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Quasi-quasi.

Quasi stupefacente la notizia seguente, diffusa dall’Ansa il 25 Novembre, alle 18,10:”Loredana Lecciso ha quasi detto che sarebbe disposta a tornare con Albano o, almeno, a fare l’amore con il cantante.”

Lecciso ha quasi detto: meraviglioso, sublime, sensazionale quel quasi. Nell’epoca di berlusconiana memoria, in cui all’affermazione corrispondeva simmetricamente la smentita, il concetto del “quasi detto” è un vero avvenimento mediatico, non ha precedenti.

Non perché non si sia mai verificato: la quasi notizia è la notizia del giorno. In realtà, è tutto quasi-quasi, oggigiorno.

Abbiamo un quasi governo e una quasi opposizione; una quasi guerra e un quasi pacifismo. La convivenza è una quasi famiglia.

Il precariato è un quasi lavoro. Il corteggiamento una quasi molestia. Berlusconi ha avuto un quasi malore. La tv italiana fa quasi pena, i dati Auditel sono quasi veri, la pubblicità italiana è quasi advertising. Dice: abbiamo scoperto l’approccio olistico nella comunicazione. Però, quasi.

Beh, buona giornata.

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Ma chi si crede di essere, Berlinguer?

A Montecatini Terme è andata in onda la recita di Natale. Berlusconi ha simulato il malore del leader supremo.

Soccorso dai sindaci Scapagnini e Papaccioli si è subito ripreso. Uno spot per la manifestazione del 2 dicembre? Una strategia della difesa per il processo Mills? Un chiamarsi fuori, per manifesta inferiorità fisica per lo scandalo delle schede bianche? O un messaggio a Casini: Pierferdi, tu quoque? Sta volta la diretta di Sky ha tradito il guitto, i suoi occhi mentre simulava lo svenimento era vigili: tutto troppo perfetto per essere vero.
Lo hanno tradito, nell’ordine: Scapagnini che gli sentiva il polso, in piedi vicino al palchetto e la guardia del corpo che gli diceva: si lasci, si lasci. (Vatti a fidare delle comparse, mo quelli mi lasciano e io sbatto il culo per terra per davvero).

La battaglia è persa e con la battaglia anche la guerra: il malore è il trucco di Alberto Sordi agli esami di stato. In politica, in economia, nelle elezioni, nelle televisioni, nel calcio, e anche nella leadership del centro destra, i nodi sono venuti al pettine: il trapianto dei capelli non serve, la calvizie è nel consenso.

E’ finita un epoca. I martiri si ritirino a Villa San Martino. Per il centro-destra si preparano tempi Fini.
Beh, buona giornata.

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Che casino.

Pare che l’ex campione di boxe dei pesi massimi, Mike Tyson lavorerà in un bordello nel Nevada, lo stato americano che ospita Las Vegas, la città del gioco d’azzardo legalizzato.

Sembra un barzelletta, ma la notizia viene data per vera. Morsicatore professionale di orecchie sul ring, ex detenuto ed ex vincente, indebitato fino al collo (e che collo!), Tyson nel 2003 dichiara bancarotta, non essendo più in grado di far fronte ai debiti, che ammontano a 38 milioni di dollari, dopo aver dilapidato, pare, i 400 milioni guadagnati durante la sua carriera. Come dire che il sogno americano si è trasformato in un incubo da cui è difficile svegliarsi. Farà causa a Don King, il patron del pugilato americano per 100 milioni di dollari, ottenendo solo 14 milioni di risarcimento.

Tyson ci ha abituato negli ultimi tempi a stupire, ma sarebbe meglio dire infastidirci con le sue storie di sesso violento, a volte anche fasulle: un paio d’anni fa successe anche durante una sua visita in Italia. Ma questa volta l’ha fatta davvero grossa, accettando un lavoro in un bordello.

Forse è nei casini, dopo aver accantonato definitivamente l’idea di un ritorno alla grande sulla scena pugilistica mondiale. Fatto sta che Tyson avrebbe accettato la proposta di lavorare in un bordello di lusso della altrettanto famosa Heidi Fleiss, la cosiddetta “Madam Hollywood”, specializzata nel procurare prostitute d’alta classe a clienti miliardari per poi ricattarli minacciandoli di rendere pubblici i loro sfizi segreti. Pubblicò anche un libro sull’argomento.

Quello che non si capisce è con quale incarico è stato ingaggiato Iron Mike o forse si capisce: quello del midnight cowboy. Come dire, una carriera andata a puttane.

Tutto sommato è una storia triste: liberatosi dal suo protettore, Don King oggi si ritrova nelle grinfie di una mezzana. Non sapendo come farsi pubblicità, Heidi Fleiss ha scelto un testimonial, come succede molto spesso anche da noi quando nella pubblicità non si sa come accontentare i clienti.

Che casino: tutto il mondo è paese. Beh, buona giornata.

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Che peccato.

E’ morto a Los Angeles Robert Altman. Il regista di Mash, Nashville, America Oggi, Pret a Porter, Gosford Park e da ultimo Radio America, aveva 81 anni e nel 2006 aveva ricevuto l’Oscar alla carriera.

“Mash” fu il suo primo film che vidi. Era l’epoca della guerra in Vietnam e vedere una parodia della guerra in quei momenti così brutti dava il senso allegro della genialità.

Anni dopo, nacque la mia prima figlia, Martina e una della canzoni di “Nashville” divenne la sua canzone: “I’m easy.”

Pensiamo spesso male della cinematografia americana, troppo roboante e commerciale. Una volta venne in Italia John Landis, quello dei “Blues Brothers” e di “Lupo mannaro americano a Londra.” Disse che spesso noi europei ce l’abbiamo con i film americani, che monopolizzano le sale, togliendo spazio ai film d’autore. Disse che era vero, ma che quello che generalmente chiamiamo film americano è in realtà un film internazionale, un prodotto commerciale di intrattenimento, nato per tirare su molti dollari, in tanti mercati locali. E che questo modo di concepire il cinema come business sbanca- botteghini penalizzava anche il cinema d’autore americano.

Se è vero quanto dice Landis, con la scomparsa di Altman, il cinema americano ha perso un autore, noi altri buoni film americani. Che peccato. Beh, buona giornata.

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Quando il bullo è il preside.

La preside di un istituto scolastico genovese minaccia di sospendere due studenti sorpresi a baciarsi davanti al portone della scuola. E in segno di protesta, i compagni di classe si rifiutano di frequentare le lezioni, restando cinque ore nel corridoio.

Il fatto, come riportato dal quotidiano ‘Secolo XIX’, è avvenuto nella succursale di Voltri dell’Istituto tecnico per il commercio ‘Carlo Rosselli’. L’effusione non e’ piaciuta alla preside che li ha subito convocati e minacciati di sospensione.

Ecco un esempio di bullismo di una preside, che se la prende con un gesto d’amore in momento nel quale troppi gesti di violenza nelle scuole sono balzati agli onori della cronaca.

Ecco un altro esempio della stupidità degli adulti cui fa da contraltare il bel gesto collettivo dei compagni di scuola dei due giovani innamorati.

Baciarsi davanti al portone di scuola: signora preside, lo sa che cos’è la gioia di vivere? O se l’è bello e dimenticato? Forse ha qualcosa da imparare dai suoi studenti: coraggio, non è mai troppo tardi. Beh, buona giornata.

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Chiamate il Telefono maturo.

Eurispes e Telefono azzurro hanno presentato il rapporto sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, frutto di un’inchiesta realizzata su 1.242 adolescenti di età 12-19 anni.

Secondo i dati diffusi, il 70,8% degli adolescenti è poco (33,2%) o per niente (37,6%) interessato alla politica. Solo circa il 7% ne è attratto. Il 53,7% ammette però di capirla poco o per niente. Il problema riguarda i contenuti ma anche la comunicazione: più dei 2/3 dei giovani pensa che i politici siano poco (45%) o per nulla (24%) chiari. C’é poi un problema di affidabilità dei politici: il 71,3% nutre poca (41,7%) o per niente (29,6%) fiducia. Su questo punto, cioè il rapporto con la politica e su come la politica comunica sembrerebbe che i nostri adolescenti siano molto maturi: tutto quello che hanno detto di pensare è semplicemente vero.

Sempre secondo i dati resi noti dalla ricerca di Eurispes e Telefono Azzurro, il 56,4% dei ragazzi vede da 1 a 3 ore; il 13,1% da 4 a 5 ore, il 5,6% per più di 5 ore. Nell’ 83,9% si tratta di una fruizione senza alcun controllo da parte degli adulti. La tv si vede per passare il tempo (46,4%) o per divertirsi (22,6%). Il 13,3% è spinto dal desiderio di essere informato; l’8,4% sostiene che la Tv gli fa compagnia. I programmi più visti sono i film (95,4%), i tg ed i programmi di informazione (70,6%), i programmi comici e di satira (70,2%), i cartoni (64,1%), i programmi musicali ed i varietà (63,4%). La metà dei ragazzi (50,9%) segue in Tv i reality show. In considerazione delle alte percentuali dedicate ai programmi di informazione e a quelli di satira, sembrerebbe che in questo caso gli adolescenti siano addirittura più maturi degli adulti.

Il 93,3% degli adolescenti utilizza il computer, percentuale in cresciuta rispetto al 2005 (89,4%). Il 13,7% degli adolescenti non si collega mai ad Internet. Sul Web si cercano soprattutto informazioni (88,6%) e materiale per lo studio (81,2%). Estremamente diffuso inoltre il download dal Web di musica, film, giochi o video (73,8%). Qui siamo al paradosso: attraverso Internet si cercano informazioni e materiali per lo studio. Che se lo facessero anche i loro padri e madri forse le cose andrebbero meglio, nella politica, nella tv e nella società in genere.

Ciò che se ricava, insomma è che i ragazzi sono migliori degli adulti. Il che in generale è sempre una buona cosa, ma che in particolare pone una domanda: i ragazzi sono così impegnati che non sembrano avere tempo per chiamare il Telefono azzurro.

Proporrei di istituire il Telefono Maturo: questo sì sarebbe utile agli adulti per crescere, per imparare a finirla di far finta di preoccuparsi dei ragazzi, di criticarli e di demotivarli, attraverso i mille trucchi dell’ipocrisia. Invece di preoccuparci di loro, dovremmo preoccuparci di noi: abbiamo accettato un mondo che non siamo stati capaci di cambiare. Guardiamo i ragazzi dal buco della serratura e non ci accorgiamo che sono loro che ci stanno studiando. Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia

Air Adv.

Lele Panzeri ha lanciato con successo e divertimento Air Guitar, chi vuole può vedere un brano della serata suYouTube.

Cosa è successo? Che creativi di ogni ordine e grado, dalla pubblicità ai mestieri limitrofi, ma forse è proprio la pubblicità a essere oramai diventata limitrofa alla creatività, si sono esibiti facendo finta di suonare la chitarra.

Ne è uscita fuori una storia piena di sano divertimento, uno sberleffo, uno sghignazzo. Una serata forte, ritmica, epilettica. Vedere per credere: http://www.youtube.com/watch?v=0jnatde_uw0

La qual cosa ha assunto, forse inconsapevolmente, e qui sta il bello, il significato di una metafora: da qualche tempo a questa parte, i creativi pubblicitari fanno air-advertising.

Mettono le mani sulla tastiera del computer, ma la strategia è stata già pensata, mettono le mani sul layout, ma l’art direction viene dettata, prendono la penna e fanno finta di scrivere titoli già predefiniti, suggeriti, per non dire imposti.

La differenza è che l’air guitar di Lele Panzeri è stato un evento sorprendente, quello che succede tutti i giorni nei reparti creativi è invece noioso, banale, convenzionale, conservativo, alquanto deprimente.

Perché alla fine è air-fritta. Beh, buona giornata.

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Quando la notizia è più forte del commento.

Elezioni, ecco le “porcate” che hanno truccato il voto – di Stefano Corradino
Mercoledì, 15 novembre 2006

Un “grande broglio” per danneggiare il centrosinistra. A tutto vantaggio di Forza Italia. È la tesi formulata dal dvd che uscira’ nelle edicole il 24 novembre accluso al settimanale Diario, diretto da Enrico Deaglio. Un memorandum sulle elezioni di aprile firmata dallo stesso Deaglio e Beppe Cremagnani, con la regia di Ruben H. Oliva. Se il voto fosse stato regolare, e cosi’ non e’ stato afferma Deaglio – la maggioranza di centro sinistra avrebbe adesso 15-20 senatori in piu’'”.

“A sette mesi di distanza dalle elezioni del 9 e 10 aprile – afferma Deaglio – non sono ancora disponibili i dati del ministero dell’Interno sulle schede bianche. E noi invece li abbiamo trovati, e sono dati che fanno “saltare sulla sedia” perche’ sono assolutamente uguali in tutta Italia; e mentre crollano vertiginosamente le schede bianche, circa un milione e duecentomila rispetto alle elezioni di cinque anni fa, l’unico dato difforme riguarda Forza Italia che, rispetto agli exit pool cresceva molto oltre le previsioni, diciamo piu’ o meno con la stessa percentuale”.

“Uccidete la democrazia”. Hai dato un titolo piuttosto forte al dvd che sta per uscire. Parli di brogli alle elezioni del 9 e 10 aprile scorso. Come si sarebbero determinati?

Il film racconta cio’ che e’ avvenuto nella notte di lunedi’ 10 aprile scorso. Durante il conteggio dei voti, che avvenne per via telematica, il dato fu subito chiaro e cioe’ quello del crollo, – una cosa mai avvenuta nelle elezioni degli ultimi 50 anni – delle schede bianche e delle schede nulle. Un crollo verticale.

Quante?

Piu’ o meno un milione e duecentomila.

Ma non e’ un dato verificabile?

Dovrebbe esserlo. Ma a sette mesi di distanza dalle elezioni questi dati non sono mai stati rivelati dal ministero dell’Interno e noi, pertanto, i cittadini italiani, non sappiamo ancora definitivamente il risultato delle elezioni.

Piu’ di un milione di schede bianche. Si sono volatilizzate?

Dal ministero dell’Interno non abbiamo saputo niente. Qualcuno probabilmente lo sa ma se lo tiene per se. Ma noi quei dati li abbiamo trovati, e sono dati che fanno “saltare sulla sedia” perche’ sono assolutamente uguali in tutta Italia: le schede bianche stanno in una forbice tra l’1 e il 2 per cento.
E questo dal punto vista statistico, logico, matematico, e politico, e da qualunque punto di vista lo si guardi e’ una cosa non solo bizzarra, ma praticamente impossibile. E mentre si verificava quella notte il crollo delle schede bianche scoprivamo un altro particolare curioso.

Quale?
Che Forza Italia, cresceva molto di piu’ rispetto alle previsioni degli exit pool. Una crescita di circa un milione di voti…

Queste sono gia’ dichiarazioni esplosive. C’e’ dell’altro? Questa mattina, alla lettura della pagina sul Corriere in cui si parla del tuo dvd si sono levate gia’ numerose polemiche. E il dvd ancora non e’ uscito…

E’ tutto l’andamento del voto ad essere sospetto e noi lo abbiamo raccontato minuto per minuto. E cio’ comprende anche il comportamento dell’allora ministro dell’Interno: quella notte, per ben tre volte, invece di restare al Viminale, il ministro e’ uscito, piu’ o meno furtivamente, lasciando tutta l’organizzazione del conteggio dei voti ai suoi funzionari, per andare nella residenza privata del premier Berlusconi. E noi, sulla base delle informazioni in nostro possesso, raccontiamo con scrupolo cos’e’ successo in quella notte nel corso di quegli incontri così agitati”.

Qui si parla di brogli, ma alterare le schede non e’ una cosa cosi’ facile…

In realta lo e’. Siamo andati negli Usa a farci spiegare come si fa da un programmatore informatico che e’ stato il primo a denunciare i brogli elettorali in Florida; e lo ha fatto perche’ lui stesso ha costruito un meccanismo per alterare i dati. E ci siamo fatti anche spiegare come sarebbe stato possibile farlo anche in Italia.
Lui ci ha mostrato come, in trenta minuti, si puo’ creare un software per manipolare i dati e bastano 4-5 persone per gestirlo…

Allora, cosa si evince dal tuo docu-thriller? Chi e’ l’assassino della democrazia?

L’assassino e’ questo metodo. E’ questa legge elettorale che si presta a tantissime nefandezze e il sistema di trasmissione dei dati completamente avulso da qualsiasi tipo di controllo. Noi votiamo e poi c’e’ qualcuno che ci dice chi ha vinto le elezioni. Ma i cittadini non hanno alcuna possibilita’ di controllo.

La tua conclusione personale (e politica) ?

Se il voto fosse stato regolare a quest’ora la maggioranza di centro sinistra al Senato avrebbe dai 15 ai 20 senatori in piu’.

da www.articolo21.info

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Yankee go home.

Pare che George W. Bush, dopo la batosta elettorale, abbia abbandonato la linea dura sull’Iraq.

In una dichiarazione nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, il presidente americano avrebbe assicurato di essere pronto “a qualsiasi idea o suggerimento”.

Eccolo forte e chiaro il suggerimento: yankee go home. Beh, buona giornata.

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Bush perde le elezioni, dopo aver perso la guerra.

Un vero successo elettorale per i Democratici al Congresso, un possibile sorpasso al Senato.

Le elezioni di mid-term, quasi un referendum su Bush e le sue avventure militari, sono state una debacle, si potrebbe dire una Baghdad per i Repubblicani, dunque per Bush e il vero capo della cricca che ha occupato la Casa Bianca, Dick Cheney.

Bush ha riconosciuto la sconfitta, proprio come non fu capace di fare uno dei suoi lacchè: Berlusconi non ha imparato niente, neanche dall’amico George.

La prospettiva di un ribaltamento dei rapporti di forza per l’elezioni del prossimo presidente, fra due anni si fanno concrete.

Ciò che ci interessa, però, è la sconfitta della teoria della guerra preventiva, della esportazione della democrazia, delle teorie neo-con sulla supremazia dell’Occidente e della leadership degli Usa nell’Impero. Per l’Europa in generale e per l’Italia in particolare, la sconfitta dei Repubblicani è più importante della vittoria dei Democratici.

Fa giustizia delle velleità guerrafondaie, delle guerre di civiltà, dello stupro del diritto, con l’arresto, il sequestro e la tortura di cittadini di origine araba, perpetrati con la complicità dei governi europei, ricattati dalla guerra al terrorismo.

Fa giustizia dell’arroganza del vecchio governo, che ha giocato sulla pelle dei nostri soldati in Iraq e in Afghanistan, fa giustizia delle forze che compongono il nuovo governo, che ha giocato sulla pelle del movimento pacifista.

Si apre uno nuovo spiraglio di pace: per quanto piccolo, va subito colto e sviluppato. O rischiamo di pagare le conseguenze della catastrofe della guerra, dello scontro di religione.
Gli sconfitti si leccano le ferite, ma lasciano a noi le conseguenze delle loro malefatte. Beh, buona giornata.

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Figli di genitori minori.

Secondo uno studio condotto tra 2500 operatori turistici in Francia, Stati Uniti, Grecia, Gran Bretagna e Spagna da un’equipe internazionale diretta da Massimo Cicogna, psicoantropologo della Fondazione Ipsa, bambini italiani sono i più maleducati d’Europa.

Disturbano in aereo, in gita scolastica distruggono stanze d’albergo, nei ristoranti schiamazzano e scorrazzano. Nel luglio scorso il comandante di un aereo tedesco che andava a Manchester da Roma ha sbarcato un’intera scolaresca italiana in gita, che rompeva le palle a bordo.

Insomma, i nostri figli sono maleducati, incivili e anche un poco stronzetti. Rispondere “ grazie” per loro è un tabù, mangiare in maniera composta un traguardo inarrivabile, distogliere per un attimo l’attenzione dalla play station per ascoltare l’interlocutore un’impresa ardua, smontare la loro concentrazione su sms e chat a favore dello studio scolastico una battaglia quotidiana, e così via.

Senza contare che la tv ha sostituito il desco: i ragazzini ormai mangiano davanti alla tv, spesso da soli, senza che nessuno si curi di insegnarli non solo come si dovrebbe stare a tavola, ma neppure alcuna cura nel gustare il cibo e men che meno come si prende parte a una conversazione. Del significato dei quello che guardano, manco a parlarne.

Con la forchetta in un mano e il telecomando nell’altra, che volete che venga su? Un tele cafone, un tele troglodita, un tele dispettoso. D’altra parte, che fanno gli adulti: lo stesso, cenano davanti alla tv, con la forchetta in un mano, cercando di togliere ai figli il telecomando con l’altra, dicendogli, con la bocca piena: “Stai composto”.

E tra uno zapping e l’altro, ecco il terzo grado: come è andata a scuola? Che hai fatto? Perché fai questo, che cosa hai fatto? Quello si chiude sulla difensiva. Spesso il dialogo, se di dialogo si può parlare, è in dialetto o peggio in slang: ieri mi sono visto un film (dove, allo specchio, magari sulla fronte). Oppure: domani ci mangiamo una pizza. Come: come si mangiano le parole o peggio le unhie?.

Quando non si parla correttamente, si manca di rispetto all’interlocutore, figli compresi. Dopo aver abbandonato il passato remoto, strangolato il congiuntivo, ecco un’altra vittima del discorso: il riflessivo, come arma impropria del nostro lessico famigliare.

Senza contare gli atteggiamenti stravaccati, privi del senso dell’intimità o della privacy: sbadigli, grattatine impudiche, gestacci, o espressioni scurrili, senza curarsi del fatto che i ragazzini imparano emulando gli adulti, essi ci guardano, prima ancora di ascoltarci.

E allora le cose sono chiare: se i bambini italiani sono i più maleducati d’Europa, secondo voi da chi avranno imparato? Dice, dalla playstation: e chi gliel’ha comperata, abbandonandogliela nella mani, mentre vi facevate smaccatamente i fatti vostri? Dice: dalla tv. Ma davanti alla tv non c’eri pure tu?
Beh, buona giornata.

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Faccetta tosta.

Pare che Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni, attualmente deputato di An, abbia detto che “la presenza della Gregoraci a Buona domenica è diseducativa”. Ma lei, al centro dello scandalo vallettopoli e ora, con Sara Varone, nel cast del contenitore pomeridiano di Canale 5, replica: “Se causo disagio con la mia presenza a Buona domenica, posso andarmene”.

La vicenda che ha visto la Gregoraci balzare dal nulla al clamore della cronaca è legata alle sue frequentazioni con un altro membro di An, all’epoca portavoce di Gianfranco Fini, l’allora vicepresidente del Consiglio, nonché ministro degli Esteri.

Gli incontri con il membro di An avvenivano alla Farnesina, secondo quanto riportato dalla stampa, che rese note sia intercettazioni telefoniche che i verbali dell’interrogatorio della Gregoraci.

Il membro di An finì prima agli arresti domiciliari e poi a casa, cioè al Secolo d’Italia, giornale di An. Il fatto fece un certo scalpore perché metteva in luce che il membro di An faceva raccomandazioni per la Rai, presso cui la Gregoraci era legata da un contratto. Il quale contratto fu poi accantonato, per cui la Gregoraci passò a Mediaset, dove tutt’ora partecipa a Buona Domenica.

Quanto meno tardiva la tirata morale dell’on, Gasparri, tutto ciò che c’era di diseducativo c’è già stato: in un luogo di interesse pubblico (il Ministero degli Affari esteri), un membro di An ( partito al governo dell’epoca), incontrava per fatti intimi e privati una valletta che lavorava per la Rai (servizio pubblico).

La Gregoraci lavora adesso per una rete privata, per cui problemi di etica con gli organi pubblici non si pongono. Canale 5 è una rete commerciale, il problema se sia o meno edificante la partecipazione della Gregoraci riguarda esclusivamente i telespettatori, che possono agire col telecomando e gli inserzionisti pubblicitari, che possono non gradire quel programma nelle pianificazioni televisive.

Gratùite, a questo punto, suonano le parole dell’ex ministro, nonché fuori luogo le stesse parole della Gregoraci: non è a lui che deve offrire le proprie dimissioni dalla trasmissione. Queste cose le avremmo potute sentire quando lavorava per il servizio pubblico, al quale ha senz’altro causato imbarazzi e disagi. Anche per Fini e colonnelli non furono rose e fiori.

D’altronde, non si sentirono reprimende moralistiche dell’ex ministro, all’epoca delle frequentazioni della Gregoraci con il membro di An. Farlo adesso, ci vuole una bella faccetta tosta. Beh, buona giornata.

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