioni, la tecnologia e internet, ha avvertito che i licenziamenti, le chiusure e i tagli di personale hanno trasformato i giornali americani in una «specie in estinzione» a causa della fuga dei lettori e della pubblicità verso internet.

Kerry ha auspicato iniziative affinchè i media possano rimanere diversificati e indipendenti, e si è detto preoccupato dal fatto che se i giornali dovessero scomparire ne soffrirebbero l’imparzialità e l’accuratezza dell’informazione.

Chi non si preoccupa troppo del futuro dei giornali quotidiani è Arianna Huffington, direttrice di The Huffington Post, uno dei siti aggregatori più visitati ed influenti di internet. La Huffington è del parere che, nonostante la crisi dei giornali, «questi sono tempi felici per chi vuole tenersi informato».

«Qualcuno può davvero sostenere – ha chiesto – che non è magnifico che i lettori possano navigare in rete, usare i motori di ricerca e andare sui siti aggregatori per poter accedere ai migliori articoli provenienti da fonti dislocate in tutto il mondo ed avere a disposizione notizie sempre aggiornate e non statiche su fogli di giornale»?

La Huffington ha detto alla commissione che il futuro del giornalismo non dipende dal futuro dei giornali.

Share
Follow

Get every new post delivered to your Inbox

Join other followers: